lunedì 25 ottobre 2021

Una di tanti

Ho assistito alla beatificazione di suor Lucia Ripamonti.

Lo speciale su di lei della Voce del Popolo, che non riesco a rintracciare in rete, apre con la testimonianza della madre superiora: "Non ha lasciato scritti, vive nel ricordo della sua umiltà e devozione".

Mi ha fatto molto piacere leggere questa cosa, che la avvicina a tantissimi santi della quotidianità, che ognuno di noi conosce. Persone di cui non abbiamo il minimo dubbio che siano in Paradiso. Persone dalla santità feriale, padri e madri, non per forza eroi o dottori della Chiesa.

Quel che diceva santa Teresa di Lisieux dei suoi genitori, "più degni del cielo che della terra".

martedì 19 ottobre 2021

Sulle amministrative

Sono passate anche le elezioni amministrative, e con esse è arrivata una battuta d'arresto per il centrodestra. O meglio, per la destra.

Il centrodestra entrava con 7 capoluoghi, ne ha mantenuti 4 (Pordenone, Trieste, Novara, Grosseto).
Il centrosinistra entrava con 9 capoluoghi, ne ha 15, 3 presi al centrodestra (Savona, Isernia, Cosenza), 3 presi al M5S (Torino, Roma, Carbonia).

Una sconfitta difficile da interpretare, per il duo Salvini-Meloni. Da una parte, sono descritti come i vincitori annunciati delle prossime elezioni politiche, e i sondaggi vanno in questa direzione. D'altra parte, già da tempo era chiaro che Bernardo a Milano non aveva possibilità e che Michetti a Roma non era il favorito.

Non è una novità che le città vadano bene per il centrosinistra. C'è un atavico problema nel presentare buoni candidati: alla tradizionale maggiore abitudine al radicamento e alla partecipazione della sinistra si è aggiunto un fatto nuovo, collegato all'eclissi dei moderati.

Il voto di destra a Salvini e Meloni, generalizzando, è una cosa "di pancia", che fai nel segreto della cabina ma che in fondo in fondo ti fa vergognare un po', pubblicamente. Se c'è da metterci la faccia, candidarsi, fare politica attiva, in pochi ce la mettono. Succedeva così anche con Berlusconi, ma ora di più.

Se non ti vergogni delle tue posizioni, e magari fai parte di quelli che chiamano Salvini "capitano", allora sei un Michetti, uno non all'altezza di venire candidato ed avere successo, uno con un background social da brividi.

Non è un segreto che Salvini e Meloni non abbiano classe dirigente.
Il resto della destra "moderata" è sparita, annullata man mano che Silvio si è fatto più impresentabile e poi meno influente.
Quello che poteva essere un centrodestra moderato ormai gravita dalle parti del PD (ricordiamo che Scelta Civica è finita nel PD...) o è in diaspora centrista.

Per quanto detto sopra sulla "pancia" e la vergogna, però, non è solo un problema di persone: il problema di avere idee estremiste e presentarle in un certo modo influisce sull'allontanamento della classe dirigente, se non dei voti. E' un po' un circolo vizioso, quindi.

Questa sconfitta, più nell'entità che nel conteggio delle città, può senz'altro influire sulla percezione del dinamico duo come vincitori annunciati, sul momentum.

Ma verso le politiche, fra due anni, può cambiare un mondo. C'è in mezzo l'elezione del Presidente della Repubblica, due anni di logoramento di Salvini con Draghi al governo, chissà se Forza Italia ci sarà ancora... la partita è tutta da giocare.

Nel 1993 la sinistra vinse praticamente in tutte le grandi città, Roma, Torino, Palermo, Venezia, Genova, Napoli, e poi come andò la gioiosa macchina da guerra nove mesi dopo?
Nel 2011/12 il centrosinistra strappò più di 10 capoluoghi al centrodx, tra cui Milano, Cagliari, Trieste e persino Como e Monza, e confermò Torino, Genova e Napoli. Poi come andò nel 2013 alle politiche?

Parliamo di due sport diversi.
Il centrosinistra va sempre meglio alle amministrative che alle politiche, il centrodestra il contrario.

Inoltre, a parere mio tutte le ultime elezioni (politiche, europee, ma in parte anche il dato sull'affluenza di queste ultime amministrative) indicano che c'è un'ampia disponibilità a un voto di pancia.
Questa cosa mi inquieta anche un pochino.


venerdì 15 ottobre 2021

Gesù contro la privacy

 Luca 12,3:

Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.

Praticamente una casa di vetro... Le autorità europee vieteranno questo passaggio perché contrario al GDPR...

mercoledì 13 ottobre 2021

Meno due al Green Pass

La decisione di imporre il possesso di certificazione verde per lavorare non sembra aver avuto un grandissimo effetto, visto che ci sono a spanne il 10% di lavoratori non vaccinati. A questo punto potrebbero esserci anche problemi con i tamponi: ce ne saranno abbastanza? Già oggi molte farmacie sono saturate con quelli degli insegnanti...

Di fronte a questa situazione, l'ex-Ilva di Taranto ha annunciato una convenzione per fonire tamponi gratuiti ai suoi dipendenti non vaccinati. Cito dall'articolo:

Sono 1.600 su un totale di 8.200, gli operai che non sono in possesso di green pass.
“L’azienda si farà carico dei lavoratori non vaccinati che potranno effettuare il tampone dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20 e domenica dalle 9 alle 14 nella farmacia Clemente nel rione Tamburi”

Visto che ogni tampone vale due giorni, sono 800 tamponi al giorno in 12 ore. Una catena di montaggio, quella farmacia. Per non parlare dei costi.

L’azienda ha precisato ai sindacati che tutti i lavoratori che “hanno inviato il green pass avranno accesso regolarmente attraverso un varco riservato mentre per tutti coloro che hanno il green pass provvisorio, ovvero a seguito di esecuzione tampone, entreranno da un altro varco”.

Questo contraddice tutto il dibattito pregresso riguardo alla privacy delle scelte vaccinali. Sono stupito che si metta così nero su bianco e coram populo una violazione a tutto quel che ci si è detti finora e per cui nelle scuole si è addirittura pensato un software apposta.

E' ovvio che per i sindacati vale di più la gratuità della privacy, e credo che nessuno solleverà obiezioni per quieto vivere, una volta che sono d'accordo le parti... Legalmente non so come possa funzionare.
Forse i problemi sollevati dal garante della privacy non sono legalmente vincolanti, e magari perché il sistema sia dichiarato illlegale c'è bisogno di qualche denuncia da parte di qualche lavoratore, cosa che vedo molto improbabile.

Un'altra osservazione riguarda il numero dei non vaccinati in quella situazione: 1600 su 8200 sono tanti, uno su 5.
E' vero che a Taranto una certa sfiducia nell'autorità pubblica per quel che riguarda le questioni sanitarie può considerarsi giustificata.
Quando si parla dei danni a lungo termine degli errori che minano il rapporto tra Stato e cittadino, ecco un esempio plastico.

lunedì 11 ottobre 2021

La formazione politica

All'inizio di ottobre si è tenuta un'ampia tornata di elezioni amministrative. L'affluenza è stata molto bassa, pari al 55%, in calo di quasi 7 punti rispetto alle amministrative precedenti. In molti Comuni si è recato a votare meno del 50% degli aventi diritto.
Nel bresciano, il voto ha interessato 2
6 Comuni, in 22 di questi l'amministrazione uscente è stata confermata.
In molti Comuni si è faticato a trovare dei candidati sindaco. Il numero di Comuni al voto con una sola lista è stato così alto (217 su 1340, uno su sei) che si è dovuto intervenire per legge per abbassare il quorum di votanti richiesti per la validità dell'elezione in questi casi (dal 50% al 40%) per non lasciare troppi Comuni in mano ai commissari.
Anche le grandi città non sono state esenti da questa fatica: in politica come nello sport vale l'adagio per cui “chi vince festeggia, chi perde spiega”, e tra le spiegazioni date nel campo del centrodestra per il risultato deludente c'è stata la fatica nell'individuare i candidati sindaci.

Tutti questi segnali confermano la tendenza ormai decennale alla disaffezione dei cittadini verso la politica. Non si va più a votare, e nemmeno ci si candida più. Molte persone, semplicemente, non ne vogliono sapere.

Questa situazione interpella anche la comunità cristiana. Da decenni ormai c'è una diffusa disaffezione dei cattolici per la politica; tutte le ricerche mostrano che il comportamento degli elettori cattolici non si discosta in media da quello dell'elettorato in generale.
C'è una sorta di “crisi delle vocazioni”, un po' come quella che investe i preti. Una crisi che investe due vocazioni al servizio alla comunità, seppure in modi profondamente diversi tra loro. 

Ciò nonostante, i politici più apprezzati, Mattarella e Draghi, sono di matrice cattolica: il primo dalla DC, del secondo ci è stato ampiamente raccontato il retroterra delle scuole dai Gesuiti. Ma questi politici, così apprezzati, hanno anche una certa età, provengono da scuole politiche “di una volta”. La sensazione è che si sia “perso lo stampo”.

E' noto che il declino dei partiti tradizionali ha portato con sé anche le scuole di formazione politica, come la celebre scuola delle Frattocchie del PCI. In ambito cattolico resistono alcune meritorie esperienze in ambito associativo, come le scuole delle Acli sull'amministrazione del bene comune, dal taglio piuttosto “tecnico”; ma altre esperienze un tempo feconde, come l'AC il sindacato, sono più in difficoltà su questo versante.

Uscendo dall'ambito associativo, la Diocesi ha portato avanti, sotto varie forme, per una decina di anni, l'esperienza della Scuola di formazione all'impegni sociale e politico. Un'esperienza piccola nei numeri, ma soddisfacente per chi ha partecipato e anche formativa: dalle sue fila sono passati giovani poi impegnati in ambito amministrativo o associativo, compresi un paio di sindaci. Anche la diocesi è però impegnata in un'operazione di ripensamento su questo tema.

Ma la formazione non serve solo a chi vuole fare il sindaco, o a chi vuole imparare a redigere un PGT. La formazione serve ai cristiani per avere più strumenti per interpretare il mondo in cui viviamo, per vivere con “in una mano la Bibbia e nell’altra il giornale”, come diceva il teologo protestante Karl Barth, e come ci ha ricordato anche il nostro parroco al momento dell’ingresso.

venerdì 1 ottobre 2021

Mala giustizia

Questa storia dovrebbe finire nelle scuole, in televisione, dovunque.

Su Huffington Post Alessandro Barbano racconta la storia di Rocco Femia, sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, arrestato per mafia e assolto in Cassazione dopo milleottocentottentasei giorni trascorsi in carcere.

Un affresco spietato di cosa può essere la malagiustizia in Italia. "Mala" anche solo per i tempi.

Il sottoscritto è convinto che ogni singola assoluzione sia un vulnus per chi è stato sottoposto a processo. Figuriamoci dopo esperienze così lunghe e comprensive di carcerazione.
Naturalmente non si può pensare di andare sempre a colpo sicuro, ma ciò non toglie che si dovrebbe cercare di ridurre al minimo le indagini temerarie e l'uso del carcere.

Con opportune conseguenze al terzo, quarto, quinto, ventesimo caso riconducibile allo stesso giudice.