venerdì 31 dicembre 2021

Tecnopopulismo

Segnalo questo articolo (in inglese) sul "tecnopopulismo".

Trovo molto interessante la riflessione: la tecnocrazia (che, ricordo, sia papa Francesco che papa Benedetto hanno descritto in termini critici) condivide con il populismo l'idea che ci sia un solo modo giusto di fare le cose.

Per il populista, chi non è d'accordo è "contro il popolo".
Per la tecnocrazia, chi non è d'accordo è un ignorante bifolco.
Spesso, sia il populista Salvini che il tecnico Draghi ammantano le decisioni come semplice "buon senso".

Invece c'è sempre un'alternativa, magari anche meno sensata o utile, le scelte obbligate - che pure esistono - sono poche. E quando le scelte non sono obbligate, c'è sempre una componente politica.

Inoltre sia il populista che il tecnico si caratterizzano come "né di destra né di sinistra", dal M5S a Monti che "saliva" in politica, usando l'altro asse spaziale.

Anche Macron condivide alcuni aspetti di questo "tecnopopulismo", con le dovute differenze: Macron come Draghi è espressione dell'élite finanziaria, ma lui è passato da un'elezione, pur con il particolare sistema francese.
In Italia invece Draghi è l'ultimo figlio di partiti debolissimi (ma diciamo pure di una politica debolissima).

giovedì 30 dicembre 2021

Il long covid civico

Ora siamo a questo punto: super green pass (cioè quello senza tamponi) per quasi tutto, compresi i mezzi pubblici e alcune attività all'aperto; green pass normale per il lavoro; vaccinati a quattro mesi che saltano la quarantena; ma il certificato verde ne dura sei, di mesi (dopo vari balletti di durate, 9, poi 12 quando già si sapeva che l'immunità calava, poi di nuovo 9, ora 6 ma si sa che l'immunità almeno delle prime due dosi è praticamente nulla per il contagio da Omicron).

Ancora nessuna misura specifica per gli anziani, che sono 2/3 degli ospedalizzati e 3/4 delle terapie intensive. In compenso avremo un sacco di quattordicenni vaccinati per poter prendere il bus scolastico.

D'altra parte il governo si è "innamorato" del green pass, e ora non può recedere da questo strumento pena la sconfitta politica contro i "no vax".

Sconteremo a lungo, a livello di senso civico, i pasticci compiuti in questi due anni.

domenica 26 dicembre 2021

Natale, il bene nascosto

E' nato, anche quest'anno.

Per qualche tempo, non si sa quanto (qualche ora, duemila anni fa; due settimane, oggi), fino all'arrivo dei Magi, il bene più grande (ci è stato dato un figlio, Is 9,5) resta nascosto. E così ancora per trent'anni.

Anche oggi, il bene che sostiene il mondo è in massima parte nascosto.

Il bene dei genitori che crescono i figli, gratuitamente.
Il bene dei figli che assistono i genitori anziani, gratuitamente.
Il bene gratuito che si fa ma non si sa. La foresta che cresce.

Mi è capitato di entrare in contatto, di sfiorare un po' di questo bene.

E' veramente questo che sostiene il mondo.

Buon Natale, buona festa della Santa Famiglia.

martedì 21 dicembre 2021

Un'altra cosa

Qualche giorno fa è arrivata la notizia che il certificato verde sarà sospeso a chi risulta positivo al Covid.

Lì per lì mi sono stupito che non fosse già così. Dovrebbe essere ovvio, no? Se sei malato non puoi avere l'autorizzazione a girare.

Però, leggiucchiando qua e là, mi sono accorto che non è così ovvio.

Intanto, un positivo già prima di questo provvedimento, di legge, era tenuto all'isolamento. Questo provvedimento serve solo nel caso che voglia "barare", e per questo - fatti salvi i dubbi tecnici sulla tempestività di revoca e riattivazione - il provvedimento è senz'altro utile.

Però è un altro passo nella direzione della metamorfosi del green pass.

Nato come strumento europeo per garantire una maggiore libertà di circolazione, è presto diventato qualcos'altro. E' diventato uno strumento di politica vaccinale, per spingere le vaccinazioni; e uno strumento per restringere l'accesso a certi servizi.

Ora si certifica che il green pass è inteso come una specie di "certificato di buona e robusta costituzione", un certificato di sanità, di non pericolosità. Assunzioni, queste, piuttosto peregrine alla luce del calo di immunità dato dall'invecchiamento dei vaccini (ricordiamo che il pass vale per ora ancora nove mesi, troppi in rapporto all'efficacia vaccinale) e dal fatto che comunque anche i vaccinati possono ammalarsi, contagiare e finire in ospedale, seppure molto meno che i non vaccinati - staremo poi a vedere cosa succederà quando arriverà la variante omicron.

Fino a ieri il certificato verde era una certificazione di cose avvenute in passato, non dello stato attuale. Ti fai un vaccino, ti arriva un certificato.
Ora, anche se la condizione di accesso al green pass è sempre la stessa (farsi il vaccino), il green pass va e viene.

E' decisamente diventato un'altra cosa.

lunedì 13 dicembre 2021

Il principe d'Egitto

Sabato mi è capitato di vedere Il principe d'Egitto, il cartone animato.
Non l'avevo mai visto prima.

E niente, wow!

Da non credere che sia del secolo scorso. Che roba!
E' bellissimo come vengono rese le situazioni più scabrose, come la morte dei primogeniti.
La parte del sogno in stile egizio è altrettanto bella.
Ma pure gli "effetti speciali" sono fantastici, per essere del 1998.

Non mi sembra un film prettamente per bambini, molte parti sono ombrose, spesso la luce proviene volontariamente dalle spalle dei protagonisti.
E che colonna sonora!

Non so se oggi sarebbe prodotto, un film con tale connotazione fortemente religiosa. Forse non sarebbe politicamente corretto. Non so se una canzone come When you believe vincerebbe l'Oscar.

Ma, al di là di tutto, wow!

mercoledì 1 dicembre 2021

Messi, ancora

Per il Pallone d'Oro, intendo.

Il settimo, il secondo meno meritato, dopo quello del 2010 (scandaloso che non sia andato a Iniesta, marcatore in finale mondiale vinta e simbolo di una Spagna epocale)

Si dice: "eh, ha vinto la Copa America".
Intanto non mi pare che la Copa America sia mai stata decisiva per l'assegnazione (chi si ricorda le edizioni consecutive vinte dal Cile?), ma più in generale nella storia del Pallone d'Oro non si premia la squadra, se non ai Mondiali.

Anche perché una volta l'Europeo era una cosa ben più piccola di adesso, la Coppa dei Campioni era una cosa grande ma non come la Champions (se non altro perché con una squadra per Paese certi anni si aveva la sensazione che le squadre più forti non fossero in Coppa Campioni), l'unica vittoria che veramente spostava la valutazione era il Mondiale ogni 4 anni. E solo vincerlo, non arrivare in finale (citofonare Baggio 1994).

Infatti tutti i vincitori del premio negli anni in cui un'europea ha vinto il Mondiale erano i giocatori simbolo di quella squadra, compresi premi discutibili come Rossi 1982 (che non aveva giocato mezza stagione) e Cannavaro 2006. Unica eccezione il 1974, quando Cruijff fu premiato per un'incollatura sopra Beckenbauer campione d'Europa di club e del mondo, ma si sa, il Kaiser era un difensore e quell'Olanda era speciale.
Questa tradizione si è rotta nel già citato 2010, quando il Pallone d'Oro ha inziato la sua china mediatica di appiattimento sul duo delle meraviglie CR7-Messi.

Al Pallone d'Oro mancano quelli che una volta erano gli anni dei mondiali vinti dalle sudamericane, in cui ci si trovava spiazzati e saltavano fuori nomi un po' a sorpresa, Keegan, Belanov, Masopust, Stoichkov (che comunque era il capocannoniere dei Mondiali, e con la Bulgaria, non con l'Italia... premio per me meritato).

Nel basket di fronte a un giocatore chiaramente più forte (Michael Jordan) a un certo punto si decise di dare per "scontato" che il migliore era lui, ma premiare come MVP altri autori di stagioni notevoli (Barkley, Malone).
Nel calcio, con un decennio in cui i giocatori più forti sono stati indiscutibilmente due, invece di diversificare come in NBA si sono premiati sempre loro.
Creando un'immagine che si autoperpetua.

Se anche negli anni in cui non c'è un vincitore evidente (tipo questo 2021) invece di sparigliare come storicamente succedeva si premia la fama, allora il premio ne perde.
Comunque è un premio che serve solo a far discutere i tifosi, e ci riesce benissimo :-)

venerdì 19 novembre 2021

Testimonianza dal Palazzo

Sebbene non ne avessi avuto l’intenzione, nel 2017 mi fu proposto di ricandidarmi in Parlamento ma decisi di non farlo. La decisione la maturai una domenica che andai alla stazione di Rho per fare il biglietto del treno per il giorno dopo. Il bigliettaio, con in mano il mio tesserino, mi chiamò per nome “On. Quintarelli”. Non l’avesse mai fatto! Dopo poco le persone in coda presero a spintonarmi e a sputarmi addosso e me ne andai senza biglietto (andai a farlo in stazione centrale). Non ero forse il recordman di assenze e di cambio casacche ?

Segnalo questo bellissimo resoconto di un'esperienza in Parlamento, nella macchina pubblica di più alto livello.

Bellissimo, fino alla conclusione triste che ho riportato sopra.

Persone così vanno solo ringraziate. E non solo le persone così, in generale i politici sono molto più vilipesi di quel che meriterebbero (certe volte lo meritano, sia chiaro!).

(il titolo del post richiama questo, più o meno dello stesso tipo, di anni fa)

martedì 16 novembre 2021

Gli ultimi preti

Negli scorsi articoli sulla politica mi è capitato di accennare di passaggio alla crisi vocazionale dei sacerdoti.

Metto per iscritto una cosa che penso da un po', ma che da qualche tempo mi ritorna in mente spesso: quando avremo veramente pochi preti, il loro posto sarà negli ospedali e nelle carceri.

Tra i totalmente incolpevoli e i totalmente colpevoli. Tra chi non se lo meritava proprio e chi se la merita tutta.
Perché il Vangelo è gratuità, è slegato dal merito, perché se pensassimo al merito nessuno di noi si salverebbe.

C'è qualcosa di profondo, in questa connessione del male con il bene.
Il male confina, col bene, in un certo senso. Oppure: il male dà la possibilità di fare del bene grande.

Il perdono viene dopo un male.
Tra le onorificenze proposte da Mattarella, tante riguardano gli ammalati (qui a Brescia conosciamo bene Astutillo Malgioglio).
Per esperienza personale, so che una delle esperienze di Vangelo più forti l'ho vissuta durante il mio breve periodo di (minimo) volontariato in carcere.

E' grandiosa questa capacità di Dio di scrivere dritto su righe storte, utilizzando le mani degli uomini.

sabato 13 novembre 2021

Cattolici in politica, meno che mai

Faccio seguito al mio precedente post sulla questione del rapporto tra cattolici e politica - che nel frattempo è finito su Voce Amica.
Scrivevo:

tutte le ricerche mostrano che il comportamento degli elettori cattolici non si discosta in media da quello dell'elettorato in generale.

Avevo in mente ricerche come questa, che citai a suo tempo, ma ce ne sono molte e tendenzialmente univoche. L'essere cristiani non è un tratto distintivo nella cabina elettorale, ovvero non c'è più una particolarità cristiana per la politica.

Devo correggere parzialmente questa idea: essa è valida e vera dalla parte dell'elettorato attivo.

Se pensiamo all'elettorato passivo, mi è venuto in mente che entrambi gli ultimi Parlamenti avevano stabilito dei primati quanto a età, presenza femminile, ricambio. Questo in seguito agli exploit del M5S e (per il 2013) alla pattuglia di "civici" montiani.
Ebbene: quanti cattolici sono entrati in Parlamento? Quanti giovani politici visibilmente cattolici ci sono tra queste matricole?

A me non ne viene in mente nessuno.

Se i cattolici votano come la popolazione generale, sembra che si candidino ancora meno.
Una disaffezione, un rifiuto che interpella le scelte e l'atteggiamento della Chiesa negli ultimi decenni (senza dimenticare le responsabilità storiche dei politici cattolici, che però ormai datano decenni addietro).

Serve un partito cattolico, dirà qualcuno. Però non si può non notare che alcuni ci hanno provato, tra varie sigle popolari, democristiane, centriste, dai vari spezzoni dell'UDC alle peregrinzioni di Rotondi, da Lupi a Mauro, da Lorenzin a Demos.
Nelle urne, questi progetti sono sempre risultati marginali. E qui si torna al sostanziale disinteresse dell'elettorato cattolico per un voto che sia "cattolico".

Ma se non ha funzionato il partito (la "trappola del contenitore", la chiama Roberto Rossini sull'ultima Voce del popolo), non ha funzionato neppure l'essere "lievito" nelle parti, come si è detto più volte nella diaspora.

Il partito più giovane, quello nuovo, non è fecondato per nulla del pensiero cristiano.
Un po' per "colpa sua", in effetti in origine aveva modi e istanze molto poco compatibili con questo, ma è poi così vero? L'attenzione alla povertà e all'ambiente non sono così distanti, tant'è vero che Caritas e Alleanza contro la povertà (di cui lo stesso Rossini è portavoce) si sono espresse a favore del cosiddetto reddito di cittadinanza.

Ma un po' anche per "colpa" dei cristiani, che ormai gravitano così lontano dall'agire politico (leggi: dalle candidature, ma anche da tutte le strade nei corpi intermedi che alla fine possono sboccare in una candidatura) che finiscono per essere completamente assenti da quel tipo di ambienti, perciò quando si creano movimenti e - prosaicamente - si scrivono le liste non ce n'è nessuno nei paraggi.
La rappresentanza è affidata quindi a "portabandierina" (nel senso: gente che serve a piantare una bandierina) come Pillon.

mercoledì 10 novembre 2021

Commissione d'inchiestahahaha

Scopro che il parlamento ha istituito una commissione di inchiesta sul Covid e sulle relative politiche.

Ora, se io penso alle commissioni di inchiesta, mi vengono in mente quelle sulle stragi, sulla P2, cose serie, insomma.

Anche il Covid è una cosa seria, serissima. Ma la commissione in questione no: il suo raggio d'azione è stato limitato, con emendamenti presentati da PD, M5S e Lega, al 30 gennaio 2020.

Praticamente una presa in giro, una commissione che dovrebbe indagare dall'Italia su quel che è successo in Cina.

Sorvolando invece su quel che è successo in Italia. Con tutto che io sono piuttosto fatalista, è una cosa epocale che ha travolto tutti, per la prima ondata si sarebbe potuto correggere qualcosina ed è sacrosanto che i parenti delle vittime si facciano sentire, ma sono dell'idea che non sarebbe cambiato molto.

lunedì 25 ottobre 2021

Una di tanti

Ho assistito alla beatificazione di suor Lucia Ripamonti.

Lo speciale su di lei della Voce del Popolo, che non riesco a rintracciare in rete, apre con la testimonianza della madre superiora: "Non ha lasciato scritti, vive nel ricordo della sua umiltà e devozione".

Mi ha fatto molto piacere leggere questa cosa, che la avvicina a tantissimi santi della quotidianità, che ognuno di noi conosce. Persone di cui non abbiamo il minimo dubbio che siano in Paradiso. Persone dalla santità feriale, padri e madri, non per forza eroi o dottori della Chiesa.

Quel che diceva santa Teresa di Lisieux dei suoi genitori, "più degni del cielo che della terra".

martedì 19 ottobre 2021

Sulle amministrative

Sono passate anche le elezioni amministrative, e con esse è arrivata una battuta d'arresto per il centrodestra. O meglio, per la destra.

Il centrodestra entrava con 7 capoluoghi, ne ha mantenuti 4 (Pordenone, Trieste, Novara, Grosseto).
Il centrosinistra entrava con 9 capoluoghi, ne ha 15, 3 presi al centrodestra (Savona, Isernia, Cosenza), 3 presi al M5S (Torino, Roma, Carbonia).

Una sconfitta difficile da interpretare, per il duo Salvini-Meloni. Da una parte, sono descritti come i vincitori annunciati delle prossime elezioni politiche, e i sondaggi vanno in questa direzione. D'altra parte, già da tempo era chiaro che Bernardo a Milano non aveva possibilità e che Michetti a Roma non era il favorito.

Non è una novità che le città vadano bene per il centrosinistra. C'è un atavico problema nel presentare buoni candidati: alla tradizionale maggiore abitudine al radicamento e alla partecipazione della sinistra si è aggiunto un fatto nuovo, collegato all'eclissi dei moderati.

Il voto di destra a Salvini e Meloni, generalizzando, è una cosa "di pancia", che fai nel segreto della cabina ma che in fondo in fondo ti fa vergognare un po', pubblicamente. Se c'è da metterci la faccia, candidarsi, fare politica attiva, in pochi ce la mettono. Succedeva così anche con Berlusconi, ma ora di più.

Se non ti vergogni delle tue posizioni, e magari fai parte di quelli che chiamano Salvini "capitano", allora sei un Michetti, uno non all'altezza di venire candidato ed avere successo, uno con un background social da brividi.

Non è un segreto che Salvini e Meloni non abbiano classe dirigente.
Il resto della destra "moderata" è sparita, annullata man mano che Silvio si è fatto più impresentabile e poi meno influente.
Quello che poteva essere un centrodestra moderato ormai gravita dalle parti del PD (ricordiamo che Scelta Civica è finita nel PD...) o è in diaspora centrista.

Per quanto detto sopra sulla "pancia" e la vergogna, però, non è solo un problema di persone: il problema di avere idee estremiste e presentarle in un certo modo influisce sull'allontanamento della classe dirigente, se non dei voti. E' un po' un circolo vizioso, quindi.

Questa sconfitta, più nell'entità che nel conteggio delle città, può senz'altro influire sulla percezione del dinamico duo come vincitori annunciati, sul momentum.

Ma verso le politiche, fra due anni, può cambiare un mondo. C'è in mezzo l'elezione del Presidente della Repubblica, due anni di logoramento di Salvini con Draghi al governo, chissà se Forza Italia ci sarà ancora... la partita è tutta da giocare.

Nel 1993 la sinistra vinse praticamente in tutte le grandi città, Roma, Torino, Palermo, Venezia, Genova, Napoli, e poi come andò la gioiosa macchina da guerra nove mesi dopo?
Nel 2011/12 il centrosinistra strappò più di 10 capoluoghi al centrodx, tra cui Milano, Cagliari, Trieste e persino Como e Monza, e confermò Torino, Genova e Napoli. Poi come andò nel 2013 alle politiche?

Parliamo di due sport diversi.
Il centrosinistra va sempre meglio alle amministrative che alle politiche, il centrodestra il contrario.

Inoltre, a parere mio tutte le ultime elezioni (politiche, europee, ma in parte anche il dato sull'affluenza di queste ultime amministrative) indicano che c'è un'ampia disponibilità a un voto di pancia.
Questa cosa mi inquieta anche un pochino.


venerdì 15 ottobre 2021

Gesù contro la privacy

 Luca 12,3:

Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.

Praticamente una casa di vetro... Le autorità europee vieteranno questo passaggio perché contrario al GDPR...

mercoledì 13 ottobre 2021

Meno due al Green Pass

La decisione di imporre il possesso di certificazione verde per lavorare non sembra aver avuto un grandissimo effetto, visto che ci sono a spanne il 10% di lavoratori non vaccinati. A questo punto potrebbero esserci anche problemi con i tamponi: ce ne saranno abbastanza? Già oggi molte farmacie sono saturate con quelli degli insegnanti...

Di fronte a questa situazione, l'ex-Ilva di Taranto ha annunciato una convenzione per fonire tamponi gratuiti ai suoi dipendenti non vaccinati. Cito dall'articolo:

Sono 1.600 su un totale di 8.200, gli operai che non sono in possesso di green pass.
“L’azienda si farà carico dei lavoratori non vaccinati che potranno effettuare il tampone dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20 e domenica dalle 9 alle 14 nella farmacia Clemente nel rione Tamburi”

Visto che ogni tampone vale due giorni, sono 800 tamponi al giorno in 12 ore. Una catena di montaggio, quella farmacia. Per non parlare dei costi.

L’azienda ha precisato ai sindacati che tutti i lavoratori che “hanno inviato il green pass avranno accesso regolarmente attraverso un varco riservato mentre per tutti coloro che hanno il green pass provvisorio, ovvero a seguito di esecuzione tampone, entreranno da un altro varco”.

Questo contraddice tutto il dibattito pregresso riguardo alla privacy delle scelte vaccinali. Sono stupito che si metta così nero su bianco e coram populo una violazione a tutto quel che ci si è detti finora e per cui nelle scuole si è addirittura pensato un software apposta.

E' ovvio che per i sindacati vale di più la gratuità della privacy, e credo che nessuno solleverà obiezioni per quieto vivere, una volta che sono d'accordo le parti... Legalmente non so come possa funzionare.
Forse i problemi sollevati dal garante della privacy non sono legalmente vincolanti, e magari perché il sistema sia dichiarato illlegale c'è bisogno di qualche denuncia da parte di qualche lavoratore, cosa che vedo molto improbabile.

Un'altra osservazione riguarda il numero dei non vaccinati in quella situazione: 1600 su 8200 sono tanti, uno su 5.
E' vero che a Taranto una certa sfiducia nell'autorità pubblica per quel che riguarda le questioni sanitarie può considerarsi giustificata.
Quando si parla dei danni a lungo termine degli errori che minano il rapporto tra Stato e cittadino, ecco un esempio plastico.

lunedì 11 ottobre 2021

La formazione politica

All'inizio di ottobre si è tenuta un'ampia tornata di elezioni amministrative. L'affluenza è stata molto bassa, pari al 55%, in calo di quasi 7 punti rispetto alle amministrative precedenti. In molti Comuni si è recato a votare meno del 50% degli aventi diritto.
Nel bresciano, il voto ha interessato 2
6 Comuni, in 22 di questi l'amministrazione uscente è stata confermata.
In molti Comuni si è faticato a trovare dei candidati sindaco. Il numero di Comuni al voto con una sola lista è stato così alto (217 su 1340, uno su sei) che si è dovuto intervenire per legge per abbassare il quorum di votanti richiesti per la validità dell'elezione in questi casi (dal 50% al 40%) per non lasciare troppi Comuni in mano ai commissari.
Anche le grandi città non sono state esenti da questa fatica: in politica come nello sport vale l'adagio per cui “chi vince festeggia, chi perde spiega”, e tra le spiegazioni date nel campo del centrodestra per il risultato deludente c'è stata la fatica nell'individuare i candidati sindaci.

Tutti questi segnali confermano la tendenza ormai decennale alla disaffezione dei cittadini verso la politica. Non si va più a votare, e nemmeno ci si candida più. Molte persone, semplicemente, non ne vogliono sapere.

Questa situazione interpella anche la comunità cristiana. Da decenni ormai c'è una diffusa disaffezione dei cattolici per la politica; tutte le ricerche mostrano che il comportamento degli elettori cattolici non si discosta in media da quello dell'elettorato in generale.
C'è una sorta di “crisi delle vocazioni”, un po' come quella che investe i preti. Una crisi che investe due vocazioni al servizio alla comunità, seppure in modi profondamente diversi tra loro. 

Ciò nonostante, i politici più apprezzati, Mattarella e Draghi, sono di matrice cattolica: il primo dalla DC, del secondo ci è stato ampiamente raccontato il retroterra delle scuole dai Gesuiti. Ma questi politici, così apprezzati, hanno anche una certa età, provengono da scuole politiche “di una volta”. La sensazione è che si sia “perso lo stampo”.

E' noto che il declino dei partiti tradizionali ha portato con sé anche le scuole di formazione politica, come la celebre scuola delle Frattocchie del PCI. In ambito cattolico resistono alcune meritorie esperienze in ambito associativo, come le scuole delle Acli sull'amministrazione del bene comune, dal taglio piuttosto “tecnico”; ma altre esperienze un tempo feconde, come l'AC il sindacato, sono più in difficoltà su questo versante.

Uscendo dall'ambito associativo, la Diocesi ha portato avanti, sotto varie forme, per una decina di anni, l'esperienza della Scuola di formazione all'impegni sociale e politico. Un'esperienza piccola nei numeri, ma soddisfacente per chi ha partecipato e anche formativa: dalle sue fila sono passati giovani poi impegnati in ambito amministrativo o associativo, compresi un paio di sindaci. Anche la diocesi è però impegnata in un'operazione di ripensamento su questo tema.

Ma la formazione non serve solo a chi vuole fare il sindaco, o a chi vuole imparare a redigere un PGT. La formazione serve ai cristiani per avere più strumenti per interpretare il mondo in cui viviamo, per vivere con “in una mano la Bibbia e nell’altra il giornale”, come diceva il teologo protestante Karl Barth, e come ci ha ricordato anche il nostro parroco al momento dell’ingresso.

venerdì 1 ottobre 2021

Mala giustizia

Questa storia dovrebbe finire nelle scuole, in televisione, dovunque.

Su Huffington Post Alessandro Barbano racconta la storia di Rocco Femia, sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, arrestato per mafia e assolto in Cassazione dopo milleottocentottentasei giorni trascorsi in carcere.

Un affresco spietato di cosa può essere la malagiustizia in Italia. "Mala" anche solo per i tempi.

Il sottoscritto è convinto che ogni singola assoluzione sia un vulnus per chi è stato sottoposto a processo. Figuriamoci dopo esperienze così lunghe e comprensive di carcerazione.
Naturalmente non si può pensare di andare sempre a colpo sicuro, ma ciò non toglie che si dovrebbe cercare di ridurre al minimo le indagini temerarie e l'uso del carcere.

Con opportune conseguenze al terzo, quarto, quinto, ventesimo caso riconducibile allo stesso giudice.

giovedì 23 settembre 2021

Referendum digitali

Una delle notizie di questo periodo è il successo delle raccolte di firme con identità digitale per i referendum su eutanasia e cannabis. In realtà solo il secondo ha avuto una raccolta digitale preponderante, mentre sul primo la raccolta digitale si è aggiunta a un buon successo anche ai banchetti fisici.

La raccolta digitale è stata autorizzata con un emendamento passato sotto traccia e proposto dal radicale Riccardo Magi. Tra i molti commenti, scelgo un agile tweet.

 
C'è del vero, potenzialmente, in questo commento. Anzi, considerato come è anestetizzato il lavoro del Parlamento, svuotato dall'azione governativa e dalle tantissime fiducie poste sui provvedimenti, ci sono buone probabilità che questa modifica sui referendum sia davvero la cosa più incisiva fatta dal Parlamento.

Però aspetterei per valutare la reale efficacia, al di là dell'ampia discussione sul numero di firme da raccogliere o sull'opportunità dello strumento referendario: c'è sempre il grosso scoglio del quorum.

Se ci avviassimo verso una nuova stagione di frequenti referendum, favoriti dalla raccolta firme digitale, ma questi andassero largamente disertati come capita quasi sempre, sarebbe un pasticcio sotto parecchi punti di vista (delegittimazione dello strumento, ulteriore disaffezione dei cittadini, delegittimazione delle leggi continuamente sottoposte a quesito, costi).



venerdì 17 settembre 2021

Tutti controllori!

Il decreto sul certificato verde per lavorare è arrivato, ed è probabilmente il più restrittivo del mondo.

Nei giorni scorsi si discuteva, era dato per certo per i dipendenti pubblici e per chi sta a contatto col pubblico. Per i lavoratori nel privato si stava ancora discutendo.

E' arrivato per loro, e addirittura per gli autonomi. Per tutti.

Resto della mia idea, già espressa: non sono contrario all'utilizzo limitato del certificato, ma man mano che si espande l'utilizzo, allora è meglio - e meno ipocrita - l'obbligo. Già sui ristoranti eravamo al limite, ora abbiamo decisamente passato il punto di equilibrio tra le due situazioni.

Questa nuova misura, inoltre, ci fa diventare tutti controllori.

Siamo passati attraverso le seguenti condizioni:

  • i ristoratori devono controllare se hai 18 anni per darti la birra (eccezione limitata a una categoria e a una parte molto minoritaria del loro lavoro e della clientela)
  • i ristoratori devono controllare il green pass a tutti (100% della clientela)
  • i cittadini devono controllare che l'idraulico/pittore/artigiano/badante abbia il green pass (tutti controllati, tutti controllori).

Si sta perdendo la nozione della differenza tra regola ed eccezione. La prima (lo Stato che delega il controllo di una legge ad alcuni cittadini) era una eccezione. L'ultima è una regola generalizzata.
Io mi aspetterei che se lo Stato impone una regola, poi dovrebbero essere cavoli suoi farla rispettare. Io cittadino al massimo sporgo denuncia, ma non sono mica obbligato a farlo.
Questo dovrebbe tra l'altro limitare l'imposizione di regole non controllabili (cosa invece avvenuta molte volte in questo anno e mezzo).
Invece lo Stato scarica il barile sul cittadino. Geniale!

Brunetta è stato molto onesto, al riguardo: "Dove c'è una porta, c'è un controllo".* Questo approccio mi pare deresponsabilizzante per lo Stato e senza la minima valutazione di costi/benefici e opportunità, ma lui almeno è stato onesto e non ciancia di green pass per difendere la libertà.
En passant, ricordiamo che Brunetta appartiene a un partito che si definisce liberale.

E molte reazioni sono "Embé? a me non interessa, io sono a posto, i miei colleghi sono tutti vaccinati, a me non disturba, il problema non mi riguarda". Tutti ragionamenti a cui è meglio non abituarsi, perché se applicati in altri ambiti sono pericolosi.

Per forza poi gli svalvolati parlano (a vanvera) di "delazioni" e "stelle gialle", gli si offre il fianco, con questi atteggiamenti.

* Tra l'altro, se la logica è questa, non capisco perché non sia richiesto il lasciapassare a scuola. E' un posto controllabile, per cui già ci sono obblighi vaccinali, con molte persone ammassate e per cui il vaccino potrebbe essere utile a diminuire le giornate perse. Sarà perché, come dicevo ieri, la priorità è economica?

giovedì 16 settembre 2021

Pandemia generazionale

Così arriva l'obbligo di certificazione verde per lavorare.

Non ripeto quanto ho già scritto in altri interventi (sintesi: per me è una misura esagerata, a questo punto meglio un obbligo vero che uno camuffato).

Noto però che si insiste con provvedimento che riguardano soprattutto giovani e adulti e non toccano pensionati e anziani. Era già stato così con la prima versione del green pass, quello agostano obbligatorio per le attività ricreative come ristoranti e parchi di divertimento.

Riprendo una cosa che avevo già scritto: un giorno dovremo pur riflettere sulla gestione "generazionale" di questa pandemia.
Abbiamo chiuso tutto per tutti per preservare in primis gli anziani.
Una volta arrivati i vaccini abbiamo dato la precedenza agli anziani, ed era doveroso.
Ora le restrizioni e le "spinte" a vaccinarsi si concentrano su giovani e adulti e toccano poco gli anziani  non vaccinati. Che sono relativamente pochi, ma per i quali non si fa nulla. Mah. Per loro sì che servirebbe l'obbligo, altre possibili "spinte" non mi sovvengono.
Nel mentre i più giovani continuano a perdere giorni di scuola per via delle regole penalizzanti sulle quarantene, che non vengono cambiate (se non di pochi giorni) nonostante i vaccini.

Comincio a pensare che la vera priorità, ormai, non sia più quella sanitaria (avere pochi morti, tenere liberi gli ospedali) ma quella economica (far funzionare le fabbriche e le attività senza interruzioni). Basterebbe dirlo, per onestà...


mercoledì 1 settembre 2021

Chi ha paura dei no vax (ancora sul certificato verde)

Da oggi è entrato in vigore l'obbligo di certificato verde esteso a varie attività, sempre più essenziali, come i treni a lunga percorrenza.

Aggiungo un pensiero a quanto già avevo articolato qui e qui. Questa riflessione scaturisce - strano a dirsi - da un articolo dei Wu Ming, che in mezzo a molte posizioni discutibili fanno notare una cosa: il certificato verde non viene usato solo per consentire ai vaccinati di avere più libertà rispetto a quando il vaccino non c'era (cosa che accade per esempio con lo stadio: prima non ci poteva andare nessuno, ora i vaccinati sì e i non vaccinati no, come prima), ma anche per imporre più limitazioni. Un vaccinato da oggi può prendere un treno a lunga percorrenza, cosa che poteva fare né più e né meno anche in primavera; mentre un non vaccinato perde questa possibilità che prima aveva.

Questa mi pare una differenza sostanziale: il vaccino dovrebbe migliorare la vita a chi lo fa, non essere indifferente a chi lo fa e peggiorare la vita a chi non lo fa.

Io non sono contrario alle differenziazioni tra vaccinati e no, ma in senso premiale per i primi, non punitivo per i secondi, specie man mano che queste punizioni si ampliano fino ad arrivare a toccare ambiti delicati e fondamentali come il lavoro.

Anche perché continuo a credere che queste punizioni non siano per nulla necessarie: la campagna vaccinale è andata bene finora. Era così utopico pensare di gestire la situazione come lo scorso anno, fidando nei vaccini, come fanno nel Regno Unito, come faranno in Danimarca e pure in Irlanda, da previsioni? Eventualmente si possono prevedere per i vaccinati limitazioni meno forti: in zona arancio al vaccinato si applicano le limitazioni di zona gialla (quindi potrà andare al ristorante e fuori dal comune), in zona rossa da arancio.

I cosiddetti no vax sono davvero una tale minaccia? Guardiamo anche alle prime pagine di oggi.

Corriere: "Assalti no vax, stazioni blindate".
La Stampa: "Violenza no vax, tolleranza zero".
Il Giornale: "Escalation di violenza - Pandemia no vax".
Il Resto del Carlino: "Polizia nelle stazioni contro i no vax".
Domani: "La violenza no vax di oggi affonda in anni di propaganda Lega-5 stelle".

Invece pare che sia tutto tranquillo.
Ha senso fare titoli del genere - tutti strillati come titolo principale - prima che succeda alcunché?

Non è che questi no vax in realtà sono quattro gatti rumorosi sulla rete, ampiamente sopravvalutati e presi come capro espiatorio?

sabato 28 agosto 2021

Sono iniziate le Paralimpiadi

Come sempre, un bello spettacolo di integrazione.

Però evidetrei di attribuire troppa importanza a questa manifestazione. Si cammina su un crinale stretto.

Lo dico o non lo dico? Lo dico.
Io sono scettico sullo sport paralimpico di alto livello.

Ottima cosa che i disabili facciano sport. E' un modo d'integrazione e di recupero psicofisico.
Buona cosa che ci sia chi si occupa di questa attività (il comitato paralimpico).

Sono scettico su questa sorta di "equiparazione" tra gare per normodotati e per disabili, con tanto di Olimpiadi parallele, medaglie, inni, dirette tv eccetera. Mi pare che si trascuri il valore tecnico-competitivo di queste gare, che non può che essere bassissimo, e non solo per la disabilità dei partecipanti, ma anche e soprattutto per una serie di altri fattori, riassumibili in uno: il campo partecipanti limitatissimo.

Limitato perché, per fortuna, i disabili sono una percentuale minima della popolazione. Inoltre vengono divisi (giustamente) in mille categorie, perciò se alle Olimpiadi ci sono 2 gare dei 100 metri (maschi e femmine), alle Paralimpiadi ce ne sono almeno 10.

E non mi si dica che anche nel taekwondo alle Olimpiadi il campo partecipanti è ristretto: c'è proprio una differenza di fondo nell'accessibilità alla gara: io se voglio posso mettermi d'impegno, cercare una palestra, imparare il taekwondo e provare ad accedere agli alti livelli. Bravo chi lo fa e chi ci riesce. Invece se non mi rompo una gamba non potrò scegliere di accedere a una Paralimpiade.

Queste sensazioni sono secondo me confermate dal fatto che ogni volta che c'è una competizione  - anche qui a Tokyo - si battono record su record, e che campioni ipermedagliati smettono improvvisamente di vincere non appena appare un altro concorrente più "fenomeno" ancora.
Questo vuol dire che i record precedenti e le sfilze di medaglie precedenti valevano relativamente, basta che si amplii il campo partecipanti che un supercampione non è più tale.

E non auspico che lo sport paralimpico si professionalizzi ancora di più: quando guardo le gare non posso non pensare che l'assegnazione delle categorie è troppo importante. Se diventasse un movimento "ricco", ci sarebbero mille polemiche per certificati medici compiacenti, atleti che scalano categorie per gareggiare contro gente "più disabile" eccetera. Già qualche mugugno c'è adesso per alcuni accoppiamenti di categorie.
Casi Semenya moltiplicati per mille, perché finora abbiamo solo una categoria "protetta" (cioè con dei requisiti fisici d'accesso), alle Olimpiadi, cioè le gare femminili. Passeremmo ad avere mille categorie, con espedienti per farsi assegnare a categorie più favorevoli.

Bene finché resta un gioco. Bene finché resta una terapia, un passatempo, un hobby, una passione.
Ma l'agonismo di livello olimpico, per me, è un'altra cosa.
Quindi stiamo attenti alle equiparazioni. Questi campioni fanno il meglio che possono, come i campioni olimpici; ma trattarli per questo alla pari di un campione olimpico mi pare a rischio ipocrisia, si rischia di "fare finta" di non vedere la lunga serie di asterischi che le prestazioni paralimpiche si portano dietro.

lunedì 23 agosto 2021

L'Italia illiberale

Ok, il titolo è un po' forte, è un riassunto molto estremizzato.

Mi è passato sott'occhio questo testo di Gianfranco Rotondi, vecchio volpone centrista e berlusconiano. Dice molto, secondo me: un'Italia liberale, davvero, non l'ha mai voluta nessuno.
Il corpaccione elettorale (legittimamente) non è interessato a questi argomenti, vuole più una difesa delle proprie posizioni, magari additando i privilegi altrui ben prima dei propri.

Da ricordare anche per i mille partitini che inseguono le supposte praterie di centro "liberale".
Per un periodo ci sono stati i partitini che cercavano di rifare la DC e inseguire il miraggio del voto cattolico. Tutte le varie denominazioni dei popolari, Follini, Mauro, Demos, Rotondi stesso, le scissioni UDC, Lupi.

Ora questi partitini non ci sono neppure più, ennesimo segno di quanto i cattolici siano ininfluenti in politica; il centro "liberale" è nominalmente concupito dai vari Renzi, Calenda, Fare, Toti, Più Europa e quant'altro. Per un totale di qualche punto percentuale.

venerdì 13 agosto 2021

Traditionis custodes

Due parole sulla Messa in latino, su cui è arrivato il motu proprio Traditionis custodes, che la limita fortemente, con l'intenzione di portarla all'estinzione, direi, visto il divieto di celebrarla in chiese parrocchiali e di aggiungere in futuro nuove comunità a quelle che già la praticano.

Ammetto che sull'argomento mi ero abbondantemente sbagliato. Quando papa Benedetto rimosse le precedenti limitazioni con la Summorum pontificum pensavo che fosse un contentino lasciato a qualche anziano prete preconciliare, che poteva dir Messa come nella sua tradizione senza chiedere per forza il permesso. Pensavo che la cosa sarebbe andata a morire da sé, che se all'inizio (subito dopo la riforma liturgica) era necessario tenere le briglie ben salde e far abituare la gente e soprattutto i preti alla nuova Messa, dopo tanti anni nessuno si sognasse più di tornare al rito antico, e non fosse necessario accanirsi.

Invece ho visto nascere (relativamente) tante celebrazioni tradizionaliste, frequentate anche da (relativamente) tanta gente, anche giovane.
Con "relativamente" intendo che non sono assolutamente tanti come sostengono i tradizionalisti, ma sono più dei quattro gatti a cui pensavo io.

Visto che io sono l'ultimo dei peccatori, mentre il Papa è il primo degli stessi (si scherza), dubito che in Vaticano potessero essere ingenui come me, e dubito che non avessero messo in conto ciò che è successo.
Forse però la situazione è scappata di mano pure a Benedetto: posso capire che a lui magari la Messa antica non dispiaccia, ma non posso credere che il Papa avrebbe approvato l'uso della stessa come clava per esprimere dissenso dalla Santa Sede, come è successo.

Papa Francesco si trova quindi ora a disciplinare la situazione nel senso di quello che io pensavo essere l'intenzione iniziale, lasciar fare a chi l'ha sempre fatto, accompagnando la fine delle messe in latino*; ma dopo questi 14 anni la cosa assume una piega molto più divisiva, essendo diventata la Messa di rito antico una bandiera in tanti casi separatista. Col massimo rispetto per quei fedeli che invece la preferiscono pur sentendosi in casa nella Chiesa post conciliare, è purtroppo innegabile che per alcune rumorose fazioni sia così.

La cosa che non mi è piaciuta del motu proprio è il parallelo con l'azione di Pio V, che soppresse i riti più nuovi mantenendo solo quello antico. Qui è il contrario, non si può far passare come la stessa cosa...

* Tra l'altro la Messa in latino viene regolarmente celebrata anche con il messale di Paolo VI, basta andare in Duomo la domenica mattina. E' consigliata in tutte le chiese cattedrali, per mantenere un segno di unità universale.

martedì 10 agosto 2021

Memoria collettiva, e ingannevole

In questi giorni di riposo mi è capitato sott'occhio questo articolo sul rogo di Primavalle.

Conoscevo l'accaduto, ma non sapevo che ci fosse stato un "depistaggio" dell'opinione pubblica da parte dell'estrema sinistra:

Si arrivò persino alla pubblicazione di un libro, edito da Savelli, Primavalle, rogo a porte chiuse in cui, con tesi fantasiose, si sosteneva che mandanti ed esecutori del rogo fossero da cercare appunto all’interno della sezione del MSI Giarabub. Disse anni dopo Lanfranco Pace, importante esponente di Potere Operaio: «Fummo costretti ad assumere le difese di Lollo, Grillo e Clavo nonostante la loro colpevolezza e così montammo una controinchiesta. Perché? Perché non c’erano alternative. Non ricordo tanta comprensione né tanta solidale vicinanza come quella volta che predicammo il falso».

Questa cosa mi ha impressionato. La casa editrice Savelli, se non sbaglio, è la stessa che già nel 1970 aveva pubblicato Una strage di Stato, sulla strage di piazza Fontana, coniando il fortunato epiteto.
In quel caso ci "presero" decisamente di più.

Perché l'opinione pubblica è così disposta a credere che ci sia sempre qualcosa di non detto, di diverso dall'ufficiale e dall'evidente? Non lo so, credo di aver già scritto qualcosa sull'attitudine al complottismo, rimane una cosa per me inspiegabile.
Se si tratta della "strage di Stato", lo Stato italiano ci ha messo del suo per decenni nel rendersi tendenzialmente inaffidabile, ne parlavo anche l'ultima volta riguardo al certificato verde.

Che i fascisti fossero inaffidabili e malvagi è una verità incisa nella memoria storica di questo Paese, ed è vero; ma ciò forse non basta per spiegare il favore che incontrò il depistaggio messo in atto da Potere Operaio. La sensazione che ne ho io è che ci sia anche un certo collegamento con l'occupazione delle casematte culturali, con un'intellighenzia che negli anni '60 e '70 era pienamente schierata.
Con l'idea che fosse chiaro chi erano i buoni e i cattivi.

Saltando quasi di palo in frasca, mi chiedo se non ci fossero motivi politici - non di destra o sinistra, stavolta, ma di politica estera - dietro il fatto che la più grave strage terroristica in Italia dopo Bologna sia stata rapidamente archiviata, e non viene mai ricordata da nessuno.

Parlo della strage di Fiumicino. Leggendo qualcosa il 2 agosto, nell'anniversario della strage di Bologna, mi sono imbattuto in questa osservazione. Io ricordavo vagamente la strage, ma ero convinto che fosse un episodio "minore" anche come numero di vittime, pace all'anima loro.
Invece ci furono 34 morti. Senza contare quelli dell'attentato del 1985, con altre 13 vittime.

Questi eventi non hanno grandi misteri, se ne conoscono gli attentatori (palestinesi) e a grandi linee i motivi.
Questi eventi non hanno associazioni di familiari, non hanno targhe commemorative, non giornate della memoria.

La quale memoria collettiva è evidentemente molto, diciamo, suggestionabile.

venerdì 6 agosto 2021

Ancora sul green pass

Oggi entra in vigore il decreto sul green pass.

Noto che nell'annuncio di due settimane fa si erano fissati i seguenti punti:

  • obbligo dal 6 agosto
  • regolamento sui controlli da promulgare (scritto nero su bianco)
  • tamponi a prezzo calmierato

Oggi, primo giorno di applicazione, la parte richiesta ai cittadini è implementata, quelle in capo allo Stato ancora non sono pronte: nessun regolamento per i controlli (spettano ai titolari degli esercizi, va bene, ma le modalità, gli eventuali limiti e il trattamento privacy non sono chiari) e un protocollo per tamponi a prezzo calmierato firmato solo ieri, solo per le farmacie aderenti, di cui non c'è ancora l'elenco.
Insomma, non so stamattina quanti hanno potuto davvero fare il tampone calmierato.

Questa asimmetria tra i doveri del cittadino e quelli dello Stato, pronto a chiedere ma ritardatario sulla sua parte, è una brutta cosa e contribuisce a rovinare la fiducia degli italiani nelle istituzioni.

Altre due osservazioni: Macron ha garantito tamponi gratuiti, non a 15€, finché non saranno arrivati vaccini per tutti. E' una cosa ben diversa.
Inoltre in Francia l'obbligo di certificato verde ha una scadenza (in autunno, se non ricordo male). Al 99% andrà prorogata, ma è importante che una data ci sia: il certificato verde non può essere la "normalità" per cose basiche come andare al bar.

Altra cosa che non sappiamo è fin quando sarà valido, il nostro green pass...

Insomma, a me sembra una norma scritta male, nella peggior tradizione italiana. Nonostante il cosiddetto "governo dei migliori"...

lunedì 2 agosto 2021

Lacrime

Ieri Tamberi e Jacobs, oggi Vanessa Ferrari.

Non piangevo così da quando ero neonato, credo.

Che belle scene, "Can we have two golds?", il gesso di Tamberi, l'intervista in due da Elisabetta Caporale, Tilli che urla "Vince!" già ai 60 metri.

E poi Vanessa Ferrari!
Quanto se lo meritava! Lei classe 1990, Melnikova e Carey classe 2000.
La voce "Injuries" sulla sua pagina del sito ufficiale delle Olimpiadi è lunga un chilometro.
Ha scelto di non rischiare per l'oro, per me ha lasciato qualcosa con quella trottola malriuscita nella parte di collegamento, le diagonali parevano ottime. Ma con 0.4 di difficoltà in meno e una diagonale di meno devi essere praticamente perfetta per recuperare. il distacco dall'americana.
E' un argento guadagnato, l'americana doveva fare errori per stare dietro e non ne ha fatti, brava lei.
Bastava pochissimo per star dietro anche ai bronzi... Vanessa ha una testa d'acciaio: ormai con le gambe che si ritrova gareggia solo il minimo indispensabile, aveva due gare, l'ultima qualificazione a Doha e questa, senza possibilità di errore, le ha fatte entrambe al massimo.

Quanto all'olimpiade in generale, ero già contento prima, tante medaglie vuol dire tante squadre ad alto livello. Gli italiani hanno mostrato tantissime buone prestazioni e poche controprestazioni, segno di un ottimo lavoro di preparazione, finalmente anche da parte di nuoto e atletica che spesso mancavano.
Gli ori poi vanno e vengono, spesso la differenza è piccola.

Ma alla fine sono arrivati anche quelli, e col punto esclamativo.

E le lacrime...

venerdì 23 luglio 2021

Certificazione verde, che trovata

Così arriva l'obbligo di certificato verde, per un sacco di cose.

A me pare una decisione poco logica e prematura.

Poco logica perché è Draghi stesso a dirci due cose: i vaccini funzionano e la campagna vaccinale va bene, meglio che in altri grandi Paesi europei. Speranza ci dice che non ha più senso concentrarci sui casi, quanto sulle ospedalizzazioni, e che proprio in base a questo criterio tutta Italia resta zona bianca.
E però mettimo il green pass per cenare al ristorante.
Tra l'altro, se io sono vaccinato e del vaccino mi fido, perché dovrei preoccuparmi se ho dei non vaccinati in giro? Ok, un non vaccinato ha probabilità maggiori di essere infettivo e la protezione del vaccino non è il 100%, ma proprio questi ci dice che tutto il discorso sul vaccino efficace è legato alla statistica, e statisticamente - visto che di vaccinati ce ne sono molti in giro - posso anche pensare di accettare un lieve aumento del tasso di rischio per il vaccinato. Non stimo cercando il Covid zero, mi pare.

Prematura perché in Italia abbiamo vaccinato ad oggi 34.872.731 persone con almeno una dose dei vaccini a due dosi, più 2.264.639 con vaccino monodose. Fanno circa 37 milioni di persone coperte almeno parzialmente.
I vaccini non utilizzati sono ad oggi 4.627.055.
La platea vaccinabile consta di circa 53.4 milioni di persone. Ne mancano 16.3 milioni scoperte, e anche avendo inoculato il 100% dei vaccini senza neppure fare una seconda dose con tutti quelli non utilizzati resterebbero scoperte ancora 11.8 milioni di persone.
Supponiamo pure che nelle prossime settimane facciamo 500mila dosi al giorno, tutte prime dosi. Copriamo ancora 7-8 milioni di persone con il green pass? Restano fuori 4-5 milioni di persone che anche in teoria non hanno potuto avere nulla. In realtà, visto che ci sono le seconde dosi e che il vaccino AZ è bloccato per le fasce più scoperte, il numero di non vaccinabili al 6 agosto è verosimilmente più vicino ai 10 milioni.

Molti di questi 10 milioni sono pigri, restii, antivaccinisti, va bene. Ma non per tutti è così, e comunque non mi pare per nulla corretto imporre limitazioni pesanti (perché non è "solo" lo stadio o gli eventi di massa, parliamo di bar e ristoranti) prima che si siano neppure ricevute dosi per vaccinare tutti.
Si poteva pensare per settembre o ottobre, con preavviso: da metà settembre si fa così e cosà, affrettatevi.

Chi ne va di mezzo sono i giovani, per lo più.
Ultimi a vedere aperte le iscrizioni, hanno ricevuto anche messaggi riguardo alla possibilità di vaccinarsi in modo "flessibile", di scegliere le date compatibilmente con le ferie. Questo vuol dire anche dopo le ferie... e invece adesso gli si dice che gli menomiamo le ferie.

Tra l'altro c'è un certo ragionamento generazionale da fare.
Durante i vari isolamenti e quarantene abbiamo chiuso tutti per proteggere soprattutto i più fragili, gli anziani. Le restrizioni (svantaggi) le abbiamo subite tutti, non si è mai pensato di fare restrizioni mirate per età.
Una volta arrivati i vaccini abbiamo dato giustamente la priorità agli anziani. Quindi mentre lo svantaggio (lockdown) non è mai stato mirato, il vantaggio invece lo è stato.
Ora che abbiamo sistemato gli anziani, (tolti i ritardatari, per loro mal gliene incolga) che i giovani si arrangino, arriva una restrizione che di fatto riguarda soprattutto loro.
Quando invece si poteva agire al contrario: green pass solo per gli over 60, che hanno avuto tempo e occasioni per vaccinarsi. Per i più giovani se ne riparlerà a settembre.

Altro ragionamento che mi sovviene, guardando i numeri di cui sopra.
Fortuna che ci sono tanti non vaccinati in giro, così noi interessati abbiamo potuto vaccinarci in tranquillità... se tutti i vaccinabili fossero corsi a prenotarsi molti dei vaccinati attuali - che ora fanno la morale, "ben vi sta" - sarebbero ancora in coda. Dovrebbero ringraziarli, altro che fargli la morale.

Questo provvedimento si inserisce in una lunga scia di provvedimenti decisi dall'oggi al domani, arbitrari (ricordiamoci i confini amministrativi per le zone arancio...), difficilissimi da controllare. Ricordiamo che il certificato verde (il QR code) è collegato aun'identità, il barista ha l'autorità per controllare l'identità? E ne ha la volontà?
A me disturba, e in prospettiva preoccupa pure, questo adeguarsi con peana e applausi a quel che lo Stato decide che è un bene, anche da parte di soi-disant liberali. Dovuto, secondo me, al fatto che comunque la maggioranza è già a posto con il certificato verde, e della minoranza chi se ne frega...

In tutto ciò, nulla mi togllie dalla testa che stiamo seguendo pedissequamente Macron.
Male, caro Draghi, male: queste cose sono degne del Conte II
L'unica cosa che mi può venire in mente per spiegare una trovata così estemporanea è che si veda un calo drammatico delle prenotazioni per le prossime settimane (sarebbe pure Ferragosto, comunque) che noi "profani" non conosciamo - e che sarebbe il caso di rendere noto, se così fosse, per trasparenza. 

26/7: aggiungo due link interessanti, dal Post e dal Comitato nazionale di bioetica.

lunedì 12 luglio 2021

Campioni d'Europa!

Mai l'avrei pensato...

I quarti di finale erano l'obiettivo realistico, da lì in poi le squadre erano tutte superiori, almeno sulla carta.
Abbiamo giocato bene col Belgio, vincendo una partita equilibrata ma senza rischiare troppo.
Abbiamo battuto una Spagna sterile, che non avrebbe segnato nemmeno in due giorni prima di inserire Morata.
Abbiamo battuto l'Inghilterra andando in svantaggio.
Tutte e tre le volte abbiamo saputo gestire situazioni di difficoltà crescente (la forza dell'avversario, poi il gioco spagnolo straniante, poi la partenza ad handicap).
Tutte le volte abbiamo dimostrato testa.

Ottimo Mancini nel forgiare la squadra. Noto che ha incastrato quasi tutti i giocatori secondo le loro caratteristiche ideali.
Bonucci e Chiellini giocano centrali a quattro da anni, i terzini fanno i terzini nei loro club, l'attacco a tre permette alle nostre ali (Insigne e Chiesa) di giocare nel ruolo più congeniale.
Resta fuori il povero Immobile, che non è adatto a questo tipo di gioco, ma non è che Belotti sia meglio... un attaccante sarebbe utile. Immobile è il miglior attaccante italiano per il momento, senza dubbio, ma non è di livello internazionale ed è pure un pesce fuor d'acqua.
Se devo fare un appunto, mi pare che la gestione dei cambi sia stata discutibile. Inventare il "falso nueve" in semifinale e finale senza averlo mai provato in tre anni è un azzardo. Idem convocare Raspadori invece di Kean, trovarsi in carenza di numeri 9 e alla fine non provarlo neppure. Anche la predilezione per Toloi rispetto ad Acerbi mi è parsa strana. Ma sono dettagli.

Gli inglesi stanno come stavamo noi italiani nel '90. Manifestazione in casa, grande attesa, grande gasamento per le vittorie, un percorso tutto sommato facile, seppur con un gioco rivedibile. Era tutto apparecchiato, poi i rigori.
Southgate ha un che di Vicini, ha esitato a far giocare i giovani forti (Rushford, Jadon Sancho) e ha puntato sul mantenimento dell'1-0, sprecando l'opportunità di mettere sotto un'Italia che per 30' non ci ha capito molto.

L'Italia invece ha dato sostanza a quella serie di record pomposi ma fin qui vuoti di sostanza collezionati finora.
Grande Europeo di Chiesa, in crescendo; Barella ha corso tanto ma è arrivato in calando; Di Lorenzo una gradita sorpresa, così come Emerson nelle due ultime partite: un po' come Grosso nel 2006, il mese di forma della vita. Insigne alla fine ha fatto il suo, Donnarumma bravissimo, i centrali non parliamone. Jorginho non ho capito se è davvero insostituibile o se è un talismano. Berardi è partito forte per poi fare sempre più fatica man mano che il livello si è alzato, è il limite di stare al Sassuolo da una vita.

Questa formazione ce la ricorderemo a lungo, come le altre vincenti.

venerdì 25 giugno 2021

I gol in trasferta

La UEFA ha abolito la storica regola dei gol in trasferta.

La regola mi è sempre sembrata piuttosto casuale, con un 2-1 e uno 1-0 che sia sucesso uno su un campo e uno sull'altro mi è sempre sembrato un caso.
Fu messa per evitare ripetizioni e sorteggi. Serviva un criterio, si è scelto questo. Non è detto che fosse così razionale, è un criterio senz'altro pratico.

Non c'è dubbio che supplementari e rigori aumenteranno: prima capitavano solo con una coppia di risultati identici, ora capiteranno con un sacco di combinazioni di risultati. Non è detto che la cosa sia un male: a me piacciono, i supplementari. Spesso sono un altro sport, squadre lunghe perché stanche, schemi saltati... io trovo divertenti pure i rigori.

In effetti viene a mancare la situazione in cui un gol singolo cambia la qualificata. Prima in molti casi succedeva che finora passa la squadra A, la B segna e passa la B. Se non sbaglio con la nuova regola se prima passava A (quindi aveva un gol in più sul doppio confronto), se segna B al più pareggiano e vanno ai supplementari. Questo è un peccato.

Il rischio più grosso che vedo è un effetto "golden gol" sugli ultimi 10' del ritorno: la paura di subire un gol irrecuperabile porterà due squadre pari a giocare bloccate. Oggi questo succede solo con i risultati fotocopia.

Secondo me si troverà un qualche altro modo per dirimere la situazione, nel giro di un paio d'anni. Non escludo neppure che si torni alla regola dei gol in trasferta. Magari si potrebbe fare che solo i gol dal secondo in poi valgono doppio, si diminuirebbe l'effetto dei gollonzi casuali (e si aumenterebbero le facoltà di calcolo dei tifosi, oltre alle discussioni con le fidanzate digiune).

A latere, una cosa che mi è sempre frullata per la testa è: se si va ai supplementari, tiriamo prima i rigori, decidiamo chi vince in caso di parità e poi giochiamo i supplementari. Così vedremmo sempre 30' di assalto, in cui un singolo gol di una squadra cambia la qualificata. E' la situazione che succede ora negli ultimi minuti delle partite in cui una squadra è fuori ma ha bisogno di un singolo gol per passare, e la trovo divertente.

martedì 15 giugno 2021

Lo sport e la politica

Ho avuto modo di vedere la (brutta) trasmissione Rai sugli Europei di calcio.

La prima cosa che ho notato è stata la conduttrice, Danielle Madam. Non l'avevo mai vista prima, ho pensato: "sembra una debuttante". Si sente inoltre distintamente la dizione straniera, e a volte incespica con le parole (ieri sera ha detto che il padre di Mbappé è "radicalizzato" in Camerun, invece che "radicato").
Subito dopo le pause (servizi, eccetera) va meglio e si sente meno l'accento, come se avesse tempo di "preparare" la battuta. Poi nella diretta invece si vede che è impacciata, quando Lollobrigida le dà la parola deve sempre sollecitare platealmente voltandosi a guardarla e mettendoci un "vero, Danielle?". Inoltre infila spesso degli "eeeh" come intercalare, errore frequente per chi parla in pubblico da emozionato.

Cercando in rete ho capito chi è: pesista di origine camerunense, si è distinta per un commento al caso Suarez di qualche mese fa, evidenziando il diverso trattamento tra extracomunitari "ricchi" e "qualsiasi". E' effettivamente debuttante in televisione, su un programma di punta (per il periodo) della rete ammiraglia. Tremerebbero i polsi a chiunque.
Mi pare evidente che sia stata chiamata per "politically correct".

Però rischia fa più danno alla causa che altro.
Buttare una condutrice allo sbaraglio senza tempi televisivi, con l'emozione della telecamera, della platea, fa risaltare le sue difficoltà, anche di lingua e di accento. L'impressione che se ne ricava è che non sia 100% italiana, mentre l'intenzione forse doveva essere proprio l'opposto, mi par di capire.
Conoscendo il pregresso, posso rivedere il giudizio, ma non tutti sono tenuti a informarsi sul perché lei sia lì.
Si poteva fare una scelta migliore. Stando sull'atletica, mi viene in mente Fiona May, che almeno è lungamente rodata come personaggio pubblico e davanti alle telecamere.

Allargando il discorso, mi pare pericoloso usare lo sport per rivendicazioni politiche, specialmente di tipo razziale.

Nel 2018 fece un certo rumore la foto delle ragazze della 4x400, che vinsero i Giochi del Mediterraneo, con tanto di dichiarazioni di mnistri e Salvini. Tre delle atlete componevano anche la staffetta record italiano ai Giochi di Rio, e due contribuirono al record italiano indoor.


Nel 2021 il record italiano indoor è stato battuto da questa staffetta.

Naturalmente, per fortuna, nessuno ne ha fatto una bandiera politico-razziale.

I record sono fatti per essere battuti, legarsi a queste figure per fare politica espone al rischio che corse il regime fascista quando esaltava Carnera: prima o poi Carnera viene battuto.

Senza contare che proprio lo sport può dare adito a considerazioni che sembrano di buon senso, guardando i risultati, tipo "i neri corrono più forte".
Ma ragionamenti così sono scivolosi, perché assecondano l'idea di razze superiori in certi campi, e quindi perché non in altri (tipo l'intelligenza)?
Perciò è necessario prodursi in articoli controintuitivi come questo.

Senza contare il rischio di scegliere testimonial poi scomodi, come Balotelli.

Allargando il discorso oltre l'orizzonte razziale, lo sport evidenzia casi come quello della pesista neozelandese transgender che concorre con le donne. Contribuendo a evidenziare le contraddizioni (o apparenti tali) del movimento.

Insomma, lascerei lo sport al suo spazio. E' un mondo con le sue regole, le sue dinamiche proprie, non carichiamolo di significati politici.

sabato 12 giugno 2021

I vaccini, la responsabilità e l'azzardo morale

In questi giorni c'è di nuovo tempesta sul vaccino AstraZeneca dopo la morte di una ragazza ligure di 18 anni che aveva assunto il vaccino in un Open Day.

In realtà, già da fine maggio EMA aveva emesso una relazione che descrive il rapporto rischio/beneficio di quel vaccino in diversi scenari.
Si vede che con circolazione bassa tra gli under 60 ci sono più trombosi "strane" post vaccino AZ che gente che finisce in terapia intensiva per il virus.

In questo periodo la circolazione del virus si sta abbassando rapidamente, e si avvicina a quella che EMA indica come incidenza "bassa".
In questo periodo, quindi, a prescindere dal tragico caso della diciottenne, potrebbe essere sensato non utilizzare AstraZeneca per i giovani.

Tra l'altro man mano che passa il tempo, considerato il tempo tra prima e seconda dose, si rischia che l'eventuale giovane vaccinato con AZ a fine giugno-inizio luglioriceva la seconda dose a settembre, sviluppando la copertura completa di anticorpi tardi per le riaperture autunnali (scuola eccetera).

E' vero che è difficile pensare a un divieto totale per i giovani, che ora come ora sarebbe soprattutto giustificato dalla calma della pandemia. Se un domani dovesse succedere che, causa varianti o quant'altro, si rendesse necessaria una vaccinazione massiccia e rapida, si dovrebbe riconsiderare il divieto. Lo stesso rapporto EMA evidenzia bene che in caso di diffusione virale alta (o anche solo media) la bilancia pende dalla parte del vaccino. Però allora sarebbe difficile tornare indietro.

La soluzione, senza dover esprimere divieti espliciti, sarebbe che le regioni si organizzassero da sole. Basterebbe smettere con gli "open day" dedicati ai giovani in cui si somministra AstraZeneca, e continuare secondo l'indicazione "regolare": AZ è sconsigliato sotto i 50 anni. Sono felice che in Lombardia si faccia così, e di "open day" non se ne siano visti.

Ma di chi è la responsabilità finale della scelta?

E' tutto uno scaricabarile: AIFA sconsiglia ma non vieta, "non siamo mica il ministro, non possiamo vietare".
Speranza prende pari pari l'indicazione di AIFA, "non sono mica un tecnico, se i tecnici mi dicono così è così".
Le Regioni organizzano gli "open day", per mille motivi (perché gli rimane AZ nei frigo? perché non riescono a raggiungere gli anziani a cui andrebbe? per non restare indietro rispetto alla regione vicina?), prendendosi un azzardo morale che però non è vietato.
Il generale Figliuolo avrebbe il potere di dare indirizzi e tirare orecchie ma su questa cosa non si esprime, una volta gli "open day" sono virtuosi, il giorno dopo bisogna raggiungere gli anziani che mancano...

Come al solito manchiamo di cultura della responsabilità.

Alla fine, questa ricade sul singolo cittadino: la vaccinazione non è obbligatoria, i dati (come il report EMA) sono disponibili e accessibili, un giovane decide di su spontanea volontà se presentarsi a prendere AstraZeneca.

Può essere una scelta, non dico di no. Lungi da me rifuggire la responsabilità personale.

Però, in questo caso, cambiamo l'informazione istituzionale, non martelliamo su "open day" e dovere sociale di vaccinarsi, bensì sul dovere sociale di informarsi. Appendiamo nei centri vaccinali i cartelloni con le infografiche del report EMA, i medici all'anamnesi devono chiedere "Cosa sa dei vaccini? Ha capito quanto esposto là fuori?" e proponiamo un consenso informato veramente tale.

Inoltre, noto che in un anno siamo stati (e siamo ancora) molto più dirigisti e pure iperprudenti su altre questioni (tipo mascherina obbligatoria all'aperto o divieti di passeggiata).
Non è stata usata la responsabilità personale per lasciar valutare a me se andare a passeggiare da solo in montagna o per se fosse il caso di andare al ristorante.
Ora su questo tema invece valorizziamo la responsabilità personale?
A pensar male si farà peccato, ma torniamo allo scaricabarile di cui sopra.

 

P.S. Aggiungo: magari fra qualche mese arriveranno altre analisi di rischio anche per altri vaccini, dati che oggi non abbiamo.
Se ci fosse qualche fascia d'età per cui il rapporto rischio/beneficio è sempre sfavorevole, con ogni vaccino, si porrebbe un grosso dilemma morale: un'immunità diffusa serve a tutti, come comportarsi tra rischio del singolo e vantaggio comune?
Per fortuna siamo ben lontani da questo dilemma, e comunque direi che nel rischio/beneficio del singolo va ricompreso anche il fatto di poter fare (tutti, lui compreso) una vita più tranquilla, finalmente normale.

martedì 8 giugno 2021

Tre notizie, un mondo complesso

Negli ultimi giorni sono arrivate tre notie.

La triste storia di Saman, probabilmente uccisa dai parenti.
La notizia della fossa comune degli indigeni canadesi.
Il ritiro dall'Afghanistan delle truppe internazionali.

La prima è una storia di mancata integrazione. Di persone che non hanno assimilato i valori umani occidentali. Non nel senso che sono "occidentali", ma che sono valori umani universali (la dignità della persona, la pari dignità di uomini e donne, la libertà personale), il cui riconoscimento e interiorizzazione è più diffusa in Occidente.

La seconda è una storia di assimilazione forzata. L'orrore è certamente che questi bambini siano morti così in gran numero, ma anche che siano stati strappati alel famiglie d'origine (cose simili avvenivano anche in Australia, o per altri versi in Scandinavia, dove alcune popolazioni locali venivano sterilizzate) e che non gli siano stati più restituiti.

La terza è la storia del fallimento dell'esportazione della democrazia, dei valori occidentali. Andandosene si pone fine a un'intrusione indebita, ma si lascia strada libera ai talebani. E a tante storie come quella di Saman (o forse neppure, perché magari essuna ragazza avrà il coraggio di opporsi a un matrimonio combinato). Tant'è vero che i collaboratori afghani del contingente italiano verranno portati a centinaia in Italia.

La prima storia sembrerebbe richiedere più assimilazione.

La seconda storia sembrerebbe richiedere più rispetto delle culture diverse, locali.

La terza storia rispetta le culture locali, e così facendo pone le basi per la prima.

Il mondo è un luogo veramente complesso.
Il rapporto tra culture è forse il punto più complesso del mondo interconnesso del XXI secolo.

lunedì 31 maggio 2021

La tassa di successione

Enrico Letta, nella sua ricerca di indirizzare il dibattito pubblico e occupare le prime pagine, ha tirato fuori dal cappello la proposta di ritoccare la tassa di successione, per dare una non precisata "dote" ai diciottenni.

Ecco, quest'ultima parte è a mio parere la più discutibile del discorso, ma il fatto che  si possa parlare della tassa di successione a me pare sacrosanto.

Avvenire ci informa che

Oggi dalle tasse di successione l’Italia incassa circa 800 milioni di euro. Molto meno dei 6 miliardi della Gran Bretagna, dei 7 della Germania e addirittura dei 14 miliardi che si ricavano in Francia. Questo è dovuto al fatto che l’aliquota di tassazione è tra le più basse d’Europa: appena il 4% tra genitori e figli (e con franchigia). Per restare nel continente, in Germania la tassa di successione oscilla tra il 7% e il 30%, in Gran Bretagna l’ Inheritance Tax Act del 1984 applica un livello del 40%, mentre in Francia l’aliquota varia dal 5 al 60% con un valore medio del 45 per cento. Questo significa che, nel caso in cui venga lasciato in eredità un milione di euro, la somma da pagare (tenendo conto delle rispettive franchigie esenti) è in Italia di zero euro, all’incirca di 75mila euro in Germania, in Francia di 195mila e in Gran Bretagna di 250mila euro.

Basterebbe già questo.

Di solito l'obiezione è che il defunto ha già pagato le tasse sui soldi che lascia, e quindi sono soldi già tassati.

Però ogni volta che i soldi passano di mano, perché compro un'auto, perché pago l'idraulico, per qualsiasi motivo, vengono tassati, e sono sempre soldi tassati anche prima, quando l'acquirente li ha guadagnati.

Non si vede perché quando passano di mano per l'eredità debbano essere esentasse. Tra l'altro chi è colpito dalla tassa è chi incassa (l'erede), non il defunto. L'erede su quei soldi non ha ancora pagato alcuna tassa, in realtà.

Favoriamo l'eredità invece che il lavoro? Non mi pare una buona idea.

Se io ho un milione, e lo spendo per chiamare l'idraulico Tizio a rifarmi le 5 piscine delle mie 3 ville, Tizio su questo milione che gli entra paga un sacco di tasse.
Se io ho un milione, e lo tengo via per lasciarlo a mio figlio Caio, Caio su questo milione che gli entra non paga tasse, o ne paga pochissime.
Questo meccanismo non aiuta a far circolare l'economia, incentivare gli investimenti, ridurre i monopoli e le rendite di posizione.

Resta la mozione degli "affetti", o della "continuità familiare": l'idea che "lavoro tutta la vita anche per lasciare una sicurezza ai miei figli" ha una sua ragionevolezza.
Io una certa quota la salvaguarderei, ma in effetti sopra un tot trovo molto iniqua l'assenza di tasse di successione. Un loro ritocco verso l'alto sarebbe giusto e pure liberale.

E' ragionevole che un padre si preoccupi prima di tutto dei figli, "disinteressandosi" se qualcun altro non ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia ricca invece che in quella in cui è nato. Non sono problemi del padre, ovviamente.
Lo Stato ce l'abbiamo proprio per perequare collettivamente alcune storture. Liberalmente, per garantire pari opportunità, pari condizioni di partenza anche a chi nasce in condizioni diverse.

Tutto ciò a livello di principi, di teoria.

In pratica, oltre al fatto della discutibile destinazione, ci sono un sacco di obiezioni, dal fatto che comunque lo Stato dovrebbe avere già abbastanza soldi per via dell'alta pressione fiscale, al caveat che mi sembra una tassa facilmente aggirabile: in vita ci si organizza in modo diverso se si vuol lasciare ai figli (tipo gli si compra e intesta la casa prima di morire). Diventa quindi una "tassa sull'infarto", sulla morte imprevista, come qualcuno acutamente osserva.


lunedì 24 maggio 2021

La Juve, bilancio di fine ciclo

Tutti a festeggiare un quarto posto...

Sembra che Pirlo abbia raddrizzato la stagione con due partite. Mah.

A me paiono evidenti due punti:

  1. la squadra è abbondantemente a fine ciclo (punti negli ultimi quattro anni: 95-90-83-78);
  2. Pirlo non è pronto a fare l'allenatore a questo livello (magari lo diventerà, magari no, sicuramente non lo è adesso). Ma questo l'ho già scritto.

Con un altro allenatore sarebbe andata meglio? Sì, di qualche punto e magari superando un turno di più in Champions, ma all'atto finale i risultati sarebbero stati gli stessi.

Prendiamo il confronto con Sarri, che vinse lo scudetto.
La Juve di Sarri fece 5 punti in più, 83 invece di 78. Gol fatti 76 (quinto attacco del campionato), gol subiti 43 (terza difesa), differenza reti +33 (quarta in campionato).
La Juve di Pirlo ha fatto 78 punti. Gol fatti 77 (quarto attacco), gol subiti 38 (seconda difesa dietro l'Inter), differenza reti +39 (quarta in campionato).

Mi pare che i numeri dicano che la differenza - che c'è, alla fine contano i punti - sia essenzialmente data da qualche distrazione di troppo (Benevento, le partite buttate a inizio campionato). I dati relativi alle reti sono addirittura migliorati, sia in attacco che in difesa.

Il risultato di Sarri - scudetto - fu dato dallo scontro diretto dell'andata con l'Inter, ma anche dalla differente Inter: quest'anno i nerazzurri sono molto migliorati, la Juve invece no, complice un mercato poco sensato, con tanti doppioni, e una squadra con un anno in più negli uomini chiave (Bonucci, Ronaldo, Cuadrado).
Tant'è vero che gli 83 punti di Sarri sarebbero bastati quest'anno per il solo secondo posto, mentre i 78 di Pirlo l'anno scorso avrebbero ottenuto lo stesso risultato di quest'anno (terzo posto a pari merito). Lo scorso anno mancò una squadra seria e costante a competere per lo scudetto, infatti vincerlo con 83 punti fu un'eccezione, il minimo da sette anni.

Fuori dal campionato, sappiamo: stesso cammino in coppa, due trofei minori per Pirlo.

Secondo me la stagione è stata insufficiente, ma non tanto dissimile dalla scorsa. Diciamo che alla scorsa possiamo dare un 6-6,5, a questa un voto di meno. Magari mezzo per la coppa Italia, 5,5-6.
Entrambe le stagioni sono state complicate dal Covid, Pirlo non ha avuto la preparazione estiva, il mercato è stato piuttosto balbettante in entrambi i casi.

Come ritenevo che fosse giusto esonerare Sarri, così ritengo che Pirlo dovrebbe andare a farsi le ossa altrove. In ogni caso, dato il punto 1 sopra, il problema principale non è l'allenatore.

giovedì 20 maggio 2021

La Juve peggiore

Ho letto un sondaggio.

Qual è la Juve peggiore?

Rimanendo agli ultimi 50 anni, le scelte erano: quella di Marchesi, di Maifredi, di Ferrara, di Del Neri e quella di Pirlo.

Tutte queste esperienze hanno elementi in comune e elementi di differenza.

Marchesi prese una Juve a fine ciclo, specialmente il secondo anno (il primo, con Platini, fu un'annata onesta). Uomini chiave vecchi e in fase calante (Scirea, Cabrini), oppure sostituiti male con errori di mercato (Rush).

Ferrara e Del Neri avevano squadre a loro volta a fine ciclo, il ciclo dei big rimasti dalla B. Del Piero invecchiato, Trezeguet all'ultimo anno, Nedved ritirato, Cannavaro cavallo (bolso) di ritorno, e acquisti sbagliati come Diego, Amauri, Felipe Melo.

La Juve di Pirlo è in una condizione simile. Evidentemente a fine ciclo, con quelli forti vecchi (Chiellini), in fase calante (Ronaldo, Bonucci), gli innesti non all'altezza (Rabiot, Ramsey, Bernardeschi).

Pirlo ha l'evidente difetto di non essere ancora un allenatore. E' uno da playbook, nel girone d'andata la squdara giocava "in teoria" (la costruzione dal basso!!!), ma la pratica è un'altra cosa.
Mi ha fatto piacere vedere la squadra reagire alle batoste (dopo l'andata con l'Inter batté Milan, Napoli e Inter in coppa Italia, dopo la sconfitta col Milan che costerà la Champions si è battuto l'Inter in vacanza e l'Atalanta), ma dopo l'eliminazione in coppa sono stati molti più i bassi che gli alti.

L'inesperienza lo accomuna a Ferrara. Del Neri e Marchesi erano semplicemente inadeguati a una squadra di tale caratura, Pirlo vedremo che fine farà in questo senso.
Maifredi, col bene che gli voglio, aveva tutti i difetti insieme (non molto esperto, con un gioco molto in "teoria", inadeguato alla squadra).

A livello di rosa, quella di Maifredi - seppur sbilanciata in avanti - era la Juve migliore delle cinque assieme a quella di Pirlo.

Ma le peggiori sono quelle di Ferrara e soprattutto Del Neri.

venerdì 14 maggio 2021

Che bel Giro!

Che bel Giro d'Italia che è cominciato!

Complice il meteo e un buon percorso, che alterna tappe mosse a tappe facili, sono venute fuori giornate battagliate, con fughe coriacee e qualche big che si muove già da subito.

Non avrei scommesso un centesimo su un andamento così. Pensavo più a processioni fino all'ultimo chilometro della salita, e sostanziali no contest fino a Montalcino.
Invece la Ineos ha deciso di mettere alla frusta il gruppo fin dal principio.

Bene molti italiani. Moscon e Ganna in buona forma, così come Bettiol,che però pare scriteriato, si muove spesso senza costrutto.
Un gradino meno scriteriato Ciccone, che pure si muove molto (tipo ieri, con l'attacco in discesa).

Alcuni capitani già molto deludenti: Hindley (one hit wonder?), Bennett, Almeida, ma pure Masnada e Pello Bilbao. E siamo solo alla sesta tappa!

Mi aspetto rivolgimenti. La terza settimana è molto dura, e abbiamo già visto nel 2018 cosa succede con Giri combattuti fin dall'inizio. Queste giornate significano energie consumate, più di uno crollerà sulle Alpi. In questo senso attenzione a Bardet, più nascosto ora come ora.

Peccato per Paperino Landa, ovviamente. Non mi ha mai convinto al 100% e ha pure fatto scelte di carriera discutibili, ma non si può negare che sia pure molto sfortunato.
Magari finirà come con Porte, da "anziano" troverà il podio al Tour che cercava.

venerdì 30 aprile 2021

La dottrina Mitterand è finita

Finalmente, direi.

Da più parti ho letto che questo lascito degli anni '80 era nato con un tacito accordo anche da parte italiana, da parte di Craxi in special modo.

Alcune riflessioni, forse slegate tra loro. Premetto che le situazioni dei songoli sono diverse tra di loro (alcuni coinvolti in prima persona in fatti di sangue, altri con giudizi molto più dubbi seppur definitivi, Pietrostefani è condannato per lo stesso omicidio per cui Bompressi è già stato graziato). Le riflessioni che seguono cercano di essere il più generali possibile.

  • Le sentenze si rispettano, e si eseguono. L'Italia degli anni di piombo aveva tratti illiberali, è vero, ma mi pare di poter dire che non c'era nulla di paragonabile a Paesi veramente illiberali (allora quelli oltre Cortina, oggi la Turchia, per esempio).
  • Tra l'altro, se si ritiene di aver subito condanne ingiuste da parte uno Stato ingiusto, per percorrere una strada legale si dovrebbe fare richiesta di asilo politico, cosa che nessuno ha mai fatto.
  • Ci sono anche condannati che hanno fatto scelte diverse. Per un Pietrostefani in Francia c'è un Sofri in Italia. Si poteva fare altrimenti, non erano costretti a scappare.
  • Tutto ciò non toglie che la legislazione emergenziale di quegli anni fosse una cosa di cui non vado fiero, come italiano.
  • La motivazione "politica" di quegli atti ai miei occhi non rileva. Un omicidio è un omicidio. Io sono contrario, in linea di principio, a giudicare le cose molto oltre l'atto, infatti sono molto tiepido anche sulle aggravanti ideologiche che il codice presenta (tipo i motivi razzisti).
    Un condannato per omicidio è tale, non cambia se ha sparato a un giudice dello Stato borghese o a un negoziante durante una rapina o al cognato per questioni di eredità.
    Semmai la motivazione politica può entrare in altre valutazioni, in altri reati, come la sovversione, l'attacco alle sitituzioni o simili.
  • Un'amnistia? Per il fascismo si fece, non mi scandalizzarebbe; sarebbe una decisione politica. E' vero che oggi secondo me c'è molta meno comprensione per quelle motivazioni, la cosa sarebbe capita molto meno; l'utilizzo della violenza politica è diventato ancor più inaccettabile.
  • Ha senso eseguire una pena dopo così tanto tempo?
    Se pensiamo alla finalità rieducativa della pena, forse no (ma ci torno). Queste persone si sono rifatte una vita, non hanno più fatto male a una mosca, che cosa c'è da rieducare?
    Però il fatto che la Costituzione ci ricordi che la pena deve tendere alla rieducazione del carcerato non vuol dire che questo sia l'unico elemento che caratterizza la pena. Questa è anche giustizia retributiva. L'elemento rieducativo non deve mancare mai, ma c'è anche quello commisurato al male compiuto. In questa componente della pena, che non si emenda con gli anni finché non è scontata, sta anche la giustizia nei confronti delle vittime (e di coloro che non sono scappati, come dicevo sopra riguardo a Sofri).
  • Ha senso eseguire pene su persone così anziane? Per quello ci sono le norme, semmai si penserà a pene alternative.
  • Torniamo sulla finalità rieducativa della pena. E' sufficiente che i condannati non abbiano più fatto male a nessuno per dire che si sono "rieducati"? Come si pongono rispetto ai loro atti degli anni '70 e '80?
    La rieducazione non consta invece nel riconoscere di avere fatto cose sbagliate, almeno per quanto riguarda la scelta della violenza, se non per quel che riguarda l'ideologia bacata che ci stava dietro?
    Non è una domanda retorica, non so davvero la risposta "giusta", forse il "pentimento" confina troppo con la morale più che con la legge.
  • Sempre ragionando sul senso di agire dopo tanti anni. Anni fa era capitato che con le tecniche moderne un "cold case" era stato risolto a distanza di decenni. Un uomo, sposato, con una nuova vita, era stato condannato per un omicidio mai scoperto in precedenza.
    Allora pensai che quell'uomo non meritava di finire in carcere. Era ormai un'altra persona.
    Spero che si colga però la differenza tra i due casi: gli ex terroristi sono stati giudicati nei termini previsti dalla legge, e sono scappati (a proposito, non è reato pure questo, in qualche modo?). Si tratta di eseguire una sentenza definitiva.
    L'assassino di cui sopra non era mai stato condannato, per decenni. Forse è più un tema che attiene alla prescrizione, ma se per decenni lo Stato non riesce a giudicarti, forse dopo decenni alla fine "meriti" di restare libero.

mercoledì 21 aprile 2021

Scuola e Covid

Draghi, discorso di insediamento, 17 febbraio:

Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno [...] Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia.

Draghi, 8 aprile:

L'ho detto l'altra volta per i più piccoli, lo dico oggi per i più grandi: l'obiettivo è dare almeno un mese pieno di attività scolastica, che possano almeno chiudere insieme l'anno

Draghi, settimana scorsa: scuola al 100% in zona gialla e arancio.

Realtà: scuola "accorciata" di una settimana, con scrutini anticipati al primo giugno, con motivazioni oscure:

La maggiore flessibilità è stata chiesta dalle scuole stesse, per non appesantirsi di ulteriori incombenze amministrative in vista degli esami di Stato e preparare il terreno ai cosiddetti recuperi estivi.

"Ulteriori incombenze", vale a dire? Gli esami di Stato e gli scrutini non ci sono ogni anno? I recuperi estivi sono a discrezione della scuola...

Realtà:

 

Riesce sempre a stupirmi come la scuola sia un mondo con una forza d'urto e una inerzia così grandi da essere inscalfibili. Non discuto il merito - ho pensato pure io che aprire al 100% sarebbe stata una scommessa, per le superiori un contatto ci vuole, per vedere a che punto sono i ragazzi, ma basta il 50% - ma osservo che si fa quel che dicono i presidi.

Draghi o non Draghi.

In tutto questo, inoltre, trovo completamente invisibile il ministro preposto, Patrizio Bianchi.


martedì 20 aprile 2021

Superleghe e scissioni (2)

Sempre ragionando su quanto sta succedendo, che pare un terremoto peggio del Covid (ci torno, su questa cosa).

Sono andato a vedermi la lista dei 30 atleti più pagati 2020: vengono tutti da
- golf
- NBA
- NFL
- boxe
- tennis
- F1
- calcio

Noto che in tutti questi sport dove girano i soldi, presto o tardi, si è arrivati a una situazione di leghe professionistiche separati dalla federazione olimpica.
ATP e WTA non sono ITF, NBA e Eurolega non sono FIBA, WBC non è IBF eccetera. Al massimo hanno accordi per cui le Federazioni si sono trovate la loro nicchia (Nazionali, coppa Davis, Olimpiadi...) ma il grosso è gestito da leghe pro autonome.

Non dico se sia giusto o no, nella boxe la bolla è scoppiata abbondantemente e oggi l'attività di base è finanziata dal CONI con le briciole del calcio, per esempio. La Formula 1 ha enormi problemi di accesso, alla fine sono 2/3 case che corrono con i loro satelliti.

Dico che forse, prima o poi, era da mettere in conto.

Ci sono anche esempi virtuosi: nel tennis le cose hanno funzionato, mi pare. L'attività di base c'è ancora, i giocatori crescono in orbita ITF e poi passano al circuto ATP. Nel basket i club di Eurolega partecipano anche ai campionati nazionali FIP/FIBA

Comunque non credo che cascherà il mondo. Il calcio è lo sport più diffuso del mondo, l'attività di base sopravviverà comunque, magari tornerà un po' più sostenibile anche quella, riducendo i costi. I ragazzini continueranno a sognare di giocare in Superlega e in Nazionale.

Proprio per questo mi pare lunare l'attenzione che mette il mondo politico su questa questione.

Posso capire Valentina Vezzali, che per delega si occupa di sport. Ma Macron, Johnson, Draghi! Qui ci sono dei privati che vogliono decidere di giocarsi delle partite tra loro. A che titolo intromettersi? Non mi viene in mente nessun motivo che non sia populista. Mi ricorda quando Cristina Kirchner decise che le partite del campionato argentino venissro trasmesse, così, de iure, sulla TV pubblica.

La politica ne stia fuori, che è molto meglio.

lunedì 19 aprile 2021

Superleghe e scissioni

Nel '21 i top club si ribellano alla Federazione, creando la loro associazione.
Nasce un torneo alternativo. Nel '21-'22 si giocano quindi due tornei.

Campione federale: Novese.
Campione dei club ribelli (CCI): Pro Vercelli.

Parliamo del 1921.

Esattamente cent'anni fa.

Questo per dire che i contrasti ci sono sempre stati, da allora alla formazione della Premier all'Eurolega di basket alla Superlega di Agnelli.

Stavolta per me è solo un ballon d'essai, una sparata giusto per tastare l'effetto, per negoziare sulla nuova Champions League.
A me nessuna delle idee piace molto, ma sul fatto che sia necessario aumentare gli scontri tra big invece che aumentare le partite con squadre medio-basse sono d'accordo.

Io penso che si dovrebbero giocare le partite a eliminazione diretta su 3 gare. Andata, ritorno e terza in campo neutro. Passa chi fa più punti, oppure differenza reti, niente gol in trasferta.

lunedì 5 aprile 2021

Il succo della Pasqua

Ho sentito qualche tempo fa il programma di Augias su Roma cristiana. In realtà parlava poco di Roma e più di cristianesimo.

Augias conclude con la croce, asserendo poi che da laico si ferma lì, in rispettoso silenzio. Poi aggiunge qualcosa come "Il messaggio di pace e uguaglianza di Gesù, nuovo, attirerà  moltitudini di persone".

E' una posizione che, a suo modo, vuol essere rispettosa e "positiva" verso il cristianesimo, pur non assumendo la Resurrezione.

Però mi pare un po' eccessivo dare per scontato che il successo del cristianesimo fosse dovuto al suo messaggio sociale. Gesù ha ben chiarito di non essere venuto a cambiare politicamente il mondo, gli apostoli non hanno mai fatto nulla del genere, san Paolo ha esortato a obbedire ai governanti.

Tutte quelle persone che, nei primi secoli, hanno abbracciato la religione di Gesù Cristo, sono state davvero affascinate principalmente dal messaggio di uguaglianza?

O forse sono state attirate dal messaggio di salvezza? Dalla vittoria sulla morte? Dalla risurrezione? Dalla speranza in un mondo migliore, sì, ma non qui, bensì domani.

Io trovo più verosimile questa seconda ipotesi. Una religione di poveri, di donne, di servitori, che sicuramente stavano bene insieme, in guppo, che si sentivano valorizzati e accettati (a differenza che nelle religioni misteriche). Ma anche gratificati da una speranza al di là della loro vita.

martedì 30 marzo 2021

Il monitoraggio vaccinale

Notavo una cosa, sul sito del Sole-24ore che onitora la campagna vaccinale.

La copertura dei sanitari, ad oggi, con circa 3 milioni di inoculazioni, è pari al 159% su target 200% (2 dosi per quasi 1.9 milioni di persone).

Mi pare strano che non siano ancora stati vaccinati tutti, visto che abbiamo cominciato con loro a tambur battente fin da gennaio.
Però mi sembrava di ricordare che qualche tempo fa fossimo molto vicini alla percentuale fatidica del 200%.

Andando a verificare, è perché fino alla scorsa settimana i sanitari erano calcolati in 1.4 milioni, come scritto in Gazzetta ufficiale con la prima edizione del piano (vedi pagina 6).

Invece nell'ultimo report vaccinale (26 marzo) i sanitari sono diventati quasi 1.9 milioni, come riporta ora il sito del Sole.

Il report vaccinale è una novità introdotta da Draghi per la trasparenza. Bene.

Però mi piacerebbe anche che ci fosse trasparenza sull'aumento di quasi mezzo milione di persone, il 33% secco della platea.
Si è infilata un sacco di gente?
Il primo calcolo era completamente sballato? Cioè siamo arrivati a dicembre senza avere idea della composizione della platea di quelli che abbiamo vaccinato per primi?
Abbiamo assunto mezzo milione di infermieri in questi tre mesi?