domenica 27 novembre 2011

Sottosegretari e classe dirigente

Mario Monti sta procedendo alla scelta dei sottosegretari.
Sono soddisfatto della lista dei ministri, quindi sono fiducioso che potrò esserlo anche dei sottosegretari.
Anzi, sui sottosegretari credo che abbia una responsabilità e una possibilità ancora più importanti che nella scelta dei ministri.

Mi spiego. Una delle discussioni che si sono svolte attorno alla formazione di questo governo ha riguardato la presenza o meno dei politici e la possibilità che chi lo compone possa rimanere in politica in futuro. Sappiamo che il Pdl ha molto insistito per avere garanzie che Monti non si presenti alle elezioni nel 2013, e questo può avere un qualche senso. Non ho capito se la stessa garanzia è arrivata anche dai ministri, ma credo che questo vincolo possa essere molto più blando nei confronti dei sottosegretari, anche per una questione di numeri: su 60 persone è difficile che nessuna si senta poi interessata alla politica, a proseguire un'esperienza amministrativa.

Monti sta quindi scegliendo dei tecnici - delle persone competenti - che per il solo fatto di entrare in una squadra di governo si avvicinano alla politica, e statisticamente alcuni di costoro potranno prendere in considerazione l'idea di rimanere in politica anche in futuro. Quindi Monti ha l'occasione di dare un contributo ad un ricambio della classe dirigente di questo Paese, favorendo l'afflusso a Palazzo di persone valide. Per questo mi auguro che l'età media dei sottosegretari sia un po' inferiore a quella dei ministri...

Per quanto riguarda le politiche di governo, invece, vedremo. Mi aggiungo alla lista di chi pensava che le cose si facessero un po' più in fretta, mentre a quanto pare bisogna aspettare ancora una settimana.
E' evidente che il (comunque pessimo) governo precedente aveva colpe solo relative nell'attacco speculativo all'Italia (ciò non toglie che la sua caduta sia comunque un bene). Forse oggi non si ha più così fretta come con Berlusconi (quando bastavano due giorni di spread oltre i 400 punti per mettere in cantiere una manovra aggiuntiva) proprio perché si è capito che se i numeri restano così brutti anche con Monti allora non si può far altro che aspettare che la buriana si calmi e poi contare i danni.
Non mi piace però che, mentre aspettiamo che passi la buriana, Merkel e Sarkozy sappiano molto più sulle misure di Monti di quanto ne sappia il nostro Parlamento. Va bene essere commissariati, ma almeno salviamo la faccia.

mercoledì 23 novembre 2011

Cittadinanza

Hanno fatto discutere le parole di ieri di Napolitano, secondo cui sarebbe "folle" non considerare italiani i figli di immigrati nati in Italia. In pratica, un richiamo allo ius soli.

Io non sono così d'accordo. Meglio: è un'opinione legittima, ma non credo che sia scontato che sia giusta.
Personalmente sono legato a un'idea di cittadinanza che va oltre le considerazioni pratiche del "no taxation without representation" (che riguarda, più che la cittadinanza, il diritto di voto) o del "lavorano in Italia, contribuiscono alla crescita, ringiovaniscono la popolazione".

Io sono più legato a un'idea romantica della cittadinanza, come comunanza di sensi, afflato patriottico, idem sentire. Io sento forte, specialmente nel 150° anniversario dell'Unità, che gli italiani sono i figli dei padri che hanno lottato per farla, l'Italia, dal Risorgimento al Piave, dal Don alla Resistenza fino alle rimesse da Marcinelle. Questi padri affidano ai figli l'Italia che hanno costruito.
Per dirla con Manzoni, un'Italia "una d'arme, di lingua, d'altar / di memorie, di sangue, di cor". Lasciando perdere l'altare, ossia la religione, che oggi non può essere una discriminante per diritti civili, è più italiano un emigrato in Brasile che parla ancora l'italiano e si informa sui siti internet nazionali o un immigrato, o un figlio di immigrati, che l'italiano non lo parla? Ce ne sono che seppure nati in Italia arrivano in seconda o terza elementare con enormi difficoltà linguistiche. Per lo ius soli sarebbero già cittadini italiani, ma è giusto?
Anche il richiamo all'"arme" è significativo. Io mi sono sentito un po' "in colpa" quando la leva è stata abolita, e mi sento un po' colpevole quando parlo con chi l'ha fatta. Loro hanno "servito la Patria", io posso servirla solo pagando le tasse. Non dico che bisognerebbe rimettere la leva, né la vorrei fare, ma inconsciamente mi sento debitore di qualcosa.

Tutto ciò è retorico? Certo. Ma il fatto che ciò sia retorico, lo rende automaticamente falso? Si può sostenere di non essere d'accordo, ma non credo che si possa bollare come un approccio insensato, "folle".
Non pretendo che si sia pronti a morire per la Patria, non tutti siamo chiamati ad essere martiri o eroi. Ma per un italiano l'Italia deve venire indiscutibilmente al di sopra di ogni altra patria.
Andiamo più sul prosaico, per esplicitare ancora meglio il concetto: consideriamo il tifo per la Nazionale. Secondo me una persona che in una eventuale gara sportiva tra Italia e il suo Paese d'origine facesse il tifo per il secondo non è italiano.

Inoltre non capisco bene la necessità di avere la cittadinanza italiana per uno straniero: i diritti personali sono comunque garantiti. C'è il problema del diritto di voto, ma quello potrebbe essere slegato dalla cittadinanza (io sono contrario, perché per me il voto è la partecipazione e la responsabilità nei confronti della Patria, ma capisco l'obiezione pratica del principio no taxation without representation).
Si possono snellire le pratiche per la richiesta di cittadinanza con i requisiti attuali, garantire risposte in tempi certi, facilitare l'acquisto di permessi di soggiorno per chi permane regolarmente in Italia per qualche anno (diciamo che dopo 5 anni si potrebbe introdurre un permesso quinquennale, dopo 10 anni per chi non fa richiesta di cittadinanza un permesso decennale e così via). Si possono attuare tante cose, ma con lo ius soli nudo e crudo non sono d'accordo.

I nati in Italia potranno, per esempio, fare richiesta di cittadinanza - come tutti: già oggi dopo 10 anni di residenza senza precedenti penali si può fare richiesta - al compimento del 18° anno di età, e magari vedersela riconoscere in automatico. Ma che un neonato figlio di stranieri sia italiano non mi pare giusto.

domenica 20 novembre 2011

Collegamenti

Leggendo in giro per la rete le notizie che riguardano il mio paesello mi sono accorto di non avere ben presenti i vari siti che ne parlano. Ogni tanto si trovavano riferimenti a blog o siti che non conoscevo. Dopo una breve ricerchina, quindi, ho deciso di inserire nella colonna dei Link di questo blog i siti che possono essere di interesse nel narrare le sorti di Ospitaletto, sperando di fare un servizio nel raccoglierli in un'unica soluzione riassuntiva.

Mi interessano soprattutto i siti di cronaca e commento sulla vita del paese, perciò non ho inserito il sito istituzionale, quello della parrocchia né siti commerciali o di negozi (ad esempio Ospitaletto Online). Ci sono invece i siti generalisti, come Ospitaletto.org e Ospitaletto MIO, ci sono i siti di partito e di associazioni che pubblicano anche commenti (non quelli limitati alle elezioni, quindi), ci sono i siti personali che non siano diari privati, ma contengano anche in questo caso commenti sulla vita pubblica. Se ne ho tralasciato qualcuno che non conoscevo, chi legge segnali pure, secondo i criteri esposti.

Per chi non li conoscesse, ora due righe di presentazione di ciascun sito linkato, per l'idea che mi sono potuto fare, in rigoroso ordine alfabetico.
About Ospitaletto. E' il sito personale di Massimo Reboldi, giovane impegnato nel PD locale e provinciale e presidente del Consiglio Comunale. Massimo tiene il blog da qualche anno, i suoi interventi si sono diradati dopo un restyling grafico e soprattutto dopo l'elezione, tanto che la home page riporta solo post elettorali. Non c'è nemmeno un link ai post vecchi, bisogna risalire all'indietro un post per volta... Speriamo che Reboldi si rimetta alla tastiera, ogni tanto...
Comitato Salute Ambiente Ospitaletto. Dice tutto il nome: il blog del Comitato è vispo e attivo sul fronte ecologista locale, di Ospitaletto e della provincia. La tendenza politica è chiara, per esempio guardando i link (Sinistra a Ospi, Il Fatto quotidiano).
Giulio Incontro. A metà tra il blog personale e di partito, con tanto di logo in home page, il sito di Incontro ospita commenti sulla vita politica locale e non. Anche qui, dopo aver diradato gli interventi, ad oggi non ci sono più notizie raggiungibili sul blog. Come per Reboldi, lo inserisco in lista in attesa di una ripresa dell'attività.
Lega Nord Ospitaletto. Più attivo è invece il sito della Lega locale, nato quest'estate dopo la sconfitta elettorale e animato da un anonimo a firma Gino lo Spazzino, dietro cui secondo molti (tra cui l'assessore Poli...) si celerebbe l'ex assessore Michele Chiappa. Sempre pronto a fare le pulci all'amministrazione, è ovviamente feroce nelle sue requisitorie.
Ospitaletto MIO. Mi è più misteriosa la natura di questo blog. Nato anch'esso a luglio, come il blog leghista, si caratterizza spesso per un curioso parallelismo di argomenti con il blog "verde" (sembra che si riprendano a vicenda). Sembra essere un blog personale, gestito da una tale Maria Antonietta, con l'ambizione di essere "la voce del tuo paese", in contrapposizione con Ospitaletto.org, accusato di essere troppo filo-Amministrazione e quindi "minzoliniano" nel sostenere che ora va tutto bene. Infatti nell'URL c'è la dicitura "ospitaletto reale"...
Ospitaletto.org. Il "notiziario" del paese per antonomasia, generalista, ferocemente anti-Prandelli nella gestione Scolari, ora gestito da Giorgia Boragini, di gran lunga il sito più noto del paese. E' innegabile una sua tendenza verso l'attuale amministrazione.
Sinistra a Ospi. Il blog di Leonardo Baratto, sindacalista e uomo di Rifondazione Comunista a Ospitaletto, alterna post personali (specie calcistici) a post "politici". Non frequenti quelli centrati su Ospitaletto, ma ce ne sono.

martedì 15 novembre 2011

Consiglio Comunale e Biblioteca

Lunedì si è svolto un Consiglio Comunale (la nuova amministrazione prosegue nell'intento di convocarne uno al mese). Sono stato presente ad una parte, e devo dire che il clima mi è piaciuto. La maggior parte dei punti all'ordine del giorno era tecnica, con qualche modifica a vari regolamenti ma nulla di particolarmente dirimente, o su cui contrapporsi con virulenza. Però alcuni punti sono stati approvati all'unanimità, e si vede che il lavoro nelle Commissioni dà i suoi frutti di collaborazione. Grande merito quindi all'opposizione e soprattutto alla maggioranza.
Quando sono arrivato io la Lega si era assentata dall'aula, mi dicono protestando per non aver avuto in tempo il materiale su cui lavorare. Male. Si vede proprio la differenza di atteggiamento tra Pdl e Lega, e il Pdl fa una figura molto migliore (insieme alla maggioranza).
Ovviamente non è mancato qualche battibecco: la Giudici ha tentato di fare melina su alcuni provvedimenti, mentre - mi riporta un consigliere di maggioranza - il nuovo presidente del Consiglio Reboldi si è un po' lasciato andare a un intervento molto "politico" sui partiti avversari.
Una qualche ilarità ha provocato un'uscita del vicesindaco Ondei, che si è detto "molto soddisfatto delle tante richieste" per gli orti comunali. L'opposizione ha allora insistito per sapere quante fossero queste richieste, visto che si stava modificando il regolamento per facilitare l'accesso. Le richieste sono 4-5 a fronte di 20 stalli...
Un'altra curiosità: prima dell'ultimo punto all'ordine del giorno il capogruppo di maggioranza Burato ha chiesto cinque minuti di pausa, prendendosi i rimbrotti del sindaco ("ma dai, mancano 10 minuti e finiamo...").

Fin qui la cronaca. Ora un'impressione. C'è stata una cosa che mi ha disturbato, nel merito di quanto discusso sul regolamento della Commissione Biblioteca.
La proposta arrivata in Consiglio e già passata dalle Commissioni consiliari prevedeva questa composizione per la Commissione (che poi sceglie il presidente della Biblioteca):
-1 membro del Consiglio Comunale di maggioranza,
-1 membro del Consiglio Comunale di minoranza,
-3 membri indicati dal Consiglio d'Istituto,
-2 membri eletti dai lettori.
Non conosco a memoria la composizione precedente della Commissione, ma in assemblea si è parlato della presenza della scuola come della novità di questo regolamento. Ricordando inoltre i nomi degli scorsi presidenti (prima Floris e poi Luscia), questi erano stati imposti dai partiti di riferimento, quindi l'elezione era più un fatto politico.
Nell'ascoltare l'assessore Chiodelli, ero rimasto piacevolmente stupito del fatto che nella Commissione Biblioteca i membri politici fossero in netta minoranza.
Nella discussione, nessuno ha da obiettare alcunché: il regolamento è già stato approvato nel passaggio in Commissione Statuto e Regolamenti, e anche la Giudici si dice favorevole.

A questo punto interviene Bordonaro (*) che "per onestà intellettuale" riporta che gli sono arrivate richieste (si capisce da parte della Lega, in quel momento assente) per portare da uno a due i membri di minoranza nella Commissione Biblioteca, in modo che tutti possano essere rappresentati (evidentemente Pdl e Lega).
Di conseguenza, sostiene Bordonaro, anche i membri di maggioranza devono diventare tre (ha detto proprio "naturalmente", o "va da sé", insomma non ricordo l'espressione esatta ma l'ha dato come una cosa logica e pacifica).
Nessuno ha avuto nulla da dire, anzi sono stati tutti d'accordo, e la cosa è stata approvata all'unanimità. La Commissione Biblioteca è quindi composta da 10 elementi:
-3 membri del Consiglio Comunale di maggioranza,
-2 membri del Consiglio Comunale di minoranza,
-3 membri indicati dal Consiglio d'Istituto,
-2 membri eletti dai lettori.

Ora qualcuno mi deve spiegare la logica per cui i componenti politici passano da 1+1 a 3+2. A voler fare l'avvocato del diavolo ci sarebbe da dire che per avere "tutti rappresentati", visto che i gruppi consiliari sono tre, bastava avere un esponente per gruppo, ma chiedere alla maggioranza di stare in minoranza in Biblioteca è troppo. Per rispettare le proporzioni però da 1+1 si doveva passare a 2+2, non certo a 3+2.

Il problema, però, è ancora a monte: che ci devono stare a fare i politici in Commissione Biblioteca? E' così fondamentale che tutti i partiti siano rappresentati? Capisco avere qualcuno che faccia da tramite con il Consiglio Comunale, ma 5 persone diventano il 50% della Commissione. Il peso politico passa da 2 su 8 a 5 su 10. Che senso ha? La biblioteca non dovrebbe essere un posto indipendente, "tecnico", come va di moda in questi giorni?
Il Consiglio Comunale ha comunque tutto il controllo che vuole sulle varie iniziative, tramite l'assessore competente e il delegato al bilancio (appunto, Bordonaro) che potrà decidere se finanziare o meno alcune attività. Mi dà proprio fastidio questo spoil system dei poveri, per cui bisogna spartire tra i partiti anche i posti di nessuna rilevanza, non perché sia grave all'atto pratico (non ci saranno conseguenze sull'attività della Biblioteca), ma perché la cosa è considerata naturale, ovvia, e nessuno se ne stupisce.

( * Piccola nota: Bordonaro, nel tempo in cui io sono stato presente, è intervenuto su tutti i punti all'ordine del giorno. E' il consigliere che ha sempre qualcosa da dire, più ancora dei capigruppo, anche su punti - come questo - che non riguardano la sua delega al Bilancio. Un tuttologo, insomma. Credo che anch'io sarei così se fossi in Consiglio, ma credo anche che cercherei di imparare a contenermi...)

lunedì 14 novembre 2011

Modi di fare festa

Sabato sera, per festeggiare le dimissioni di Berlusconi, sono andato a sentire lo spettacolo di Travaglio. Spettacolo interessante, anche se un po' ripetitivo, con spunti degni di nota, specialmente nella parte su (anzi: di) Montanelli.
Sono d'accordo con la premessa che ha fatto il giornalista, praticamente in contemporanea con le dimissioni: Berlusconi non c'é più, ma i danni, come scorie nucleari, dureranno ancora per decenni prima di tornare innocui.
Per il resto, a me Travaglio non piace per tutta una serie di motivi (troppo manicheo, troppo "taglia e cuci"), sui quali non mi soffermo e rimando qui e qui.

La stessa sera, centinaia di persone hanno pensato di festeggiare lo stesso avvenimento davanti al Quirinale, a colpi di cori e insulti. Non giudico: non so chi siano e che motivi possano avere. Magari ciascuno di loro è sempre stato un fervente antiberlusconista.
Mi pare però che, al di là di chi era fisicamente presente in piazza a Roma, il sentimento prevalente nel nostro Paese sia quello delle "monetine" e del "finalmente". E' un po' come il 26 luglio, quando tutti si scoprirono antifascisti e "mai-stati-fascisti".
Berlusconi ha avuto solo nel 2008 una maggioranza schiacciante alle elezioni, gli italiani quindi hanno una grossa responsabilità per questi tre anni (e per gli ultimi 17). Oggi non si trova un ex elettore berlusconiano nemmeno a pagarlo, tranne quelli di Fli che del loro essere "ex" fanno un punto di forza.

Sic transit gloria mundi.

mercoledì 9 novembre 2011

Occhio alla Lega

E così si dimette.
Ora l'Udc dice che non vuole un governo senza PD, tutti dicono però che il governo senza Pdl (il ribaltone) non si fa anche perché non ci sono i numeri.
La Lega spinge per le elezioni, e comunque rifiuta di governare con l'Udc che non vuole il federalismo (chiudendo di fatto le porte a un governo Alfano, che non potrebbe avere altro che la maggioranza attuale), e così Di Pietro vuole le urne.
Il Pdl non si è ancora espresso con chiarezza, anche perché le posizioni sono differenziate, ma senza di loro (almeno una grossa parte) non ci sono numeri per fare nulla.

In pratica, ad ascoltare le posizioni espresse pubblicamente, l'unico governo presentabile sarebbe un governo Monti sostenuto da Pdl, terzo polo e PD. Sarebbe una buona soluzione: senza le ali estreme, si potrebbero approvare misure draconiane in cui Pdl e PD potrebbero cercare di smussare le punte più "inaccettabili" della visione opposta (tipo la macelleria sociale), digerire materie più "indigeribili" per la propria parte (articolo 18, patrimoniale), e magari ritoccare la legge elettorale.
Questo però solo nel migliore dei mondi possibili. Nel modo reale, in questo modo il Pdl si giocherebbe l'alleanza elettorale con la Lega e il PD metterebbe a rischio quella con IdV e Sel, quindi non si farà e si andrà al voto. Pur sapendo che probabilmente non uscirà una maggioranza così chiara.

E nel frattempo? E' questo che mi preoccupa di più. Con un governo in carica solo per gli affari correnti l'Italia rischia di andare a catafascio.

Anche per questo mi puzza la Lega, che vuole andare a votare a tutti i costi. Capisco l'IdV, che ha la prospettiva di trovarsi al governo. Capisco l'Udc, che rifiuta di sostenere un governo Alfano anche perché con il voto sarebbe probabilmente decisivo al Senato. Ma la Lega? Alle urne, da sola o con un "nuovo" Pdl, perde di sicuro. E allora, dov'è il vantaggio?
Ieri sera sentivo Salvini da Vespa fare tirate elettorali contro il Sud. Allora il sospetto è che la Lega tiri al "tanto peggio (per l'Italia), tanto meglio (per noi)". Con un'Italia in default sarebbe il caos, e chissà che le istanze separatiste non riemergano prepotentemente.
Ecco allora che secondo me un buon indicatore per valutare le opinioni utili per l'Italia è guardare ciò che fa la Lega e andare in un'altra direzione.

Update - Ho scritto il post senza sapere del messaggio di Napolitano e della nomina di Monti a senatore a vita (premier in pectore). Ora il partito del governo tecnico prende forza, ma dipende ancor di più tutto da Silvio: se mantiene il suo niet il Pdl si spaccherà, e senza Idv e Lega i numeri di un governo PD+Terzo polo+dissidenti Pdl sarebbero ben più risicati, specie al Senato. Speriamo.

domenica 6 novembre 2011

Invito alla lettura

Volevo solo invitare alla lettura di questo post con i suoi vari commenti e link.
La discussione è interessante. Personalmente non sono d'accordo né con Gramellini (ciò che propone in provocazione presenta un grosso problema di individuazione di criteri imparziali nell'"ammissibilità" al voto) né con Sofri (che la colpa sia sempre dei maestri, della società, dell'ingiustizia e mai degli allievi è un vizio di una certa sinistra che ragiona tra l'altro come una destra, invocando una specie di elite di maestri illuminati). Sono invece con Churchill quando pensa che il sistema democratico, alla fin fine, sia il meno peggio fra tutti.

mercoledì 2 novembre 2011

Il prossimo

Ieri, in occasione della festa di Tutti i santi, mi è venuta in mente una cosa che avevo pensato già la domenica passata, e che poi non avevo scritto.
Una delle cose che mi piacciono di più del cristianesimo è il concetto di prossimo.
Non ci si concentra solo sul sé, sulla costruzione della propria personalità, della propria pace interiore.
La parabola del samaritano insegna anche che non ci si consentra solo sui propri "simili", sui cristiani e basta, ma su tutti gli uomini.
Mi piace questo concetto perché contiene in sé il germe dell'altruismo, della reciprocità attiva ("fai agli altri quelli che vorresti fosse fatto a te"), della responsabilità sociale, del bene comune. Della buona politica, anche.
E la responsabilità sociale, in ultima analisi, è l'unica che può far camminare un'umanità di 7 miliardi di persone, che non sia semplicemente una popolazione di 7 miliardi di esponenti di una specie (per quello basterebbe il darwinismo, la legge del più forte), ma una popolazione con dignità umana. Per i credenti, una popolazione di figli di Dio.
Non so se le altre religioni presentino questa attenzione, ma il cristianesimo ce l'ha, e mi piace.