mercoledì 25 settembre 2019

Dalle ordinazioni diaconali

Oggi parliamo ancora un po' di preti.
Sabato sono stato alle ordinazioni diaconali.
Ho quindi avuto occasione di vedere nuovamente (come ogni anno) i futuri preti rispondere con il rituale "Lo prometto!" alla domanda "Prometti a me e ai miei successori filiale rispetto e obbedienza?".
Siamo in un periodo di grandi spostamenti e nomine, in Diocesi.
E come sempre si ripete l'edificante spettacolo dei preti che rifiutano destinazioni, suggeriscono, cincischiano, si impuntano*. Può essere che abbia già scritto della cosa, perché ogni volta mi scandalizza.
Una volta, parlando con un prete, mi diceva: "Eh, ma l'obbedienza non è mica cieca e assoluta**, incondizionata. Siamo gente che pensa anche noi. Si parla, si discute, si valuta, se vede se la richiesta è utile per il bene di tutti, della comunità ma anche della persona, e poi si decide".
Tutto molto buon senso, vero?
Bene. Proviamo a prendere la stessa frase, sostituiamo la parola "obbedienza" con la parola "fedeltà" e applichiamola al matrimonio. L'obbedienza al Vescovo è uno degli impegni solenni che i presbiteri assumono nel sacramento. La fedeltà è uno degli impegni solenni che gli sposi assumono nel sacramento.
Suona altrettanto bene, vero? La fedeltà non è mica cieca, assoluta. Si valuta, caso per caso, quello che fa bene agli sposi ma anche a come sto bene io, come mi piace.
Resto dell'idea espressa qui: a certi preti manca la fede nel sacramento, nel fatto che la grazia possa portarli a superare anche le difficoltà umane. Come a certi sposi, d'altra parte.

* E tra l'altro stupisce sempre di come queste cose si vengano a sapere facilmente. Certi preti sono delle perpetue in stile gazzettino padano. Se ne è accorto anche il Vescovo: "Tra le note negative, la mancanza di riservatezza, ma su questo si può lavorare". E tanto...
** Attenzione: "filiale rispetto e obbedienza", dice la formula. "Filiale" è il rispetto, non l'obbedienza. Anche perché l'obbedienza filiale tante volte è un ossimoro... Invece tanti preti ubbidiscono al vescovo proprio come fanno i figli adolescenti ai genitori: di testa loro.

lunedì 16 settembre 2019

Scuotere l'albero

Ovvero un mini bilancio del governo gialloverde ormai passato alla storia.
In due parole (letteralmente): pensavo peggio.
Ragionando per capitoli: sul lavoro, dopo una breve flessione i numeri degli occupati sono cresciuti, fino ad arrivare a superare il numero alla data dell'insediamento. Sono aumentati anche gli occupati stabili. Non è tutto oro ciò che luccica: le ore lavorate sono più o meno stabili. Lavorare meno per lavorare tutti? Comunque, risultati non negativi.
Sull'economia, si conferma il trend degli ultimi 20 anni: siamo sempre qualche decimale di punto sotto la prestazione europea. Su balla sempre da un -0.1% a un -0.4%, tolta la parentesi della crisi dello spread del 2012. In questo senso la prestazione è negativa in assoluto, senza infamia e senza lode in confronto agli altri governi. Evidentemente l'Italia è così ingessata che l'azione del governo è "inutile".
Sull'immigrazione, il discorso si fa complesso. Riassumo quanto scritto qui:
  • c'è stato un forte calo di sbarchi in Italia;
  •  c'è stato un calo di arrivi in Europa, ma non così forte;
  • ergo: gli immigrati continuano a partire dall'Africa, ma preferendo altre rotte;
  • questo ha fatto sì che altri Paesi (Spagna) si sono dovuti accorgere della questione;
  • i vari bracci di ferro con le navi ONG hanno spesso avuto come risoluzione una promessa di redistribuzione tra Paesi europei;
  • tutto ciò sulla pelle dei migranti, assistiti ma bloccati al largo per 1-2-3 settimane.
  • Resta inoltre sullo sfondo la questione degli sbarchi autonomi incontrollati.
Mi pare che Salvini abbia forzato (con modi probabilmente illegali) una condivisione europea del problema. Anche gli sbarchi autonomi - in quanto non registrati - permettono a quei migranti di proseguire clandestinamente per il Nord Europa. E' un risultato. Prendo in prestito l'espressione di Nicola Graziani (AGI) alla rassegna stampa di sabato sera: il governo ha "scosso l'albero", con una certa brutalità, e qualche frutto è caduto.
Graziani diceva che anche sull'economia il governo precedente ha "scosso l'abero": i proclami di nazionalizzazione di autostrade e banche da parte di Di Maio hanno riportato al centro del dibattito - di nuovo in modo rozzo e brutale - l'intervento statale in economia, che oggi è sdoganato nel discorso pubblico italiano e forse anche in quello europeo.
Il problema di queste scosse d'albero da elefanti in cristalleria, è che purtroppo hanno riguardato anche lo sdoganamento dell'odio pubblico e i diritti delle minoranze.
Inoltre c'è l'altra faccia della medaglia anche per i risultati economici non così disastrosi: è stata tutta spesa a deficit, con coperture rinviate a domani (privatizzazioni fantasmagoriche e clausole IVA). Questa è l'ipoteca più pesante sul futuro. E anche il nuovo governo giallorosso sembra intenzionato a proseguire su questa strada, approfittando della benevolenza europea verso chi ha estromesso l'orco Salvini.

venerdì 6 settembre 2019

The mule - il corriere

Grazie ai cinema estivi all'aperto ho visto l'ultimo film di Eastwood.
Un gran bel film. Non all'altezza di capolavori come Changeling, Million dollar baby, Gran Torino, ma una bella prova dopo il non memorabile Sully.
Si vede che il vecchio Eastwood ci sa fare, dietro la macchina da presa. Ma non è solo questo: il film fa pensare. Una vita spesa, bene o male, pensando a sé stesso. Una vita riscattata nel rapporto con la nipote, ma soprattutto nel rapporto con la morte della moglie. Ma per farlo, l'utilizzo di un metodo non discutibile, no: una via completamente esecrabile. Eppure accettata e perseguita. E accettata prendendosene le responsabilità fino in fondo, come in tribunale: "Colpevole".
Secondo me è mancata una riflessione esplicita su questa cosa, sul fatto che non stava contrabbandando fiori, ma droga. Me la sarei aspettata alla fine, in tribunale, anche solo per rivendicare il male fatto a fin di bene. Ma forse questo è Eastwood, il suo essere anarchico e libertario fino al trasportare droga, se decide di farlo. Ma con dei valori piantati nel cuore, e non perseguiti per legge.

domenica 1 settembre 2019

Le vergini stolte

Ieri il Vangelo ha proposto quella che secondo me è la regina delle "parabole sbagliate": la parabola delle vergini stolte (Mt 25,1-13).
Anche in questo caso il senso è chiaro: estote parati. Lo esplicita Gesù stesso, al versetto 13:
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.
E fin qui tutto bene. Ma l'esempio scelto è sviluppato come si sa: le vergini si preparano per l'arrivo dello sposo. Questi arriva tardissimo, a mezzanotte, allora le vergini stolte si accorgono che il loro olio sta per finire, mentre le cosiddette sagge hanno fatto scorta.
Le stolte, quindi, chiedono alle compagne:
Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.
Come rispondono le vergini cosiddette sagge?
Potrebbero ricordare gli insegnamenti di Gesù all'inizio dello stesso Vangelo (Mt 5,38-45): "Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle", anche a discapito di te stesso: "a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due". E potrebbero quindi dare volentieri il loro olio a chi lo chiede.
Potrebbero ricordare la parabola del Samaritano, che paga da sé per l'altro in difficoltà, e offrirsi magari di andare a cercare altro olio, pur sapendo che è notte e sarà difficile trovarlo.
Potrebbero comportarsi come il ragazzo del lago di Cafarnao, che condivise i cinque pani e i due pesci che aveva, anche se sembravano pochi. Potrebbero quindi mettere in comune l'olio con le loro compagne*.
Come rispondono quindi?
No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
Cioè: arrangiatevi (detto con parole educate). Tra l'altro con quella indicazione di andare a comprarne dai venditori, in piena notte, che sa tanto di presa in giro.
E lo fanno in gruppo. Nemmeno una che si comporti evangelicamente. Praticamente una baby gang che bullizza le compagne.
Ma ripensandoci, forse più che "baby", queste vergini devono essere delle zitelle inacidite. Per forza restano vergini, non se le piglia nessuno!

* Tra l'altro stiamo parlando di ebree, per cui la "moltiplicazione" dell'olio di Channukah è storia ben nota.