martedì 31 dicembre 2013

Propositi per il nuovo anno

Cara Juve, lo vogliamo fare il proposito di vincere questa benedetta Europa League?

Giusto per riprendere un po' il vizio di arrivare in finale in Continente. Passare il turno da secondi in Champions League non avrebbe condotto che a un'onorevole eliminazione agli ottavi. Il parterre dei partecipanti all'Europa League invece non può impensierire una squadra come la Juventus.

Certo l'EL ha le sue insidie: è più lunga della Champions (le squadre in lizza sono ancora 32, non 16), si gioca il giovedì, troppo vicino alla giornata di campionato domenicale, e questa è una tentazione per fare turnover in Coppa.

Ma la Juve il campionato lo vince in carrozza. Potrebbe persino trascurare qualche partita, da marzo in poi. Altro vantaggio è essere finiti nella patrte di tabellone della Fiorentina. Se si superano i turchi del Trabzonspor (cosa che si dovrebbe poter fare anche con le seconde linee) Conte non vorrà certo snobbare il doppio impegno con i gigliati. E allora si potrebbe essere ai quarti... da lì le motivazioni dovrebbero crescere.

martedì 24 dicembre 2013

Il primo miracolo

Nel Vangelo secondo Luca che abbiamo letto in questi giorni si trova anche la descrizione del primo miracolo di tutti i Vangeli.

Non è l'Annunciazione: Giovanni Battista nasce prima di Gesù.
Il miracolo collegato alla nascita di san Giovannino, però, non è legato al concepimento, come per Gesù: lui è proprio figlio di Zaccaria ed Elisabetta, e l'angelo infatti promette al futuro papà "tua moglie Elisabetta ti darà un figlio" (Lc 1,13).*

Il primo miracolo di Dio nel Vangelo è togliere la parola all'incredulo Zaccaria (Lc 1,20)**. Dio fa fare silenzio a noi miscredenti che non abbiamo fiducia in lui. Forse è anche per questo che il Natale avviene di notte, nel silenzio: perché al rumore di fondo delle nostre attività (e delle nostre incertezze) quotidiane si possa sostituire il canto del Gloria degli angeli.

Zaccaria ritroverà la parola quando dimostrerà di fidarsi di quel che l'angelo gli ha detto: "Giovanni è il suo nome" (Lc 1,63). E' come se Dio dicesse a Zaccaria: ecco, parla quando hai qualcosa di sensato da dire :-) Questo è il primo miracolo del Vangelo.

Cercherò di tenerne conto nello scrivere su uno spazio pubblico...

Buon Santo Natale!

mercoledì 18 dicembre 2013

Resipiscenza di massa - 2

Qui e qui un'analisi per me abbastanza impressionante del voto alle primarie.
Riassumendo: sono state primarie con un'età media dei votanti molto alta, e gli elettori di Renzi non sono certo i più giovani di tutti. Anzi, considerando l'appoggio ricevuto dai pensionati e i risultati delle regioni "rosse", la base elettorale di Renzi è sostanzialmente sovrapponibile a quella di Bersani.

E questa resipiscenza di massa continua ad essere una cosa che faccio fatica a capire, e financo ad accettare.

Leggo che anche Luca Ricolfi esprime gli stessi dubbi:
Il plebiscito che ha sbalzato Bersani e incoronato Renzi è stato troppo repentino per non evocare altri cambiamenti di umore degli italiani, da fascisti ad antifascisti (nel 1943-45), da clientes dei partiti di governo a giustizialisti duri e puri (nel 1992-94)

Io resto della mia idea: l'unica possibilità per Renzi, e l'unica strada veramente incisiva per questo Paese, sarebbe quella di approvare rapidamente una legge elettorale efficace (a doppio turno?) e andare a votare il prima possibile.
Peccato che per mille e uno motivi questa cosa non succederà, ci trascineremo ancora, poi non ci saranno i tempi tecnici per votare con le Europee, poi ci sarà il semestre europeo di presidenza UE, poi non avremo ancora fatto le riforme costituzionali...

Io sono sempre stato convinto che il governo Letta sarebbe durato fino a questa Finanziaria, al più fino a primavera, e poi saremmo tornati alle urne col Porcellum. La sentenza della Corte Costituzionale ha scombinato le carte: ora non si può più andare a votare. A questo punto figuriamoci se un Parlamento così diviso, che la tira in lungo su tutto (basta vedere cosa è successo sul finanziamento ai partiti), e già in campagna elettorale per le Europee, approverà una legge elettorale. Mi aspetto che si andrà al 2016, con tutta calma. Altri anni persi.

L'occasione l'abbiamo buttata il 2 dicembre 2012, e la rimpiangeremo a lungo.

lunedì 16 dicembre 2013

Padre nostro

Domenica ho assistito alla S. Messa con sei battesimi.

Le famiglie dei battezzandi non sembravano molto coinvolte. C'è stato chi è arrivato in ritardo sull'altare, c'è stato chi ha passato metà del tempo a intrattenere con smorfie e saluti qualcuno (immagino un fratellino o sorellina dei battezzandi) che si trovava nei banchi, non c'era molta partecipazione (eufemismo) nel momento dei canti o delle risposte dell'assemblea.

Sarebbe bello veder calare i battesimi come calano i matrimoni in Chiesa, mi sono detto. Sarebbe bello privilegiare la scelta consapevole alla scelta tradizionale.

Però c'è stato un momento: il momento del Padre Nostro. Allora tutti, genitori, padrini, madrine, hanno recitato la preghiera insieme all'assemblea.

Mi ha fatto quasi impressione. La preghiera di Gesù, quella dei figli, la conoscono ancora tutti. Allora forse va bene anche il battesimo ai bambini: se insegneranno almeno il Padre Nostro ai figli, come lo conoscono loro, semineranno un seme. Il seme della comune figliolanza, e quindi della comune fratellanza.

mercoledì 11 dicembre 2013

Resipiscenza di massa?

Primerie 2012 (primo turno): Bersani 1.395.096 voti, Renzi 1.104.958 voti, Puppato 80.628 voti. Totale voti riferibili al PD (quindi esclusi Vendola e Tabacci): 2.580.682.

Per quest'anno, il sito ufficiale del PD non dà ancora (incomprensibilmente) i risultati completi: siamo all'85% delle sezioni scritinate. Il totale dei voti validi però è 2.417.771, vicino ai 2 milioni e mezzo di cui sopra. Su questi dati parziali abbiamo Renzi a 1.638.934 voti, Cuperlo a 434.311, Civati a 344.526.

Facendo qualche confronto, già ora Renzi guadagna più di mezzo milione di voti, che crescerà ancora. Questa è tutta gente che l'anno scorso aveva votato Bersani.

Io non capisco proprio questo ribaltone in un anno, visto che le idee di Cuperlo sono sovrapponibili a quelle di Bersani e che Civati allo scorso giro aveva votato per l'allora segretario. Quali motivi possono aver spinto un bersaniano a votare Renzi, le cui idee non sono cambiate così tanto? Lo scorso anno Renzi non era abbastanza di sinistra, quest'anno sì?

Se si tratta di un'ammissione di un errore, ok, va bene. Ma non riesco a credere che più di mezzo milione di persone si sia reso conto di aver fatto un errore.

Una parte avrà constatato semplicemente che "ora tocca a Renzi", indipendentemente dalle idee e anche dalla persona, ma semplicemente per una turnazione: fallita l'opzione A, tocca all'opzione B.

Altri avranno semplicemente pensato che sono stufi di perdere, e che Renzi è quello che si gioca le carte migliori. E allora, nonostante le idee di Renzi non siano condivise, dopo la pessima figura rimediata da Bersani a febbraio si sono turati il naso e hanno votato lui.

Però queste due opzioni delineano consensi aleatori: fanno presto a evaporare. Gli elettori di sinistra hanno la tendenza a essere i più critici e "puristi", e quando verranno (non fra poco, ormai...) le elezioni politiche molti si faranno venire i mal di pancia e finiranno per votare Grillo o Vendola.

Ecco perché Renzi farà bene a continuare a coltivare il consenso fuori dal PD, nei delusi del centrodestra. Io resto dell'idea che se vorrà arrivare al governo dovrà farlo praticamente bypassando il suo partito, e non è questo plebiscito potenzialmente effimero a farmi cambiare idea.

sabato 7 dicembre 2013

Sulle "primarie" per la segreteria del PD

Domani, come noto, si svolgeranno le consultazioni* per la segreteria del PD.

A differenza dello scorso anno, quest'anno non andrò a votare. Non ho mai condiviso molto il fatto che il PD attui questo meccanismo per decidere il proprio segretario, che dovrebbe essere una questione interna al partito.
E' vero che è bello garantire la massima partecipazione, e che limitare il voto agli iscritti avrebbe poco senso in un periodo di disaffezione completa. Però mi fa specie che ci siano dei tesserati (non degli elettori: dei tesserati) di altri partiti che andranno a votare. Non mi sembra giusto. Forse l'invito a recarsi ai seggi avrebbe dovuto essere specificamente rivolto agli elettori del PD e solo a loro, una specie di "astenersi perditempo" rivolto agli elettori degli altri partiti.

I candidati mi sembrano tutti e tre personaggi positivi, danno l'idea che comunque vada si cadrà in piedi. Se dovessi votare, anche quest'anno come lo scorso voterei per Matteo Renzi, la cui piattaforma trovo più vicina al mio sentire e ai bisogni dell'Italia.

Non mi faccio però illusioni sul suo successo e sulla concretizzazione di cotanto programma dopo la (prevedibile) vittoria. Perché fare il segretario del PD non vuol dire essere al governo, e perché il carro del vincitore mi sembra ormai troppo pesante. Temo che il partito logorerà anche Renzi, che invece avrebbe fatto bingo lo scorso anno arrivando a Palazzo Chigi senza passare per il PD.

Insomma, ho paura che l'occasione per Renzi, e per dare una bella scossa a questo Paese, l'abbiamo persa il 2 dicembre dell'anno scorso, al ballottaggio delle "vere" primarie. Se dovesse riuscire a incidere, saremmo davanti a un fuoriclasse della politica, non solo della comunicazione.

* (In effetti non capisco perché questo turno di consultazioni sarebbero delle "primarie": non c'è alcuna elezione dopo, nessuna "secondaria", anzi queste votazioni vengono dopo il voto dei circoli.)

martedì 3 dicembre 2013

PGT: tre integrazioni

Alcune piccole integrazioni al post della scorsa settimana sul PGT.

  • Ho dato un'occhiata sul sito della Regione alle tempistiche tra l'adozione e l'approvazione dei PGT di alcuni Comuni bresciani confinanti o confrontabili con Ospitaletto: il tempo medio è di circa 6 mesi. Se così fosse, potremmo dare per certo che non approveremo il Piano entro la scadenza di legge del 30 giugno.

  • Cosa succede allora? Secondo quanto già linkato, il 30 giugno ci sarà intimato di concludere entro 60 giorni, cioè in piena estate. Se non si concluderà entro il 29 agosto, inoltre, ci sarà assegnato un commissario che porterà a compimento l'iter. Non credo proprio che si vorrà arrivare a tanto... probabilmente saranno i 60 giorni di "proroga" a salvarci.

  • Cos'è invece che ci perderemo sicuramente, dando ormai per scontata la mancata adozione del Piano entro il 31 dicembre? Saremo esclusi dal Patto di stabilità territoriale, come già detto.  Guardando qui, ho capito che si tratta essenzialmente di un plafond di fondi che la Regione mette a disposizione dei Comuni. Spulciando le ripartizioni si può osservare che Comuni con popolazione simile a Ospitaletto hanno ricevuto 40-50mila euro circa. Si vede però che il nostro paese non è nella lista nemmeno per il 2013: evidentemente le condizioni richieste per l'accesso ai fondi non combaciano comunque con la nostra realtà, quindi questa penalità non ci cambia la vita.

mercoledì 27 novembre 2013

PGT: a che punto siamo?

Come sappiamo, il nostro Comune è ancora senza un Piano di gestione del territorio. Ho provato a fare il punto della situazione.

A febbraio l'amministrazione ha dato notizia dell'avvio del procedimento per  un nuovo PGT: era il 21/2. Contestualmente si è data comunicazione del termine per la raccolta  dei suggerimenti da parte dei cittadini, il 29 marzo 2013.
Il 30 giugno il Consiglio comunale ha approvato le linee di indirizzo per il PGT.
In estate è stato pubblicato il documento di scoping (ovvero l'analisi del contesto ambientale e socio-economico), che è stato a suo tempo pubblicato sul sito comunale. Ora non è più al suo posto, ma è recuperabile sul sito della Regione. Si è anche tenuto un incontro pubblico (il 17 luglio) su questo argomento.
Da allora, però, ho perso di vista il progredire dei lavori. L'area dedicata sul sito del Comune è muta dall'estate, anzi alcuni link sono vuoti. Se l'iter è progredito, non v'è notizia in rete.

A questo riguardo, un appello: se davvero vogliamo favorire la partecipazione, come suggeriscono sia la legge che il programma elettorale della maggioranza, non trascuriamo il mezzo web, che al giorno d'oggi è imprescindibile. Rimettiamo in sesto l'area del sito comunale sul PGT, pubblichiamo una cronotabella (come si fa per ogni progetto serio di ogni azienda seria), facciamo sparire i link alle pagine rimosse (mi pare il minimo sindacale).

Tornando ai lavori, anche il Consiglio comunale convocato per domani non ha all'ordine del giorno nulla al riguardo. Però la scadenza temporale per l'adozione del PGT (che non è l'approvazione finale) è ormai molto prossima: il 31 dicembre. Se non adottiamo il PGT entro un mese, quindi, scatteranno delle penali che non comprendo bene, ma che hanno l'aria di non essere nulla di buono per un Comune alle prese con problemi di bilancio e con un nuovo mutuo per coprire la faccenda Italgas:
i Comuni inadempienti saranno esclusi dall’accesso al patto di stabilità territoriale per l’anno 2014 e il mancato rispetto di tale scadenza costituirà un indicatore negativo nell’indice di virtuosità.

giovedì 21 novembre 2013

Scissioni e frammentazioni

Non spendo troppe parole sula "scissione" del Pdl. Mi pare evidente che Berlusconi, viste svanire le speranze di un salvacondotto per le sue condanne, non avesse più nessun interesse a stare al governo (cosa che gli riesce molto peggio che stare all'opposizione). Al tempo stesso anche lui sa che votare ora vuol dire fare un piacere a Renzi. Ecco quindi la separazione, con Silvio a contendere i voti grillini e Alfano a prendere tempo prima delle elezioni.

Mi interessa di più la scissione in Scelta Civica. La rottura con l'Udc e i "popolari" di Mauro fa chiarezza dell'equivoco di fondo con cui nacque l'avventura politica di Mario Monti: non posso che esserne lieto.

Ora il dubbio è se sia troppo tardi per salvare un'esperienza autenticamente riformista. Temo di sì.

La mia speranza è che la rinnovata Scelta Civica possa incontrare i movimenti liberali, come Fare  per Fermare il declino (già prima delle elezioni Giannino ebbe delle trattative con Monti, saltate essenzialmente per l'alleanza con Casini) e Ali (la nuova "creatura" di Giannino, a cui si è avvicinato anche Montezemolo).

Certo questi movimenti non hanno dato un grande esempio finora, con la figuraccia rimediata da Giannino alle elezioni, le diatribe in Fare del padre-padrone Boldrin, la nascita di Ali in concorrenza a Fare (sembrano i mille partitini comunisti che lottano per l'1%...), la fuoriuscita di Italia Futura da Scelta Civica dopo il risultato elettorale deludente (mossa alquanto opportunistica)...

Speriamo che siano solo difficoltà dettate dall'entusiasmo e dall'ingenuità di un gruppo di neofiti della politica. Per le prossime elezioni europee servirebbe decisamente un'offerta in grado di occupare lo spazio liberale completamente scoperto (per piccolo che sia): l'Italia non ha praticamente un partito che faccia riferimento all'ALDE, il partito europeo dei liberali. Anzi, in verità non l'ha mai avuto: in passato ci siamo dovuti affidare a Di Pietro (!) e ai prefissi telefonici dei Radicali. Nulla a che vedere con i liberali inglesi o tedeschi, che formano l'ossatura del partito europeo.

domenica 17 novembre 2013

La guerra, il IV novembre, l'Italia, l'Europa

Qualche giorno fa (ok, due settimane fa: sono indietro con il "lavoro") abbiamo commemorato il IV novembre, festa delle Forze Armate e anniversario della vittoria.
Abbiamo commemorato una guerra. Man mano che passano gli anni, le guerre ci sembrano sempre più lontane, e la retorica militare è passata di moda. Ormai nel mondo evoluto hanno messo radici la pace e il pacifismo, a volte addiritura per moda, a volte un pacifismo acritico, "senza se e senza ma". E' sempre più difficile rapportarsi con la guerra e gli argomenti militari: le "missioni di pace",  sono di difficile giustificazione, il termine stesso appare talvolta ammantato di ipocrisia; ma quando ci sono dei caduti, questi diventano degli eroi, "i nostri ragazzi", e si sfodera la retorica delle bare nella bandiera, degli omaggi militari eccetera.
Facciamo fatica ad avere un rapporto equilibrato con la guerra. E ben venga che sia così: questo è segno di un accresciuto spirito critico e di una sana abitudine alla pace. Forse non sarebbe neppure possibile avere un rapporto equilibrato con una situazione così estrema, che per di più quasi nessuno di noi ha toccato con mano (per fortuna).

Le guerre possono servire a qualcosa? Possono esserci guerre utili, o necessarie? A questo proposito ho trovato interessante, mesi fa, questa intervista al filosofo americano Michael Novak. Il passaggio cruciale è questo:
In America la schiavitù fu eliminata grazie alla Guerra Civile. Fu un dramma di proporzioni enormi, ma è difficile immaginare una via alternativa per raggiungere lo stesso risultato. Poi abbiamo sconfitto il nazismo con la forza, e non credo che ci fossero altre strade. Infine abbiamo piegato l’Unione Sovietica grazie alla Guerra Fredda, che in molti casi è stata calda, e comunque ha rappresentato un successo ottenuto soprattutto dal fatto che abbiamo prevalso nella sfida tra i due apparati militari. Per noi americani, in sostanza, non è vero che la guerra non ha mai risolto nulla.

La visione è un po' estrema: tutti sappiamo che dietro alle guerre non ci sono visioni solo ideali. La guerra di Secessione non fu combattuta solo per la questione della schiavitù.
Però è difficile negare che senza l'intervento militare Hitler avrebbe potuto fare molti più danni di quanti ne abbia fatti*.

In Italia, lo spunto di riflessione è dato proprio dalla Grande Guerra. Ricordo di aver visitato il museo ad essa dedicato a Gorizia. C'era esposto un volantino austriaco del 1917 (prima di Caporetto), che rappresentava tre mappe: i confini del 1915, le concessioni diplomatiche a cui l'Austria si era detta disposta in cambio della neutralità italiana e il fronte nel 1917: si evidenziava che in due anni di guerra il confine era rimasto pressoché immutato, e peggiore rispetto alle condizioni diplomatiche proposte, e si invitavano i soldati italiani a disertare e abbandonare l'inutile strage. Si noti che nelle possibili concessioni diplomatiche non rientrava Trieste, né l'Alto Adige**.

Come è andata a finire lo sappiamo: l'Italia vinse la guerra sul Piave, e l'unità nazionale venne completata. Per via diplomatica non si sarebbe mai potuto ottenere lo stesso risultato, ovvero l'annessione del Sudtirolo fino alla Vetta d'Italia e della Venezia Giulia intera. Si può discutere se ne valesse la pena, ma non mi sento di dire che la guerra sia stata inutile.

E allora? Allora arriviamo all'Europa: l'unico mezzo per rendere inutile la guerra è la pace, la pace vera, che come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica non è solo l'assenza di guerra. La pace vera è quella che abbiamo oggi in Europa, in cui centinaia di milioni di persone stanno (relativamente) bene, hanno la possibilità di vivere, di spostarsi, di realizzarsi secondo la loro identità, la loro cultura, la loro inclinazione.

Una grossa mano a ciò l'ha data prima la Comunità Europea, ora l'Unione Europea. Oggi non ci sogneremmo mai di fare la guerra alla Slovenia per riprenderci il Carso, oggi i confini non esistono più, in piazza Transalpina a Gorizia si può passeggiare tra uno Stato e l'altro, le minoranze linguistiche sono riconosciute e tutelate in tutta Europa, all'Europeo di basket in Slovenia si poteva vedere la comunità italiana di Capodistria festeggiare la Nazionale azzurra che giocava come se fosse stata in casa. Tutte cose che 25 anni fa erano un'utopia.

Ricordiamocene quando parliamo male dell'Europa.

* Si noti che l'intervento americano nella II guerra mondiale non rientra nemmeno nei criteri che rendono ammissibile la guerra per il Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. il paragrafo 2309): l'intervento in Europa non rientrava nella legittima difesa, e sia in Europa che nel Pacifico era discutibile il criterio per cui "il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare". Infatti non c'erano verosimili possibilità di attacco giapponese all'America continentale, mentre l'Europa prima del D-Day era in pace dall'Atlantico alla Polonia, seppure sotto il tallone di Hitler. Siamo sicuri che una dittatura avrebbe causato più morti o più mali dei milioni di militari morti nella guerra? Ciò nonostante io sono ben felice che gli Alleati siano sbarcati in Sicilia e in Normandia.

** Poi sull'effettiva volontà di queste terre di entrare in Italia ci sarebbe molto da discutere, al netto della propaganda nazionalista che dipingeva i triestini come anelanti all'unificazione.

mercoledì 13 novembre 2013

Rem tene, verba sequentur

Sono uno sporco elitista.

90 minuti di applausi a questo post.

E i tempi supplementari per il nome del blog. Grande massima, in un mondo in cui tanti, ma tanti non conoscono le cose di cui vogliono parlare (ovvero: non sanno quello che dicono). E questo sport è elevato a dignità politica.

sabato 9 novembre 2013

Contro il Parlamento delle larghe intese

Riflettevo sul senso di inutilità che pervade la situazione politica italiana. Sembra che le cose si perpetuino sempre, che ogni sforzo sia vano, che siamo imprigionati in una nave che affonda. Sembra che alle parole dell'emergenza non riescano mai a seguire i fatti.
Anche la reazione è disillusa. L'italiano medio ascolta i proclami, prende atto delle misure che lo riguardano, cerca di adattarsi come meglio può, tirando la cinghia ancora un po', cercando di evadere qualche balzello in più. Nessuna speranza che la nave muti direzione. Nessun sussulto. Mi pare che ci sia la diffusa convinzione che fra cinque, dieci anni saremo qui a barcamenarci come ora.

Non voglio indagare qui a fondo il perché e il percome. Ci sarebbero mille cose da dire: l'indole nazionale, i politici inetti, il diffuso rifiuto della politica, l'immobilismo degli apparati burocratici ministeriali (che tagliano le gambe alle migliori riforme annegandole in codici, codicilli, decreti attuativi arzigogolati, eccetera).

Mi riaggancio però a qualche notizia dei giorni scorsi: il no porcellum day, le difficoltà sulla abolizione delle province, le lentezze sulla riforma del finanziamento pubblico dei partiti. Tre questioni al centro del dibattito da molto tempo, provvedimenti spesso invocati, anche popolari, soprattutto tre questioni su cui Letta ha preso degli impegni chiari nelle sue linee programmatiche (quelle su cui il Parlamento gli ha votato la fiducia, sia ad aprile che il mese scorso).

Il problema è che queste questioni ora sono in mano al Parlamento, lo stesso che ha votato la fiducia (amche) su queste questioni. E' il Parlamento a rallentare, soppesare, discutere, tergiversare. Un po' come accadeva con il governo Monti, che già aveva tentato la via del decreto sulle province. Ma in Italia il potere dell'esecutivo è relativo: anche i decreti vanno convertiti in legge dall'Aula, e ogni spinta al cambiamento può essere tarpata, cloroformizzata, resa innocua in un calendario dei lavori scelto con logiche politiche, attento ad altre priorità, meno intenso di quello del Governo (fateci caso: i ministri spesso lavorano anche di sabato, il Parlamento apre il lunedì pomeriggio, vota se non il martedì, e chiude di norma con il pranzo del venerdì).

lunedì 4 novembre 2013

Sul caso Cancellieri

E' giusto non fare il bene per il solo motivo che non si può fare lo stesso bene per tutti?

Secondo me no, e quindi il ministro Cancellieri è innocente di ciò di cui la si accusa.

Se è vero che ci sono molti detenuti nelle stesse condizioni di Giulia Ligresti, e quindi altrettanto meritevoli dello stesso trattamento, il ministro è colpevole (forse)  di non avere fatto tutto ciò che è in suo potere per aiutare costoro.

Ma in realtà cosa avrebbe dovuto fare, visto che questi casi non sono di sua competenza? Segnalare casi che nemmeno conosce? Aprire uno "sportello segnalazioni", magari visto quel che era successo con i suoi amici Ligresti?

Mi sembra che questo ministro non si possa tacciare di insensibilità alla situazione carceraria. Si è espressa in tempi non sospetti per l'indulto, ha incontrato le vittime del carcere.

In definitiva: cosa avrebbe dovuto fare il ministro? Sbattere giù il telefono? Dire ai Ligresti: "Guardate, avete ragione, Giulia sta male, la legge dice che dovrebbe stare fuori, ma di gente che sta dentro ingiustamente come lei ce n'è tanta, non posso mica intervenire solo per lei, sennò Travaglio cosa pensa?"

Concedo che probabilmente la Cancellieri è nel giusto per caso: è possibile che non conoscesse davvero le condizioni di Giulia Ligresti, è probabile che sarebbe intervenuta indipendentemente dalle sue condizioni, anche se non se lo fosse "meritato". Però non possiamo fare il processo alle intenzioni: lo stesso Caselli asserisce che il caso è stato verificato dagli uffici competenti, e meritava effettivamente la scarcerazione. Tanto mi basta, personalmente.

lunedì 28 ottobre 2013

Matrimonio gay, libertà personali, Stato etico, utilità sociale

Leggendo una delle periodiche discussioni sul matrimonio gay mi sono imbattuto in questo commento di Bruce:
[...] Davvero credete che il matrimonio gay sfascerà la società più di quanto abbia fatto il turboliberismo negli ultimi vent'anni? O il marketing sfrenato? La tv spazzatura? i mutui subprime? La grande speculazione finanziaria? [...]

Esso contiene un discorso, secondo me, scivoloso per molti versi.

Intanto, somiglia un po' al benaltrismo usato anche da chi è contrario al matrimonio gay: "è il caso di preoccuparsi tanto dell'omofobia, dei Pacs, del matrimonio gay con tutti i problemi che ha il Paese, la crisi finanziaria, la disoccupazione...". Dire che possiamo introdurre i matrimoni gay perché tanto i veri problemi sono altri, e non perché sia giusto, è un argomento tanto quanto dire che possiamo non introdurli perché tanto i veri problemi sono altri, e non perché sia sbagliato.
Vedo benissimo che Bruce scrive prima che secondo lui il matrimonio è un diritto sacrosanto, e quindi questo argomento "comparativo" non è certo l'unico che porta, mi sembra però che l'argomento portato sia in sé poco o nulla significativo e a rischio di ribaltamento.

Ma la cosa che mi interessa di più è il concetto di danno sociale procurato da alcuni comportamenti privati, più o meno favoriti dalle norme. Faccio il discorso sulla TV spazzatura perché mi sembra il più evidente.

domenica 20 ottobre 2013

Su carceri, indulto, reato di immigrazione clandestina

La scorsa settimana è tornata d'attualità (per poco...) la questione della sovrappopolazione carceraria, con il messaggio del Presidente che ha rilanciato l'attenzione sul problema. L'argomento si intreccia ai tempi riguardanti Berlusconi (con la discussione su eventuali provvedimenti di clemenza), l'immigrazione (con il reato di immigrazione clandestina), il congresso PD (con la posizione di Renzi).

Dato che il sovraffollamento delle carceri è uno dei problemi storici dell'Italia, ho sempre avuto la curiosità di controllare se abbiamo troppi carcerati o poche carceri. Sono quindi andato a scartabellare sui siti delle istituzioni europee ed ho trovato questi dati.

Si vede che l'Italia (110,7 carcerati ogni 100mila abitanti) è nella media europea, anzi un po' inferiore, come popolazione carceraria. Combinando i dati della tabella si ottiene però che il nostro Paese è 35° su 45 per posti in carcere ogni 100mila abitanti: noi ne abbiamo 75.3, la mediana europea è 116,4. Ecco da dove viene l'affollamento.

mercoledì 16 ottobre 2013

Parce sepulto

Anch'io vedo la macabra ironia della sorte di un uccisore di centinaia di innocenti che campa cent'anni di cui 40 a fare il turista in una amena località argentina.

Ma ora è morto, e negargli un funerale mi sembra un'esagerazione. Avrebbero potuto farlo nella cappella dell'ospedale, senza tanto clamore né pubblicità. Il Padre celeste "fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti", ci ricorda Gesù in Matteo 5,45.

A questo punto anche l'affannarsi dei sindaci, degli amministratori e del vicariato per negare il funerale mi sembra eccessivo (per non parlare degli scontri). Apprezzerei una parola di pacatezza e di disponibilità: è Gesù stesso a ricordarci di amare il nostro nemico.

Infine, sono in disaccordo anche con la contrarietà alla diffusione del testamento di Priebke. Sarà forse delirante, sarà forse sottilmente negazionista (che è anche peggio), ma resto dell'idea che la libertà di parola e di opinione vada difesa per tutti. (E comunque non ho capito cosa sarebbe la "diffusione apologetica").

 

sabato 12 ottobre 2013

Il solito Consiglio Comunale

Ieri ho fatto un giro al Consiglio Comunale.

Non so se ci tornerò presto. Credo non sia per nulla interessante vedere una maggioranza che continua a ogni piè sospinto a sottolineare quanti disastri gli ha lasciato Prandelli, e una minoranza a dire che non è vero, che i debiti forse non ci sono, che fanno tutti così.

Cara maggioranza, la situazione la conoscevate, l'avete ribadita più volte, ci avete fatto campagna elettorale, avete scelto di prendervi la briga di pensare ai debiti del Comune (appunto: i debiti sono del Comune, non sono "i vostri debiti" come continua a dire Bordonaro rivolto ai banchi dell'opposizione). Ora giù la testa e pedalare senza recriminare.
Siamo passati da una maggioranza muta e con un Sindaco sarcastico e insofferente (Prandelli) a una maggioranza loquace nei battibecchi e con un Sindaco sarcastico e insofferente (Sarnico). Non so cosa preferisco.

Cara minoranza, si può discutere sulle scelte politiche, ma se un organo terzo come la Corte dei Conti certifica il buco e l'irregolarità di certe operazioni, si prende e si porta a casa. Non è che perché "fan tutti così" una cosa è meno scorretta.
Anche altri atteggiamenti (la richiesta di ulteriori tagli ai compensi degli amministratori, il riferimento a "gli stupri!" e "i clandestini!" gridando "Al lupo al lupo" su questioni su cui il Comune può fare ben poco) sanno di populismo in salsa locale e sono assolutamente inutili e non costruttivi.

Queste cose le avevo già scritte altre volte. Facciamo che tornerò in Consiglio fra qualche mese per vedere se la situazione cambia. In caso contrario le prossime volte linkerò direttamente questo post, così mi eviterò di scrivere nuovamente le stesse cose.

giovedì 10 ottobre 2013

Sull'immigrazione

Ho sempre pensato che l'immigrazione sia un fenomeno difficile da trattare, su cui è difficile farsi un'idea chiara. Spesso l'opinione pubblica è ondivaga e si fa condizionare dalla "pancia": oggi, dopo la tragedia di Lampedusa, siamo nella fase umanistico-accogliente; si fa però presto a cambiare atteggiamento, alla prima notizia di "romeno stupratore" o "marocchino senza patente travolge bimba".
Anche di fronte alla tragedia, però, le reazioni vanno da un estremo (è colpa dei Governi africani!) all'altro (tutti hanno il diritto di venire in Europa).

Anche io non ho un'idea chiara. Metto in fila in maniera molto disordinata e non consequenziale un po' di considerazioni che ho in testa.

martedì 8 ottobre 2013

8 ottobre 2003 - 8 ottobre 2013

10 anni fa, l'8 ottobre, Italia 1 trasmetteva l'ultima puntata di Dark Angel, Vassilios Skouris veniva nominato nuovo presidente della Corte di giustizia europea, la Brigata Sassari sostituiva la Brigata Garibaldi in Iraq, io diventavo ingegnere.

10 anni. Sto invecchiando.

lunedì 30 settembre 2013

La fiducia e il vincolo di mandato

E così Letta andrà in cerca di voti per la fiducia al suo governo. Sono in molti ad augurarsi che ci sia un drappello di parlamentari responsabili che lascino Berlusconi al suo destino e sostengano il governo almeno fino a primavera.

"Responsabili" era anche il famoso gruppo di Scilipoti, Calearo, Razzi e compagnia cantante, che tre anni fa salvarono Berlusconi ai tempi della fronda finiana.

Nella pubblica percezione, però, i due casi sono molto diversi: il primo potrebbe essere valutato positivamente, o comunque come accettabile, mentre il secondo ha dato adito a riprovazione morale condita da grandi prese in giro.

Questa libertà del parlamentare di votare secondo coscienza (primo caso) o cambiare casacca (secondo caso) è garantita dall'Articolo 67 della Costituzione, che stabilisce l'assenza del vincolo di mandato, articolo sul quale in molti hanno espresso (o pensato) delle riserve in occasione dei suoi utilizzi più spudorati.

sabato 28 settembre 2013

Che mortorio...

La presenza nel web di Ospitaletto vive di fasi altalenanti.

Per quanto riguarda l'ambito socio-politico, ora siamo nella fase morta: nell'ultimo anno hanno chiuso il blog Ospitaletto Mio, il blog di Giulio Incontro, il sito Ospitaletto.me, il dominio www.ospitalettopdl.it e quello www.centrodestraperospitaletto.it. E' ancora attivo il dominio http://ospitalettopdl.wordpress.com, ma non è aggiornato dal 2012.

Chissà a cosa è dovuta la chiusura di entrambe le pagine ufficiali del centrodestra, se alle riorganizzazioni interne, se ad una mancanza di gestori dei siti, se a ragioni più politiche.

Più "naturale" la chiusura delle pagine collegate alle liste elettorali (www.insiemeperospitaletto.it e www.ospitalettoprimaditutto.it).

Ma anche molti dei blog superstiti (che trovate nei link di queste pagine) non brillano per attività: il blog di CivicaMente è fermo ad aprile, quello della Lega va appena un po' meglio, con l'ultimo post datato metà luglio.

La sopraggiunta assenza dalla rete del centrodestra va a pareggiare quella del centrosinistra, a cui non fa riferimento alcun sito: quello del PD di Ospitaletto è stato evidentemente creato e subito abbandonato, mentre l'About Ospitaletto di Massimo Reboldi è in letargo da anni. A sinistra l'unico frequentatore assiduo della rete è Baratto, con il suo Sinistra a Ospitaletto.

Anche il "papà" di tutti i blog ospitalettesi, Ospitaletto.org, se si mantiene gagliardo per numero di pubblicazioni, ha però visto scemare il numero di commenti, ridotti ormai ai soliti tre o quattro che battibeccano tra loro.

Chissà perché questo calo. Forse tutti si sono trasferiti sui social network, che io non frequento. Oppure è solo un momento fisiolgico. O ancora l'allontanarsi delle elezioni ha fatto scadere l'interesse.

Comunque se mi fosse sfuggito qualcosa sul nostro paese fatemelo sapere, trovo sempre interessante guardarmi in giro.

P.S. Ricercando su Google ho trovato poi link a blog non socio-politici, che quindi di solito esulano dal panorama di queste pagine: il blog dell'Ospitaletto Basket è congelato al 2011, mentre quello del Gruppo di Acquisto Solidale va a pieno regime, così come quello della Banda e l'aggregatore commerciale Ospitalettonline.
La Parrocchia, infine, è ferma a parecchio tempo fa, però c'è questa novità sul corso biblico di don Pierino, curiosamente ospitato su una piattaforma separata.

lunedì 23 settembre 2013

Il marchese di Forlimpopoli

Fin da quando è entrato in carica il governo Letta mi sono stupito della sua capacità di spesa.

Niente di epocale, per carità, ma molti piccoli interventi, molti provvedimenti di rifinanziamento (missioni estere, cassa integrazione), moltissimi rinvii (prima rata Imu, aumento Iva, ora la nuova Imu), nessuno dei quali a costo zero.

Mi ero chiesto come facessero, da dove venissero i soldi. Avevo due ipotesi: che stessero spendendo l'avanzo lasciato da Monti e dal suo rigore, approfittando anche del calo dei rendimenti dei titoli di stato, oppure che essendo un governo politico e non tecnico avessero più accesso ad alcune leve da toccare e ritoccare su cui Monti non aveva "presa".

Ora Saccomanni ci informa che questi si sono giocati tutto quel che c'era in cassa.
Massima solidarietà al ministro, che si trova ad avere a che fare con gente come Epifani e Fassina, ma soprattutto Brunetta e Alfano. Gente che ciancia di abolizioni di tasse, di aumenti congelati, di coperture immaginifiche (consistenti praticamente tutte in spostamenti di soldi da un capitolo all'altro, con le perle degli anticipi a questi mesi di introiti incerti come quelli di dismissioni immobiliari o azionarie).

Nessuno che dica una parola di verità, che il rigore è ancora necessario, non era una fisima di Monti, perché decenni di spesa a debito non si cancellano con un anno di lacrime e sangue.

Letta ormai mi ricorda il Marchese di Forlimpopoli, il nobile ormai spiantato de La Locandiera che pretendeva di andare in giro a millantare credito in forza del suo nome, del suo titolo ("noi abbiamo la credibilità!"). Intanto il deficit è cresciuto oltre il 3%, e Letta ci spiega che non è che si sono mangiati tutto e hanno speso di più, noooo, è colpa dell'instabilità. E l'Europa se ne farà molto della credibilità di chi non mantiene i patti.

Però in fondo tutto questo ce lo meritiamo, con il 55% degli elettori che hanno votato per il populismo di Berlusconi e Grillo a febbraio.

Eurobasket 2013: comunque bene l'Italia

A quattro punti dal quarto posto. Vincendo il quarto di finale con la Lituania, perso con una partita sottotono soprattutto di Aradori, ci sarebbe stata la semifinale con la Croazia, che ci aveva già battuti. L'Italia ha dimostrato nelle successive partite di classificazione di essere arrivata in debito d'ossigeno, quindi avrebbe avuto comunque poche speranze di medaglia.

Nel quarto di finale mi ha impressionato Belinelli, che ha visto nel primo quarto che da 3 non era aria e si è dedicato ad altro (portar palla e segnare in penetrazione, tra l'altro con falcate degne di un triplista). Due anni fa avrebbe continuato a spadellare dall'arco.

Quanto ai Mondiali sfuggiti, poco male, anzi spero che non ci sia la wild card. Un po' perché non apprezzo il concetto di wild card, un po' perché preferirei lasciare un'estate di riposo ai nostri NBA per averli freschi nel 2015 (non qualificarsi all'Europeo è veramente difficile, con 24 partecipanti) quando ci si qualificherà per le Olimpiadi di Rio, molto più importanti dei Mondiali.
Giocare anche l'estate prossima vorrebbe dire chiedere ai nostri "americani" tre stagioni di fila di disponibilità (quattro per Belinelli e Datome), cosa che i club NBA faticano a concedere.

 

venerdì 20 settembre 2013

giovedì 19 settembre 2013

Poco da aggiungere.

Non lo so se quanto segue sia populismo. Non mi sembra, ma correrò il rischio.

Quanto scrive Gramellini sull'intromissione dei partiti nelle nomine nelle società pubbliche è una potente verità: che ci faceva una laureata in filosofia alla guida di una grande società d'ingegneria?

Quel che non so è se sia possibile sottrarre davvero queste nomine ai partiti. Non riesco a inventare un modo. Il controllo di una società pubblica non può che fare capo - per definizione - all'autorità pubblica, quindi all'autorità politica.
Tutte le soluzioni che mi vengono in mente avrebbero come presupposto il fatto di essere aggirabili in qualche modo dai partiti, ovvero - detto in altro modo - sarebbero fondate sulla buona fede dei partiti stessi nel non aggirarle.

Non so se in Italia potrei dare per affidabile questa buona fede: temo di no. Non perché ontologicamente "siamo italiani", ma per un semplice discorso statistico sull'occorrenza di casi di nomine pilotate: una presa d'atto di un dato di fatto.

A questo punto mi risulta difficile non pensare che la soluzione più sicura sarebbe privatizzare. Conosco tutte le obiezioni al riguardo, sul costo sociale e sul fatto che le privatizzazioni "all'italiana" non mettono al riparo dal familismo e dalla politica.
Però credo che comunque le intromissioni dei partiti sarebbero meno dirette, meno automatiche, meno facili. Almeno facciamoli penare un po'...

domenica 15 settembre 2013

Eurobasket 2013 - Il punto


  • L'Italia è nelle prime 8. Mai l'avrei detto prima dell'inizio.

  • Domani conviene perdere con la Spagna: se si arriva quarti si gioca con la Serbia il 18 e l'eventuale semifinale il 20, con un giorno di riposo. Se si arriva terzi si prende la Lituania il 19, sempre con semifinale il 20 (cioè senza riposo in mezzo). In ogni caso, sia per avversario che per calendario, preferisco la prima opzione.

  • Spero che la Grecia batta la Croazia: in quel caso la Spagna avrebbe bisogno di una vittoria con l'Italia. Se la Grecia perdesse, e quindi la Spagna fosse già qualificata al momento di incontrarci, potrebbe fare gli stessi conti che ho fatto io sopra, e ne potrebbe uscire una partitaccia a ciapanò.

  • La formula è troppo lunga...

martedì 10 settembre 2013

Sanatorie di mezza estate

Lo so che sono clamorosamente in ritardo, ma a suo tempo - una volta rientrato da Roma - avevo notato questa notizia sui precari della pubblica amministrazione.

Al netto di tante belle parole, mi pare ci sia un po' il puzzo di una nuova infornata di statali: ai precari viene garantito un percorso preferenziale per l'assunzione, e non si parla di coprire il turn over pensionistico, ma proprio di concorsi ad hoc.

A me sembra che se uno firma un contratto a tempo determinato dovrebbe sapere che il contratto è per sua natura a termine. Non mi pare che in altri settori (leggi: nel privato) un contratto a termine offra qualche diritto ad assunzioni una volta terminato il rapporto lavorativo.

Oggi mi capita sott'occhio questa lettera, che condivido in pieno.

Mi fa piacere che in Parlamento ci sia gente per cui una sanatoria è una cosa perniciosa ed inaccettabile, per quanto foriera dei voti di una categoria protetta.
D'altra parte, il fatto che nessuno abbia alzato un dito a questo riguardo e che (per quel che ne so) solo Scelta Civica abbia fatto notare l'incongruenza con i proclami di comportamenti virtuosi e di svolte morali mi deprime abbastanza.

La proposta viene dal ministro D'Alia, esponente dell'Udc, partito a forte trazione pubblicoimpiegatizia: era proprio il caso di affidargli il ministero della Pubblica Amministrazione? E, caro Monti, era proprio il caso di allearsi con Casini?

domenica 8 settembre 2013

Eurobasket 2013: che Italia!

Che partita con la Grecia! Non mi emozionavo così da Italia-Lituania del 2004.

Non si è vinto nulla, ma l'abbrivio ormai assomiglia a quello di Eurobasket 1997, con il filotto di vittorie iniziali a fomentare l'entusiasmo. La vittoria con la Grecia è quello che nel 1997 fu la vittoria con la Jugoslavia, che poi ritrovammo in finale: battere una squadra più forte crea autostima. Ora nel secondo girone incontreremo la Spagna, che però ha già perso una volta e difficilmente lo rifarà...

Comunque la gara decisiva saranno i quarti, non tanto il secondo girone a cui si arriva con tanti punti e che elimina solo due squadre. L'avversaria dovrebbe essere una tra Serbia, Lituania, Francia o Ucraina. Diciamo che voterei per Serbia o Ucraina.

Che giocatore è Alessandro Gentile! Il suo mi ricorda l'Europeo 1999 di Andrea Meneghin, cioè uno spartiacque: "dopo" non si parlerà più di Alessandro come del figlio di Nando, come dopo quell'Europeo non si parlò più di Andrea come figlio di Dino.

mercoledì 4 settembre 2013

Eurobasket 2013: Italia-Russia

Ma che bella partita!

Che Belinelli, mai così positivo dal 2006 in Nazionale. Che Cusin! 9 rimbalzi, palle stoppate, sporcate, deviate, recuperate, solo un fallo fino al convulso finale. Il marcantonio grande e grosso là sotto serve proprio: ieri sembrava Shaq. Che Datome! Senza aggettivi. La tripla dal palleggio nel momento di difficoltà del quarto periodo lo certifica leader.

Aradori mi è piaciuto meno, ma anch'egli positivo. Gentile no comment, ma ha sempre fatto 8 punti. Diener mi è parso impalpabile.

Problemi in prospettiva: giochiamo in cinque contati, la panchina è veramente povera. Facciamo fatica a far fare fallo agli avversari. Non sempre il tiro entrerà come ieri (anche se alla fine le percentuali non erano irripetibili). Dobbiamo migliorare contro la press.

Ciò non toglie che in un Europeo dove l'equilibrio regna sempre più sovrano ce la possiamo giocare con tutti, escluse forse Spagna e Grecia. Già oggi sotto con la Turchia, esame più probante della Russia di ieri, inguardabile per 35'.

lunedì 2 settembre 2013

Siria e dintorni

Sulla situazione in Siria faccio fatica a prendere una posizione.

Da una parte, quando due si picchiano, dopo un po' che gli dici di smetterla, è normale e anche opportuno che qualcuno si metta in mezzo e li separi fisicamente.

Dall'altra parte, questa non è una rissa: è una guerra civile. Non è nemmeno paragonabile al Kosovo, in cui c'era una parte aggredita e uno Stato aggressore. Qui è più come in Somalia, nel 1993 (e purtroppo anche oggi), con fazioni, bande, civili, terroristi che si mischiano in un caos completo. E sappiamo come andò a finire l'operazione Restore Hope in Somalia: male.

E' anche vero che proprio la Somalia ci mostra che fine potrebbe fare la Siria se li si lascia fare, come stiamo facendo da vent'anni esatti nel Corno d'Africa.

Per non parlare degli incomprensibili tentennamenti americani, con un Kerry che fa la faccia dura, un congresso che frena e un Nobel per la pace in mezzo.

venerdì 30 agosto 2013

Mezza profezia si è avverata

23 dicembre, Mario Monti:
Promettere di togliere l'Imu è bellissimo... chi verrà a governare un anno dopo, non dico cinque anni dopo ma un anno dopo, dovrà rimettere l'Imu doppia.

Per ora la nuova tassa per il 2014 c'è, l'anno prossimo vedremo l'importo. Visto che le coperture individuate, già fumosissime, valgono solo per il 2013, dobbiamo supporre che i famosi 4,1 miliardi di Imu recuperati quest'anno dovranno in qualche modo essere iscritti a bilancio nel 2014.

Per ora, viste le aliquote applicate a Ospitaletto, sono ben felice di non pagare l'Imu. Per l'anno prossimo non scommetterei un soldo bucato su quello che ha detto Letta, cioè che l'importo della  nuova tassa di servizio sarà inferiore alla somma di Imu e Tares.

Mi fa piacere però che gli annunci vengano da più parti presi con le molle: forse cominciamo a diffidare della demagogia spiccia.

martedì 27 agosto 2013

Perché?

Leggo questo post di Giuseppe Civati. Le proposte sono in gran parte condivisibili: certo andrebbero riempite di numeri, perché siamo sempre alle buone intenzioni, ma restano condivisibili.
Bisognerebbe specificare meglio cosa si intende per contratto unico al punto 4: à la Ichino, quindi con la possibilità di licenziare, o un contratto a tempo indeterminato? In questo secondo caso, accoppiando anche il reddito di cittadinanza, siamo nel libro dei sogni.

Osservo però che i punti 1, 3 e 5 sono di ispirazione liberale, il 2 è "universale", né di destra né di sinistra (tant'è vero che né la destra né la sinistra hanno mai voluto riformare il Porcellum), mentre il 4 come detto necessita di approfondimento.

Ora io mi dico: è possibile che per leggere qualche proposta vagamente liberale in questo Paese debba aspettare il candidato di "sinistra" alla segreteria del PD?

E questo mi porta ad alcune altre considerazioni sparse.
Intanto, il significato di destra e sinistra è ormai magmatico e praticamente perso. Aveva ragione Monti a dire che oggi la differenza è tra conservatori e riformisti (non per nulla tante di queste proposte sono comuni alla sua agenda).
La cosa più di sinistra del post è la spocchia con cui Civati identifica le alternative in campo come i "cattivi" (Berlusconi & c.) e i "buoni" (Civati stesso, par di capire: "quelli che hanno un’idea diversa dalla destra. E, se posso, anche diversa dalla sinistra che oggi conosciamo"). Questo riecheggia di quella presunzione e quel senso di superiorità morale che spesso aleggia a sinistra.

Infine, faccio fatica a vedere sostanziali differenze con quanto propone Renzi (che invece, pur così simile, è etichettato di destra...). Probabilmente la differenza è sul punto 4, quello dei contratti, ma allora va esplicitata.

mercoledì 21 agosto 2013

Il leone d'inverno

L'altra sera, su proposta di mia moglie (e nel mio scetticismo), abbiamo guardato in DVD Il leone d'inverno, pluripremiato film del 1968.

Il film è bello, incredibilmente moderno. Si vede che ha preso ispirazione da una pièce teatrale. La cosa che mi ha stupito è la spregiudicatezza dei protagonisti: mi aspettavo una rappresentazione più algida, invece già nel '68 sembra di vedere le Cronache del ghiaccio e del fuoco.

Per chi conosce questa saga, il re Enrico e la regina Eleonora ricordano Robert Baratheon e Cersei Lannister, mentre il personaggio di Alice ricorda Sansa Stark.

domenica 18 agosto 2013

Di ritorno

Di ritorno da 140km di pellegrinaggio a piedi sulla tomba di Pietro per papa Paolo VI nel 50° di elezione e nel 35° della morte, in attesa che mia moglie finisca il resoconto da pubblicare (che si fa attendere), vediamo il lato fisico della cosa: ora sono allenatissimo. Ieri Pezzoro (911m) - Ratù - Redentore (1948m) in 1h52'.

A parte la vanità personale e la soddisfazione per essere riusciti nella prova, bravi tutti e 60 i nostri compagni di viaggio. E' confortante vedere quante belle persone ci sono. Grazie a chi ha organizzato ed aiutato in ogni modo.

lunedì 29 luglio 2013

Un saluto a don Francesco

"Bene ragazzi, chi è che ha l'allenamento di pallacanestro?... alzate la mano...
Ecco, voi pensate ai vostri peccati... fatto? Ora dite una preghiera... nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, amen. Andate!"

L'unica confessione comunitaria che ho mai visto la fece in questo modo don Francesco a noi ragazzi del catechismo e cestisti in erba, una volta che le confessioni si prolungavano un po' troppo.

Un prete sui generis, con la passione per i giovani e lo sport come momento aggregativo. Ricordo che alle medie, con il campionato la domenica mattina, ci si ritrovava tutti per la Messa al ricovero a 9.30 e poi si andava in palestra a giocare.

Mi portò in America (come tanti prima di me e altrettanti dopo di me) all'età di 17 anni, un'avventura enorme a quell'età.

Amico di famiglia, fummo testimoni del suo attivismo e anche della sua fatica di invecchiare. Un saluto affettuoso al buon don Francesco.

mercoledì 24 luglio 2013

La differenza cristiana

Ho proseguito la mia lettura delle opere di Enzo Bianchi con La differenza cristiana (Einaudi, Torino 2006). Il libro è precedente a Per un'etica condivisa, ma i temi si richiamano e si sovrappongono (persino troppo: alcuni paragrafi sembrano praticamente uguali). Alcune situazioni però sono spiegate e definite più chiaramente che nell'altro libro (repetita iuvant!).
Anche per questo testo riporto alcune riflessioni che mi hanno colpito particolarmente.

Ho trovato fulminante il passaggio a pagina 29 sulla differenza tra Stato laico e società civile:
Sì, lo Stato deve essere laico e deve sapere che la società civile, invece, laica non è

La società, però, pur non essendo laica, si va riempiendo di agnostici, di "indifferenti", nella definizione di Bianchi. Interessante il passaggio in cui l'autore ipotizza che molte persone diventino indifferenti a fronte del "rumore di fondo" delle varie religioni e proposte religiose o spirituali che si sovrappongono nella moderna socieà multiculturale (pag. 33): non avevo mai pensato a questa spiegazione.

lunedì 22 luglio 2013

Sul caso Alfano e sul governo

Sul Post sono apparsi nei giorni scorsi due articoli magistrali sulla questione Alfano e, più in generale, sul governo. Riguardo al caso kazako, veramente niente da aggiungere.

Aggiungo invece sulla Bonino che un titolo come questo non le fa onore, così come l'atteggiamento tenuto per tutta la vicenda. Mi sarei aspettato ben altro da una persona con il suo curriculum, mentre questo barcamensarsi tra detti e non detti, in ossequio alla realpolitik della grande intesa, è avvilente.

Sul governo, vedo che va di corsa verso i cento giorni dall'insediamento (dal 28 aprile sono 86). I primi cento giorni, oltre a essere un termine mediaticamente spendibile, rappresentano anche il termine entro cui un governo d'emergenza deve riuscire a fare qualcosa d'incisivo: poi si perde l'abbrivio e ci  si impantana nei veti incrociati (il governo Monti è un esempio: dopo le prime misure draconiane, nel 2013 si è barcamenato con poco costrutto).

Cosa ha fatto il governo in questi 100 giorni? Mi baso sulla cronologia di Wikipedia, che mi pare abbastanza esaustiva.
In mezzo alle varie polemiche su Biancofiore, Idem, Alfano, Kyenge, la ciccia è composta da:

  • alcuni risultati in Europa sull'allentamento dei vincoli di bilancio e sulle politiche sulla disoccupazione, ancora da interpretare e riferiti agli anni a venire;

  • rifinanziamento della Cassa Integrazione;

  • rinvio di IMU e IVA;

  • una specie di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che decorrerà fra 3 anni e vedremo che fine farà;

  • lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, in maniera graduale ma con qualcosa già sul piatto;

  • l'insieme di molti piccoli provvedimenti che compongono il cosiddetto decreto del "fare".


Insomma, la ciccia c'è ma non mi sembra molta: un sacco di dilazioni e qualche aumento di spesa o sblocco di fondi congelati dall'austerità di Monti.

Il mio scetticismo iniziale sul governo esce rafforzato da questi primi 100 giorni. Non capisco perché non andiamo (siamo andati, ormai) a votare. La legge elettorale è sempre la stessa, è vero, ma se aspettiamo che la cambino... per cambiarla si dovrà avere una maggioranza in Parlamento che abbia interesse a scrivere una certa legge invece che un'altra. Quindi non sarà questa maggioranza. E allora tanto vale riprovare a votare.

martedì 16 luglio 2013

Per un'etica condivisa

Lungo un cammino di formazione che sto seguendo in diocesi ci è stato proposta la lettura di tre libri di Enzo Bianchi: La differenza cristiana, Per un'etica condivisa e Fede e fiducia.

Ho terminato di leggere Per un'etica condivisa e provo a buttare giù qualche impressione. Condivido molte cose dell'impostazione generale che dà Enzo Bianchi: anch'io come cristiano non mi faccio un grosso cruccio della diminuzione numerica dei cristiani nelle società occidentali, fino a diventare minoranza; ho sempre trovato molto calzante la visione dei cristiani come lievito della società (che ritrovo anche nelle prime pagine de La differenza cristiana che sto leggendo), e addirittura potremmo osservare che se ci fosse tutto lievito senza impasto il lievito sarebbe addirittura inutile.
Altrettanto condivisibile il richiamo alla testimonianza nella vita ordinaria, più che alla predicazione dogmatica o - come si dice oggi - dei princìpi. Anche il modo propositivo e non impositivo di approcciarsi all'altro mi sembra una necessità a cui porre attenzione.

Mi ha fatto molto riflettere la parte sui frutti, da cui si riconoscono i cristiani: è un buon criterio di valutazione, applicabile nel concreto ma nel contempo esigente.

Mi restano però alcuni punti di perplessità che non si armonizzano con il quadro che emerge dal libro.
Il primo punto è il rapporto tra proposta e Verità.

mercoledì 10 luglio 2013

La durata della Santa Messa e le ricchezze della Chiesa (locale)

Domenica mi è capitato di partecipare alla celebrazione di una S. Messa nella nostra Chiesa parrocchiale, al termine della quale don Renato, come sua abitudine, ha tenuto un breve intervento prima della benedizione.

Più volte il Parroco ha detto a chi gli rimprovera questa abitudine che dovrebbe essere bello passare qualche minuto in più nella casa del Padre, e che a un cristiano non possono pesare quei due-tre minuti. Anzi, sarebbe giusto passare almeno un'ora in Chiesa nel giorno del Signore.

martedì 2 luglio 2013

Sul Consiglio Comunale

Premetto che non sono andato al Consiglio: sì, ho bruciato un'altra volta :-).

Affidandomi ai resoconti di stampa e alle parole di chi c'era, però, voglio dire che se fossi un elettore del centrodestra non sarei contento della scelta fatta all'ultimo Consiglio.
Anzi, diciamo pure che come cittadino vorrei un'opposizione che si comporta diversamente, che mette in difficoltà la maggioranza (e infatti sulla questione del famoso senso unico di villaggio S. Caterina feci i complimenti), che lotta, che esercita la sua facoltà di controllo, che denuncia anche duramente.
Ma che c'è, che non "scappa" (lo so che l'idea non era questa, ma all'atto pratico l'effetto è lo stesso), che discute, che ci sta a confrontarsi. E anche che accetta il gioco per cui ora è lei la parte debole, la minoranza, e che il pallino l'hanno in mano gli altri.

Non vedo come si possa esercitare il controllo senza essere in assemblea, e i voti si prendono per starci, in Consiglio, anche quando sembra inutile. E' una responsabilità di ogni consigliere. L'Aventino (che non ha mai portato frutti, tra l'altro) lasciamolo a momenti più importanti.

Anche perché è vero che di solito le mozioni si discutono all'inizio, ma anche senza parlare di IMU il primo punto all'ordine del giorno era il PGT, argomento che dovrebbe interessare la cittadinanza come e più dell'IMU.

In aggiunta: mi pare che buttare un'ora di tempo per discutere dell'ordine degli argomenti, e litigare su questo, sia un fiume di parole sprecate. A parere mio fa parte di quelle cose che allontanano il pubblico dalla politica: la sensazione è sempre l'inconcludenza, dopo un po' di batti e ribatti il pensiero è "Ma 'gni a segn!".

giovedì 20 giugno 2013

Il meglio deve ancora venire

E così sono finiti i campionati.

Il campionato di calcio ha visto la Juve vincente per mancanza di avversari. Complimenti a Conte per aver tenuto alta la soglia d'attenzione per tanto tempo. Dubbi, come al solito, sul mercato: lo scudetto si sarebbe vinto anche con la squadra dell'anno prima: Asamoah ha giocato bene (non benissimo) qualche partita ed è poi calato, Giovinco non è un giocatore che sposta a questi livelli. E' mancato molto Pepe (!).

Il campionato di basket ha visto Siena vincente, unica nota stonata nei playoff forse più belli della storia (certo, la finale bolognese con il tiro da 4 di Danilovic...). L'habitus vincente non si impara, comunque restano negli annali l'impresa di Varese in gara 6 di semifinale e i torti subiti da Roma in finale. Stendiamo un velo pietoso su Milano, comunque con Gentile e Melli si semina per il futuro.

Il Giro d'Italia è finito a Brescia. Grande giornata di festa, resta il dubbio sulla spesa. Nibali è un vincitore che ha appassionato, pesa però - come per la Juve - l'assenza di rivali (Wiggins e Hesjedal ritirati, Evans arrivato senza preparazione). Certo il fatto che vada così veloce a cronometro lascia il retrogusto di un qualche sospetto, ma almeno non si tratta di un corridore che si mette ad andare forte tutto ad un tratto: ha avuto negli anni una crescita graduale. Fa tristezza vedere l'ambiente ciclismo sempre legato a risultati con una specie di asterisco "salvo doping".

Ma il campionato più importante deve ancora finire: la Legadue di basket, con la grande Leonessa che ha fatto due gare epiche nel forno del S. Filippo e va a giocare la decisiva gara 5 a Pistoia. Se la giocano, al 50%. In serie A sarebbe durissima, quindi comunque vada complimenti per la stagione e soprattutto i playoff!

martedì 11 giugno 2013

Le campagne elettorali del centrodestra

Torno a scrivere dopo una settimana in cui il sito è stato in blocco... questo post l'ho impostato venerdì, ma non riuscivo a pubblicarlo. Pur a elezioni passate, è ancora valido.

Leggo notizie di manifesti come questo e questo di Alemanno (a cui si aggiunge un'ironica risposta) e questo per Paroli, e ricordo la campagna su Milano "Zingaropoli" contro Pisapia, per non parlare del famoso volantino di Ospitaletto sulla "moschea" con Sarnico sindaco.

Perché ho la sensazione che sia sempre il centrodestra ad evocare paure su sciagure varie che succederebbero in futuro se vincessero i "comunisti"?
Di solito la polemica politica si fa sul passato, sull'"avete detto" o "avete fatto", non evocando scenari apocalittici puramente ipotetici.
Per di più questi scenari vanno a titillare la pancia e le fobie della gente, confinando pericolosamente con i pregiudizi più beceri.

Mi stupisco anche che si insista sulla stessa linea quando mi pare evidente che non è che abbia portato tanto bene.

Capisco forse un'elezione in cui le si provano tutte perché si è così indietro che non si ha nulla da perdere (vedi Alemanno), ma in casi in cui si è praticamente appaiati (come tra Paroli e DelBono) quanti voti fa guadagnare, e quanti ne fa perdere una campagna così negativa?
Le stesse campagne di Berlusconi per le elezioni nazionali - così efficaci - si basano su promesse, non su minacce (almeno nei manifesti, poi nei comizi si dicono tante cose...).

Al di là di ciò, comunque, mi trovo abbastanza d'accordo con Cremaschi: non vedo tutta questa differenza tra i due contendenti bresciani. Nei cinque anni trascorsi non ho notato una cesura netta tra le gestioni di Corsini e di Paroli, che quindi secondo me non è riuscito a dare un'"impronta" alla città.

martedì 4 giugno 2013

Il ritiro di Grant Hill

Domenica passando davanti all'Oratorio ho visto un ragazzino che giocava a calcio (sic) indossando una canotta dei Pistons con il numero 33 e il nome Hill. E' stato un tuffo nel passato: anno 1994, ho 16 anni, comincio ad appassionarmi alla NBA. Leggo sempre American SuperBasket e divento un fan dei Pistons, probabilmente uno dei pochi acquisiti dalla franchigia dopo l'epoca dei Bad Boys.

Lo divento grazie a Grant Hill: un giocatore poliedrico, che sa fare bene tutto, gioca in quattro ruoli, re della tripla doppia. Un signore dentro e fuori dal campo, sempre correttissimo, lodato anche dagli avversari.
La stagione 1994-95 fu memorabile: NBA Action su TMC, i notiziari di Telepiù 2 al ritorno dal liceo, il rientro di MJ ad aprile, dei bellissimi playoff pieni di storie da raccontare con gli incredibili Rockets del figliol prodigo Drexler, il "bacio della morte" di Mario Elie, Orlando-Indiana 4-3, Shaq & Penny, Nick "the brick" Anderson. Quell'anno vissi quasi come un affronto personale il fatto che il riconoscimento di Rookie of the Year fosse stato assegnato ex-aequo a Hill e a Jason Kidd (che obiettivamente prometteva bene ma in stagione era stato peggiore).

La carriera di Hill è poi proseguita lungo i binari di un talento abbacinante (sette volte All-Star) offuscato da un elenco incredibile di infortuni e malanni vari. La sua sfortuna e la generale considerazione di cui gode ha messo in secondo piano il fatto che non fosse al 100% un trascinatore, forse anche perché è troppo "gentile", non abbastanza grintoso per trascinare i compagni.

Ieri ho letto la notizia del suo ritiro. Un grandissimo di questo sport, uno con una tecnica di una volta e una correttezza come pochi (ora con queste caratteristiche ci resta Tim Duncan). Comunque la migliore ala piccola dagli anni '90 in poi, insieme a Pippen. Un applauso.

lunedì 3 giugno 2013

La notte di luci

Vogliamo fare i complimenti all'Amministrazione, all'assessore Bignotti, al Piccolo Laboratorio, ai nostri commercianti per lo sforzo, l'impegno e il risultato ottenuto sabato sera?

Quando scrivevo che sarebbe stato utile cambiare amministrazione anche perché persone nuove possono portare idee nuove intendevo anche questo.

Una riuscita secondo me migliore della festa del patrono: c'è stata un sacco di gente per le vie, come a S. Giacomo, ma con una coinvolgendo le attività locali e non solo le bancarelle di ogni dove. Inoltre il periodo si presta di più che non il 25 luglio, quando tanti sono in ferie. E la spesa è stata certamente inferiore rispetto a S. Giacomo, su cui pesa il concerto serale. Lodevole anche lo sforzo per la "tematizzazione" della serata, che per il patrono non serve.

martedì 28 maggio 2013

Sul latino a scuola



Mi è capitato sott'occhio questo articolo, che parla di un tema periodicamente molto dibattuto: l'insegnamento del latino a scuola, e la sua utilità.
Io sono da sempre un sostenitore dell'utilità del latino, per tutta una serie di motivi tra cui quelli affettivi (ai bei tempi del liceo l'ho studiato per cinque anni). Più in generale, mi sembra che la discussione sia spesso esposta ad alcune fallacie logiche.

Intanto mi pare che la discussione sia in sé oziosa, visto che nessuno obbliga a fare una scuola che comprende latino.
Non capisco perché prendersela con il fatto che questo venga insegnato, come fa quel tale Giuseppe Chiassarini su Repubblica, quando c'è in sole due scuole. Se si vogliono più ore di cultura tecnica (per sé o per i propri figli, a seconda di chi decide la scuola) si sceglie un istituto tecnico, no? Scegliere un liceo e poi lamentarsi di latino non l'ho mai capito. Volerlo abolire tout court è un'inutile limitazione della libertà di sceglierlo per chi invece lo ritenga importante.

Anche la contrapposizione tra latino e matematica (o informatica, o le materie tecniche, insomma) mi sembra fallace. Da ingegnere uscito da un liceo scientifico, a me è parso che il latino e la matematica siano parenti più stretti di quel che sembra.
Tradurre dall'italiano al latino esercita alla precisione nell'applicazione di regole ferree, tradurre dal latino all'italiano
esercita l'intuizione e l'elasticita all'interno delle stesse regole. Due pilastri della matematica, mi sembra.

Pure l'idea di mettere in contrapposizione lo studio del latino con lo studio di altre lingue vive è un paragone improprio. Chiunque l'abbia fatto sa che studiare latino è diverso da studiare una lingua viva: per quest'ultima ci si può limitare a "farsi capire", anche senza una precisione grammaticale spinta, specialmente se l'obiettivo è poi usarla, la lingua.
Il latino non ha questa caratteristica: in un certo senso è costituito dalla grammatica stessa, poiché non è usato correntemente (casi particolarissimi a parte, come quello delle dimissioni del Papa). Le abilità sviluppate sono diverse.

Infine: secondo me studiare latino ha senso anche perché è oggettivamente una materia difficile, che proprio perché non applicata richiede astrazione (e Dio solo sa quanto ci sarebbe bisogno di impararla). Non credo che sia un male che in alcuni curricula scolastici rimangano alcune materie difficili: livellare tutte le scuole sfrondando gli ostacoli farebbe un torto a chi vorrebbe cimentarsi con qualche sfida di più alto coefficiente di difficoltà, mentre garantire anche questa possibilità di scelta non vedo che cosa porti di male.

giovedì 23 maggio 2013

Impressioni furlan-giuliane

Di ritorno da una settimana di ferie in Friuli, qualche impressione su Trieste.

(Avviso ai naviganti: è sostanzialmente qualche appunto personale, di nessun interesse per chi legge, a meno che non abbiate intenzione di preparare un viaggio simile.)

venerdì 10 maggio 2013

Ammuina

Ora Berlusconi dice che la Convenzione non serve, il Parlamento può agire più rapidamente (!!!).
Quanti lustri sono che aspettiamo che il Parlamento faccia delle riforme costituzionali?
Quante legislature sono che sentiamo dire che "questa sarà una legislatura costituente"?

Intanto i vari componenti dell'esecutivo vanno tutti per la loro strada dimenticando che sono in un Governo di larghe intese e non un in un monocolore del proprio partito. Kyenge parte lancia in resta sullo ius soli. Quagliariello monta e smonta Convenzioni a seconda dell'opinione del suo capo di partito. Biancofiore fa l'epurata e finisce al Ministero della P.A. con D'Alia (!) e Micciché (!!): che trio... Franceschini, Delrio e Alfano vanno in ordine sparso sull'Imu. Tutti che dicono quel che vogliono, immagino proprio senza che Letta (povero!) sappia nulla al riguardo.

Il PD si barcamena con i suoi problemi interni e deve tirare fino al congresso, che non si sa quando sarà (e secondo me non si saprà nemmeno dopo l'assemblea di domani). Immagino si vada verso l'autunno, intanto si cerca di menare il can per l'aia tirandosi nel frattempo bastonate l'un l'altro.

Grillo è alle prese con la scoperta della vita reale da parte dei suoi "cittadini", che finita la novità dell'italiano in gita a Roma sbattono il naso (tolte lodevoli eccezioni) contro una "kasta" che è un po' diversa da come la dipingevano. Ora scoprono che ci sono le eccezioni, i casi particolari, i distinguo, che fare di tutta l'erba un fascio è sbagliato.

Io ho la sensazione che si stia facendo ammuina: si tira in lungo aspettando le elezioni perchè ormai deve passare l'estate. Resto dell'idea che si voterà in autunno: che colpo per Silvio far cadere le elezioni in contemporanea al congresso PD: un caos! E' anche vero che in Italia (chissà perché) si è abituati a votare in primavera, quindi la crisi potrebbe anche arrivare a gennaio.

Comunque mi aspetto un nulla di fatto, da parte del governo. Perderemo altro tempo.

domenica 5 maggio 2013

Silvio for president

Detto che continuo ad essere scettico sulle prospettive del governo, trovo (come al solito) indegno l'atteggiamento di Berlusconi che ancora ad urne (della fiducia) aperte ha cominciato a mettere condizioni a destra e a manca.
Immagino che l'intento sia dimostrare a Letta che Silvio lo tiene in pugno e che - stante la grande difficoltà del PD - detiene la golden share della maggioranza. Se lo sta cucinando a fuoco lento, insomma.

Di fronte a questa situazione e con i precedenti che tutti conosciamo, ovviamente, monta il risentimento a sinistra per la richiesta da parte di Berlusconi della presidenza della futura, ipotetica convenzione per le riforme. Capisco, e anch'io vedo l'impresentabilità del Cavaliere come "padre" della Terza Repubblica.

Però, data la situazione, io credo che la presidenza gli andrebbe concessa. E' l'unico modo per vincolare Silvio alle sorti del governo: simul stabunt, simul cadent. Finito il governo, finisce anche la figura di "padre nobile" di Berlusconi e il suo alibi contro i giudici.

Tanto il PD agli occhi della sua base è già screditato, l'inciucio l'ha già fatto, Grillo ha già di che sbraitare e la presidenza Berlusconi farà solo aumentare un po' il volume. E' però necessario inchiodare a qualche evidente responsabilità anche il Pdl, che già con Monti ha dimostrato di intortare l'opinione pubblica scaricando la responsabilità dei provvedimenti che vota (surreale, a pensarci, la posizione sull'Imu).

lunedì 29 aprile 2013

When in Rome

...do as the Romans do, dicono gli anglofoni.

Sono di ritorno da un ponte a Roma, prestando servizio presso S. Pietro per l'incontro mondiale dei cresimandi con Papa Francesco. Era la prima volta che prestavo servizio presso la basilica. L'impressione è stata che sia un mondo certamente esperto nella gestione dei grandi eventi, ma allo stesso tempo molto "italiano", seppur extraterritoriale, per molti versi.

lunedì 22 aprile 2013

Pillole (amare) di politica

Sono stato via nel fine settimana, quindi ho seguito poco di quel che è successo a Roma per il Quirinale. Stasera mi sono fatto un'idea leggendo qua e là. Qualche impressione.

  • Povero Napolitano. Credo che davvero fosse l’ultimo che si augurava una situazione simile, un’abdicazione della politica. A 88 anni a dover mettere toppe all’inadeguatezza dei partiti (PD con il concorso del M5S, in particolare). Il suo discorso è stato duro quanto basta, ora vedremo se qualcuno si è reso conto dell'eccezionalità della situazione.

  • Non mi capacito di chi possano essere i centouno democratici che hanno silurato Prodi. Centouno sono tantissimi.
    E’ strano che sia stato Renzi, che di solito ci ha abituato a dire le cose in faccia, come con Marini, inoltre se è vero che vuole andare a elezioni Prodi sarebbe stata una scelta favorevole.
    Però faccio veramente fatica a credere che siano stati i giovani spaventati da Twitter, come si vuol far credere: non posso credere che abbiamo dei parlamentari così poco autorevoli. E quindi non capisco da dove vengano centouno franchi tiratori.
    E’ pur vero che Prodi è già stato fatto cadere due volte dall’interno, non è così benvoluto.

  • Come Grillo ha detto che chi l’ha votato aspettandosi un accordo M5S-PD ha sbagliato voto, così credo che una gran parte della mitica “base” abbia sbagliato voto votando il PD di Bersani e volendo escludere in ogni caso le larghe intese: Bersani è quello che “se avremo il 51% ci comporteremo come se avessimo il 49%”. E allora è inutile protestare ora.

  • L’avevo già scritto: il PD vive (e muore) nell’ambigua identità di partito di sinistra o di centrosinistra. Ora dovrà scegliere: o vira a sinistra, incorporando Vendola e perdendo i renziani, ma sarebbe una sconfitta per tutti, o cerca con decisione di diventare un partito maggioritario, affidandosi a Renzi e cambiando completamente registro. Delle due l’una, però: è ora di fare chiarezza.

  • A proposito di Renzi: l'ho visto prima dalla Gruber. E' veramente bravo con la dialettica. Il centrosinistra si ritrova in casa un jolly, roba da fargli ponti d'oro: veramente il tafazzismo impera.

  • Siamo così sicuri che ci sarà davvero un governo di larghe intese?
    Alla Camera Pdl+Lega+Monti+il gruppo misto hanno 182 voti. Il PD dovrebbe garantirne 134 dei suoi 293: è così certo che ci siano, e che durino per i vari voti di fiducia?

  • A proposito di governo: io proprio non capisco quali misteriosi meriti abbia Amato per essere così considerato. Non mi sembra di avere cose buone da dire su di lui.

  • Diamo invece a Berlusconi i meriti che gli spettano: ora se si andasse a votare avrebbe tutti i vantaggi. Certo per lui è una situazione comunque vincente, si è tirato fuori dall'angolo, anche per merito di Grillo.

  • Io comunque avrei eletto la Cancellieri e poi sarei andato a votare. A questo punto preferirei una proroga anche del governo Monti.
    Visto che però succederà questo, ed avremo probabilmente un governo politico (cosa che rende ancor più difficile la fiducia), che si scannino per qualche tempo su una legge elettorale e che poi si vada a votare.

martedì 16 aprile 2013

Renzi è passato nel torto

Nelle polemiche dei giorni scorsi tra Renzi, Bersani, Finocchiaro e compagnia, mi pare di scorgere un andamento esponenziale.

Dopo le elezioni Renzi ha mantenuto per un buon mesetto un atteggiamento di leale collaborazione con Bersani, più di molti altri colleghi di partito.
Col passare del tempo ha espresso l'insofferenza per i tempi lunghi ("Bisogna fare presto, la Chiesa ci ha messo di meno", primi di aprile). Lì si era ancora in una critica pacata, condivisa tra l'altro da moltissimi italiani.
Sabato Bersani sbotta e ritiene inaccettabile che Renzi gli dica di far presto e di non umiliarsi con il M5S. Con quell'uscita ha dato fuoco alle polveri: alle critiche (politiche) si risponde con la chiusura e non con una giustificazione del proprio operato, sul quale tra l'altro (con le consultazioni allungate all'inverosimile e la scenetta dello streaming con la Lombardi) Renzi non è certo il solo a pensarla così.

Renzi passa quindi agli attacchi personali, ed è qui che si mette dalla parte del torto.

La lettera a Repubblica contro Marini è un discorso politicamente alto e valido sull'essere cattolici in politica, rovinato dal veto personale contro Marini. Non perché non si possa parlar chiaro, ma perché si poteva usare un tono ben diverso: Marini non chiede mica il Quirinale per sè, e comunque non lo fa perché è cattolico, mi pare: sono altri che lo candidano ed eventualmente lo voteranno.
L'intervista contro la Finocchiaro per la storia del'Ikea poi è una boiata. Su quel fatto lei non aveva colpa. Se poi Renzi voleva dire che per quel fatto risulta non condivisibile da parte di molti italiani di sinistra che hanno votato M5S e che è giusto tenere conto anche della loro opinione, non si è proprio capito.

A me tutto questo movimento non sembra nemmeno una resa dei conti interna al PD (che ci sarà più avanti, o con le nuove elezioni o con il congresso): ha l'aria di una serie di ripicche personali di Renzi contro la "nomenklatura" del partito. Anche perché seguendo il suo ragionamento allora nessun suo compagno di partito abbastanza esperto andrebbe bene per il Quirinale, in quanto "kasta". Quindi Renzi starebbe facendo il gioco di candidati esterni al PD.

Va detto che Renzi è molto coerente con sé stesso: aveva detto che non avrebbe fatto correnti, ed è ciò che sta facendo. Non fa fare il lavoro sporco a Fassina o Stumpo, lo fa in prima persona.

Altra attenuante è che la scorsa settimana ha incontrato D'Alema, che notoriamente ha sulla sinistra lo stesso effetto di Tullis Detritus in Asterix :-)

martedì 9 aprile 2013

Come funzionano le primarie

Leggo un'interessante analisi di Aldo Cazzullo sul meccanismo delle primarie nel centrosinistra.

E' vero: la statistica dice che vince spesso il candidato più spostato a sinistra. Cazzullo dimentica i casi di Renzi e Ambrosoli, che hanno vinto primarie partendo da "destra", ma in effetti sul numero di casi fin qui visti è più frequente che vinca il candidato di sinistra: ai citati Pisapia, Doria, Zedda aggiungiamo pure Vendola e Bersani. Cazzullo sembra descrivere questa scelta come uno
scegliere il personaggio più simpatico, identitario, vicino alla sensibilità dei militanti, portatore della linea più dura, pura, radicale

invece di scegliere il candidato che avrebbe più chances di battere gli avversari, quale dovrebbe essere secondo lui lo spirito. E subito cita il caso di Renzi.

Però intanto tutti i candidati sindaci scelti a sinistra hanno poi vinto le elezioni, e lo stesso Cazzullo lo rileva, attribuendo questo fatto semplicemente al vantaggio del centrosinistra nelle amministrative. Peccato che Milano e Cagliari fossero governate da sindaci di centrodestra, e quindi non si è trattato certamente di vittorie scontate.

Comunque, se il "sottotesto" è che le primarie sono un rischio perché poi non si sceglie il candidato migliore per le "secondarie", direi che non è un grosso problema: sono fatti di chi vota.
Anzi: vedrei bene le primarie anche nel centrodestra. Il confronto tra i due elettorati sarebbe costruttivo e responsabilizzante per entrambi.
Se vincono le componenti estremiste di uno schieramento, mentre l'altro fa una scelta più intelligente, gli elettori estremisti impareranno a votare meglio la prossima volta.
Se entrambi gli schieramenti scegliessero un candidato "centrista" potremmo avere - forse - campagne elettorali più pacate.
Se invece entrambi gli schieramenti proponessero figure molto caratterizzate, finalmente potremmo lavorare su una scelta di campo e su delle proposte chiare e distinguibili.

Sarebbe una scelta win-win-win, secondo me, tra l'altro non limitata al fatto di avere due coalizioni in campo: il discorso sui candidati presentabili e/o caratterizzati vale anche per Grillo.

venerdì 5 aprile 2013

Off topic

Scrivo un post completamente off-topic rispetto a quello che tratto di solito per mettere nero su bianco alcuni pensieri sul mio fumetto preferito, Martin Mystère.
Per la lettura è necessaria un po' di dimestichezza con questa pubblicazione: se volete proseguire siete stati avvisati.

sabato 30 marzo 2013

Buona Santa Pasqua

Conosco una donna separata, che vedo spesso in chiesa. E' cristiana, ci crede, va a Messa con il suo nuovo compagno, ma pur essenso poco conosciuta a Ospitaletto, dove si sono trasferiti da poco, non s'infila mai nella fila per la Comunione. Non l'ho mai sentita lamentarsi della sua condizione, nemmeno nei confronti della Chiesa

Oggi voglio augurare una buona Pasqua in particolare a loro, che sono più cristiani di me e che mi danno l'esempio ogni volta che li vedo.

venerdì 29 marzo 2013

Il centralismo democratico (3)

(continua da qui e qui)

Dicevamo della caduta di stile nel comunicato stampa che annuncia la disciplina di gruppo nel voto della maggioranza.

Mi sono chiesto se le critiche al riguardo, mie e non solo mie, non siano eccessive: si tratta principalmente di una questione di forma (una caduta di stile, appunto) che copre una questione di principio (la libertà di voto) che a me pare grave, ma al cui riguardo - come già scrivevo nello scorso post - si può anche supporre che le prassi in passato non fossero poi tanto diverse. Non si tratta ancora di questioni riguardanti i fatti, le decisioni dell'amministrazione.

Però ci sono almeno due considerazioni da fare.
La prima è che scegliendo di candidarsi per un ruolo pubblico ci si espone automaticamente al giudizio degli elettori-osservatori: non si può pretendere che questo giudizio sia buono, accondiscendente, o comunque ispirato alle stesse considerazioni che ispirano l'amministrazione. Scegliendo la via pubblica, e specialmente stando in maggioranza, si devono mettere in conto giudizi salaci, taglienti, anche polemici. Fa parte del gioco, e il Sindaco per primo deve essere consapevole che il suo ruolo è anche quello del parafulmine.

La seconda osservazione ha a che fare con le aspettative che circondano l'attuale amministrazione.
Tutti noi ricordiamo le polemiche - spesso giustificate - da parte degli attuali amministratori contro i modi spesso spicci e poco partecipativi del sindaco Prandelli. La campagna elettorale di Sarnico si è giocata su una netta discontinuità con l'amministrazione precedente, anche su questi temi. E' logico allora che anche sull'ambito comportamentale l'asticella delle aspettative sia alta, e non lo penso solo io: nel post di Baratto a cui ho già avuto modo di fare riferimento c'è scritto
Di un Podestà ne avevamo già abbastanza e non ce ne serve un altro, anche se di un colore diverso.

La maggioranza - come avevo già scritto in un vecchio post - si è assunta l'onere di dimostrarsi diversa da Prandelli anche nei modi di operare. Questo rende più stridente quanto accaduto e anche il successivo comunicato, che poteva essere più attento nelle espressioni (magari un po' più vago).

Comunque il giudizio critico finora espresso riguarda solo i modi, non i "fatti" prodotti da Sarnico, anche per il semplice motivo che di fatti ce ne sono molto pochi per ovvie ragioni di tempo.
L'unica decisione di primaria importanza assunta finora è stato l'azzeramento del PGT, ma potremo giudicare questa decisione solo quando vedremo il nuovo Piano. Allora sarà possibile valutare anche l'iter attuato: se le modifiche rispetto al precedente saranno poche, ci diremo che si sono spesi tempo e soldi male, se invece ci sarà una nuova visione del paese potremo valutare positivamente la scelta.

Insomma, finora si sta parlando e discutendo di questioni che fanno rumore, ma che passeranno in secondo piano quando ci sarà la "ciccia". Per esempio, fra otto settimane dovrebbe arrivare di nuovo l'IMU: vedremo che cosa si deciderà dell'addizionale comunale...

giovedì 28 marzo 2013

Il centralismo democratico (2)

(continua da qui)

Parlavamo del centralismo democratico.
E' quello che in tanti imputiamo a Grillo: il suo regolamento prevede
Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S

il che significa che le decisioni a maggioranza del gruppo, spesso teleguidate dal capo, sono vincolanti per tutti i parlamentari.

A Ospitaletto le decisioni del gruppo consiliare, con il peso che giustamente un Sindaco può avere (e che si sente il bisogno di ribadire al punto 2 del comunicato stampa), sono vincolanti per tutti i consiglieri, a meno di "questioni di coscienza eticamente rilevanti" (in Consiglio comunale???).

In alcune circostanze, una prassi del genere può essere giustificata. Io sono d'accordissimo sul vincolo per i funzionari pubblici, che sono tenuti ad attuare e difendere le decisioni dei superiori anche se non le condividono. Il centralismo democratico può andare bene anche per le associazioni private come può essere un partito: le associazioni private si danno il regolamento che vogliono.

Quando invece passiamo ad assemblee istituzionali o amministrative come un Parlamento o un Consiglio comunale, non mi sta più bene. La libertà di voto è garantita, non c'è vincolo di mandato né per il parlamentare né per il consigliere comunale. Gli eletti rispondono agli elettori prima che al Sindaco, che infatti può ritirare le deleghe agli assessori ma non può estromettere qualcuno dal Consiglio.

Anche perché allora facciamo come disse a suo tempo Berlusconi: facciamo votare solo i capigruppo, a che servono tutte quelle sedute parlamentari (o consiliari)?

mercoledì 27 marzo 2013

Il centralismo democratico (1)

Di seguito il comunicato della maggioranza dopo i noti fatti. Attenzione soprattutto al terzo punto:
A seguito dell’episodio accaduto nella seduta del Consiglio Comunale di Giovedì 21 Marzo 2013, in cui due assessori ed un Consigliere Comunale hanno votato in difformità al Gruppo consiliare  Insieme per Ospitaletto, si è svolta il 25 marzo la riunione del Gruppo Consiliare che, dopo un’ampia discussione ha ribadito all’unanimità i seguenti impegni:

• ad attuare il programma amministrativo
• a sostenere il Sindaco
• a votare, salvo questioni di coscienza ed eticamente rilevanti, in linea con le scelte del Gruppo Consiliare “Insieme per Ospitaletto”, del Sindaco e della Giunta, nel rispetto del programma presentato ai cittadini in campagna elettorale, assicurando comunque nelle decisioni del gruppo il più approfondito e partecipato dibattito interno.
Preso atto del chiarimento e degli impegni unanimi assunti, il Sindaco ha restituito le deleghe sospese, ricostituendo piena operatività alla Giunta Comunale.

Da Wikipedia si legge:
Centralismo democratico è il nome dato ai principi di organizzazione interna usati dai partiti politici leninisti, e il termine è qualche volta usato come un sinonimo per qualsiasi politica leninista all'interno di un partito. L'aspetto democratico di questo metodo organizzativo consiste nella libertà dei membri del partito di discutere e dibattere su politica e direzione, ma una volta che la decisione del partito è scelta dal voto della maggioranza, tutti i membri si impegnano a sostenere quella decisione. Quest'ultimo aspetto rappresenta il centralismo. Come lo descriveva Lenin, il centralismo democratico consiste in "libertà di discussione, unità d'azione".

Tipo "Trova le differenze"...

(continua)

martedì 26 marzo 2013

Dopo il Consiglio Comunale

Come ormai tutti sanno giovedì scorso c'è stata maretta in Consiglio Comunale. Mi sono fatto raccontare com'è andata da chi c'era, che mi ha detto che il sindaco e Bordonaro non ci hanno fatto una gran figura. Prima di esprimere un parere però ho preferito riguardarmi lo streaming di quello che è successo (grazie a Daniele Pigoli per il prezioso servizio).

C'è poco da dire: mi è sembrata una tempesta in un bicchier d'acqua, a un certo punto visto l'andazzo il sindaco poteva rimettersi alla libera scelta dei consiglieri, pur tenendo ferma la sua opinione nel merito (che comunque non mi sembra abbia giustificato molto, quando qualche elemento a favore del senso unico c'è, anche se secondo me sono più quelli contrari). Questo anche considerando l'importanza relativa della questione.

Sono quindi d'accordo con quello che scrive Baratto sul suo blog: Sarnico ha toppato la gestione della serata, e l'errore è ancor più grave di fronte alle firme dei cittadini che si era promesso di far partecipare alle decisioni. E basta col ritornello secondo cui è colpa di Prandelli: non se ne può più, e a forza di gridare "Al lupo, al lupo!" anche quando ci sono i problemi seri non si è più credibili.
Un plauso va alla minoranza, che è riuscita con un appiglio apparentemente piccolo (il senso unico in villaggio S. Caterina) a far scoppiare un putiferio, lavorando bene nella raccolta firme.