martedì 29 gennaio 2013

Proposta

La formazione non è mai abbastanza. Per tutti. In primo luogo per chi ha ruoli politici.

A questo riguardo trovo interessante questa proposta, che farebbe bene a tutti gli amministratori dei nostri Comuni, non solo quelli di maggioranza. Potrebbe anche valere la pena di prevedere un rimborso pubblico per l'iscrizione: per casi come questi si possono usare in modo virtuoso i soldi pubblici.

martedì 22 gennaio 2013

Déjà vu

Ieri sera, passando davanti ai cartelloni elettorali preparati per le affissioni davanti alla Sabaf, mi è caduto l'occhio su un manifesto.
Recitava: "Penati Presidente. L'alternativa lombarda".

Ci ho messo un attimo a rendermi conto che c'era qualcosa che non tornava... Penati? Candidato? Ma non è quello... Ma non era un altro?

Poi ho capito che il manifesto - perfettamente integro - era di tre anni fa, e che era stato riposto senza pulirlo. Ironie...

sabato 19 gennaio 2013

L'Inferno di Da(n)te

Dal notiziario comunale, pagina 21, dicembre 2012 (non una vita fa...):
Inferno di Dante. Sta per prendere il via un ciclo di tre conferenze sull'Inferno di Dante Alighieri. La prima conferenza si terrà il 18 gennaio 2013 alle 20.45 in Biblioteca Comunale.

18 gennaio 2013: in biblioteca c'è il corso di inglese. Allora, presi dal dubbio sul luogo, siamo andati a vedere al salone polifunzionale e in sala consiliare: nulla.

Che fine hanno fatto le conferenze? Non sarebbe stato meglio pubblicare una rettifica o un avviso d'annullamento?

martedì 15 gennaio 2013

Impressioni d'inizio campagna

Come ampiamente preventivabile, le elezioni si concluderanno con un nulla di fatto e un governo Bersani-Monti, con il primo o il secondo a Palazzo Chigi a seconda dei risultati numerici.

La solidità numerica di questo governo penso possa essere buona, Monti dovrebbe garantire quella trentina di seggi in grado di garantire una maggioranza anche al Senato.
La solidità programmatica dipende dalle risposte di Bersani su questi temi. Belle domande, domande non eludibili soprattutto quelle rivolte al passato (per cui non c'è la scappatoia della promessa facile): perché cresciamo così poco? Come si pone la sinistra nei confronti della meritocrazia, valutando il fatto che storicamente non è stato il suo punto forte (eufemismo)? (Non vale rispondere che non lo è mai stato nemmeno per la destra, che pure è vero.)

Sarebbe bello sentire anche le risposte di Vendola, ma ben sappiamo che in questo momento sarebbero inquinate dalla campagna elettorale. Mi auguro che il vero Vendola non sia questo del "dagli ai ricchi", ma in realtà confido che sia così: in fondo è lo stesso Vendola che governa una regione, quindi confido che conoscendo le responsabilità di governo poi si adatti a cose più realistiche, senza mettere a rischio il governo come la Rifondazione 2006. In fondo la scissione di Sel da Rifondazione nasce molto da questa diversa prospettiva sulla cultura di governo.

Certo credo che ogni elettore renziano non possa fare a meno di notare che con Renzi tutte queste questioni sarebbero state risolte in partenza, e non avremmo lo spettacolo pietoso della resurrezione del Silvio. Veramente il PD mostra sempre, nella sua "pancia", la vocazione minoritaria che è la sua condanna. E che tra l'altro sta ingenerando il panico da rimonta, le assurde proposte di desistenza a Ingroia (!), i timori di un pareggio come nel 2006. Il pareggio, per fortuna, non ci sarà grazie all'interposizione di Monti, che toglierà un po' di senatori al Pdl in tutte quelle regioni in cui vincerà il PD.

A tale proposito, mi sento di spezzare una lancia a favore della legge elettorale attuale: mi sembra fuori luogo far notare che perdendo due sole regioni il PD potrebbe non avere la maggioranza in Senato come se fosse un'eresia. Il peso in seggi delle regioni è infatti dato dalla popolazione, e le regioni di cui si parla sono Lombardia, Veneto e Sicilia, che assommano a 20 milioni di abitanti! Parlare solo del numero delle regioni è fuorviante.
Nel 2006 il Senato fu ingovernabile perché ci fu un effettivo pareggio di voti, nel 2008 si è avuta la prova che se una parte ha davvero la maggioranza dei voti poi ce l'ha anche al Senato. Nel 2013 la coalizione di centrosinistra avrà la maggioranza ma non la maggioranza assoluta, anzi forse non arriverà al 40%: pretendere il 50% +1 dei seggi senza alleanze vorrebbe dire avere un premio superiore al 25% dei propri voti (cosa che in effetti alla Camera avviene): è giusto?

Infine, saltando di palo in frasca e riprendendo le ultime righe dello scorso post e una tesi che sostengo da tempo, quella dell'assenza di una storia politica di destra in Italia fin dalla fine della Destra storica, da leggere anche questo.

martedì 8 gennaio 2013

Panoramica

A 50 giorni dal voto.

La coalizione di centrosinistra.

Bersani sta facendo quello che fece Veltroni, e per cui Veltroni fu sbertucciato assai: la raccolta delle figurine. Abbiamo l'economista (qualcuno ha detto Ichino?), l'industriale (qualcuno ha detto Calearo? Vabbé questo sembra più autorevole, certo era favorevole ad abolire l'articolo 18...), i cattolici (qualcuno ha detto Binetti?), la sindacalista CGIL per compensare (sostituisce l'operaio Thyssen?). Poi i giornalisti Mucchetti e Mineo e la personalità antimafia Pietro Grasso. La presenza che mi preoccupa di più è quella di Luigi Taranto, presidente Confcommercio: in Italia abbiamo il problema delle lobby, e ci portiamo in Parlamento - sventolandolo, anche - un rappresentante di categoria?
E' vero che si sapeva fin dall'inizio che circa 140 nomi sarebbero stati "paracadutati" da Bersani, ma quello che ora fa differenza è la posizione in lista rispetto a chi le primarie le ha fatte, e le ha vinte.
Vendola cerca di posizionarsi e di avere visibilità, specie nei confronti della concorrenza arancione. Certo le sue primarie sono state una farsa (i vincitori finiscono indietro nelle liste...), ma il fatto di essere in coalizione gli garantirà comunque almeno l'ingresso in Parlamento.
Finché gli altri si agitano, comunque, a PD+Sel basta non fare grosse cappellate per avere la maggioranza alla Camera (al Senato è praticamente impossibile).

Il centro

Io questo centro montiano non lo capisco molto. Ne vedo almeno tre versioni.
Il Monti delle interviste può anche piacermi: è deciso, determinato, promette riforme incisive (altro che moderati e conservatori, dice!). Mi sarei risparmiato la scivolata nel populismo sulla diminuzione delle tasse, ma tant'è.
Il Monti dell'agenda, invece, è meno battagliero: nessun numero, ridurre la pressione fiscale ma solo "quando sarà possibile", nessuna riduzione del peso dello Stato, solo conti in ordine. La critica da parte liberale la trovate qui.
Infine c'è il problema dei compagni di viaggio. Ancora non capisco come Monti e Montezemolo abbiano potuto imbarcare le Acli, Bonanni, Casini e Fini (tutto il contrario che dei rivoluzionari) invece di fare una scelta ben più coraggiosa e allearsi con Giannino e Fermare il declino. Il mio è il disagio di Passera e Ricolfi (espresso in questo articolo magistrale): niente scosse per l'Italia, anche stavolta solo qualche pannicello caldo e tra due anni saremo di nuovo daccapo.

Il populismo di destra

Berlusconi e la Lega hanno inscenato una pietosa pantomima e alla fine hanno badato solo ai loro interessi.
La Lega si "accontenta" di tentare di amministrare la Lombardia con nessuna possibilità di incidere nel futuro governo Bersani-Monti, e quindi sugli equilibri Nord-Sud che sono sempre stati la sua bandiera. La storia del 75% di risorse ("risorse"? Ci sarebbe da definire meglio il concetto di "risorse"...) trattenute in loco è irrealizzabile senza essere al governo nazionale. In pratica si è venduta la presunta ritrovata verginità per qualche poltrona a Roma (coalizzati è più facile superare la soglia di sbarramento) e per mettere le mani sul giro di soldi della Regione Lombardia.
Berlusconi non lo considero neppure, e non capisco - giuro, non capisco come possa esserci un 15-20% di elettori disposti a votarlo. Va bene, di là ci sono i comunisti, Monti è amico dei comunisti, ma se proprio non volete votare a sinistra votate Giannino!
Comunque trovo significativa - e vagamente inquietante - la simmetria tra coalizioni che uniscono un membro della maggioranza di Monti (PD, Pdl) a un partito di opposizione a Monti (Sel, Lega). Mah.

Il populismo di sinistra: Grillo

Ha toccato il culmine, e spero che sia in calo. Spero comunque che alla Camera riesca a raggiungere il 5%: ad oggi non sembra un problema, fra un mese, quando molti indecisi avranno deciso di andare a votare e non avranno mai visto un rappresentante del M5S in televisione, chissà. Già Renzi ha dimostrato che avere il predominio della Rete, in Italia, non basta ancora...

Ingroia e gli arancioni

Non ho un parere definito su Ingroia. Quando parla mi piace, mi sembra persino moderato. Le cose che ha fatto non mi sono piaciute: la presunta "trattativa Stato-mafia" di puzzava di fuffa fin da subito, la storia del Guatemala sapeva molto di pubblicità, la discesa in campo di un magistrato secondo me si fa dando le dimissioni, non chiedendo un'aspettativa.
Non nascondo che non mi dispiacerebbe se restassero fuori dal Parlamento: dopo i comunisti rifondaroli nel 2008, anche Di Pietro... Una svecchiata al panorama politico.

Giannino e Fermare il declino

Mesi fa scrissi che gli italiani sono un popolo in maggioranza di centrodestra. Oggi specifico meglio: gli italiani sono un popolo di conservatori. Lo si è visto con la sconfitta di Renzi anche nella parte in teoria più progressista dello schieramento (il PD), e ulteriore prova ne sarà che questa lista - l'unica, ad oggi, che proponga una vera rivoluzione culturale - resterà fuori dal Parlamento.
Tante cose del loro programma mi piacciono, ma ho due perplessità più una. Intanto, su alcune posizioni mi sembrano un po' estremisti. Inoltre, non mi convince il fatto che non si siano riusciti ad alleare con nessuno: la politica è anche fare squadra, questa solitudine è una colpa. A queste due cose si aggiunge la preoccupazione di dare un voto utile (che, data la situazione al Senato, in una Lombardia probabile ago della bilancia potrebbe essere utilissimo).

venerdì 4 gennaio 2013

Taizé a Roma 2012-2013. Rielaborazione di un’esperienza

Di ritorno dal Capodanno a Roma, con la comunità di Taizé, pubblico questo post scritto a quattro mani con mia moglie Francesca (che AMO TANTO). Un ringraziamento va anche ai nostri compagni di viaggio, insieme ai quali abbiamo vissuto quattro splendidi giorni.


Quando ci è stato proposto di vivere una diversa esperienza spirituale per salutare il vecchio anno e iniziarne uno nuovo, abbiamo accettato con gioia. Infatti, ogni momento di preghiera è un’occasione per incontrare il Signore, per conoscere altri giovani e per ritemprarsi interiormente (ce n’è sempre tanto bisogno).

L’esperienza era il “pellegrinaggio di fiducia sulla terra” che la comunità interconfessionale di Taizé propone ogni capodanno in una città europea. La meta di questo anno è stata Roma. L’evento si è svolto dal 28 dicembre al 2 gennaio.