venerdì 19 aprile 2019

Di giovedì santo e di sacerdozio ministeriale

Giovedì Santo.
Il giorno dell'istituzione del sacerdozio ministeriale.
Chiunque lavori o presti servizio in ambito cattolico entra in contatto con molti preti. Ce ne sono dei più diversi tipi, come vale anche per il resto dell'umanità.
A volte si rimane scottati, nel conoscere certi preti - o meglio: nel vedere alcuni comportamenti da parte dei preti. Non ci si aspetta che "loro" possano comportarsi così.
A volte è un po' come staccare il cordone ombelicale. Da piccoli si vede il prete "dell'oratorio", che sta con te e ti fa giocare. Poi si cresce e si ha una visione più realistica, ci si scontra con le piccolezze umane.

Ammettiamolo: spesso i preti non danno il meglio di sé. Tante volte noi laici non li invidiamo, perché hanno compiti gravosi (di fronte alla morte improvvisa di qualcuno, ad esempio). Ma altre volte pensiamo che vivano proprio fuori dal mondo, che non abbiano idea di cosa voglia dire andare d'accordo con la gente - magari dovrebbero sposarsi!
Poi sono sempre meno, quindi stanno sempre più da soli. Capita che quando hanno a che fare prete con prete succedono cose antipatiche.

Eppure io credo che tante volte le loro debolezze sono poca fede nel sacramento dell'Ordine.
Con questo sacramento, il presbitero diviene alter Christus. Una volta lo si diceva di più, oggi non è più di moda. Ma resta vero. Non nel senso che diviene un essere perfetto, ma che 1) ogni prete può rendere presente Gesù tra di noi nel consacrare l'Eucaristia, indipendentemente che ne sia degno o no (e questa parte del sacramento se la ricordano, speriamo che ci credano anche); e 2) ogni prete ha a disposizione la possibilità di diventare sempre più degno di questo compito. Con un po' più di fede nel loro sacramento, secondo me, i preti sarebbero più umili, serviziovoli, autorevoli, capaci di essere umanamente degni del loro compito. Dei veri altri Christi, sul modello di Gesù.*

Si noti che la stessa cosa avviene col sacramento "gemello eterozigote": il matrimonio. Col matrimonio, la coppia diventa immagine dell'amore divino, con un sigillo che è tale e resta tale indipendentemente dal fatto che la coppia ne sia degna, e la coppia può trovare nel sacramento la forza per diventare degna di un'unione in cui si è in tre: marito, moglie e Dio (e quindi un po' anche in cinque, visto che Dio è Trinità). Se tante coppie ci credessero di più, nel loro sacramento, anche i matrimoni andrebbero meglio. Come per i preti...

* Si noti che questo è l'esatto contrario del clericalismo, condannato anche da papa Francesco. Quest'ultimo è l'abitudine dei laici a incensare i preti indipendentemente dalla loro aderenza a Gesù, e dei preti a farsi incensare dai laici. Il sacramento invece rende veri servitori, come ci insegna il Giovedì Santo.

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