lunedì 29 gennaio 2018

Fermate dell'autobus

Non ho capito il motivo del cambio di percorso dei bus in paese.
Far passare i bus in via Brescia e via Ghidoni mi pare complesso, capita spesso che ci siano macchine parcheggiate "due minuti" sui marciapiedi a restringere il senso unico.
Il percorso precedente in direzione Brescia permetteva di fare fermate in via Zanardelli e in villaggio S. Giuseppe, su sensi unici larghi, dove le auto potevano superare i bus fermi, e con ampi spazi per l'attesa degli utenti (soprattutto degli studenti negli orari di punta). In cambio ora abbiamo due fermate su strade a doppio senso, senza grandi spazi per l'attesa, un po' "appesa" sul marciapiede.
Inoltre la fermata di piazza S. Rocco è bidirezionale, creando possibili confusioni, e non ho idea di come siano le code mattutine di bus scolastici, magari il giovedì con anche il mercato.
Infine c'è il problema dei pilomat per i bus festivi.
Non capisco bene quale sarebbe il guadagno di questa impostazione.

giovedì 25 gennaio 2018

Vaccini e libertà

Riprendendo il tema dell'ultima volta, segnalo questo intervento sulla questione dell'obbligatorietà dei vaccini. E faccio coming out: anch'io, da liberale, non sono convinto al 100% dell'obbligatorietà, preferirei un'adesione ai vaccini per convinzione ed educazione.
Bisogna anche dire che qui si parla di una libertà personale che confligge con quella altrui in almeno due modi: (1) perché comunque non si decide sulla propria salute, ma di quella dei propri figli, che pur restando ferma la potestà genitoriale sono altre persone; (2) per l'effetto sull'immunità di gregge e su chi non può vaccinarsi.
Inoltre bisogna chiedersi se abbia senso parlare di libertà su questioni scientifiche. La scienza non è una democrazia, ma è anche vero che finché la cosa riguarda solo lui stesso uno è libero di crederci o di non crederci. E qui si ricade nell'osservazione precedente: fino a dove la questione vaccini riguarda solo sé stessi?
Mi pare che la posizione ufficiale del consulente del M5S su questo tema (punto 3: libertà di scelta fino a che la copertura sta sopra il 95%, obbligo precauzionale sotto questa soglia, educazione e informazione) sia molto ragionevole. La migliore che ho sentito finora.
Peccato che la propaganda elettorale del Movimento sia molto più sfumata, dovendo lisciare il pelo ad antivaccinisti e/o complottisti che con l'ottima posizione di cui sopra - che per prima cosa afferma l'utilità dei vaccini - non hanno nulla a che fare.

lunedì 22 gennaio 2018

Filosofia a teatro

Sabato sera sono stato al teatro Agorà per assistere alla rappresentazione tratta da Il visitatore. Spettacolo molto interessante, certamente un po' impegnativo e difficile da digerire, richiede una attenzione costante nell'ascolto. Nei contenuti, nulla di esageratamente nuovo: le riflessioni sul ruolo di Dio nell'Olocausto, e più in generale sulla relazione tra Dio, male e libertà e tra onnipotenza, onniscienza e libero arbitrio sono state sviscerate a lungo, più o meno nei termini presentati dalla pièce. Secondo me ci sono un paio di contraddizioni sul fatto che Dio possa o meno conoscere il futuro, ma mi riservo di leggere il testo per verificare.

Stimolato dello spettacolo, mi sono lanciato in riflessioni riguardanti la natura umana e la politica. Alla richiesta di Freud di non permettere il male dei nazisti, o almeno di fermarlo, il visitatore risponde che Dio non può fare una cosa simile, e non avrebbe mai potuto farlo, a meno di non creare un automa, invece di un uomo.
Dio non può eliminare il male dalla terra. Questo non vuol dire che il male sia "obbligatorio", ma che è affidato alla libertà dell'uomo. Se questo sceglie il bene, il male non c'è.

Allora non possiamo chiedere alla politica di cancellare de iure il male dalla terra, di creare un mondo giusto per legge. Non può farlo Dio! Senza l'adesione degli uomini, ovvero dei governati, ogni legge è inutile.
Anche in questo caso, non vuol dire che la legge e la politica debbano abdicare alla loro funzione pedagogica, e cercare di "indirizzare", "favorire" il bene. Ma questo non si può fare senza un contemporaneo lavoro educativo sulla responsabilità delle persone. Se dopo un certo periodo di transizione le persone non saranno arrivate ad interiorizzare la prescrizione di legge, questa avrà fallito.

I sistemi politici che pretendono di imporre la virtù per legge, o di creare il paradiso in terra, sono antropologicamente sbagliati. Si arrogano un potere che non ha nemmeno Dio, e non rispettano la dignità dell'uomo nella sua libertà.
Questo non vuol dire che gli uomini non possono darsi leggi giuste: però deve succedere di comune accordo tra di loro. Attenzione a non confondere questo accordo con la decisioni democratiche: queste si basano sul principio della decisione a maggioranza, per cui una maggioranza (assoluta o, peggio, relativa) impone il suo concetto di bene a una minoranza. Quello che ho in testa io (spoiler: lo so che è un'utopia, si parla di forme ideali) è una comune ricerca del bene da parte degli uomini, che dopo aver valutato con coscienza rettamente formata la realtà scoprono la verità sul bene comune, e allora si danno delle leggi ed essa conformate. Per esempio le prime comunità cristiane mettevano in comune i beni non perché le obbligasse la legge, ma volontariamente.

Il principio di democrazia, come abitualmente interpretato in Occidente, si basa su due presupposti che - parlando antropologicamente - non posso accettare se non come "male minore": il relativismo (qualsiasi decisione della maggioranza è legge, è "giusta") e l'imposizione di questo relativismo - o meglio del "giusto relativo" stabilito con votazione - a tutti.
Idealmente io penso a un uomo che liberamente sceglie la strada da seguire, nella ricerca di scoprire la Verità, e sempre liberamente cerca di conformare la vita propria e della propria comunità a questa Verità.

martedì 16 gennaio 2018

Elezioni comunali 2018... sonnecchiando in attesa...

Domenica in piazza c'era il gazebo dei ragazzi (credo di Forza Nuova) di "Riprendiamoci Ospitaletto", inoltre ho visto la sede in piazza S. Rocco della civica di Ernesto Mena.
Quindi alle elezioni di Ospitaletto avremo queste due liste.

Per il resto del panorama politico, mi stupisce come ci sia poco movimento percepibile a pochi mesi dalle elezioni. Può essere che si aspettino i risultati delle politiche per "contarsi". Senz'altro questo incide, ma ricordo che ebbi la stessa impressione anche l'ultima volta... mi sa che c'è una grossa disaffezione anche tra i "malati" di politica, che sono sempre di meno.

Immagino un candidato della destra partitica (FI-Lega-FdI), un candidato del centrosinistra (Sarnico se si ripresenterà). Forse un candidato della sinistra-sinistra?
In ogni caso, con le amministrative spaiate dalle politiche (quindi niente effetto trascinamento per il centro-destra) e senza un ballottaggio (per cui non serve la maggioranza assoluta dei voti, ma basta quella relativa) direi che Sarnico dovrebbe avere la strada spianata verso la riconferma.
Anche una lista a sinistra, a Ospitaletto, non toglie molti voti a Sarnico. Ricordo l'esperienza di Berardelli lustri fa. Sicuramente di meno di quanti ne tolga la civica di Mena a una lista di centrodestra.
Staremo a vedere.

mercoledì 10 gennaio 2018

Notarella faceta sullo ius soli

Pare che la Bibbia applichi lo ius soli. La famosa profezia di Michea si è avverata perché una donna è andata a Betlemme a partorire, provenendo da un altro posto. E ciò - essere arrivati in quel posto la sera, partorire la notte stessa - basta per dire che Gesù è il "dominatore" che doveva "uscire" da lì. E' paradossalmente simile a quello che tanti leghisti odierni paventano: le donne che vengono in Italia a partorire per far avere la cittadinanza ai nascituri...

venerdì 5 gennaio 2018

Su ius soli e ius culturae

Dopo le polemiche di fine anno, ho trovato qui quella che è praticamente la mia posizione.
Semplificare, o meglio ancora dare tempi certi alle procedure per la cittadinanza dopo 10 anni di residenza legale (che è il requisito attualmente in vigore). Eventualmente pensare qualcosa per chi matura questo requisito da minorenne.
Per i beneficiari del cosiddetto ius soli non cambierebbe molto rispetto alla proposta attualmente in Parlamento.
Per i bambini nati all'estero, anche se arrivati in Italia da piccoli, lo ius culturae proposto richiede un ciclo di studi completo in Italia. Visto che le elementari finiscono a 11 anni, non è molto diverso dall'avere 10 anni di residenza (un bimbo arrivato a 2-3 anni maturerebbe il diritto a 12-13 anni).
Per gli adulti, è onesto trattare le loro richieste con certezza di tempi di risposta.
Per i figli di adulti nati in Italia, se i genitori avranno ottenuto la cittadinanza dopo i 10 anni di residenza non c'è problema: diventeranno italiani.
Se i genitori avranno scelto di non richiedere la cittadinanza (o non ne avessero i diritti), i figli non potranno averla fino ai 10 anni (praticamente dopo le elementari). Una volta maturato il requisito si potrebbe pensare che i genitori possano fare richiesta "in vece" del figlio. Non vedo che differenza possa fare per questi bambini non avere la cittadinanza per i primi 10 anni di vita.
Più che altro dovremmo pensare a correggere alcune rigidità sulla permanenza continuativa nel nostro Paese: non può essere che alcuni minori abbiano paura di fare le vacanze dai nonni per questo motivo, o che alcuni adulti non possano assistere per 3 mesi la madre morente in patria per non fermare il conteggio dei 10 anni.