mercoledì 28 settembre 2022

Due parole sulle elezioni

Se ne è andata la "campagna elettorale più brutta della storia", come ha scritto qualcuno.
Non so, a me non è parsa così pessima, ma probabilmente è perché non l'ho seguita...
Queste elezioni non mi hanno infatti per nulla appassionato. Sarà per l'esito scontato fin dall'inizio.

Comunque, alcuni punti di commento.

  • Mi sembra che il risultato sia stato meno sbilanciato del previsto. Il centrodestra sta ben lontano dai 2/3 dei seggi, sta sotto i risultati del centrodestra berlusconiano degli anni zero che sfiorava il 50% (per non parlare dei voti assoluti), anche il risultato di FdI è il più basso delle varie ondate di consenso che abbiamo visto (Renzi 41%, M5S 33%, Salvini 34%). Tra l'altro buona parte del 26% è travaso da destra a destra, visto il tracollo di Salvini.
  • Mi rallegro per il tracollo di Salvini, che negli ultimi anni mi pare abbia dimostrato di non avere assolutamente idea di come gestire l'effimero tesoretto che gli è capitato in mano tre anni fa (come anche Renzi, d'altra parte).
    Mi pare però che la Lega (non più Nord) sia legata a lui, non si vede nessuno che possa portare avanti lo stesso approccio nazionalista. Se non sbaglio è pure legalmente un altro soggetto politico rispetto alla Lega Nord. Sono in una situazione bella ingarbugliata.
  • Il M5S e il PD sono complementari. Il M5S è una partito d'opinione che performa al sud e alle politiche, il PD va forte in tutti i voti amministrativi. Secondo me la strada è segnata, devono trovare il modo di collaborare.
  • Il PD al 19% secondo me vuol dire che si può fare quel che si vuole, con i segretari che si vogliono, ma è proprio un marchio logoro. Un po' di opposizione gli farà benissimo, e non è detto che comunque non serva qualche scelta più drastica.
    Probabilmente farebbe bene scegliere una collocazione chiara, se a sinistra o al centro (intesa nel senso di dove guardare per prima cosa per le alleanze), anche per prendersi del tempo per costruire coalizioni durature. Un vantaggio del centrodestra è che è stabilmente nella stessa configurazione da vent'anni.
  • La Bonino resta fuori, dal Parlamento. Per come l'ho vista in TV durante la campagna elettorale, è veramente ora che pensi alla salute. Se starà meglio, anche da fuori le battaglie si possono fare, come insegnano Pannella e Cappato.
  • Non mi capacito assolutamente come ci possa essere un 8% di persone che vota Forza Italia.
  • Notiamo anche il flop fragoroso delle liste no vax.
    Adinoldi e Di Stefano con "no green pass" nel simbolo fanno lo 0.06% (sic), Vita 0.7%, Paragone (che comunque ha una proposta più ampia) sotto le previsioni.
    Ennesima dimostrazione che sono quattro gatti super-sovraesposti, per cui c'è stata un'isteria collettiva esagerata l'anno passato.
    Spero che lo terremo presente al prossimo giro di vaccinazioni.

Ora governino, buon lavoro e auguroni, ne avranno bisogno...

martedì 20 settembre 2022

La passata (?) paura della guerra nucleare

Suggerisco la lettura di questo interessante articolo sulle strategie politiche e militari che hanno caratterizzato la guerra fredda in campo nucleare.

Curiosamente l'autore si chiama "Paura" di cognome...

Avevo sentito parlare di queste situazioni teorie, ma non mi era chiaro il livello di dibattito e approfondimento che c'era dietro. Sono esempi di come l'umanità abbia affrontato dilemmi etici mai visti prima.

Sarebbe interessante trovare testimonianze simili anche da parte sovietica.

giovedì 15 settembre 2022

Il doloroso Eurobasket 2022

Con un giorno di distanza.
Fa ancora male. Porca miseria se fa male. Con i francesi, poi.

Ma non ce la faccio a gettare la croce su Fontecchio, ha fatto i bambini coi baffi in più di un'occasione.
Ricordo che anche Basile sbagliò i liberi decisivi allo scadere al mondiale 2006 con la Lituania, ma non per questo è meno Basile. Forza Simone!

Datome ricordava che è la quarta volta di fila che si esce ai quarti di finale. Ci aggiungerei anche l'anno scorso.
Nel mentre la Spagna è 11-0 nei quarti di finale dal 1999 in poi. Ok, loro sono sempre stati decisamente più forti, ma 11-0 in partite a eliminazione diretta è eccezionale, vuol dire mai una giornata storta, un passaggio a vuoto.

In ogni caso, questa squadra (Olimpiadi ed Europeo) mi ha fatto emozionare come non succedeva da quella miracolosa di Recalcati 2003-04. Nessuna così in vent'anni*.
Hanno difeso fortissimo, con uno spirito commovente.
Probabilmente sottovalutiamo il livello medio delle nostre seconde linee, che se la giocano con le altre Nazionali. Chiaro che noi non abbiamo le punte che hanno gli altri: nessuno dei nostri concorre per l'All Star Game NBA o per i quintetti ideali dell'Eurolega.
Non abbiamo "predestinati", né come Doncic o Antetokounmpo, né come - in piccolo - Bargnani, Belinelli e Gallinari che a 20-22 anni sono andati a fare minutaggio in USA. L'unico predestinato di questa generazione sembrava Gentile, che si è perso (o buttato via).
I nostri leader (Fontecchio, Melli) sono cresciuti facendo panchina da noi, poi sono andati all'estero a crescere, poi sono passati pure in NBA. Ecco, forse il passaggio all'estero, rispetto al declinante campionato italiano**, è importante: sempre più italiani lo fanno, e il livello si alza. Speriamo che succeda sempre di più. Certo, con un percorso simile li abbiamo "maturi" solo quando avvicinano la trentina, e la finestra di opportunità si riduce.

Certo, per qualche motivo c'è sempre il solito problema: il tonnellaggio.
Siamo passati da Meneghin, Costa, Magnifico a Rusconi e Carera a Chiacig e Marconato a Cusin a... Tessitori nessuno***.
Speriamo che a Paolo Banchero sia venuta voglia di provare a fare qualcosa di bello con questa squadra, un frontcourt con lui, Melli, Fontecchio e Polonara a spartirsi i posti da 3-4-5 sarebbe una gran cosa.
Inoltre bisognerebbe decidersi a fare come gli altri: non riusciamo a naturalizzare una guardia con punti rapidi nelle mani? L'unica guardia che schieriamo è Tonut, che è un gradino sotto gli altri leader.

Vediamo cosa combineremo (toccando ferro per le qualificazioni, per cui siamo messi bene) al mondiale, competizione con cui di solito non abbiamo un gran feeling.
Peccato che gli Europei non tornino fino al 2025, quando Melli sarà anzianotto.

* soprattutto quelle di Pianigiani, decisamente le più deludenti. C'era sempre una scusa... Un giorno ci sarà da rivalutare quanto fosse un bluff quell'allenatore.

** aggiungo sul campionato italiano: dobbiamo smetterla di raccontarci bugie e crederci chissà cosa.
Abbiamo in FIP, ma pure in Lega, un nazionalismo straccione che non fa bene.
Gli ultimi due MVP del campionato sono stati Tonut e Della Valle, scelte insensate quando Tonut non era il miglior giocatore neppure della sua squadra e Della Valle ci sarà un motivo se è stato scartato da Milano e ha fallito all'estero (e non ha trovato offerte neppure quest'estate, dopo la pantomima "vado via").
Mi ricordano i premi a Bulleri (due!) quando giocava da sesto uomo a Treviso.

*** senza offesa per il povero Tessitori, ma di fattonon era stato convocato, è rientrato solo per l'infortunio a Gallinari, altrimenti non avremmo avuto centri di ruolo in rosa.

lunedì 12 settembre 2022

Il voto per età

Quest'anno per la prima volta si è equiparato l'elettorato di Camera e Senato.
Mi è venuto in mente che la differenza di risultati tra le due Camere, conoscendo il numero di votanti, poteva permettere di ricostruire (supponendo che gli over 25 votino allo stesso modo sulle due schede) il voto dei giovani tra i 18 e 25 anni.

Ho fatto qualche conteggio sui dati del 2018, e ne è risultato quanto segue.

Partito % Camera % Senato (>25) % Voti
under 25
Differenza %
M5S 32,68 32,22 37,97 +5,75
PD 18,76 19,14 14,39 -4,75
Lega 17,35 17,61 14,36 -3,25
FI 14 14,43 9,05 -5,38
FdI 4,35 4,26 5,39 +1,13
LeU 3,39 3,28 4,66 +1,38
+E 2,56 2,37 4,75 +2,38

I risultati sono abbastanza intuitivi: la differenza più grande tra under 25 e over 25 fu a favore del M5S, mentre PD e FI sono partiti votati più da adulti e anziani che dai giovani.

Quello che mi interessa è che le differenze ci sono, ma non sono abissali. Per esempio la "classifica" di gradimento tra gli under 25 è la stessa che negli over 25 e nell'elettorato generale.

Per questo sono stato stupito (e scettico) quando mi è capitato sott'occhio questo sondaggio di qualche giorno fa.

Fratelli d'Italia al 5% tra gli under 25, a fronte di una media nazionale del 24.4%?
Verdi e SI al 14% tra i giovani, a fronte di un risultato nazionale del 3.6%?

Mi pare che si indichi decisamente troppa variabilità. Il confronto tra Camera e Senato non mostra nulla del genere per nessuna elezione delle legislature scorse.

giovedì 8 settembre 2022

L'omogeneità delle coalizioni

In vista delle elezioni, segnalo il sito indecis.it. Non è uno dei soliti "giochini" tipo "trova il partito più vicino a te", è il tentativo di categorizzare e organizzare per temi i programmi elettorali delle varie forze politiche.

Questo permette una ricerca secondo me interessante. Abbiamo due coalizioni formate da quattro partiti ciascuna: il centrodestra con FdI, FI, Lega e NM (Noi Moderati) e il centrosinistra con PD, Verdi e Sinistra Italiana (VS), +Europa (+E) e Impegno Civico di Di Maio (IC).

Ho provato a vedere quali sono i temi su cui c'è disaccordo all'interno delle coalizioni, fidandomi del "semaforo" riportato sui vari temi dal sito. I temi per cui nella stessa coalizione convivono un semaforo verde (sì) e uno rosso (no) sono i seguenti.

Per il centrodestra:

  • Esteri e difesa - leva militare obbligatoria: FdI no (solo servizio civile volontario), Lega sì (a scelta tra militare o civile)
  • Economia e fisco - superbonus: Lega sì (con modifiche), NM no (modificare radicalmente l'esistente)
  • Lavoro e politiche sociali - reddito di cittadinanza: FdI e NM no (abolire e sostituire), FI riformare, Lega sì (con modifiche simili a FI)

Per il centrosinistra:

  • Istituzioni e giustizia - autonomia differenziata: VS e IC no, +E sì (con meccanismi di solidarietà)
  • Esteri e difesa - aiuti militari all'Ucraina: VS no, +E sì, PD parla di "sostegno all'Ucraina" ma non cita esplicitamente gli aiuti militari
  • Economia e fisco - revisione del PNRR: PD e +E no (solo piena attuazione), VS sì (PNRR più partecipato e ambientale)
  • Ambiente ed energia - Termovalorizzatori: VS no, +E sì
  • Ambiente ed energia - nucleare: PD e VS no, +E sì
  • Istruzione e ricerca - alternanza scuola-lavoro: VS no (cancellare), +E sì (rafforzare)
  • Lavoro e politiche sociali - abrogazione legge Fornero: VS sì, +E no (piccole forme di flessibilità sostenibile), PD non si esprime esplicitamente ma parla di varie forme di flessibilità
  • Lavoro e politiche sociali -contributi ai giovani per gli affitti: PD sì, VS no (più case popolari, invece), +E parla di "sostegno alla residenzialità dei fuori sede" senza esplicitare se con bonus
  • (Esteri e difesa -accordi di cooperazione con Paesi d'origine: il sito riporta VS no, +E sì, ma i partiti si riferiscono a cose diverse, +E a aiuti allo sviluppo, VS alla guardia costiera libica)

Fatte salve alcune differenze sfumate, che si percepiscono andando a leggere oltre il semaforo, ce ne sono altre in cui le posizioni sono opposte.

Il centrodestra ha fatto lo sforzo di mettere giù un asciutto programma comune.
Il centrosinistra, una volta naufragato l'accordo programatico tra PD e Calenda, ha proprio rinunciato. Ricordo i programmi da centinaia di pagine dell'Unione, poi miseramente naufragati: stavolta si è direttamente soprasseduto al lavoro di sintesi, probabilmente consapevoli della sconfitta e pensando solo a minimizzare i danni.

Io mi chiedo se sia serio chiedere il voto agli elettori per candidati comuni presentandosi esplicitamente con programmi contrastanti su punti anche importanti in questo periodo di crisi energetica.

lunedì 5 settembre 2022

La questione dei cattolici in politica, ancora

Come all'avvicinarsi di ogni elezione, ricompare qualche pensoso editoriale che parla della scomparsa dei cattolici.

Mi è pure passata la voglia di ragionarci, sono più o meno sempre le stesse analisi (l'evoluziona storica, Tangentopoli, il ruinismo, i valori non negoziabili) e nessuna prospettiva di cambiamento.

Propongo una lista di articoli.

Comincia Andrea Riccardi sul Corriere, con l'analisi storica seguita dalla sottolineatura del ruolo fondamentale dei corpi sociali cattolici.

Risponde l'immancabile Ernesto Galli della Loggia, con l'immancabile richiamo allo smarrimento dei valori e una conclusione curiosa: i cattolici dovrebbero scherarsi o di qua o di là, non al centro.

Curiosamente, mi pare una conclusione affine a quel che aveva scritto Marco Damilano in un lungo articolo su Domani qualche tempo prima, con una evidente preferenza per la sinistra, cosa che non so se Galli della Loggia condividerebbe...

Flavio Felice e Dario Antiseri propendono invece una presenza autonoma cristianamente ispirata: ai cristiani non mancherebbe la truppa, ma lo stato maggiore.

Che però non si intrevede all'orizzonte, nell'epoca dei leader.
Anche il tentativo di Insieme, che sembrava dover portare a un partito con capofila il prof. Stefano Zamagni, mi pare sostanzialmente arenato; lo stesso Zamagni ha partecipato al dibattito con un articolo a mio parere piuttosto vago, che tenta di tenere insieme l'etica comune, il pre-politico e il politico.

Il professor Giovagnoli su Avvenire minimizza persino che il problema dal lato cattolici, ributtando la palla nel campo della politica: esempio, a mio parere, di testa sotto la sabbia; oppure di fatalistica rassegnazione. E chissà, potrebbe pure avere ragione lui.

Di tutto il dibattito, riporto queste parole di Giuseppe Boschini su Settimana News:

La terza strada – la più difficile e incerta per il mondo cattolico – è quella di trovare una posizione sensata e sostenibile per i giovani   credenti (e non solo per i giovani) nella società dei “diritti individuali”, del modello familiare “tradizionale” che si disgrega, della libertà nelle scelte sessuali, del fine-vita che si allunga e sfilaccia, e così via.

Damilano centra il punto esattamente quando delinea la cultura delle libertà individuali come la sfida centrale per il futuro delle nostre democrazie. Libertà (termine che trovo più appropriato rispetto a “diritti”) che sono talmente permeate nell’identità giovanile da non lasciare per nulla esenti i giovani credenti: parlate con loro, in parrocchia, di omosessualità, fine-vita, aborto, per rendervi conto di quanto siano ormai lontani – con eccezioni solo per quelli toccati dai movimenti più radicalisti – dalle posizioni ordinariamente attribuite alla Chiesa cattolica. E inderogabilmente permeati dalla cultura dominante del loro tempo. [...]

Sto dicendo, insomma, che al “ritorno dei cattolici in politica” manca proprio il motore, la base. Ossia quella formazione diffusa, nelle parrocchie, che un tempo sensibilizzava e orientava all’impegno politico – dai più piccoli consigli comunali fino a Palazzo Chigi – intere generazioni di giovani credenti. Non tanto perché oggi, nelle parrocchie, o nella maggior parte di esse, dopo il ventennio ruiniano, parlare di impegno politico nei gruppi giovanili (se ci sono ancora) è una rarità. In fondo, alcune diocesi con governi “illuminati” e alcuni movimenti – l’Azione Cattolica e l’Agesci sicuramente  – pur con piccoli numeri, questo lavoro educativo ancora lo fanno: disperatamente, residualmente, ma lo fanno.

Il punto è che in questi percorsi formativi si sente totalmente la mancanza della “benzina”: una sintesi teologica e morale credibile, nuova, accattivante, sfidante, non banale e stereotipa, non “antica di 60 anni”, che si faccia carico fino in fondo della sfida dell’incontro tra modernità digitale e messaggio evangelico. Una infrastruttura di pensiero come quella che i giovani “cattolici democratici” trovarono in De Gasperi e Dossetti, quando fu ora di capire – nel 1945 – come potevano stare insieme democrazia e cristianesimo. Ma che sia attuale per il 2030.

Forse però, prima di scomodare modifiche magisteriali, l'infrastruttura andrebbe trovata dai laici.
Senza la pretesa che il magistero si sganci da sé stesso, e senza la paura di sganciarsi dal magistero, perché capaci di distinguere tra religione e politica.