mercoledì 27 febbraio 2013

Di ritorno

Di ritorno da un quattro giorni elettorale ai seggi, subito un'impressione: nel mio seggio due scrutatori su quattro mi hanno chiesto il permesso per il lavoro, e a occhio anche negli altri seggi la percentuale è la stessa.

Con i chiari di luna che girano, non sarebbe stato meglio chiamare a fare gli scrutatori (cioè a prendere 170€) dei disoccupati e/o cassintegrati, ancora prima dei molti studenti, ma soprattutto prima di gente che un lavoro ce l'ha?

Il Comune ha appena stilato una graduatoria di richieste per lavori da pagare con voucher. Si poteva pescare da questa, visto che gli scrutatori non sono più estratti a sorte ma scelti dalla commissione elettorale comunale. Invece mi pare che abbia prevalso la logica delle appartenenze, e le facce sono sempre le stesse.

Sul voto, ho trovato scritto bene perché ho votato Albertini e perché Maroni sarà una delusione.

venerdì 22 febbraio 2013

Cosa voterò, e perché, alle regionali

Per le elezioni regionali, il discorso è per me più semplice, e non può che partire dal giudizio sull'operato dell'amministrazione precedente. Amministrazione che si è dipanata lungo 17 anni.

Il giudizio è negativo sulla persona di Formigoni, che non ha saputo imporsi un senso del limite e ha finito per perdersi in una sorta di delirio d'onnipotenza. La vicenda dimostra come le situazioni di potere a lungo andare tendano in ogni caso a corrompersi, come i freni personali di fronte alle tentazioni man mano si lascino andare, come ci sia bisogno quindi di un ricambio ben calibrato e periodico. Mi sembra uno spot evidente a favore di limiti temporali ad ogni carica.

Il giudizio sull'operato politico, sul "sistema" implementato è invece più positivo. Penso che solo in malafede si possa sostenere che in Lombardia oggi si vive male, o si sta peggio di 17 anni fa. Inoltre una parte di quel sistema incontra il mio favore anche come impostazione di principi, in primis l'ampia sussidiarietà inoculata, e non parliamo solo della sanità o delle scuole private, ma anche del terzo settore tutto: a Ospitaletto abbiamo il caso della Fraternità, che conosciamo bene.
Riguardo la sanità, male, malissimo la lottizzazione dei primari: chi tra i partiti è senza peccato scagli la prima pietra, ma la lunga durata del potere Formigoni-CL ha incancrenito la situazione. Bene però l'organizzazione generale della sanità: io ci ho avuto a che fare e sono stato molto soddisfatto della mia completa libertà di scelta.
Riguardo la scuola, mi sembra che il metodo del buono scuola sia in principio corretto, anche se andrebbe valutata la progressività dei contributi. Però finanziare le famiglie permette di non finanziare direttamente i diplomifici: se la famiglia vorrà mandare il figlio (asino) in una scuola dove non impara nulla sarà una scelta sua, qui il problema diventa il valore legale del titolo di studio, che non è più competenza regionale.

Alla luce di questa premessa, è necessario un ricambio di uomini e di partiti, ma non di sistema. Questo spinge a votare Albertini, che proviene dal centrodestra ma ha avuto il coraggio di una rottura. Qui il suo programma (un'idea che era venuta anche a me è quella sui ticket progressivi per reddito e il contributo per i primi 10 giorni di degenza: ehi, uno che scrive che aumenta i ticket in un programma!).

Maroni non mi convince né per il suo partito (la Lega), che non ho mai apprezzato, né per la campagna elettorale abbastanza spudorata, specie sulla storia del 75% di tasse in regione (una grossa bufala), né per l'"impareggiabile continuità" con Formigoni, che resterebbe commissario all'Expo.

Ambrosoli gioca invece la sua campagna su "un'altra Lombardia", in discontinuità anche politica con la gestione Formigoni. Lui è sicuramente una brava persona, e se sarà eletto governerà potrà governare bene. Però il suo curriculum non mostra alcuna esperienza amministrativa, e - se mi posso permettere - nessun motivo particolare per essere scelto per una delle cariche più importanti d'Italia (governare la Lombardia è probabilmente più importante che fare il ministro). Probabilmente ci saranno state molte altre persone con un curriculum equivalente.
E allora il sospetto è che Ambrosoli sia lì per il cognome, come Rita Borsellino alle regionali siciliane di qualche anno fa. Queste scelte spot, in cui spesso cade il centrosinistra, mi danno veramente fastidio: non lo voterò.

Infine, alle regionali c'è anche la possibilità di esprimere la preferenza: io adotterò il voto disgiunto e, pur sostenendo Albertini come presidente, voterò Michele Busi, persona che conosco e stimo grandemente.

giovedì 21 febbraio 2013

Cosa voterò, e perché, alle politiche

E veniamo a Monti e Bersani. Come anticipato nello scorso post, la mia scelta (non ancora effettuata definitivamente, tra l'altro) si riduce a queste due opzioni.

Su Monti c'è da dire che il suo programma mi piace. Mi piace che ci sia scritto che è necessario abbassare la spesa pubblica (punto 2), continuare con la spending review (punto 2), dismettere una parte del patrimonio statale (punto 3: 130 miliardi in 5 anni sono tanti, ma sempre più credibili dei 400 miliardi di Berlusconi), abolire le Province (punto 1). Tutte cose che con il nostro debito pubblico mi sembrano assolutamente inevitabili, anzi abbiamo aspettato fin troppo a fare. Qui c'è anche qualche cifra in più. Che il programma sia in sintonia con quel che penso me lo conferma anche il giochino di Voi siete qui.
A Monti non si può imputare una mancanza di attitudine al governo, e credo che i suoi propositi, provenendo da un'esperienza diretta di amministrazione dello Stato, siano basati su ciò che ha visto e provato, quindi (al netto di un'ovvia retorica elettorale) fattibili.

Non mi piace (e l'ho già detto in passato) che per fare questa specie di "rivoluzione morbida" Monti si sia scelto Fini e Casini come alleati, che non hanno mai avuto posizioni particolarmente rivoluzionarie nel loro elettorato, molto meridionale e spesso ancorato all'intervento pubblico o al posto statale. E' anche vero che sembra che questo elettorato sarà molto assottigliato dopo le elezioni...
Non mi è piaciuto nemmeno il Monti di questa campagna elettorale, che ha detto tutto e il contrario di tutto, specie sull'alleanza post elettorale col PD (sì, sì su alcuni temi, sì ma senza Vendola, sì ma silenziando Fassina, no, fino alla gaffe di ieri sulla Merkel). Veramente schizofrenico. Se deciderò di votarlo sarà nonostante la sua campagna, veramente pessima. Per conto mio si è giocato un bel po' di credibilità. Certo la sua era talmente alta che gliene rimane comunque una scorta.

Per quanto riguarda Bersani, invece, trovo che non abbia fatto grossi errori in campagna elettorale (beh, c'è chi dice che praticamente non l'ha fatta, la campagna, ma io non sono d'accordo). Ho sentito il suo comizio in Piazza Duomo a Milano, è stato convincente come un padre di famiglia. Il PD mi sembra decisamente il partito che ha fatto le cose meglio con le varie tornate di primarie e con il restringimento del perimetro della coalizione (niente Di Pietro e Radicali, per intenderci). In questo modo ha un programma (qui la versione estesa, ma pericolosamente senza numeri) decisamente più aderente alla coalizione in cui si rispecchia, un socialismo rassicurante, europeista, keynesiano.

In mezzo a tante cose condivisibili, però, manca completamente ogni accenno alla necessità di ridurre la spesa pubblica. Anzi, si scrive più volte che si pagheranno i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese per 50 miliardi in 5 anni, emettendo dei BTP (ovvero altro debito e interessi da pagare). Si parla spesso di rimodulazione in senso progressivo della pressione fiscale, mai di riduzione della stessa, anzi vedendo di quanta spesa pubblica si parla viene il terribile sospetto che la pressione fiscale, pur modulata diversamente, possa ancora crescere.
Nelle infografiche gli unici interventi di risparmio citati sono sui costi della politica e sul bilancio militare: bruscolini, rispetto alle decine di miliardi in uscita.
Onestamente da un buon padre di famiglia mi sarei aspettato un discorso del tipo: "Oh, ragassi, ma siam matti? Non stampiamo mica i soldi col ciclostile eh! Qua bisogna smetterla di spendere e spandere a destra e a manca. Da domani controllo io tutte le vostre paghette", invece non mi par di vedere niente del genere.

Alla fine, quindi, dovrò scegliere tra un programma ambizioso, che mi somiglia, portato però avanti da una coalizione "sospetta" che sembra puntare più all'inciucio che a vincere, oppure un programma che tira a campare, senza dare la necessaria scossa al Paese, redistribuendo quel po' di benessere che è rimasto, portato però avanti da persone affidabili e serie. Sulla bilancia andrà poi il fatto che ho votato alle primarie: non mi sentirò vincolato per questo, anche considerato che la piattaforma che sostenevo aveva un profilo ben diverso da quella che ha vinto, ma anche questo è un fattore.

Non avranno alcun peso, invece, i discorsi relativi al "voto utile", a cui non ho mai creduto: se il mio partito è in difficoltà nei sondaggi (ma nelle urne si parte tutti da zero...), non penso certo di abbandonarlo per paura delle soglie di sbarramento. Anzi farò di tutto per cercare di fargliela superare, questa soglia, a maggior ragione mi sento motivato a votarlo.

mercoledì 20 febbraio 2013

Cosa non voterò, e perché

E così finalmente ci siamo. Questo fine settimana si vota, e io provo a mettere giù un elenco di ragionamenti e valutazioni sulle proposte in campo. Visto che viene una cosa un po' tanto lunga, dividerò il discorso in più parti, sperando di finire entro sabato :-).

Per quanto riguarda le elezioni nazionali, per conto mio la scelta è tra il PD e Monti.
Comincio a spiegare perché escludo altre soluzioni.

Il Pdl ha perso ormai ogni elemento di credibilità, con Berlusconi che fa promesse da imbonitore, aumentando a dismisura le promesse del 1994 che in tremilatrecentoquaranta giorni di governo non ha mai saputo mantenere.

Su Grillo vale quanto scritto esaurientemente qui. Va bene il voto di protesta, la presenza di qualche grillino in Parlamento sarà utilissima come controllo, ma l'assenza completa di un programma credibile e di un qualche genere di democrazia, dialogo, attitudine a governare è un ostacolo insormontabile.
Abbiamo già vissuto vent'anni fa l'esperienza di quelli che andavano in Parlamento a ribaltare tutto, si chiamavano leghisti, abbiamo visto com'è andata.
L'Italia ha senz'altro bisogno di uno scossone, ma visti i precedenti invece dei rivoluzionari coi forconi preferisco votare qualcuno che mi promette un cambio di rotta "dall'interno" dei partiti, mettendo alla prova chi non ha responsabilità per lo sfascio attuale.

Quanto a Fare per fermare il declino, avevo preso in considerazione la possibilità di votarlo, ma ho sentito Boldrin in televisione e mi ha confermato l'opinione che ne avevo: il programma è completamente incentrato sull'economia, ma veramente povero sulle altre questioni. Sulla maggior parte del programma posso anche essere d'accordo, anche se per i miei gusti è un po' estremista in senso liberale su alcune posizioni, ma è troppo limitato.
Trovo negativo anche il fatto che non siano riusciti a chiudere alcuna collaborazione: a fare i duri e puri ci si scotta, si vede anche cosa è successo a Giannino in questi giorni.

Ho valutato anche con interesse la nascita di Fratelli d'Italia, personalmente incoraggio il loro percorso, pur con i dubbi che nascono dal fatto di avere una formazione così piccola già più anime (la destra sociale della Meloni, che porta a proposte molto dubbie come l'impignorabilità della prima casa, e il liberalismo di Crosetto, che per esempio dovrebbe essere contrario a una proposta così, senza contare il reducismo della vecchia politica di LaRussa).
Il fatto che però accanto al loro nome ci sia scritto Silvio Berlusconi come leader mi fa escludere anche questa opzione. Capisco che fosse rischioso andare contro Silvio completamente senza rete: Fini è praticamente evaporato dal panorama politico, ma così siamo daccapo. Speriamo per il futuro, basta che dopo la sconfitta elettorale del Pdl non facciano da zattera a vari ex-An, ex-Pdl, ex-qualcosa.

Le altre proposte in campo sono decisamente più lontane dal mio sentire.

domenica 17 febbraio 2013

50 anni, troppo forte per un soprannome

Edit: rileggo e mi accorgo che ho scritto un post veramente disordinato. L'ho scritto di getto, resta qui come fosse un elenco di appunti ad uso personale, credo che per migliorarlo dovrei praticamente riscriverlo.

Io sono del 1978, sono cresciuto praticando la pallacanestro, sono cresciuto quindi accompagnato dall'apogeo della carriera di Michael Jordan. E io tifavo sempre per qualcun altro.

Nel 1991, quando MJ vinceva il primo titolo (a 28 anni, non proprio un giovincello: aveva fatto la sua gavetta) io preferivo Magic, che lui batté nelle Finals di quell'anno. Resto dell'idea che i due giocatori siano così diversi da non essere comparabili: MJ era un "2", Magic non era inquadrabile in un ruolo. Probabilmente non avrebbero nemmeno potuto giocare 1vs1. Comunque allora Magic era già leggenda, MJ un grande realizzatore e basta.

Nel 1993 la password del mio primo PC era "WiSuns": sì, i Suns erano la squadra fresca, nuova, giovane, il Davide che lottava con il Golia Bulls. E Barkley era un personaggio come pochi: impossibile non restarne affascinati. E vinsero i Bulls, in una serie pazza, con 5 vittorie in trasferta su 6.

Nel 1995 però era impossibile non farsi prendere dalla solennità dell'"I'm back". Jordan aveva impiegato tre titoli per vedersi riconosciuta l'etichetta di miglior giocatore NBA in attività, anche grazie al ritiro di Magic.

Nel 1996 i Bulls erano in missione. Con BJ Armstrong e Luc Longley in quintetto, altri scarti d'Europa come Bill Wennington (che a Bologna chiamavano Invisibill, per capirci) e un enfant du pays come Toni Kukoc non li si poteva non sostenere. 72-10, una stagione mai in discussione.

martedì 12 febbraio 2013

Varie di sport

E' tanto che non scrivo di sport... mi è tornata voglia di farlo per scrivere che sono felicissimo per la medaglia d'argento di Nadia Fanchini ai mondiali di Schladmig. Una favola, un lieto fine per una storia di determinazione, che dimostra quello che in tanti dicono da anni: questa ragazza ha un talento naturale fuori dal comune. Non si spiega altrimenti una prestazione come quella di domenica, quando ha messo in fila (quasi) tutte le favorite alla sua quarta discesa stagionale (ovvero alla quarta discesa in più di tre anni). Ha 26 anni, un'età per cui può ancora far vedere grandi cose e cancellare il rimpianto per gli infortuni che l'hanno frenata fin qui e che avrebbero stroncato un cavallo.

E già che scriviamo di sport, scriviamo pure che pur nella delusione per il campionato di basket dell'Olimpia Milano (veramente una schifezza, sembra l'Inter dei tempi d'oro, per quel che ha speso), questa stagione è veramente interessante e divertente. Posso anche passare sopra il livello ormai basso dei nostri team in confronto al livello europeo (discorso che vale anche per il calcio) se almeno ci sono competizioni tirate, incerte, in cui possono vincere in tanti. E chissà che non sia davvero l'anno di Varese.

Altra sorpresona, l'Italia di rugby che vince il Trofeo Garibaldi con la Francia: che goduria! E che mete! E' vero che poi c'è stata la sconfitta con la Scozia, ma prendersela troppo per quella vuol dire essersi montati la testa... godiamoci l'impresa, invece.

Infine, la mia Juve. Vedremo stasera con il Celtic: secondo me si passa, facendo una fatica boia, e poi si esce ai quarti. Comunque una Champions League dignitosa, anche se continuo a non capire le schizofreniche tattiche di mercato. Fin qui si sta affrontando una competizione in più rispetto all'anno scorso con Del Piero in meno e praticamente nessuno in più in organico: Bendtner desaparecido, Isla panchinaro fisso, Asamoah via per la Coppa d'Africa, Giovinco che dimostra di non essere da Juve. Si vincerà il tricolore per continua ed assidua mancanza di avversari (anche se bisogna dire che la Juve sta tenendo una media punti comunque considerevole).

lunedì 4 febbraio 2013

Un genio

(Nota che non c'entra ma interessante: per completare la carrellata sui programmi dello scorso post, vedere qui.)

Sono stato indeciso per quanto riguarda la proposta sciocc: parlarne e cadere nella trappola dell'attention whore o mantenere un altero distacco?

Visto che l'attenzione ormai Silvio l'ha recuperata tutta anche senza che io gliela dessi, scrivo due righe: la proposta sull'Imu è geniale. Voi mi votate e io vi dò qualche cento euro "in contanti o via bonifico bancario". Come ha detto Monti, la prima cosa che mi è venuta in mente è "voto di scambio".

Ma il voto di scambio tradizionale comporta il pagamento da parte di chi chiede il voto, con i soldi suoi. Le famose scarpe di Achille Lauro (la destra distribuita a tutti prima delle elezioni, la sinistra solo in caso di elezione a sindaco di Napoli) se le pagava lui.
Ora Silvio, dopo aver messo a libro paga regionale (quindi a tutti noi) le prestazioni di Nicole Minetti, intende pagare il voto cash con i soldi pubblici dell'Imu.

Soldi già a bilanco, in parte dei Comuni. Soldi già usati, che non ci sono più. Un genio.

venerdì 1 febbraio 2013

Link elettorali

Qui l'Istituto Bruno Leoni valuta un po' di programmi dei partiti. Al di là dei voti, dati secondo un punto di vista liberista, si possono ritrovare i link ai vari programmi.
Solo io trovo sbagliato, ai limiti dell'offensivo che i programmi siano così vaghi, fumosi, poco dettagliati, senza cifre (tranne quello di Giannino, a onor del vero)?

Qui invece una richiesta che è sempre stata un mio pallino: possibile che non possiamo sapere chi ci governerà? L'avevo chiesto anche ai candidati sindaci per quanto riguardava gli assessorati, e allo stesso modo mi sembra sbagliato che i ministeri siano affidati alle conte tra partiti e correnti.