sabato 31 dicembre 2011

Noi credevamo

Ieri sera ho visto su Raitre il film Noi credevamo, di Mario Martone, che narra vicende del nostro Risorgimento.

Non mi è piaciuto. L'ho trovato abbastanza sconclusionato, dalla trama povera, difficile da seguire. Anche noioso, in alcune parti (sono più di tre ore di pellicola).
Il film non è didascalico, in quanto dà per scontate e per conosciute troppe vicende del nostro Risorgimento, su alcune delle quali ho fatto fatica a fare mente locale. Non è quindi una spiegazione "semplice" degli avvenimenti.

Al contempo, non l'ho trovato storicamente interessante: i fatti descritti (il conflitto tra mazziniani e monarchici, tra idealisti e azionisti), seppure non semplici da ricordare, non "popolari", sono comunque noti e non aggiungono nulla a quanto già approfondito negli studi scolastici. Non si porta quindi una visione nuova sul fenomeno risorgimentale.

Non è nemmeno un film oleografico, in quanto non esprime una visione idilliaca del periodo. Intanto però molti temi - dal meridionalismo alle inutili stragi mazziniane - sono solo accennate e non approfondite. Un personaggio come la contessa di Belgiojoso, per esempio, avrebbe meritato ben altro spessore, anche come contributo femminile originale al Risorgimento.

Insomma, mi è parso un film un po' pretenzioso, ma non riuscito. Una buona operazione che ha approfittato dei 150 anni della nostra Nazione: non so se uscendo in un'altra data avrebbe avuto tutti i peana che ha raccolto.

lunedì 26 dicembre 2011

Ospitaletto commissariato: la sentenza del TAR

Giusto perché non credo che molti l'abbiano avuta sottomano, qui c'è la sentenza del TAR che riguarda il nostro comune, in versione estesa.

domenica 25 dicembre 2011

Buon Santo Natale!

Tempo fa parlavo del concetto di prossimo.

Il Dio cristiano è così prossimo all'uomo da incarnare questo concetto in Gesù.

E a Pasqua chiuderà il cerchio, amando il "prossimo suo", cioè l'uomo, più di se stesso. Mirabilie possibili solo con l'Incarnazione.

domenica 18 dicembre 2011

Ospitaletto commissariato: e il PGT?

Altre impressioni varie ed eventuali sul commissariamento di Ospitaletto.

Il commissario è stato nominato, il dottor Antonio Naccari. Chiacchierando con una persona che ci ha lavorato insieme, questa non me ne ha parlato molto bene, ma tanto dovrà solo fare ordinaria amministrazione.

Vedremo tra Pdl e Lega chi l'avrà vinta. La Giudici ha dalla sua il ricorso vinto, Abrami ha dalla sua la sconfitta della Giudici alle scorse elezioni.
Secondo me alla fine vincerà Abrami: stavolta - anche dopo le parole di Prandelli dopo le elezioni - sarà assolutamente deciso, a costo di andare da solo e perdere. Secondo me la Lega , vista anche la situazione nazionale, non guarderà in faccia nessuno su questo fatto (l'andare da sola).

Allora la Giudici cosa farà? Vedremo. Secondo me alla fine lascerà perdere (chi glielo fa fare di fare una campagna elettorale a perdere?), e vedremo cosa deciderà il Pdl.

Chissà poi cosa farà Incontro. L'unico jolly a favore della Giudici sarebbe quello di convincerlo a non presentarsi, magari a costo di tirarlo in lista. Allora, senza FN e senza Incontro in concorrenza, potrebbe presentarsi dalla Lega con la possibilità concreta di vincerle, queste elezioni. Ma non credo che per la Lega cambierebbe qualcosa.

Quanto alla maggioranza, mesi fa dicevo scherzando in famiglia che se si fosse andati a nuove elezioni qualcuno si sarebbe tirato indietro, di fronte alle enormi gatte da pelare che si sono ritrovati... E' chiaramente uno scherzo, resterà aperta la questione Pigoli.

Una domanda mi sorge, per l'interesse del paese: che fine farà il PGT? Per imbastirne uno nuovo ci vogliono almeno sette mesi di soli tempi tecnici, la scadenza di legge per l'approvazione è il 31 dicembre 2012 e noi non avremo un'amministrazione per mesi. Quindi, a rigor di logica, bisognerà approvare il PGT di Prandelli o dedicare tutto il tempo dalle elezioni al 31/12 a scriverne uno nuovo, con il rischio che alcuni tempi non dipendono dal Comune ma dagli organi esterni che devono valutare il piano. Sarà una grossa responsabilità della nuova Amministrazione. Le conseguenze di una non approvazione potrebbero essere molto gravi, anche se guardando a un livello più alto i Comuni in difficoltà sono molti e una proroga è plausibile.

La rabbia che monta

Ho appena finito di guardare Passera a Che tempo che fa.
Sulla manovra essenzialmente ha detto che hanno preso i soldi dove erano certi del gettito e che la lotta all'evasione non dà gettito certo.
Sulle liberalizzazioni ha detto che "non finisce qui", ma da qui in poi la situazione peggiorerà solamente, come condizionamento dei partiti, mentre in questo stato potevano imporre un "prendere o lasciare".
Ma la cosa che mi ha fatto montare la rabbia è stata la risposta sull'asta delle frequenze, su cui ha fatto ben capire che sa benissimo cos'è la cosa giusta da fare, come lo sanno tutti, ma che non la può fare. E allora il Pdl si prenda le sue responsabilità.

venerdì 16 dicembre 2011

Ospitaletto commissariato

Di poche ore fa la notizia, davvero clamorosa, dell'annullamento delle elezioni amministrative a seguito del ricorso al Tar di Angiola Giudici per una scorretta autenticazione delle firme di Forza Nuova. Già da lunedì sarà attivo il commissariamento del nostro Comune.
Alcune considerazioni a caldo.

Intanto, non me l'aspettavo e non mi sembra logico, anche se legalmente è ineccepibile. Secondo me era giusto porre il dubbio prima delle elezioni, ma una volta svolte queste il voto è sovrano: Forza Nuova ha preso i voti da cittadini in buona fede, che hanno votato una delle possibilità sulla scheda, indipendentemente da come si fossero raccolte le firme. Tra l'altro i voti raccolti sono stati molti più delle firme necessarie a validare una lista, io credo che in casi come questi debba prevalere un'espressione chiara della volontà popolare, che secondo me ha legittimato Forza Nuova ex post, se così si può dire.

Ora non mi è chiaro cosa succederà: da Teletutto e da qui e anche qui sembrerebbe che si debba tornare a votare con le stesse liste dello scorso anno, ma mi pare inverosimile. E FN potrà raccogliere nuove firme, o dovrà stare "ferma un giro"?

Comunque, credo che vincerà Sarnico comunque: in questa situazione fa la figura della vittima, e potrebbe allargare i consensi tra gli elettori di Incontro, anche alla luce di sei mesi di governo tutto sommato positivi e propositivi.
Invece non credo che la Giudici abbia molto margine per aumentare i suoi voti: gli elettori di FN non si riverseranno certo su di lei, dopo lo scherzo del ricorso, inoltre le beghe Pdl-Lega non la aiutano certo.

Interessante vedere cosa succederà alle liste. Anche Sarnico, per esempio, ha un problema: Pigoli - unico rappresentante della sinistra - per motivi di salute non c'è più, andrà contrattato un altro sostituto (se si può), e Rifondazione farà pesare i molti voti raccolti a maggio (richiedendo un assessorato?). Se invece la lista fosse bloccata, bisognerà capire se Rifondazione sosterrà con la stessa partecipazione una lista in cui il suo rappresentante è indisponibile (almeno credo che lo sia).

Col senno di poi, possiamo dire che comunque lungo tutta la vicenda è andata bene a Sarnico: a maggio, se la lista di Forza Nuova non avesse raccolto le firme, probabilmente dei 268 voti di FN una parte sarebbero transitati alla Lega, e avrebbe vinto la Giudici. In questo modo ha vinto Sarnico a maggio, probabilmente "sfruttando" la presenza forzanovista, e vincerà anche stavolta, per i motivi che ho detto prima e per il mutato contesto anche nazionale.

mercoledì 14 dicembre 2011

La morte della Pizia

Ho finito di leggere La morte della Pizia di Durrenmatt.
Bel libretto, stimolante da leggere.
Intanto è divertente, di piacevole lettura, dissacrante nell'approccio. Inoltre l'intreccio richiede attenzione, visto che si dipana con continue rivelazioni che si intrecciano.
Ovviamente Durrenmatt non voleva solo creare un divertissement letterario, ma sembra postulare l'inconoscibilità della verità.
Mi pare però di osservare che nella vicenda la verità è inconoscibile in quanto celata e nascosta dai vari personaggi, che mentono continuamente, ciascuno con i propri fini. Quindi la verità esiste? Secondo me sì. E' l'uomo che può scegliere di celarla e/o negarla.
Inoltre trovo interessanti le dissertazioni sulla democrazia (che richiede "una dose di incoerenza"), la tirannia, la giustizia. Posizioni eterodosse, ma che fanno pensare.

venerdì 9 dicembre 2011

Toponomastica e cartine

Aggiornato il 12/12

Oggi è arrivata nella cassetta postale la cartina di Ospitaletto. Ho dato un'occhiata, e mi sono chiesto: ma chi sceglie i nomi delle vie in un Comune? L'ufficio tecnico? L'assessore ai lavori pubblici? E con che criterio?

A Ospitaletto abbiamo una via Vittorio Veneto e una via Cavalieri di Vittorio Veneto, che sono diverse ma a rischio confusione; oggi vicino a via Vittorio Veneto abbiamo anche via Venezia. Abbiamo una via Brigate Alpine e una via Brigata Alpina Julia, entrambe nominate da pochi anni (che fantasia...), alle quali si aggiunge una via Divisione Alpina Tridentina.
Ci sono poi le decisioni "politiche": scopro dalla mappa che via Oriana Fallaci, di recente istituzione nella zona degli scrittori, è stata appena rinominata con il nome più ecumenico di via Giovanni Paolo II. Era proprio necessario? Così si è persa anche l'attinenza di "genere" con le vie vicine.
Questa attinenza è sparita anche in altri luoghi: vicino a via Venezia è stata creata via S. Marco, che ha una sua logica, ma a Ospitaletto c'è una zona deputata ai Santi, che era quella tra via S. Bernardo e via S. Giacomo. Sempre in zona via Venezia è apparsa una via Terzani: che c'entra con le vie del Triveneto (lì vicino c'è via Trieste, via Gorizia, via Vittorio Veneto, via Venezia appunto)? Non era meglio metterlo in zona scrittori, magari al posto della vituperata Fallaci, se proprio bisognava cambiarla? In zona stazione, invece, ci sono le nuove vie Leonardo e Galileo. Bene, due uomini di scienza. Peccato che queste siano due traverse di via Togni e vi A.B. Michelangeli, due musicisti, anch'esse vie che hanno meno di 15 anni. Avevamo già finito i nomi di musici per quella zona?

Per quanto riguarda la mappa in sé stessa, invece, devo proprio tirare pesantemente le orecchie a chi l'ha disegnata (forse l'ufficio tecnico?): è piena di imprecisioni anche grosse:

  • mancano ad esempio le vie dedicate a suor Giuseppina Tregambi e a Madre Teresa di Calcutta, due traverse di via Serlini;

  • l'ultima parte di via Zanardelli, dopo la curva, in realtà si chiama via Caduti di Nassiriya, e anche questa manca;

  • via Seriola è diventata via G. Seriola, con l'introduzione di una misteriosa "G" puntata di cui non si capisce il senso;

  • c'è un vicolo Lidro che non capisco se è vicolo Idro o vicolo Ledro;

  • via S. Pio da Pietralcina - citata sul retro della cartina come indirizzo della Protezione Civile e di alcune attività sponsor - è segnalata ancora con il vecchio nome di "strada vicinale della Santella";

  • infine, la mappa è in ritardo di un buon lustro perché riporta persino le scuole elementari in via Serlini...


Non c'è un correttore delle bozze in Comune? Tirare sonoramente le orecchie! Con tutte queste vie nuove, la mappa ha una sua importanza, che figura ci facciamo così?

Aggiornamento 12/12: aggiungiamo altri due errori:

  • vicolo Adige è diventato vicolo Adigio;

  • via Tovini e via Matteotti sono sparite dalla mappa.

giovedì 8 dicembre 2011

Trasloco

In vista della chiusura di Splinder, il mio tempo libero è dedicato, più che ai post, alla sistemazione tecnica di una nuova "casa". Arrivederci...

venerdì 2 dicembre 2011

Consiglio Comunale... un altro

Non sono riuscito ad andare in Consiglio Comunale martedì, comunque si trovano recensioni affidabili nei siti linkati nella colonna Collegamenti. Essenzialmente si è litigato di meno...
Intanto però è facile notare che questo Consiglio viene a sole due settimane dal precedente: non si potevano unificare?
Per approfondire ulteriormente: ecco l'elenco dei Consigli dalle scorse elezioni (15-16 maggio):



  • 6 giugno


  • 28 luglio


  • 5 settembre


  • 12 ottobre


  • 14 novembre


  • 29 novembre


Un consiglio al mese a partire dalla data delle elezioni, compreso il tempo di insediamento e la pausa estiva.
Per capirci, per trovare altrettanti Consigli nell'era Prandelli bisogna risalire molto più indietro. Ecco l'elenco degli ultimi Consigli della precedente amministrazione:



  • 28 aprile 2011


  • 22 marzo 2011


  • 29 novembre 2010


  • 28 settembre 2010


  • 20 luglio 2010 (Consiglio Comunale straordinario richiesto dalle minoranze)


  • 22 aprile 2010


  • 25 febbraio 2010


e per le convocazioni precedenti si va al 2009. Sono sette Consigli (di cui uno straordinario voluto dalle minoranze) in 16-17 mesi, circa uno ogni due mesi e mezzo.

Va da sè che se si deve scegliere quanti Consigli fare è meglio sbagliare per eccesso che per difetto, ma è proprio necessario passare da 4-5 all'anno a 12 all'anno? Forse un Consiglio ogni 6 settimane, 8 all'anno, potrebbe essere una buona media, senza esagerare.

L'eccessiva frequenza ha infatti due controindicazioni. Una è che visti i tempi tecnici di convocazione non c'è il tempo fisico di preparare bene il materiale, per esempio, nelle Commissioni, e si va incontro a inconvenienti e possibili ritardi come quelli del Consiglio scorso, che hanno fatto inalberare la Lega.

La seconda è il costo. Quanto costa un Consiglio? Non ho trovato dati precisi, ma facciamo comunque - per ipotesi - due conti della serva. Non so quanto sia il gettone di presenza, diciamo 20€ a testa: sono 340€ alla volta. A questi si aggiungono gli stipendi straordinari da pagare ai dipendenti comunali che devono essere presenti: Alessandra Butticé (capo settore affari generali), Matteo Libretti (responsabile settore amministrativo) e un vigile, se non ricordo male. Un Consiglio dura - diciamo - quattro ore tra tutti gli adempimenti: sono 12 ore di straordinario da pagare al lordo. La Butticé prende in un anno 58408,87€ lordi (fonte: sito del Comune, guadagni lordi 2010, grazie a Brunetta che ha imposto questo tipo di trasparenza), quindi
25€ all'ora (calcolando 13 mensilità e 22 giorni lavorativi al mese). Matteo Libretti fa 41552,35€ nel 2010, ovvero 18€ all'ora. Non ho idea di quanto prenda un vigile, diciamo come Matteo Libretti. Sulle 12 ore sono 250€ circa di retribuzione, a cui va aggiunto lo straordinario. Anche qui, non ho idea di quanto sia lo straordinario dei pubblici dipendenti, ma è chiaro che sommando tutto un Consiglio non costa meno di 650€. Con le voci accessorie (convocazioni, riscaldamenti eccetera) diciamo 700€.
Quindi fare 7 consigli in più all'anno (12 invece di 5) comporta un aggravio minimo di 4900€ per le casse del Comune. Comune che non ha i soldi per pagare i debiti e sta rinviando tutti i pagamenti, anche per cifre inferiori, all'anno prossimo. Farebbe così schifo risparmiare 4 consigli, facendone 8 all'anno, ovvero risparmiare almeno 2800€?

Vedremo come evolverà la situazione, in fondo questa promessa di maggiore trasparenza (meritoria) era una promessa da campagna elettorale, che andava realizzata, probabilmente in futuro le cose cambieranno.

domenica 27 novembre 2011

Sottosegretari e classe dirigente

Mario Monti sta procedendo alla scelta dei sottosegretari.
Sono soddisfatto della lista dei ministri, quindi sono fiducioso che potrò esserlo anche dei sottosegretari.
Anzi, sui sottosegretari credo che abbia una responsabilità e una possibilità ancora più importanti che nella scelta dei ministri.

Mi spiego. Una delle discussioni che si sono svolte attorno alla formazione di questo governo ha riguardato la presenza o meno dei politici e la possibilità che chi lo compone possa rimanere in politica in futuro. Sappiamo che il Pdl ha molto insistito per avere garanzie che Monti non si presenti alle elezioni nel 2013, e questo può avere un qualche senso. Non ho capito se la stessa garanzia è arrivata anche dai ministri, ma credo che questo vincolo possa essere molto più blando nei confronti dei sottosegretari, anche per una questione di numeri: su 60 persone è difficile che nessuna si senta poi interessata alla politica, a proseguire un'esperienza amministrativa.

Monti sta quindi scegliendo dei tecnici - delle persone competenti - che per il solo fatto di entrare in una squadra di governo si avvicinano alla politica, e statisticamente alcuni di costoro potranno prendere in considerazione l'idea di rimanere in politica anche in futuro. Quindi Monti ha l'occasione di dare un contributo ad un ricambio della classe dirigente di questo Paese, favorendo l'afflusso a Palazzo di persone valide. Per questo mi auguro che l'età media dei sottosegretari sia un po' inferiore a quella dei ministri...

Per quanto riguarda le politiche di governo, invece, vedremo. Mi aggiungo alla lista di chi pensava che le cose si facessero un po' più in fretta, mentre a quanto pare bisogna aspettare ancora una settimana.
E' evidente che il (comunque pessimo) governo precedente aveva colpe solo relative nell'attacco speculativo all'Italia (ciò non toglie che la sua caduta sia comunque un bene). Forse oggi non si ha più così fretta come con Berlusconi (quando bastavano due giorni di spread oltre i 400 punti per mettere in cantiere una manovra aggiuntiva) proprio perché si è capito che se i numeri restano così brutti anche con Monti allora non si può far altro che aspettare che la buriana si calmi e poi contare i danni.
Non mi piace però che, mentre aspettiamo che passi la buriana, Merkel e Sarkozy sappiano molto più sulle misure di Monti di quanto ne sappia il nostro Parlamento. Va bene essere commissariati, ma almeno salviamo la faccia.

mercoledì 23 novembre 2011

Cittadinanza

Hanno fatto discutere le parole di ieri di Napolitano, secondo cui sarebbe "folle" non considerare italiani i figli di immigrati nati in Italia. In pratica, un richiamo allo ius soli.

Io non sono così d'accordo. Meglio: è un'opinione legittima, ma non credo che sia scontato che sia giusta.
Personalmente sono legato a un'idea di cittadinanza che va oltre le considerazioni pratiche del "no taxation without representation" (che riguarda, più che la cittadinanza, il diritto di voto) o del "lavorano in Italia, contribuiscono alla crescita, ringiovaniscono la popolazione".

Io sono più legato a un'idea romantica della cittadinanza, come comunanza di sensi, afflato patriottico, idem sentire. Io sento forte, specialmente nel 150° anniversario dell'Unità, che gli italiani sono i figli dei padri che hanno lottato per farla, l'Italia, dal Risorgimento al Piave, dal Don alla Resistenza fino alle rimesse da Marcinelle. Questi padri affidano ai figli l'Italia che hanno costruito.
Per dirla con Manzoni, un'Italia "una d'arme, di lingua, d'altar / di memorie, di sangue, di cor". Lasciando perdere l'altare, ossia la religione, che oggi non può essere una discriminante per diritti civili, è più italiano un emigrato in Brasile che parla ancora l'italiano e si informa sui siti internet nazionali o un immigrato, o un figlio di immigrati, che l'italiano non lo parla? Ce ne sono che seppure nati in Italia arrivano in seconda o terza elementare con enormi difficoltà linguistiche. Per lo ius soli sarebbero già cittadini italiani, ma è giusto?
Anche il richiamo all'"arme" è significativo. Io mi sono sentito un po' "in colpa" quando la leva è stata abolita, e mi sento un po' colpevole quando parlo con chi l'ha fatta. Loro hanno "servito la Patria", io posso servirla solo pagando le tasse. Non dico che bisognerebbe rimettere la leva, né la vorrei fare, ma inconsciamente mi sento debitore di qualcosa.

Tutto ciò è retorico? Certo. Ma il fatto che ciò sia retorico, lo rende automaticamente falso? Si può sostenere di non essere d'accordo, ma non credo che si possa bollare come un approccio insensato, "folle".
Non pretendo che si sia pronti a morire per la Patria, non tutti siamo chiamati ad essere martiri o eroi. Ma per un italiano l'Italia deve venire indiscutibilmente al di sopra di ogni altra patria.
Andiamo più sul prosaico, per esplicitare ancora meglio il concetto: consideriamo il tifo per la Nazionale. Secondo me una persona che in una eventuale gara sportiva tra Italia e il suo Paese d'origine facesse il tifo per il secondo non è italiano.

Inoltre non capisco bene la necessità di avere la cittadinanza italiana per uno straniero: i diritti personali sono comunque garantiti. C'è il problema del diritto di voto, ma quello potrebbe essere slegato dalla cittadinanza (io sono contrario, perché per me il voto è la partecipazione e la responsabilità nei confronti della Patria, ma capisco l'obiezione pratica del principio no taxation without representation).
Si possono snellire le pratiche per la richiesta di cittadinanza con i requisiti attuali, garantire risposte in tempi certi, facilitare l'acquisto di permessi di soggiorno per chi permane regolarmente in Italia per qualche anno (diciamo che dopo 5 anni si potrebbe introdurre un permesso quinquennale, dopo 10 anni per chi non fa richiesta di cittadinanza un permesso decennale e così via). Si possono attuare tante cose, ma con lo ius soli nudo e crudo non sono d'accordo.

I nati in Italia potranno, per esempio, fare richiesta di cittadinanza - come tutti: già oggi dopo 10 anni di residenza senza precedenti penali si può fare richiesta - al compimento del 18° anno di età, e magari vedersela riconoscere in automatico. Ma che un neonato figlio di stranieri sia italiano non mi pare giusto.

domenica 20 novembre 2011

Collegamenti

Leggendo in giro per la rete le notizie che riguardano il mio paesello mi sono accorto di non avere ben presenti i vari siti che ne parlano. Ogni tanto si trovavano riferimenti a blog o siti che non conoscevo. Dopo una breve ricerchina, quindi, ho deciso di inserire nella colonna dei Link di questo blog i siti che possono essere di interesse nel narrare le sorti di Ospitaletto, sperando di fare un servizio nel raccoglierli in un'unica soluzione riassuntiva.

Mi interessano soprattutto i siti di cronaca e commento sulla vita del paese, perciò non ho inserito il sito istituzionale, quello della parrocchia né siti commerciali o di negozi (ad esempio Ospitaletto Online). Ci sono invece i siti generalisti, come Ospitaletto.org e Ospitaletto MIO, ci sono i siti di partito e di associazioni che pubblicano anche commenti (non quelli limitati alle elezioni, quindi), ci sono i siti personali che non siano diari privati, ma contengano anche in questo caso commenti sulla vita pubblica. Se ne ho tralasciato qualcuno che non conoscevo, chi legge segnali pure, secondo i criteri esposti.

Per chi non li conoscesse, ora due righe di presentazione di ciascun sito linkato, per l'idea che mi sono potuto fare, in rigoroso ordine alfabetico.
About Ospitaletto. E' il sito personale di Massimo Reboldi, giovane impegnato nel PD locale e provinciale e presidente del Consiglio Comunale. Massimo tiene il blog da qualche anno, i suoi interventi si sono diradati dopo un restyling grafico e soprattutto dopo l'elezione, tanto che la home page riporta solo post elettorali. Non c'è nemmeno un link ai post vecchi, bisogna risalire all'indietro un post per volta... Speriamo che Reboldi si rimetta alla tastiera, ogni tanto...
Comitato Salute Ambiente Ospitaletto. Dice tutto il nome: il blog del Comitato è vispo e attivo sul fronte ecologista locale, di Ospitaletto e della provincia. La tendenza politica è chiara, per esempio guardando i link (Sinistra a Ospi, Il Fatto quotidiano).
Giulio Incontro. A metà tra il blog personale e di partito, con tanto di logo in home page, il sito di Incontro ospita commenti sulla vita politica locale e non. Anche qui, dopo aver diradato gli interventi, ad oggi non ci sono più notizie raggiungibili sul blog. Come per Reboldi, lo inserisco in lista in attesa di una ripresa dell'attività.
Lega Nord Ospitaletto. Più attivo è invece il sito della Lega locale, nato quest'estate dopo la sconfitta elettorale e animato da un anonimo a firma Gino lo Spazzino, dietro cui secondo molti (tra cui l'assessore Poli...) si celerebbe l'ex assessore Michele Chiappa. Sempre pronto a fare le pulci all'amministrazione, è ovviamente feroce nelle sue requisitorie.
Ospitaletto MIO. Mi è più misteriosa la natura di questo blog. Nato anch'esso a luglio, come il blog leghista, si caratterizza spesso per un curioso parallelismo di argomenti con il blog "verde" (sembra che si riprendano a vicenda). Sembra essere un blog personale, gestito da una tale Maria Antonietta, con l'ambizione di essere "la voce del tuo paese", in contrapposizione con Ospitaletto.org, accusato di essere troppo filo-Amministrazione e quindi "minzoliniano" nel sostenere che ora va tutto bene. Infatti nell'URL c'è la dicitura "ospitaletto reale"...
Ospitaletto.org. Il "notiziario" del paese per antonomasia, generalista, ferocemente anti-Prandelli nella gestione Scolari, ora gestito da Giorgia Boragini, di gran lunga il sito più noto del paese. E' innegabile una sua tendenza verso l'attuale amministrazione.
Sinistra a Ospi. Il blog di Leonardo Baratto, sindacalista e uomo di Rifondazione Comunista a Ospitaletto, alterna post personali (specie calcistici) a post "politici". Non frequenti quelli centrati su Ospitaletto, ma ce ne sono.

martedì 15 novembre 2011

Consiglio Comunale e Biblioteca

Lunedì si è svolto un Consiglio Comunale (la nuova amministrazione prosegue nell'intento di convocarne uno al mese). Sono stato presente ad una parte, e devo dire che il clima mi è piaciuto. La maggior parte dei punti all'ordine del giorno era tecnica, con qualche modifica a vari regolamenti ma nulla di particolarmente dirimente, o su cui contrapporsi con virulenza. Però alcuni punti sono stati approvati all'unanimità, e si vede che il lavoro nelle Commissioni dà i suoi frutti di collaborazione. Grande merito quindi all'opposizione e soprattutto alla maggioranza.
Quando sono arrivato io la Lega si era assentata dall'aula, mi dicono protestando per non aver avuto in tempo il materiale su cui lavorare. Male. Si vede proprio la differenza di atteggiamento tra Pdl e Lega, e il Pdl fa una figura molto migliore (insieme alla maggioranza).
Ovviamente non è mancato qualche battibecco: la Giudici ha tentato di fare melina su alcuni provvedimenti, mentre - mi riporta un consigliere di maggioranza - il nuovo presidente del Consiglio Reboldi si è un po' lasciato andare a un intervento molto "politico" sui partiti avversari.
Una qualche ilarità ha provocato un'uscita del vicesindaco Ondei, che si è detto "molto soddisfatto delle tante richieste" per gli orti comunali. L'opposizione ha allora insistito per sapere quante fossero queste richieste, visto che si stava modificando il regolamento per facilitare l'accesso. Le richieste sono 4-5 a fronte di 20 stalli...
Un'altra curiosità: prima dell'ultimo punto all'ordine del giorno il capogruppo di maggioranza Burato ha chiesto cinque minuti di pausa, prendendosi i rimbrotti del sindaco ("ma dai, mancano 10 minuti e finiamo...").

Fin qui la cronaca. Ora un'impressione. C'è stata una cosa che mi ha disturbato, nel merito di quanto discusso sul regolamento della Commissione Biblioteca.
La proposta arrivata in Consiglio e già passata dalle Commissioni consiliari prevedeva questa composizione per la Commissione (che poi sceglie il presidente della Biblioteca):
-1 membro del Consiglio Comunale di maggioranza,
-1 membro del Consiglio Comunale di minoranza,
-3 membri indicati dal Consiglio d'Istituto,
-2 membri eletti dai lettori.
Non conosco a memoria la composizione precedente della Commissione, ma in assemblea si è parlato della presenza della scuola come della novità di questo regolamento. Ricordando inoltre i nomi degli scorsi presidenti (prima Floris e poi Luscia), questi erano stati imposti dai partiti di riferimento, quindi l'elezione era più un fatto politico.
Nell'ascoltare l'assessore Chiodelli, ero rimasto piacevolmente stupito del fatto che nella Commissione Biblioteca i membri politici fossero in netta minoranza.
Nella discussione, nessuno ha da obiettare alcunché: il regolamento è già stato approvato nel passaggio in Commissione Statuto e Regolamenti, e anche la Giudici si dice favorevole.

A questo punto interviene Bordonaro (*) che "per onestà intellettuale" riporta che gli sono arrivate richieste (si capisce da parte della Lega, in quel momento assente) per portare da uno a due i membri di minoranza nella Commissione Biblioteca, in modo che tutti possano essere rappresentati (evidentemente Pdl e Lega).
Di conseguenza, sostiene Bordonaro, anche i membri di maggioranza devono diventare tre (ha detto proprio "naturalmente", o "va da sé", insomma non ricordo l'espressione esatta ma l'ha dato come una cosa logica e pacifica).
Nessuno ha avuto nulla da dire, anzi sono stati tutti d'accordo, e la cosa è stata approvata all'unanimità. La Commissione Biblioteca è quindi composta da 10 elementi:
-3 membri del Consiglio Comunale di maggioranza,
-2 membri del Consiglio Comunale di minoranza,
-3 membri indicati dal Consiglio d'Istituto,
-2 membri eletti dai lettori.

Ora qualcuno mi deve spiegare la logica per cui i componenti politici passano da 1+1 a 3+2. A voler fare l'avvocato del diavolo ci sarebbe da dire che per avere "tutti rappresentati", visto che i gruppi consiliari sono tre, bastava avere un esponente per gruppo, ma chiedere alla maggioranza di stare in minoranza in Biblioteca è troppo. Per rispettare le proporzioni però da 1+1 si doveva passare a 2+2, non certo a 3+2.

Il problema, però, è ancora a monte: che ci devono stare a fare i politici in Commissione Biblioteca? E' così fondamentale che tutti i partiti siano rappresentati? Capisco avere qualcuno che faccia da tramite con il Consiglio Comunale, ma 5 persone diventano il 50% della Commissione. Il peso politico passa da 2 su 8 a 5 su 10. Che senso ha? La biblioteca non dovrebbe essere un posto indipendente, "tecnico", come va di moda in questi giorni?
Il Consiglio Comunale ha comunque tutto il controllo che vuole sulle varie iniziative, tramite l'assessore competente e il delegato al bilancio (appunto, Bordonaro) che potrà decidere se finanziare o meno alcune attività. Mi dà proprio fastidio questo spoil system dei poveri, per cui bisogna spartire tra i partiti anche i posti di nessuna rilevanza, non perché sia grave all'atto pratico (non ci saranno conseguenze sull'attività della Biblioteca), ma perché la cosa è considerata naturale, ovvia, e nessuno se ne stupisce.

( * Piccola nota: Bordonaro, nel tempo in cui io sono stato presente, è intervenuto su tutti i punti all'ordine del giorno. E' il consigliere che ha sempre qualcosa da dire, più ancora dei capigruppo, anche su punti - come questo - che non riguardano la sua delega al Bilancio. Un tuttologo, insomma. Credo che anch'io sarei così se fossi in Consiglio, ma credo anche che cercherei di imparare a contenermi...)

lunedì 14 novembre 2011

Modi di fare festa

Sabato sera, per festeggiare le dimissioni di Berlusconi, sono andato a sentire lo spettacolo di Travaglio. Spettacolo interessante, anche se un po' ripetitivo, con spunti degni di nota, specialmente nella parte su (anzi: di) Montanelli.
Sono d'accordo con la premessa che ha fatto il giornalista, praticamente in contemporanea con le dimissioni: Berlusconi non c'é più, ma i danni, come scorie nucleari, dureranno ancora per decenni prima di tornare innocui.
Per il resto, a me Travaglio non piace per tutta una serie di motivi (troppo manicheo, troppo "taglia e cuci"), sui quali non mi soffermo e rimando qui e qui.

La stessa sera, centinaia di persone hanno pensato di festeggiare lo stesso avvenimento davanti al Quirinale, a colpi di cori e insulti. Non giudico: non so chi siano e che motivi possano avere. Magari ciascuno di loro è sempre stato un fervente antiberlusconista.
Mi pare però che, al di là di chi era fisicamente presente in piazza a Roma, il sentimento prevalente nel nostro Paese sia quello delle "monetine" e del "finalmente". E' un po' come il 26 luglio, quando tutti si scoprirono antifascisti e "mai-stati-fascisti".
Berlusconi ha avuto solo nel 2008 una maggioranza schiacciante alle elezioni, gli italiani quindi hanno una grossa responsabilità per questi tre anni (e per gli ultimi 17). Oggi non si trova un ex elettore berlusconiano nemmeno a pagarlo, tranne quelli di Fli che del loro essere "ex" fanno un punto di forza.

Sic transit gloria mundi.

mercoledì 9 novembre 2011

Occhio alla Lega

E così si dimette.
Ora l'Udc dice che non vuole un governo senza PD, tutti dicono però che il governo senza Pdl (il ribaltone) non si fa anche perché non ci sono i numeri.
La Lega spinge per le elezioni, e comunque rifiuta di governare con l'Udc che non vuole il federalismo (chiudendo di fatto le porte a un governo Alfano, che non potrebbe avere altro che la maggioranza attuale), e così Di Pietro vuole le urne.
Il Pdl non si è ancora espresso con chiarezza, anche perché le posizioni sono differenziate, ma senza di loro (almeno una grossa parte) non ci sono numeri per fare nulla.

In pratica, ad ascoltare le posizioni espresse pubblicamente, l'unico governo presentabile sarebbe un governo Monti sostenuto da Pdl, terzo polo e PD. Sarebbe una buona soluzione: senza le ali estreme, si potrebbero approvare misure draconiane in cui Pdl e PD potrebbero cercare di smussare le punte più "inaccettabili" della visione opposta (tipo la macelleria sociale), digerire materie più "indigeribili" per la propria parte (articolo 18, patrimoniale), e magari ritoccare la legge elettorale.
Questo però solo nel migliore dei mondi possibili. Nel modo reale, in questo modo il Pdl si giocherebbe l'alleanza elettorale con la Lega e il PD metterebbe a rischio quella con IdV e Sel, quindi non si farà e si andrà al voto. Pur sapendo che probabilmente non uscirà una maggioranza così chiara.

E nel frattempo? E' questo che mi preoccupa di più. Con un governo in carica solo per gli affari correnti l'Italia rischia di andare a catafascio.

Anche per questo mi puzza la Lega, che vuole andare a votare a tutti i costi. Capisco l'IdV, che ha la prospettiva di trovarsi al governo. Capisco l'Udc, che rifiuta di sostenere un governo Alfano anche perché con il voto sarebbe probabilmente decisivo al Senato. Ma la Lega? Alle urne, da sola o con un "nuovo" Pdl, perde di sicuro. E allora, dov'è il vantaggio?
Ieri sera sentivo Salvini da Vespa fare tirate elettorali contro il Sud. Allora il sospetto è che la Lega tiri al "tanto peggio (per l'Italia), tanto meglio (per noi)". Con un'Italia in default sarebbe il caos, e chissà che le istanze separatiste non riemergano prepotentemente.
Ecco allora che secondo me un buon indicatore per valutare le opinioni utili per l'Italia è guardare ciò che fa la Lega e andare in un'altra direzione.

Update - Ho scritto il post senza sapere del messaggio di Napolitano e della nomina di Monti a senatore a vita (premier in pectore). Ora il partito del governo tecnico prende forza, ma dipende ancor di più tutto da Silvio: se mantiene il suo niet il Pdl si spaccherà, e senza Idv e Lega i numeri di un governo PD+Terzo polo+dissidenti Pdl sarebbero ben più risicati, specie al Senato. Speriamo.

domenica 6 novembre 2011

Invito alla lettura

Volevo solo invitare alla lettura di questo post con i suoi vari commenti e link.
La discussione è interessante. Personalmente non sono d'accordo né con Gramellini (ciò che propone in provocazione presenta un grosso problema di individuazione di criteri imparziali nell'"ammissibilità" al voto) né con Sofri (che la colpa sia sempre dei maestri, della società, dell'ingiustizia e mai degli allievi è un vizio di una certa sinistra che ragiona tra l'altro come una destra, invocando una specie di elite di maestri illuminati). Sono invece con Churchill quando pensa che il sistema democratico, alla fin fine, sia il meno peggio fra tutti.

mercoledì 2 novembre 2011

Il prossimo

Ieri, in occasione della festa di Tutti i santi, mi è venuta in mente una cosa che avevo pensato già la domenica passata, e che poi non avevo scritto.
Una delle cose che mi piacciono di più del cristianesimo è il concetto di prossimo.
Non ci si concentra solo sul sé, sulla costruzione della propria personalità, della propria pace interiore.
La parabola del samaritano insegna anche che non ci si consentra solo sui propri "simili", sui cristiani e basta, ma su tutti gli uomini.
Mi piace questo concetto perché contiene in sé il germe dell'altruismo, della reciprocità attiva ("fai agli altri quelli che vorresti fosse fatto a te"), della responsabilità sociale, del bene comune. Della buona politica, anche.
E la responsabilità sociale, in ultima analisi, è l'unica che può far camminare un'umanità di 7 miliardi di persone, che non sia semplicemente una popolazione di 7 miliardi di esponenti di una specie (per quello basterebbe il darwinismo, la legge del più forte), ma una popolazione con dignità umana. Per i credenti, una popolazione di figli di Dio.
Non so se le altre religioni presentino questa attenzione, ma il cristianesimo ce l'ha, e mi piace.

venerdì 28 ottobre 2011

In difesa di Silvio Berlusconi

Questa volta, dopo tanti strali, mi sento di spendere due parole in difesa del Presidente del Consiglio per il risultato ottenuto mercoledì in Europa.
Leggo tanto scetticismo in giro sulla realizzabilità di quanto promesso in sede europea. Questo si vedrà, ma intanto bisogna dargli credito di essere riuscito a portare a casa il massimo possibile uscendo da una situazione veramente complicata, senza fare secondo me nemmeno un passo falso.

Di fronte a un ultimatum a 48 ore presentato da Van Rompuy, è riuscito a presentare un documento che è un capolavoro politico. Non ha fatto una bozza di decreto sulle pensioni, evitando di scrivere una cosa in fretta e furia, con cui avrebbe dato l'impressione di abdicare completamente a un commissariamento UE. Anzi, sulle pensioni - che sembravano il tasto più spinoso su cui lavorare - ha presentato una cosa già fatta, l'agganciamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita, come un recepimento delle richieste europee, riuscendo così a dare una risposta a Van Rompuy e contemporaneamente a non introdurre novità e salvaguardando così anche Bossi. Due piccioni con una fava.
Anche il resto del documento è sulla stessa falsariga: molte cose di quelle descritte sono quelle già fatte, presentate e imbellettate come risposte all'Europa; sulle novità non si sbilancia se non su cose che probabilmente avrebbe voluto fare ma gli erano state bocciate da veti incrociati, come alcune liberalizzazioni e la flessibilità lavorativa.
Ora avrà quindi l'occasione di portare avanti qualche riforma sperando di depotenziare i veti con la scusa dell'Europa che lo chiede.

Così facendo quindi Berlusconi si è portato a casa il plauso di Van Rompuy (l'Europa poteva fare altro? Non molto, in realtà, però qualche formula dubitativa la rischiavamo), non ha fatto nessuna promessa vincolante (ovvero nessun decreto già scritto) e quindi ha dato l'impressione di salvaguardare la sovranità nazionale, ha l'occasione di poter portare avanti un minimo di programma almeno per qualche mese, e se non ci riuscirà stavolta potrà dare la colpa a qualcun altro, ché lui ce l'ha messa tutta.

Ciò non toglie il giudizio negativo in generale sul suo governo, e il fatto che secondo me dovrebbe comunque passare la mano. Ma bisogna riconoscere che stavolta se l'è cavata da maestro.

mercoledì 26 ottobre 2011

Coalizioni minime vincenti

Solo oggi trovo qualche minuto per commentare l'interessante articolo di Panebianco sul Corriere di lunedì.
Mi pare un'analisi abbastanza illuminante sul male della politica italiana in periodo elettorale, la coalizione a tutti i costi. E non è nemmeno colpa della legge elettorale, che è anche variata, ma del metodo maggioritario in sé, anche se questo potrebbe essere "calmierato" da alcuni accorgimenti (dalle soglie di sbarramento anche per i partiti coalizzati al divieto di creazione di gruppi parlamentari - con le relative prebende - non legati a liste presentate alle elezioni, in modo da rendere più difficile che più partiti collassino in una sola lista).

La soluzione ideale (cito) per Panebianco sarebbe che "i partiti che contano si orientassero verso «coalizioni minime vincenti»: sufficientemente grandi per vincere le elezioni e sufficientemente piccole per assicurare una certa coerenza programmatica".E' un ottimo principio: con questo principio si riuscirebbe a governare meglio.

Il problema è: con questo principio si riescono a vincere le elezioni? Solo se c'è la massima onestà tra le parti, ovvero - in un sistema bipolare - se sia la destra che la sinistra rinunciano ad imbarcare quanta più gente possibile in coalizione. Per esempio, nel 2008 Veltroni tentò un abbozzo di "coalizione minima". Berlusconi non ci pensò nemmeno, e imbarcò da Dini alla Mussolini. Abbiamo visto com'è andata.
Il sistema della "coalizione minima" non può purtroppo essere imposto per legge, in quanto si fa fatica a individuare criteri oggettivi per valutare l'"accettabilità" di un'alleanza, e quindi regge solo sulla buona fede e la correttezza di tutti i concorrenti. Basta che uno solo non ci stia, e crolla tutto il castello di carte.

Come altre posizioni ideali (il comunismo, la "decrescita felice", il "liberalismo solidale") che si basano su assunzioni di reciproca correttezza, insomma, credo che sia un principio praticamente impossibile da attuare.

lunedì 24 ottobre 2011

Annessione!

Bene. E adesso possiamo dichiarare guerra alla Francia e alla Germania.
Però tiriamo via subito le truppe dal Brennero e dal Col di Tenda. Chissà che non ci invadano davvero. E poi ci annettano pure.
Tanto ormai la sovranità ce la siamo giocata. Magari è la volta buona che riusciamo a risollevarci.

mercoledì 19 ottobre 2011

Bella scoperta

E così oggi scopriamo che non ci sono i soldi per il decreto sviluppo.
Bella scoperta! Non è da ieri che abbiamo un debito pubblico abnorme, sostenuto da una spesa pubblica altrettanto abnorme.
E' proprio per quello che bisogna rilanciare lo sviluppo. Perché i rapporti deficit/PIL e debito/PIL si diminuiscono abbassando il numeratore e/o (meglio e) aumentando il denominatore.
E per migliorare i rapporti è un controsenso alzare il PIL facendo ancora spesa pubblica: così non cambia nulla.
Bisogna fare le riforme a costo zero: liberalizzazione delle professioni, abolizione di quasi tutti gli ordini professionali (salverei quello dei medici, giusto perché c'è di mezzo la salute...), abolizione del valore legale del titolo di studio, abbassamento del limite massimo di pagamenti in contanti, riforme delle pensioni, accorpamenti obbligatori dei servizi per i piccoli Comuni...
Peccato che le riforme a costo zero non le fa nessuno, e ci si aggrappa a piccolezze varie, per non urtare le lobbies parlamentari, gli elettori di riferimento, le corporazioni varie. Non si riesce nemmeno a scegliere il Presidente della Banca d'Italia, oggi si annuncia il nome per domani... preludio di altre patetiche trattative notturne: se il nome c'è, annunciatelo.

Ah, tanto per capire: dove abbiamo speso in tutti questi anni? Vedere qui.
Nei commenti si ha un campionario di reazioni NIMBY: "lasciate stare, dopo 40 anni di lavoro la pensione è giusta" (anche a 55 anni di età, magari? Per farsi mantenere dall'INPS per 30 o 35 anni, avendo versato con il sistema retributivo meno di quello che si prende?), "ho sempre pagato quanto mi hanno chiesto" (e se era troppo poco?), "ma pensate all'evasione, alla Casta, alle auto blu, a questo, a quell'altro" (fulgido esempio di benaltrismo: forse siamo in un momento in cui bisogna pensare a tutto, non ad altro).
Io non voglio la responsabilità di far fare questa fine a mio figlio. Ringrazio i miei genitori che in periodi di vacche (più) grasse hanno messo via abbastanza da aiutarmi con i "trasferimenti intra-familiari" che cita l'articolo, ma gradirei che mio figlio se la potesse cavare da solo.

Quindi, avanti con le riforme, per cortesia. Se no, a casa.

giovedì 13 ottobre 2011

Bilanci bocciati

Ieri sera al Consiglio Comunale il sindaco ha respinto le accuse di immobilismo lanciate dalle minoranze mettendo in luce tanti piccoli interventi che magari non si vedono (tipo la gestione della commissione edilizia) ma ci sono; bene anche le notizie sul potenzimento del pattugliamento dei vigili. Interessante la comunicazione secondo cui il Comune continua la lotta agli "esportatori" di immondizia che da altri Comuni arrivano a sversarla da noi: Bordonaro ha detto che quest'estate c'è stato un notevole aggravio di spesa per smaltimento rifiuti rispetto all'anno scorso (mi è stata riportata da chi c'era la cifra di 25 mila € in più, mi pare troppo) e sono state elevate ben 140 contravvenzioni. Ciò vuol dire che il fenomeno è in crescita, quindi vale la pena di investire nel controllo e di valutare se - nel medio periodo - sia il caso di allinearsi ai paesi vicini nella modalità di raccolta.

Non ho condiviso invece il rimpallo di responsabilità sulla consegna dei lavori alle scuole medie, con Sarnico che ha rinfacciato all'opposizione di non avere fatti loro i lavori. Dal 16 maggio - proclamazione dell'elezione di Sarnico - al 10 settembre - apertura delle scuole - c'erano quasi quattro mesi: la responsabilità di finire i lavori in tempo è della nuova amministrazione, e quattro mesi erano sufficienti, coi tempi di oggi sui cantieri. Non è corretto stare a sindacare il perché e il percome delle scelte precedenti: oggi l'onere della prova spetta alla maggioranza.
Meno ancora ho trovato sensato il lamento sulle aste pubbliche andate deserte per le lottizzazioni di aree di proprietà comunale. La tesi del Sindaco è che Prandelli abbia "abituato bene" i costruttori, con pochi vincoli su volumetrie e possibilità di vendite (non sono un tecnico), mentre la nuova amministrazione avrebbe - se non ho capito male - rivisto questi vincoli, non trovando quindi acquirenti per lotti il cui introito è però vitale per i bilanci. Sono finora andate deserte due aste, di cui la seconda riconvocata con un taglio dei prezzi del 10%, e Sarnico lamenta che ora dovrà rivedere ulteriormente il prezzo e/o i vincoli di quelle aree.
A me, da ignorante, sembra ovvio che se vuoi vendere una cosa con più vincoli la stai rendendo meno appetibile  e devi abbassarne il prezzo. Non credo che l'amministrazione potesse aspettarsi altro: gli imprenditori non fanno beneficenza al Comune. Aggiungiamoci l'enorme mole di invenduto e la crisi economica, ed ecco perché le aste vanno deserte. Non credo che si possa dare la colpa a Prandelli...

Resta il fatto che non si può rinunciare a lottizzare quelle aree, i cui introiti sono necessari per i conti del Comune, sul cui controllo la nuova amministrazione ha messo le mani con attenzione in questi mesi.
E su questi Bordonaro ha mosso più d'un rilievo ai suoi predecessori, accusandoli di aver lasciato un buco, e annunciando denunce a carico di tutti coloro che erano coinvolti (almeno questo mi è stato riferito, io in quel momento non c'ero). Bene: si farà un po' di chiarezza.

In pratica è un po' come se la (nuova) maggioranza avesse bocciato il rendiconto del bilancio precedente. E' la stessa cosa che è accaduta in Parlamento.
La differenza sta nel fatto che in questo caso la maggioranza è effettivamente convinta che i conti siano sbagliati. In Parlamento le opposizioni sono convinte che il bilancio statale 2010 sia scritto male? Io credo di no.

Tertium non datur: un bilancio o è esatto o non lo è. Se è sbagliato va riscritto e rifatto approvare. Se non è sbagliato - e non credo che la minoranza parlamentare creda davvero che è sbagliato - è corretto votare contro a prescindere?
In questo caso il voto contrario ha fatto emergere tutte le debolezze della maggioranza, avendo quindi una ricaduta positiva. Ma non è comunque il contrario di quello che almeno io ho sempre sostenuto, ovvero che bisognerebbe valutare i provvedimenti per il loro contenuto e non per la provenienza?
Ora si suppone che il bilancio sia errato, meglio: il Parlamento della Repubblica così ha stabilito. Non so che scappatoia legale troveranno, non sono un leguleio. A logica mi sembra difficile semplicemente ripresentare il testo e dire "ok, abbiamo scherzato, riproviamo finché non ce la si fa": ne bis in idem, per continuare con il latinorum. Forse si potrà cambiare qualche virgola e ripresentare.

In definitiva, avrei preferito che la maggioranza andasse sotto su altri punti, sui quali ci fosse una effettiva differenza di visione con la minoranza. Per coerenza. Mi rendo conto che la necessità politica a volte fa abbassare la guardia rispetto alla coerenza. Questo è un esempio di compromesso con sè stessi.

martedì 11 ottobre 2011

Vedo prevedo stravedo



  • Nota 12/10/11: questo post è stato scritto in qualche giorno nei ritagli di tempo. Proprio mentre lo pubblicavo, sentivo al telegiornale la notizia che il Governo è andato sotto di un voto in circostanze non chiarissime su una legge di bilancio. Per quel che ho sentito finora mi sembra plausibile che qualcuno abbia voluto dare un segnale al Governo ma che abbia fatto male i conti, cioè che l'intenzione fosse far mancare qualche voto alla maggioranza, non tanti da mandarla sotto. Comunque ora le probabilità di voto anticipato potrebbero crescere, anche se non ci credo molto.
     



Proviamo, come divertissement autunnale, ad analizzare le prospettive ipotetiche per un prossimo voto politico. Chiaro che siamo all’affidabilità degli oroscopi: non ho la palla di cristallo, e ci sono tantissime variabili in ballo, prima fra tutte la data del voto (credo nella prossima primavera, per un’oggettiva insostenibilità della situazione e per evitare il referendum, ma non escludo assolutamente che si vada al 2013: troppa gente, da Berlusconi a Casini, da una grossa fetta del PD a moltissimi deputati e senatori che in ogni caso non verrebbero riproposti ha interesse a procrastinare). Non credo che si riuscirà a fare una nuova legge elettorale (unica possibilità: un governo tecnico a seguito di una sfiducia esplicita del Parlamento, per qualche assenza imprevista o eventi catastrofici, tipo “commissariamenti” europei), quindi le ipotesi vertono sulla legge attuale. Altro dato di partenza è che la Lega stia con la destra: con i terzopolisti non si possono vedere, con la sinistra si potrà fare ma non subito, così vicino alla stagione berlusconiana. Se la Lega andasse da sola favorirebbe comunque il centrosinistra e soprattutto non avrebbe più nessuna possibilità di contare, quindi credo che ci penserà due volte.

Ipotesi 1: Berlusconi si ripresenta. Io credo che sia impresentabile e che nessuno lo vorrebbe nemmeno nel Pdl, ma il partito è “proprietà” sua ed ha comunque tantissima gente che gli deve tutto e sarebbe di difficile riciclo. Se si votasse presto, tipo fra 6 mesi, potrebbe anche decidere di ripresentarsi contro tutto e tutti. Allora probabilmente alcuni malpancisti del Pdl migrerebbero con Casini, che si presenterebbe certamente da solo, contando di raccogliere gli elettori di destra non berlusconiani e scontenti di Silvio. Alo stesso tempo, la presenza dell’arcinemico compatterebbe la sinistra, da Di Pietro a Vendola e fors’anche oltre. Tre poli, quindi: vincerebbe il centrosinistra, forse anche al Senato, ma c’è il rischio concreto che lì il Terzo polo diventi determinante.

Ipotesi 2: Berlusconi esce di scena. In questo caso, fattibile sia con elezioni nel 2012 (allora sarebbe un’uscita traumatica) o nel 2013 (e potrebbe esserci un passaggio di consegne “morbido” con Alfano), Casini potrebbe anche allearsi con il centrodestra, insieme a Fini (Rutelli allora dovrebbe ingoiare qualche rospo, ma elettoralmente non sposta molto), ed avrebbe di che guadagnare: potrebbe essere il candidato premier. Il Pdl pagherebbe la connivenza con Silvio ed avrebbe meno potere contrattuale nella scelta del candidato, Fini sarebbe comunque inaccettabile per il Pdl, invece Casini si è (parzialmente) ricostruito una verginità dal 2008 in poi. E non è detto che non vinca, specie considerando la debolezza intrinseca del centrosinistra: se si limita al PD+IdV+SeL perde quei punti percentuali potenzialmente decisivi, se si allarga a radicali, comunisti eccetera rischia di offrire il fianco a facili critiche di accozzaglia. Il risultato finale dipenderebbe da quanti voti perde o guadagna la Lega andando da sola. In questo scenario forse (se si va al 2013) per il centro sinistra un Renzi potrebbe sparigliare le carte e risultare vincente. Se si vota nel 2012, invece, non c’è tempo per costruire qualcosa di diverso da Bersani, e allora è più difficile, il nome ha meno appeal. Oddio, non che Casini possa passare come il nuovo che avanza... Se la giocano.

Ipotesi 3: Berlusconi esce di scena e Montezemolo prende il suo posto
. Se dovesse perdurare questa situazione di caos, senza che i partiti riescano ad organizzarsi al loro interno, ci sarebbe terreno fertile per Montezemolo, che potrebbe sfruttare l’appeal del “nuovo” e scorazzare nelle praterie sguarnite del centrodestra. Allora Casini dovrebbe nuovamente rinfoderare le ambizioni,e  probabilmente cercherebbe di accodarsi. Il Pdl rischierebbe la fine della Dc nel 1994, diventando residuale. In questo caso non ho idea di chi vincerebbe: l’effetto Montezemolo è di difficile previsione, e potrebbe avere una fronda di qualche candidato post-berlusconiano (magari lo stesso Alfano) a togliergli voti. Credo che a sinistra però non potrebbero presentarsi con una candidato già sulla scena (che sia Bersani o la Bindi o addirittura un redivivo Veltroni): farebbero la stessa fine di Occhetto nel 1994. E non è detto che non succeda.

Ipotesi 4: Casini va con il PD. E’ l’ipotesi più remota, ad oggi, ma non del tutto impossibile. Probabilmente non è praticabile se Berlusconi esce di scena, ma se non dovesse essere così, perché si ricandida o perché impone un Alfano standogli esplicitamente al fianco (immagino comizi congiunti e investiture ufficiali), il PD potrebbe fare due conti. Tutte le elezioni di questo Paese secondo me stanno a dimostrare che in Italia c’è una maggioranza di centrodestra tra gli elettori. Le vittorie amministrative del centrosinistra sono dovute alla disaffezione dei moderati delusi più che a guadagni di voti (a Milano Pisapia ha preso gli stessi voti del candidato di centrosinistra del 2006, è la Moratti che ne ha persi una marea). Il meccanismo regionale di attribuzione dei seggi al Senato è tale per cui, in una situazione in cui comunque un Terzo polo guadagnerà voti pescando tra i delusi del centrodestra, il centrosinistra rischia di non controllare il Senato pur avendo la maggioranza relativa (cioè vincendo alla Camera), e quindi rischia di dover scendere a patti comunque con Casini. Allora il PD potrebbe tentare il colpo gobbo mollando Vendola e imbarcando Casini e Rutelli (non credo Fini, che a quel punto sparirebbe), per cercare di vincere le elezioni senza sorprese. E’ un’ipotesi molto molto remota, anche se D’Alema continua a pensarci.

Riassumendo: secondo me con tre poli o tre poli e la Lega da sola alle elezioni vince il centrosinistra (in qualsiasi formazione), ma rischia di non avere la maggioranza al Senato. Con due poli, se Casini va con il PD vincono, ma fanno fatica a governare; se Casini va con il centrodestra la partita è aperta. Ad ogni modo chi vince è sempre Pierferdinando, per cui paga la lungimiranza del 2008 di esser sceso in tempo dalla barca che sarebbe affondata. Se arriva Montezemolo, spariglia tutto ma non so se vince, probabilmente renderebbe più impresentabile Bersani e spianerebbe la strada a qualche nome nuovo da opporgli (Renzi).

Se dovessi scommettere, direi voto nel 2012 (55% di probabilità, è più un auspicio che una previsione) e ipotesi 2 (lotta a due Casini-Bersani, da risolversi sul filo di lana). Non che mi piaccia molto, preferirei vedere nomi che non siamo sulla scena da 20 anni, ma per quello credo che dovrò aspettare ancora qualche anno (una legislatura).

martedì 4 ottobre 2011

Un'estate tranquilla

A quasi cinque mesi dall'elezione della nuova amministrazione comunale, e a quattro mesi dall'insediamento effettivo (6 giugno), si può tentare qualche parzialissima valutazione sull'operato della nuova compagine amministrativa. Anche perché se il tempo trascorso sembra poco, complice la pausa estiva, in realtà è passato già l'8% del tempo a disposizione. Come se su un anno fossimo già a febbraio.

Fermo restando che il Sindaco e gli assessori stanno ancora prendendo in mano la situazione, e facendo bene i conti sulla situazione economica con il delegato Bordonaro, la prima impressione è positiva.
La cosa che più mi ha fatto piacere è stata la disponibilità a non buttare il bambino con l'acqua sporca e a riconoscere quanto di buono - o di semplicemente necessario - fatto dai predecessori. Si leggono infatti secondo me più segnali di continuità che elementi di discontinuità. Non posso dire che questa cosa mi abbia stupito, contavo che fosse così perché credo che una volta terminata la campagna elettorale sia normale che si torni a fare cose di buon senso. Certo gli slogan sbandierati con veemenza prima delle elezioni potevano indurre a qualche timore di "sacri furori da cambiamento", mi fa piacere che ciò non sia avvenuto.

Elementi di continuità e riconoscimento sono stati per esempio la presentazione della Carta dei Valori dello Sport, quando l'assessore Danesi ha riconosciuto il merito della giunta precedente (in particolare degli assessori Chiappa e Chiari) per il lavoro svolto.
Altri momenti di continuità si rintracciano nell'intervista all'assessore Chiodelli, in cui si leggono frasi come "incrementare", "potenziare" eccetera, partendo da ciò che c'è già. Per esempio, sul Pedibus si riconosce che la difficoltà degli anni scorsi era nel reperimento volontari e non nella cattiva volontà amministrativa; si cita "il corso di italiano per straniere, che già l’anno scorso ha registrato un gran numero di iscrizioni, e che ora parte nuovamente"; si riconosce che sul diritto allo studio "il Comune di Ospitaletto, devo dire anche negli anni precedenti, ha sempre dato tanto in questo ambito, sopperendo a tante necessità".
Altro elemento di continuità, se vogliamo trovarlo, si può ravvisare nel bando pubblicato dal Comune per l'asta di lottizzazioni per edilizia libera (oltre ad un altro bando per edilizia convenzionata). Dalle voci, sembra che si tratti di una vecchia lottizzazione per cui l'asta era andata deserta, che viene riproposta a prezzo inferiore, ma non sono riuscito a trovare conferma a ciò sul sito comunale. Anche in questo caso, dai proclami in campagna elettorale ci si poteva attendere forse che non si riproponessero le lottizzazioni, specie considerando che dovremmo essere in fase di stesura del nuovo PGT che quindi permette cambi di destinazione con una certa facilità, ma evidentemente il bilancio è quello che è. Questa cosa rientra quindi in una "continuità necessaria".
Purtroppo non necessaria era una certa mancanza di distinzione con il passato evidenziata nella gestione dei Consigli comunali. Alcune richieste dell'opposizione sulle commissioni e le tempistiche potevano essere gestite con più apertura e flessibilità, invece è prevalso un atteggiamento chiuso, simile a quello messo in atto dall'amministrazione Prandelli. Intendiamoci: probabilmente la maggioranza aveva "tecnicamente" ragione, ma ha perso un'occasione per mostrarsi superiore alla vecchia gestione. Oggi l'onere della prova spetta a lei, non più a Pdl e Lega.
Non entro nel merit
o di queste altre situazioni di continuità, su cui la Lega polemizza, perché non ho gli strumenti per farmi un'idea sulle motivazioni dei respingimenti.

Fin qui tutto sommato bene, quindi: si analizza la base su cui partire, si cerca di tenere quanto serve, per poi modificare in seguito, in maniera man mano più visibile, quello che si riterrà opportuno. Col tempo avremo certamente la possibilità di vedere i tratti propri di questa nuova amministrazione.
Per ora gli unici elementi di discontinuità che ritrovo sono la simbolica rimozione dei cartelli dialettali e un rinnovato presenzialismo del Sindaco, che cerca di essere presente a tutte le manifestazioni che può, come segno di partecipazione e interesse. Non ricordo però se 10 anni fa non fosse lo stesso per un Prandelli ai primi mesi di mandato: in fondo siamo ancora in "luna di miele"...

Già fra poco comunque dovrebbe arrivare al dunque la revisione dei conti comunali ad opera di Bordonaro, e allora secondo me vedremo le prime serie cesure con la vecchia amministrazione: si vocifera di "buchi" in bilancio...
Io al riguardo metto le mani avanti: succede sempre che chi viene dopo accusi i predecessori di aver lasciato le casse vuote. Credo che sia retorica, costruita magari su differenze nell'interpretazione di alcune voci di bilancio interpretate in modo più o meno favorevole. Spero che stavolta ci sia risparmiata questa fase delle reciproche accuse: se si pensa che il bilancio sia diverso dal reale per dolo, oppure contenga scorrettezze contabili, si proceda a sporgere denuncia, altrimenti testa bassa e lavorare.

venerdì 30 settembre 2011

L'Evento Kobe

Pare concretizzarsi l'arrivo a Bologna di Kobe Bryant.
Io mi unisco al coro degli entusiasti. C'è chi ha da ridire sulla sportività dell'operazione: un giocatore che viene solo per soldi, che vince da solo e poi dopo un mese lascia la squadra da ricostruire, un campionato falsato eccetera.
Sì, ci può essere del vero in tutto questo. Ma qui è l'evento che conta. Non dico nemmeno il business, lo show, ma proprio l'evento. Avere il più grande giocatore di basket del mondo in attività nel campionato italiano, nella cornice più degna - Basket City - è un evento.

Per Sabatini sarà marketing, può essere che alla fine ci guadagni pure, e allora tanto di cappello all'imprenditore che sa rischiare. Non sottovaluterei nemmeno l'aspetto sportivo, in realtà: una Virtus che gioca tutte le prime partite in palazzetti capienti significa anche molte trasferte difficili (Milano, Treviso, Pesaro, Roma, Siena), e magari tra queste ne vince 5-6 perché c'è Bryant. Poi nel resto del girone d'andata - senza Bryant - rimangono i turni più abbordabili...

Ma per il basket italiano è un evento. Al di là di pochi come Hackett, sulle cui polemiche non vale la pena di spendere parole (specie sulle minacce), ci saranno avversari pronti a chiedere l'autografo a fine gara, e tra chi non avrà la fortuna di incontrarlo per motivi di calendario saranno più quelli rammaricati che quelli sollevati.

Credo che il termine di paragone possa essere il Dream Team a Barcellona: un evento, che fece passare in secondo piano l'aspetto sportivo. Persino nel torneo più importante. Un evento di costume, ricordato negli anni a venire.
Un evento possibile solo per il legame d'infanzia tra Kobe e l'Italia (altrimenti sarebbe finito in qualche altro campionato). Un'occasione da non perdere: bisognerebbe fare ponti d'oro a Sabatini.

Aggiornamento: apprendo nello scrivere che ci sarebbero problemi con il calendario. Vale ancora di più quanto ho detto: spero che non ci siano scherzi da parte di qualche società miope.

giovedì 29 settembre 2011

Cento di questi giorni!

Oggi è (stato) il compleanno dell'Oratorio di Ospitaletto, inaugurato il 29 settembre 1991. Vent'anni...
Visitando la mostra dedicata, ho sentito la gioia per la festa e anche l'orgoglio di aver dato il mio contributo a far vivere la struttura negli ultimi 14 anni. Grazie a tutti quelli che hanno contribuito con me, specialmente i tre curati di questi vent'anni!

lunedì 26 settembre 2011

RIP

Si è spento Sergio Bonelli.
Chi ama il fumetto, come me, sa dell'importanza della sua figura. Insieme a suo padre (davvero insieme, non "dopo" suo padre) ha inventato il fumetto come lo conosciamo in Italia, per personaggi (Tex, Zagor, Dylan Dog, Martin Mystère, Nathan Never e mille altri), per formato (l'albo bonelliano), per industria.
Rubo un commento che ho letto:
"La fantasia non muore mai, ma è triste quando ci lascia chi ci aiuta ad usarla".
Grazie di tutto.

Buon lavoro a chi resta, in quest'epoca in cui i fumetti guadagnano dignità in termini di considerazione, ma paradossalmente diventano sempre meno "popolari", come tirature, per via dei costi e della concorrenza. Speriamo che il fumetto non si chiuda nelle librerie ma riesca a rimanere in edicola, e se c'è qualcuno che ce la può fare è la Sergio Bonelli Editore.

martedì 20 settembre 2011

I gerarchi avevano più dignità

Da più parti si fa notare la similitudine del momento attuale con una specie di 24 luglio: l'attesa di una capitolazione del "regime", il cui capo si è ormai cacciato in un vicolo cieco e a cui non crede più nessuno.

Però quel 24 luglio qualcuno dei gerarchi ebbe la dignità (o il coraggio) di scrivere un ordine del giorno in cui si chiedeva a Mussolini di fare un passo indietro, e il 25 luglio qualcun altro votò quell'ordine del giorno.
Non so se fosse per presa di coscienza della situazione ormai deteriorata, per paura, per l'illusoria speranza di potersela cavare. Ma lo fecero.

Oggi stiamo aspettando qualcuno che possa far cadere il governo con l'arma della politica, non con l'arma giudiziaria. Qualcuno che abbia il coraggio di farlo cadere dall'interno della maggioranza.
Un'operazione che avrebbe anche un bel tornaconto per chi la compisse: ieri sera mio padre diceva: "Non si rendono conto che se vanno al 2013 con Berlusconi sono tutti sepolti, se lo mollano rischiano di vincere le elezioni". Analisi semplicistica nella sua seconda metà: se si votasse subito, nessuno del Pdl potrebbe cavarsela. Si andrebbe all'alternanza naturale, pur con una proposta non convincente a sinistra. Ma se invece le elezioni non fossero subito, magari con un governo Pisanu, con una parte del Pdl, l'Udc e il PD, il centrodestra avrebbe il tempo di riorganizzarsi. E magari qualcuno potrebbe anche non "morire" politicamente con Silvio. Già nel 1994 il vuoto lasciato dalla DC fu riempito, e le elezioni le vinse chi aveva riempito quel vuoto. Perché non dovrebbe essere lo stesso ora? L'Italia - resto convinto - è tendenzialmente di centrodestra.
D'altra parte non ci vuole un indovino per avere la riprova di ciò che scrivo: basta osservare che Fini, e ancor più Casini - che si è sganciato prima - hanno molte più probabilità di avere un futuro politico che non Cicchitto e lo stesso Alfano. Ad oggi, al netto dell'ipotesi Montezemolo, chi ha più da guadagnare dall'evaporazione del Pdl è proprio Casini.

Ormai la manovra è approvata, il suo compito urgente - bene o male - il Parlamento l'ha svolto, ora sarebbe il caso di staccare la spina. L'unico che avrebbe da perdere è Berlusconi, condannato a una specie di piazzale Loreto giudiziario. Ma forse anche per lui è meglio una exit strategy ora che un'incognita nel 2013.

Si attende qualcuno che abbia almeno il sussulto di dignità di un Dino Grandi. Smettiamo di essere lo "zimbello internazionale", come ha detto oggi la Marcegaglia, con felice sintesi (cercavo un'espressione del genere, ma non riuscivo a trovarla). Le occasioni - e i voti di fiducia - non mancheranno.

giovedì 15 settembre 2011

Pessimismo e fastidio

Siamo messi male.

Siamo proprio messi male, con un governo debole, che non ha le palle nè per affrontare la situazione nè per andare a casa. Schiavo del consenso da rincorrere alla disperata, in quest'emorragia di voti. Schiavo dei guai giudiziari del premier, per il quale tutti i nodi di un comportamento irresponsabile degli ultimi anni stanno venendo a galla.
Un premier screditato internazionalmente, che finisce persino su Playboy America.
Siamo messi male, con dei giudici che non sanno più quale appiglio scegliere (dei molti serviti su un piatto d'argento...) per incastrare Berlusconi: la novità di oggi, la richiesta di processo per le intercettazioni illegali del caso Unipol, arriva con malcelato tempismo su una vicenda vecchia e ritrita.

E non vedo proprio come potremmo uscirne. Di elezioni fino al 2013 non se ne parla, ormai chi governa deve tenere in piedi la legislatura per salvarsi il fondoschiena.
Tra l'altro eventuali governi tecnici richiederebbero comunque un consenso politico in Parlamento (una maggioranza devono pure averla). Chi può fornirlo? Le opposizioni, che però hanno tutto l'interesse a non perdere consenso sostenendo misure impopolari, che pure sarebbero necessarie.
Andare a elezioni sarebbe comunque meglio. Ma poi? Non credo che il centrosinistra abbia le soluzioni che servono a questo Paese, specie in una situazione di impoverimento generale, in cui la crisi morde e le tasse sono già a livelli di guardia. E questo temo che sarà vero anche nel 2013.

Possiamo aspettare un altro salvatore della Patria? Come nel 1994? Un Montezemolo? Potrei dare atto che l'entusiasmo di un neofita, che vede bene quali sarebbero le cose da fare, potrebbe portare ad agire realizzando qualcuna delle buone intenzioni. Ma è la stessa speranza del 1994, e la scottatura è forte e brucia ancora.

Io spero solo di non dovermi sorbire anche nel 2013 le stesse facce che ci sono ora. Nessuno dei pezzi grossi. Tutti portano comunque una parte della colpa. Via Berlusconi, ma con lui tutti i cortigiani. Via Bersani, D'Alema, Veltroni. Via anche chi porta semplicemente la colpa di non aver saputo mettere un argine, come i Pisanu o i Casini o i Fini. Vorrei vedere solo facce nuove. Anche negli stessi partiti di ora, ma solo facce nuove.
Per ora sconosciute, ahimè.

Vedremo. Una prece per l'Italia.

venerdì 9 settembre 2011

Un dono del Vescovo e di Mino

Don Mario Benedini mi ha fatto il regalo di spedire l'omelia del Vescovo per i funerali di Martinazzoli. L'ha definita "un dono del Vescovo e di Mino". E' di una bellezza folgorante, per la chiarezza limpida con cui tratteggia la figura del politico, e della politica come vocazione esigente:


  • "un politico diventa politico autentico quando impara a distinguere il bene di tutti dal bene personale e dal vantaggio della sua parte politica; e diventa politico buono quando sa scegliere ciò che è bene per il paese anche se questo va contro la convenienza personale e del suo partito."


  • "Le beatitudini non compongono un quadro sereno e idilliaco; ci collocano piuttosto nell’ambito del dramma e della possibile tragedia. La vita di Gesù e soprattutto la sua morte ne sono la dimostrazione più evidente. [...] chi agisce così non ha garanzia di riuscita mondana; al contrario deve mettere in conto che le opposizioni ci saranno e saranno dure; detto in termini cristiani: che la croce è un destino possibile e forse anche probabile. Ma sa anche che solo superando questa prova la sua coscienza esce pulita. Non è facile vivere costantemente all’altezza della propria umanità; come non è facile essere con coerenza un buon politico."


Di seguito inserisco l'intera omelia. Da leggere tutta, veramente.
Non uso il link perché ho paura che prima o poi venga cancellato. Invece queste parole debbono rimanere.

Esequie dell’on. Mino Martinazzoli
Omelia del vescovo Luciano Monari         
Chiesa Cattedrale di Brescia, 6 settembre 2011                                                                                                                         
È difficile pensare che la visione della Gerusalemme celeste con cui si chiude la rivelazione della Bibbia possa diventare un progetto politico: asciugare ogni lacrima dal volto dell’uomo, cancellare la morte per sempre, risolvere le situazioni di lutto, di lamento e di affanno è un programma troppo ampio; la politica deve accontentarsi di molto meno. E tuttavia è impossibile che un buon politico rimanga indifferente davanti a queste parole: Dio abiterà con gli uomini e gli uomini saranno suoi popoli ed Egli sarà il Dio con loro. C’è in queste parole il senso vivo della dignità dell’uomo, l’esigenza che l’uomo viva e che la sua vita sia crescita di libertà e di pienezza. Un politico vero deve sentire queste parole come un appello; non, come dicevo, un appello a realizzare il paradiso in terra; ma a desiderare il paradiso perché l’ordine, sulla terra, ne sia un segno, una prefigurazione, una preparazione. Un politico deve patire, come fossero proprie, le ingiustizie patite dagli altri; deve desiderare il bene per tutti, se vuole riuscire a fare qualcosa per qualcuno. Paolo VI insegnava che la politica è una forma esigente di amore; e intendeva dire che l’impulso sano a occuparsi di politica può nascere solo in un cuore che sappia amare, che desideri sinceramente migliorare la condizione degli altri e che, per questo obiettivo, sia disposto a pagare un prezzo personale, anche elevato; altre motivazioni sarebbero improprie e finirebbero per creare ambiguità e danni.
            In questo rito di esequie salutiamo un cristiano sincero, Mino Martinazzoli, che ha trovato la sua vocazione nell’impegno politico, che ha speso le sue energie per il bene della nostra città come sindaco e del nostro paese come ministro e come uomo di partito. Lasciando naturalmente ad altri le valutazioni sul significato e il valore della sua attività politica, vorrei ricordare la sua testimonianza sulle righe del vangelo che abbiamo ascoltato: il messaggio delle beatitudini; una parola che Martinazzoli conosceva bene, che ha mosso e illuminato la sua attività. Viene subito spontanea l’obiezione: le beatitudini sono belle, ma sono parole ideali, astratte; la concretezza della vita le uccide prima ancora che nascano; se vogliamo fare poesia, recitiamole pure; ma se intendiamo parlare di politica, ci aiuta più Machiavelli che il vangelo.
            Non mi azzardo a discutere e in ogni modo non sarebbe questa la sede. Ma voglio parlare di umanità, di un uomo degno della sua intelligenza, della sua libertà e delle sue aspirazioni; e sono convinto che questo uomo si riflette meglio nella semplicità delle beatitudini che nella tortuosità della furbizia politica. Un bambino diventa moralmente adulto quando impara a distinguere il bene dal male, ciò che è realmente bene da ciò che è solo gradevole; e diventa moralmente buono quando impara a scegliere il bene anche quando costa sacrificio, a rifiutare il male anche quando è attraente e appare gratificante. Nello stesso modo un politico diventa politico autentico quando impara a distinguere il bene di tutti dal bene personale e dal vantaggio della sua parte politica; e diventa politico buono quando sa scegliere ciò che è bene per il paese anche se questo va contro la convenienza personale e del suo partito. Che non sia cosa facile, lo si può ammettere facilmente: l’interesse personale o di gruppo, il successo personale o di gruppo possiedono una grande forza di attrazione che agisce a livello di impulsi e di sentimenti, che impedisce talvolta di vedere la realtà com’è e la deforma più o meno consapevolmente. Bisogna percorrere un cammino interiore di conversione e di purificazione per individuare tutte le ambiguità del cuore, confessarle a noi stessi con dolore e vergogna, e combatterle con decisione. Non è facile; ma nessuno ha mai detto che essere pienamente umani sia cosa facile. Bisogna passare inevitabilmente dalle beatitudini: “Beati i miti… quelli che hanno fame e sete della giustizia… i puri di cuore… gli operatori di pace…”
            Le beatitudini non compongono un quadro sereno e idilliaco; ci collocano piuttosto nell’ambito del dramma e della possibile tragedia. La vita di Gesù e soprattutto la sua morte ne sono la dimostrazione più evidente. Chi si pone nella via della mitezza – e non semplicemente perché non ha forza, ma perché sa che è cosa meschina usare la forza per prevalere su chi è debole; chi non rinuncia mai a perseguire la giustizia perchè un mondo ingiusto gli pare indegno dell’uomo; chi allontana dal suo cuore ogni doppiezza rinunciando così a irretire i semplici; chi pone la riconciliazione e la pace come valori superiori rispetto alla vittoria di parte… chi agisce così non ha garanzia di riuscita mondana; al contrario deve mettere in conto che le opposizioni ci saranno e saranno dure; detto in termini cristiani: che la croce è un destino possibile e forse anche probabile. Ma sa anche che solo superando questa prova la sua coscienza esce pulita. Non è facile vivere costantemente all’altezza della propria umanità; come non è facile essere con coerenza un buon politico. Non è facile per le conoscenze e le competenze che si debbono acquisire – la politica è un’arte complessa e raffinata; non è facile per il disinteresse che si deve creare dentro di sé – la politica mette a contatto coi soldi e col potere e finisce per costituire una continua tentazione; non è facile per la speranza che bisogna mantenere salda in mezzo alle delusioni e davanti allo spettacolo desolante dell’egoismo privato e di gruppo. Difficile, quindi; ma necessaria.
            Abbiamo parlato della città promessa da Dio, delle beatitudini che dirigono l’uomo verso questa promessa, della vocazione alta al servizio politico. Abbiamo parlato di Martinazzoli? Sono convinto di sì; ma ciascuno di voi, che lo avete conosciuto e stimato, può ritrovare nella sua memoria il segno che Martinazzoli ha lasciato e verificare questo segno sulla pagina di vangelo che abbiamo ascoltato. A me sembra che la parola di Dio, parlando dell’integrità dell’uomo, dello stile del cristiano, dell’amore come motivazione suprema di un credente abbia fatto il ritratto più bello di Martinazzoli. Non l’ho conosciuto molto. L’ho incontrato soprattutto in occasione di confronti con giovani, quando gli veniva chiesto di rendere la testimonianza di chi alla politica aveva dedicato molto di sé. Colpiva la sua schiettezza, l’ampiezza della sua cultura, la solidità delle sue riflessioni, la libertà di fronte ai luoghi comuni, ai giudizi del politically correct. Quanto a me, sono stato colpito soprattutto dal suo desiderio di coinvolgere i giovani in un cammino di impegno politico o, più ampiamente, di responsabilità sociale. Forse è questo l’aspetto in cui sentiremo maggiormente la sua mancanza. Intuiamo che siamo di fronte a mutamenti epocali; che non bastano aggiustamenti più o meno furbi; che deve cambiare il modo stesso di pensare alla convivenza umana; che dobbiamo diventare responsabili verso le generazioni future, cosa che non abbiamo certamente fatto negli ultimi decenni. C’è una sfida complessa che i giovani debbono affrontare; per questo loro, i giovani, hanno bisogno di persone credibili che li stimolino, che facciano loro intravedere la possibilità e la bellezza di una politica fatta di intelligenza, di sincerità, di coerenza, di passione per l’uomo.
            Nessuno di noi possiede tutte le risposte utili. Non sono più in commercio visioni di società perfette da comporre pezzo per pezzo. Questo tipo di certezza ci è negato. Abbiamo invece sempre più chiara la consapevolezza che un futuro degno dell’uomo potrà essere costruito solo attraverso le scelte di persone umane autentiche: sagge e non stupide; moralmente responsabili e non infantili; capaci di riflessione critica e di autocritica; appassionate del bene delle persone concrete e disponibili ai sacrifici necessari per costruire una civiltà degna dell’uomo, quella che Paolo VI chiamava: la civiltà dell’amore. 
            Celebrando le esequie la comunità cristiana vuole consegnare all’amore e alla misericordia di Cristo la vita dei suoi membri. Con fiducia e speranza grande la Chiesa bresciana affida al Signore la vita di un suo figlio, Mino Martinazzoli: unito a Cristo nel battesimo e nella cresima, nutrito continuamente col cibo dell’eucaristia e cioè con l’amore oblativo di Cristo egli ha percorso l’arco della sua esistenza terrena; ha conosciuto momenti di successo, ha conosciuto anche momenti di sofferenza e di croce. Credo di poter dire che ha cercato e ha vissuto con lealtà la sua vocazione nel servizio politico per il bene di tutti. Il Signore gli dia la ricompensa dei servi fedeli, secondo la promessa. “Udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: d’ora in poi beati i morti che muoiono nel Signore. Sì – dice lo Spirito – essi riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono.”
Quanto a noi, benediciamo il Signore per quanto di bello ci è stato insegnato e testimoniato. Ci viene lasciata un’eredità nobile; Dio ci conceda di conservarla e arricchirla.

mercoledì 7 settembre 2011

La Juve di Gasperini

Buffon; Bonucci, Barzagli, Chiellini; Lichtsteiner, Pirlo, Vidal, Marchisio; Krasic, Matri, Vucinic.

Ecco una formazione sensata per la Juve 2010-11, per la campagna acquisti svolta e le caratteristiche dei giocatori. Una Juve col 3-4-3, che non inventa esterni difensivi che non ci sono, che non deve scegliere tra Vidal e Marchisio a favore di un Elia meno forte di entrambi, che non butta via Krasic che avrà dei difetti ma almeno salta l'uomo, che può scalare facilmente a un 4-4-2 arretrando le ali destre, che cerca di chiudere la difesa - problema dello scorso anno - con tre centrali.
E' una Juve messa secondo uno schema che piacerebbe a Gasperini, l'allenatore che già avevo auspicato.

Invece ci siamo presi Conte con il suo 4-2-4 integralista, con una ricerca turbinosa delle ali che alla fine ha portato due scommesse (Elia e Estigarribia), con tutti i suoi difetti di relazione con i giocatori (non si può dar via Ziegler senza nemmeno provarlo avendo a sinistra solo De Ceglie e Grosso, e dando via anche Pasquato, il migliore in precampionato; non si può accantonare subito Krasic), con una squadra inadatta al suo gioco (non c'è un centrocampista interditore per affiancare Pirlo, che tra l'altro ha bisogno di essere al centro del gioco, altro che insistere sulle fasce).

Conte non durerà. Per fortuna l'anno prossimo ci sono buone probabilità che anche Gasperini sia libero...

Speriamo bene per gli anni successivi, quando il nuovo stadio dovrebbe dare benefici anche per il fair-play finanziario. Per quest'anno, altro carbone. E sono tre anni di fila.

lunedì 5 settembre 2011

Su Mino Martinazzoli

Ieri è tornato alla casa del Padre Mino Martinazzoli.
Non ho fatto a tempo a conoscerlo bene dal punto di vista politico: il suo ultimo incarico, come sindaco di Brescia, risale al 1998.
Ho avuto modo di apprezzarne la cultura e la franchezza in alcuni incontri pubblici a cui partecipai.
Il suo percorso politico - leggendo le biografie che si incrociano in questi giorni - è stato caratterizzato da alcuni successi, ma anche da molte sconfitte: nelle elezioni politiche del 1994, da ultimo segretario DC, nelle regionali 1998 contro Formigoni, nell'esperienza dell'UDEUR con Mastella.
Il suo essere centrista tutto d'un pezzo è giunto probabilmente fuori tempo massimo: un democristiano doc, vissuto con 15 anni di ritardo.
Colpisce l'assoluta mancanza di qualche voce dissonante dai vari attestati di stima, oggi ma ancor di più negli anni scorsi. E' raro riscontrare una stima così universale per un politico, specialmente della vecchia DC.
Forse questo fatto è stato favorito anche dall'assenza di incarichi di primo piano, che gli hanno evitato di crearsi antipatie e "nemici". Resta il fatto che fosse un galantuomo, la cui specchiata onestà è riconosciuta da tutti.
Politicamente non può non portare parte delle colpe degli anni '80, specialmente per quel che riguarda l'aumento del debito pubblico. Piace però ricordare le sue dimissioni da ministro della Difesa - date, non annunciate... - in disaccordo con la legge Mammì.

domenica 4 settembre 2011

Eurobasket 2011: Francia-Italia

Dopo Italia-Lettonia, che non sono riuscito a vedere, oggi grande losing effort contro la Francia.
La migliore partita dell'Europeo, senza dubbio. Una grande Italia per 35', che va via sul tiro da tre che finalmente entra con una percentuale accettabile e viene ripresa a inizio quarto periodo da due tiri da tre (la Francia non poteva andare avanti all'infinito a non metterli).
Ottima difesa su Parker, come buona era stata quella su Nowitzki, ma stavolta gira anche l'attacco, con tutte e tre le nostre punte coinvolte assieme. Peccato per la difesa a zona nel quarto periodo, eseguita male o attaccata bene dagli avversari.
Si perde perché ancora non siamo affidabili nei finali punto a punto, perché il tiro da tre smette di entrare (emblematico quello di Bargnani a 2' dalla fine, da posizione frontale, che gira sul ferro ed esce), perché... eccetera.
Bene tutti quelli che han giocato, sottotono ma sufficiente Gallinari. Mi spiace per due sanguinose azioni buttate via da Hackett verso la fine, un passaggio schiacciato a terra regalato ai transalpini e una penetrazione da sinistra da solo su cui invece di andare fino in fondo ha tentato uno scarico abbastanza insensato fuori dall'arco.
Non capisco ancora perché quando Gallinari gioca in isolamento, preferibilmente sul lato sinistro, gli altri quattro debbano stare tutti fuori dalla linea da tre - nemmeno una possibilità di rimbalzo, quindi.
Comunque non male, anche se siamo fuori. In un altro girone - uno qualsiasi - probabilmente saremmo passati al secondo turno (comunque non oltre), inoltre mi pare che gli altri risultati comunque ci avrebbero condannato (al più sarebbe arrivato un pari punti con la Germania, che aveva lo scontro diretto favorevole).