martedì 25 aprile 2023

La strada delle abbazie

O quel che ne resta...

La Strada delle abbazie è (era? sarebbe?) un progetto che collega sette luoghi di culto abbaziali o di tale origine tra Milano e il Parco agricolo Sud.

Io e mia moglie ne avevamo sentito parlare qualche anno fa, visitando l'abbazia di Morimondo. Avevamo cercato di informarci, ma a quanto pare dell'iniziativa è rimasto qualche vecchio link e non è mai stata predisposta una segnaletica.

Ma i potenti mezzi dell'Internet moderno permettono di organizzarsi autonomamente, così nel trascorso ponte del XXV aprile, abbiamo deciso di fare una specie di "pellegrinaggio" a piedi in queste abbazie. Siamo stati ospitati dalle gentilissime monache benedettine di Viboldone, la cui foresteria è ricavata nella casa del priore, e da lì ci siamo mossi a raggiera verso Chiaravalle, Santa Maria in Calvenzano, San Lorenzo in Monlué e Mirasole, che si trovano a distanze praticabili, tutte entro i 10km.

E' stato splendido.

I luoghi sono tutti belli, nel loro stile molto lombardo del mattone rosso. Artisticamente, le località più di pregio sono certamente Chiaravalle e Viboldone, con quest'ultima che si aggiudica la palma della migliore con la facciata a vento, la suggestione delle bifore aperte sul cielo e gli affreschi di Giusto de' Menabuoi.

Il parco agricolo è stato una sorpresa. Seppur solcato da ferrovie, tangenziali e autostrade, conserva un invidiabile paesaggio agricolo e la corrispondente fauna: aironi di ogni foggia e colore, germani, fagiani, conigli selvatici, gazze e quant'altro si possono incontrare con grande facilità.

Le giornate scandite secondo l'orario delle suore sono senz'altro "diverse" ma tonificanti, permettono di staccare completamente la testa dai pensieri quotidiani, di buttare fuori le tossine (complici anche i chilometri a piedi). Per quattro giorni abbiamo lasciato stare il telefono, se non per le indispensabili mappe.

Ci torneremo, in qualche modo.

Pubblicità progresso: in una delle giornate di cammino abbiamo approfittato dell'iniziativa del Cammino dei monaci gestito dalla cooperativa Koiné.

mercoledì 19 aprile 2023

Due parole sulle liste elettorali

Guardando solo i nomi.

Mi stupisce il ricambio per la lista Insieme per Ospitaletto. Solo sei nomi (tra cui il candidato sindaco) confermati dalla tornata precedente, 11 nomi alla prima esperienza, molti giovani. La cosa può essere letta in modo positivo come negativo, e naturalmente c'è del vero in entrambe le visioni. C'è da dire che l'esperienza è garantita dalla figura di Sarnico (lettura positiva), che anzi può essere persino ingombrante (lettura negativa). Dei più preferenziati della scorsa tornata non ci sono Boragini e Reboldi, gli altri - sostanzialmente gli assessori uscenti - si confermano in lista. Come alla scorsa tornata, confermano la componente femminile più presente: 8 donne su 17 nomi.

Ospilab ha evitato secondo me due trabocchetti che avrebbero fatto perdere voti, di cui non farò i nomi. La lista è costruita bene, meglio di quel che mi aspettassi, ma manca di gioventù*. I candidati con esperienza di amministrazione in maggioranza sono tre (Mandelli, Mena, Masperi), a cui si aggiunge Laura Trecani con l'esperienza di opposizione. Tra gli altri, alcuni sono stati già candidati (a memoria Bertoli, Gallo, Guarneri, Uberti). Rispetto alla scorsa tornata stupisce l'assenza di Angiola Giudici, seconda più preferenziata dopo la Trecani al giro scorso, anche se è noto il suo impegno nel partito, per cui non mancherà di portare il suo contributo.Tra i più preferenziati al giro scorso, detto di Giudici, si confermano in lista i tre di Ospilab, mentre Totò e Martinelli sono andati per la loro strada. Curioso di vedere quale sarà il contributo leghista, ai minimi termini alla scorsa tornata. Quote rosa: 7 su 17 nomi, tra cui la candidata sindaco (con la "o" come da slogan elettorale).

La lista Alternativa per Ospitaletto, detto di Totò e Martinelli, incrementa la presenza di ospitalettesi dopo l'esperienza della lista di Forza Nuova  alle elezioni del 2011, che aprirono l'era Sarnico. Allora c'erano solo tre nomi locali. Torna sul "luogo del delitto" Salvinelli, allora candidato sindaco per la lista poi dichiarata illegittima. Quote rosa: 5 su 13 nomi.

Delle due liste ulteriori della scorsa tornata (per Antonini e Mena), l'unica candidata che si ripresenta, nonostante le poche preferenze raccolte nel 2018, è Alessandra Uberti. Nessuna candidatura invece dalla lista di Antonini.

P.S. * manca parecchio di giovani... ora che ho notato, nella lista di Radici ci sono nove under 40, in quella di Trecani nessuno.

lunedì 17 aprile 2023

Troubles - Una storia irlandese

Ultimamente ho poco tempo per leggere, da quando ho lasciato i mezzi pubblici per andare al lavoro e sono passato all'auto.

Però, in auto, ho più tempo per ascoltare: tra i vari podcast, mim sono imbattuto in Troubles - Una storia irlandese, che merita decisamente l'ascolto.

Non sono ancora arrivato alla fine, ma la storia è ben narrata, con un ritmo riflessivo ma non lento. Traspare la simpatia per la parte repubblicana, con alcune espressioni un po' giustificatorie.

La storia testimonia una volta di più come si genera, si perpetua, si accresce una spirale di violenza da cui è sempre più complicato uscire.

Un piccolo difetto che trovo è che la qualità audio non sempre è ottimale, ma è proprio il pelo nell'uovo.

venerdì 7 aprile 2023

O Dio, abbi pietà di me peccatore

In questo venerdì santo, faccio mie le bellissime parole di papa Francesco pronunciate il 17 marzo durante una celebrazione penitenziale:

In questo tempo quaresimale, con la contrizione del cuore, sussurriamo anche noi come il pubblicano della parabola: «O Dio, abbi pietà di me, peccatore». Facciamolo insieme: O Dio, abbi pietà di me, peccatore.

Dio, quando mi dimentico di Te o ti trascuro, quando alla tua Parola antepongo le mie parole e quelle del mondo, quando presumo di essere giusto e disprezzo gli altri, quando chiacchiero degli altri, o Dio, abbi pietà di me, peccatore.
Quando non mi prendo cura di chi mi sta accanto, quando sono indifferente a chi è povero e sofferente, debole o emarginato, o Dio, abbi pietà di me, peccatore.
Per i peccati contro la vita, per la cattiva testimonianza che sporca il bel volto della Madre Chiesa, per i peccati contro il creato, o Dio, abbi pietà di me, peccatore.
Per le mie falsità, le mie disonestà, la mia mancanza di trasparenza e legalità, o Dio, abbi pietà di me, peccatore.
Per i miei peccati nascosti, quelli che nessuno conosce, per il male che anche senza accorgermi ho procurato ad altri, per il bene che avrei potuto fare e non ho fatto, o Dio, abbi pietà di me, peccatore.

In silenzio, ripetiamo per qualche istante, col cuore pentito e fiducioso: o Dio, abbi pietà di me, peccatore. In silenzio. Ognuno lo ripeta nel suo cuore. O Dio, abbi pietà di me, peccatore. In questo atto di pentimento e di fiducia ci apriremo alla gioia del dono più grande: la misericordia di Dio.

sabato 1 aprile 2023

Il governo Meloni e l'immigrazione

Guardando i dati, c'è qualcosa di curioso nell'approccio del governo Meloni all'imigrazione.

Intanto osservo che i toni sono un po' cambiati rispetto a quando erano all'opposizione. Da parte di FdI non si parla più di "blocco navale". E' vero che in realtà anche prima, andando a leggere "dentro" la proposta, non era nulla di quel che il nome faceva immaginare, ma usavano non a caso quel nome "evocativo".
Oggi è sparito pure quello, anzi abbiamo sentito Giorgia Meloni nella conferenza stampa dopo la tragedia di Cutro parlare dell'importanza di creare canali di ingresso legali.

Per ora a questa dichiarazione non è seguito alcun fatto concreto, in termini di nuove possibilità di ingresso.
Per quanto riguarda l'unica possibilità di ingresso legale, il governo Meloni ha approvato un decreto flussi da 82mila ingressi. Lo scorso anno, con il governo Draghi, erano 69700.
Ma sopattutto sono 50mila in più degli anni tra il 2015 e il 2020, quando il decreto flussi riguardava solo 30500 ingressi.
Per trovare un valore più alto bisogna tornare all'ultimo decreto flussi del governo Berlusconi IV: circa 180mila ingressi. Curioso che fosse un altro governo di centrodestra, un caso di Nixon goes to China, forse.

Ma l'immigrazione non è fatta solo di decreto flussi, anzi questo e le emergenze migratorie sono argomenti che si intersecano poco o nulla.

Il decreto flussi - che in teoria riguarda persone con un contratto di lavoro già pronto, per la cervellotica legge Bossi-Fini - serve in gran parte da sanatoria mascherata per persone che sono già qui a lavorare in nero.
Chi arriva da Paesi con crisi migratorie difficilmente (eufemismo) è formata per lavorare, quindi il decreto flussi non è lo strumento adatto. Nel loro caso, si dovrebbe passare principalmente da canali umanitari.

Riguardo all'immigrazione di emergenza, quella con i barconi, Giorgia Meloni si è vantata che il suo governo è quello che salva più persone, in proporzione agli sbarchi.
Ed è vero: la quota di decessi accertati rispetto al numero di chi tenta la traversata è al minimo storico.

Naturalmente la situazione è un po' più complicata di così, i morti sono comunque molti perché c'è un numero di partenze record (quest'inverno ci sono state più traversate che nelle estati tra il 2015 e il 2019).
Sotto il governo Conte I, i morti erano relativamente pochi perché non partiva più nessuno. Guardando ai dati assoluti, altri hanno fatto meglio, perché partiva meno gente.
Con il Conte II (in piena pandemia) ci sono state 65 morti accertate al mese, con Letta 68, con Meloni siamo a 80, con il Conte I 100, con Draghi 140, con Gentiloni 182, con Renzi 309.

In due parole, quindi, la situazione sotto questo governo consta di:

  • il decreto flussi più ingente da più di 10 anni
  • la minor quantità di decessi in proporzione alle traversate (attraversare il canale di Sicilia non è mai stato così sicuro)
  • il maggior numero di immigrati accolti da parecchi anni a questa parte.

Tutto molto diverso dalla vulgata e dalla faccia cattiva con le ONG*.
Che è delegata al ministro Piantedosi, alter ego di Salvini e come lui propenso a uscite infelici.

* ONG che, tra l'altro, contribuiscono in proporzione pochissimo al numero di traversate, la stragrande maggioranza degli arrivi è autonoma o su navi dello Stato.