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venerdì 22 agosto 2025

Intitolazioni

Mi ero perso la piccola polemica tra provincia e Comune sull'intitolazione di spazi a Sergio Ramelli.

Il sindaco Trecani si è espressa in consiglio comunale a marzo dicendo 

non riteniamo opportuno intitolare piazze o quant'altro a singole vittime, di qualsiasi sensibilità politica, al fine di evitare precedenti con richieste simili avanzate da qualsiasi parte politica

e ha coerentemente mantenuto il suo atteggiamento contrario anche in Provincia.

Non capisco bene come si coniughi la posizione espressa con l'intitolazione di un parco a Norma Cossetto, effettuata da questa maggioranza.

Sarà un bel giorno quando potremo intitolare qualcosa congiuntamente a Sergio Ramelli e Fausto e Iaio. Uscendo dalla situazione di personalizzazione, e avvicinandosi a una riflessione sulle vittime innocenti della violenza politica.

Ampliando il discorso, il problema (uno dei problemi, diciamo) della politica moderna, non solo a Ospitaletto né solo in Italia, ovviamente, è la completa delegittimazione tra controparti. Si finisce a piantare bandierine. 

lunedì 10 febbraio 2025

Giorno del ricordo, in evitabile salsa locale

Quest’anno il Giorno del Ricordo è stato caratterizzato, a Ospitaletto, dalla polemica tra maggioranza e opposizione sulla conferenza organizzata dall’amministrazione, con la presenza dell’esule Aldo Duiella e di tal Roberto Gatta Zini in rappresentanza del Comitato 10 febbraio, una associazione che si occupa di promuovere iniziative per questa ricorrenza.

Il comunicato stampa della lista Insieme per Ospitaletto, senza nominarlo, se la prende con Gatta Zini. Con ottime ragioni, a sentire l’intervista rilasciata dieci giorni fa a E’LiveBrescia Tv. Anche l’associazione di cui è volto prominente, Brescia ai Bresciani, negli ultimi mesi si è resa protagonista di forti polemiche nella nostra città, con tanto di risposte e presidi da parte di associazioni antifasciste.

Il comunicato a mio parere invece sbaglia a prendersela con il Comitato 10 febbraio, che a giudicare dal sito è associazione magari “di parte” come ce ne sono tante ma apolitica e che fa un lavoro comunque meritorio nel promuovere una ricorrenza che dovrebbe essere abbastanza condivisa, anche secondo le parole del Presidente della Repubblica riportate anche dalla lista Insieme per Ospitaletto.

A questo proposito, è vero che anche dopo l'istituzione di questa Giornata permane una certa ritrosia ideologica, un certo stigma che etichetta questa commemorazione come una festa "dei fascisti". A me pare inopportuno invitare una persona dalla militanza così esplicita come Gatta Zini, proprio perché può nuocere alla maturazione della ricorrenza come momento condiviso e unitario, confermando invece quella brutta percezione di festa di parte. Tra l'altro non è nemmeno uno storico di professione, alla fine è un semplice appassionato dell'argomento, e come tale ne parla, quando invece una competenza storica professionale potrebbe forse aiutare a avere uno sguardo più completo sui tragici e complessi fatti riguardanti le genti giuliano-dalmate.

Liberissimo di farlo, naturalmente, ed è vero che ha già portato questo incontro in altri Comuni, e anche a scuola (si trovano le testimonianze in rete). Per quelle poche informazioni parziali che ho trovato, forse incomplete, erano Comuni di amministrazione leghista, ma tant'è.
I manifesti che ho trovato in rete riguardo queste iniziative risalgono a almeno due anni fa.

Secondo me anche lo stesso il Comitato 10 febbraio dovrebbe riflettere sul fatto se sia opportuno o meno, proprio nell'ottica di non ghettizzare la ricorrenza, inviare come proprio rappresentante una persona con questo profilo, che negli ultimi mesi è stata il volto di una formazione politica di destra contestata e divisiva.
Cosa che tra l'altro varrebbe per ogni associazione apartitica: è il caso di avere come "volto" un politico impegnato a livello provinciale con un partito? Magari due o tre anni fa la situazione era diversa, ma le cose cambiano, e anche la visibilità pubblica di certe posizioni diventa meno compatibile con una ricorrenza condivisa.
E come dovrebbe pensarci il Comitato, avrebbe potuto accorgersi del problema anche l'amministrazione comunale.

La quale ha comunque già dato prova di saper ricordare questi fatti in clima più condiviso, per esempio in occasione dell’intitolazione del parco Norma Cossetto e lo scorso anno con lo spettacolo di Sergio Mascherpa. Speriamo che l'anno prossimo torni a farlo.

* Nell'intervista Gatta Zini si esibisce in tutto il repertorio delle formazioni di ispirazione neofascista: “il fascismo è un fenomeno storico” (classica argomentazione che si usa per circoscrivere al passato il fascismo, dichiarando quindi quella categoria inapplicabile al presente) da cui però si può “attingere” qualcosa (ah sì?), i riferimenti culturali a Rauti, agli avanguardisti, a Marinetti, fino al “dico non dico” finale: "Ma alla fine siete fascisti, sì o no?" "Nessuna delle due".

domenica 18 febbraio 2024

Analisi del testo

 

Articolo di Bresciaoggi di ieri.
Facciamo un po' di analisi del testo.

Il direttore Asst Cajazzo scrive:

[...] Nel documento erano previste a carico di Asst, relativamente alla superficie occupata e non all'intero immobile, la manutenzione ordinaria e la possibilità di realizzare, per i locali occupati, eventuali opere di manutenzione straordinaria, da concordare con l'ente locale.

Io leggo che secondo l'Asst è:

  • manutenzione ordinaria: a carico di Asst;
  • manutenzione straordinaria: da discutere.

Il sindaco Trecani:

[La precedente giunta] si è presa in carico l'intero costo delle manutenzioni ordinarie e straordinarie per circa 35mila euro per vent'anni, senza prevedere alcun rimborso a favore del Comune da parte di Asst.

Qui leggo che secondo il sindaco Trecani il protocollo Sarnico era:

  • manutenzione ordinaria: a carico del Comune;
  • manutenzione straordinaria: a carico del Comune.

Sempre Trecani:

[il nuovo contratto dice che] Le spese necessarie all'uso della Casa di comunità e quelle per l'ordinaria manutenzione sono a carico di Asst, mentre quelle straordinarie sono di competenza comunale.

Qui io leggo:

  • manutenzione ordinaria: a carico di Asst;
  • manutenzione straordinaria: a carico del Comune.

Quindi mi pare che ci siano scritte tre condizioni diverse.
Ciò nonostante, in cima all'articolo c'è scritto:

Il contratto di comodato d'uso [...] sottoscritto ad agosto "ricalca il contenuto del protocollo d'intesa sottoscritto ad aprile 2022 dall'esecutivo guidato dal sindaco Giovanni Battista Sarnico".

E mi chiedo: come è possibile che il protocollo sia lo stesso, se nell'articolo ci sono tre versioni differenti?

Mi pare una domanda che avrebbe dovuto porsi anche il giornalista. O qualcuno non la racconta giusta, o c'è qualche imprecisione o incompletezza nell'articolo. Sospetto che sia così e che la questione sia legata ai dettagli sulle varie parti dell'immobile a cui si fa riferimento, ma dall'articolo non si capisce assolutamente.

E in ogni caso, prendendo per buona l'ultima citazione, cioè che i contratti di Sarnico e Trecani siano identici, allora la domanda diventa: come è possibile che l'opposizione accusi la maggioranza di aver peggiorato il contratto e la maggioranza rivendichi al contrario di averlo migliorato?

 

venerdì 2 febbraio 2024

Sussidiarietà alla prova pratica

Si è molto detto, commentato e scritto sulla situazione della Fondazione Serlini. Una brutta storia, da qualsiasi parte la si guardi.

Una brutta storia per il fatto in sé – si sarebbe dovuto fare di tutto per non mettere in contrasto, persino legale, due attori fondamentali dell’assistenza sociale agli anziani, il Comune e il ricovero –, per i toni esacerbati come sembra ormai la regola anche fuori dal Consiglio Comunale (di cui avevo già scritto e che ormai purtroppo dò per perso), per l’incapacità di tutte le parti di fare un passo indietro per il bene comune, anche se magari convinti di avere ragione. Invece abbiamo assistito a uno scontro in cui le parti sono andate anche oltre il loro mandato e le loro prerogative pur di avere ragione.

Ora la situazione sarà risolta con il tempo, che porterà a naturale scadenza in ogni caso il vecchio consiglio d’amministrazione, e con gli avvocati.

Ma una cosa forse è stata notata di meno. E’ stata data una botta alla partecipazione, già moribonda.
In campagna elettorale le liste hanno osservato tutte quante la difficoltà a coinvolgere le persone, banalmente a trovare qualcuno che si metta a disposizione. Ora è il momento di rinnovare il consiglio di amministrazione della RSA, e tra le molte associazioni di volontariato componenti la Consulta, che dovrebbero esprimere due nomi, non si sono trovate le due disponibilità.

Avere organismi di partecipazione attivi, pensanti, funzionanti, anche se non dipendenti direttamente dall’amministrazione comunale è una ricchezza per il paese, non è solo una prerogativa degli statuti. Gli organismi intermedi, termine così desueto e così caro alla dottrina cristiana, sono linfa della sussidiarietà che può introdurre le persone alla cura della cosa pubblica, o della casa comune (in un altro senso rispetto a quello che va per la maggiore). Tra questi organismi ci sono le associazioni, certamente, ma anche gli organismi a metà tra il pubblico e il civico. Penso al CdA della RSA Serlini, ma anche alla commissione della biblioteca o agli organi della Protezione Civile.

Intervenire su questi organismi intermedi con una specie di spoil system riduce gli spazi di sussidiarietà e, in prospettiva, rischia di inaridire ulteriormente la vita pubblica, già non proprio lussureggiante.

venerdì 2 giugno 2023

Impressioni

Dopo avere assistito (parzialmente) al primo Consiglio Comunale del mandato Trecani, sono andato a rileggermi quel che scrissi nel 2012, al primo Consiglio di quella amministrazione Sarnico.

Probabilmente sarà io che sono pessimista (forse) e invecchiato (di sicuro), ma mi sembra l'eterno ritorno del sempre uguale. Se non nei programmi, negli atteggiamenti.

Battibecchi inutiili.
Maggioranza che non fa quel che diceva che sarebbe stato opportuno fare quando era all'opposizione.
La scelta di tenersi tutto, ma proprio tutto, non depone a favore della maggioranza. Cavolo, che importanza può avere il vicepresidente del Consiglio Comunale? Quando mai succederà che manchi Mandelli in maniera sistematica, tanto che addirittura non si possa convocare il Consiglio?
E' tornato pure un riferimento identico a quello che avevo sentito nel 2012 e avevo notato nel vecchio post, quello ai femminicidi.

Minoranza che, alla primissima occasione, ricorda all'ex minoranza che quando erano all'opposizione chiedevano di abbassare i gettoni di presenza. Un classico, questo, di ogni primo consiglio comunale con ogni colore politico.

Il momento forte della serata è stato senz'altro il discorso dell'ex sindaco ed ormai ex consigliere Sarnico. Mezz'ora su un tempo previsto di 15 minuti.
Sarnico comincia tutto sommato bene, quando parla da minoranza e non da opposizione. Poi comincia a togliersi sassolini di ogni tipo, e il clima peggiora.
"Il vostro programma non va bene perché non cita questa nostra cosa". Per le omissioni, non per quello che c'è.
"Se farete quello che diciamo noi, allora voteremo". Manca il senso di cosa vuol dire essere minoranza, ci torno alla fine.
I riferimenti alla sua lunga esperienza e a episodi del passato mostrano il grande contributo che avrebbe potuto portare Sarnico. L'eloquio è probabilmente il migliore in quell'aula.
Con l'allungarsi dell'intervento cominciano i battibecchi. L'inosservanza del tempo nonostante i blandi richiami di Mandelli (il primo dopo 20 minuti), il riferirsi al pubblico ("vedo dei risolini tra il pubblico", ma lascia perdere!), le scene quando ritornano gli inviti a concludere (su "Io sono un democratico! Se il presidente mi dice di concludere" ho avuto un déjà-vu personale spiacevole): già nel vecchio post di 11 anni orsono avevo annotato l'atteggiamento dell'allora sindaco, irritante in alcuni passaggi.

Diciamo che mercoledì ho capito un po' meglio perché hanno perso.
Da dove veniva tutta questa voglia di cambiare facce
.

La mia opinione sulle dimissioni resta la stessa di sempre: fecero male Prandelli e Giudici a dimettersi a suo tempo, fa male Sarnico ora.
Io capisco tutto, ma la gente ti vota, vota te personalmente e non un altro, scrive la preferenza. Il tuo impegno non è solo con la lista, ma principalmente con i cittadini a cui hai chiesto il voto e che te l'hanno dato. Va bene lasciare spazio ai giovani, ma fra due anni, a metà mandato, non al primo consiglio. E la differenza tra non accettare la nomina e accettarla e dimettersi subito è così sottile che io non la percepisco.

Chiudo citandomi, nel ritorno del sempre uguale, sui ruoli di maggioranza e minoranza:

Alla maggioranza (avevo già scritto anche questo) spetta l'onere di dimostrarsi diversa, anche nei toni, dal (sindaco precedente) che ha sempre criticato: per questo, una volta scaricata la tensione e la rabbia accumulata in questo primo Consiglio, mi aspetto meno aggressività nei confronti dell'opposizione. Niente più prese in giro gratuite, [...]

All'opposizione spetta il compito di cercare di essere costruttiva: le scuse per dire dei no si possono sempre trovare, speriamo di vedere anche dei sì detti con onestà intellettuale, sapendo che non si può pretendere nulla e che la decisione spetta sempre alla controparte. Un atteggiamento costruttivo nelle Commissioni è il primo passo.

Diciamo che mercoledì hanno cominciato male entrambe le parti.

domenica 21 maggio 2023

Qualche numero sulle elezioni (2)

(continua da qui)

E qui mi inserisco per alcune riflessioni più generali.
Prima delle elezioni, pensavo che un elemento di debolezza per la lista Trecani fosse quello di avere una base solida (Ospilab) ma un contorno di persone che si sono viste poco per cinque anni. Ma questa base solida, con l'aggiunta di alcune persone molto conosciute (i risultati di Bersini e Antonelli parlano da soli) è stata super premiata.
La lista Radici ha avuto più preferenze totali, che sono arrivate anche dai meno preferenziati, ma meno nelle prime 5 candidature. Una lista più completa, ma meno candidati forti?

La presenza di giovani nella lista Radici non ha portato i frutti sperati. Buoni risultati di Burato, Facchi e Cugola, ma forse ne sarebbero bastati due, come fu cinque anni fa con Burato e Ghiglia, entrambi eletti.
La lista Radici aveva forse anche meno varietà: non c'erano commercianti, non c'erano personaggi legati allo sport (mentre Trecani ha candidato Maranza e Torri), in generale quasi tutta la lista - specialmente nelle persone che poi hanno portato il grosso delle preferenze - pescava da un ambito validissimo ma limitato, quello che gira attorno alla parrocchia.
Inoltre sono venuti meno dei grossi pacchetti di preferenze in Reboldi e Boragini.
Parlando di Boragini e di donne, e ricordando quanto detto sopra, probabilmente un elemento di debolezza è stato il fatto che le donne che erano in lista la scorsa volta non si siano ripresentate, con l'eccezione di Chiara Raza che ha fatto il pieno di preferenze.

Chiara Raza, appunto. Con lei si è un po' ripetuto quello che era successo cinque anni fa a parti invertite: già cinque anni fa si vociferò della candidatura Trecani, si scelse Prandelli, Trecani fu la più votata nella sconfitta. Cinque anni fa arrivò un segnale forte su chi doveva essere il candidato sindaco. Magari sarà così anche questa volta. Tra l'altro Raza rispetto al pur ottimo Radici ha avuto un ruolo pubblico più visibile: l'assessore alla cultura è presente a conferenze, inaugurazioni, a scuola, mentre giocoforza un urbanista incontra meno persone.

Ma al di là di tutte queste osservazioni, ragionamenti, di tutti questi se e ma, resta un risultato molto netto e inaspettato in queste dimensioni.
Io resto dell'idea che Ospitaletto non sia un paese male amministrato, e mi pare - per quel che ho sentito in campagna elettorale - che neppure Trecani la pensi così: la posizione è che si può fare meglio, non che si sono fatti disastri.
Semplicemente, la voglia di cambiare facce di cui avevo accennato nello scorso intervento era forte, più forte delle altre considerazioni. Probabilmente queste elezioni sarebbero andate così anche con qualche faccia diversa nelle liste. Non fare neppure discorsi di campagna elettorale giusta o sbagliata. Più d'uno, sia prima che dopo, mi ha detto che era stufo di avere Taini a comandare, nonostante i suoi sondaggi. Evidentemente un cambio era nelle cose, magari si poteva arrivare a una differenza di due-trecento voti invece di cinquecento, ma non sarebbe cambiato il risultato.

L'alternanza in sé apre a delle opportunità positive e può essere un valore, evidentemente era un valore voluto e desiderato nella cittadinanza.
Buon lavoro all'amministrazione.

venerdì 19 maggio 2023

Qualche numero dalle elezioni (1)

Ok, avevo indovinato l'affluenza. E solo quella...

Sorpresona, già che vincesse Laura Trecani non era atteso, che vincesse di quasi 500 voti con Totò a 550 poi era completamente fuori da ogni previsione.

Le liste faranno le loro valutazioni. Metto in fila alcuni numeri.

Molte preferenze, a questo giro. 2488 per i candidati della lista Radici, 2293 per quelli della lista Trecani. Cinque anni fa furono 2254 per Sarnico e 1735 per Prandelli. Particolarmente notevole il fatto che le preferenze di Radici siano più di quelle della lista Sarnico nonostante 700 voti (e schede) in meno.

Questo si traduce in una grossa differenza nelle preferenze per voto.
Dato 2023: 0,98 per la lista Radici, 0,76 per la lista Trecani (0,44 per la lista Totò)
Dato 2018: 0,69 per la lista Sarnico, 0,89 per la lista Trecani.
Si vede che:

  • la lsita perdente ha una concentrazione di preferenze maggiore: questo è normale, perché la lista vincente riesce ad attirare i voti "d'opinione" oltre a quelli personali, più convinti e informati;
  • a prescindere da questo, sia la lista vincente che quella perdente incrementano le schede preferenziate. Questo può essere dovuto a una campagna migliore da parte dei candidati o al fatto che, mentre parenti e amici ai seggi ci vanno, i voti "d'opinione" sono sempre meno e finiscono nell'astensione.

Sempre parlando delle preferenze, altri dati:

  • le sei donne della lista Trecani portano ciascuna 180 preferenze in media, i dieci uomini 121;
  • le otto donne della lista Radici portano 145 preferenze ciascuna, gli uomini 166.

Cinque anni fa i dati furono: uomini lista Sarnico 150, donne 131; uomini lista Prandelli 92, donne 130.
Si conferma quindi che il centrosinistra porta candidati più forti tra i maschi, mentre il centrodestra va forte con le candidature femminili (che però, essendo di meno, portano un totale di preferenze leggermente inferiore).

Per curiosità, ho guardato anche la distrubuzione "geografica" delle preferenze.
Nella lista Radici si ha una concentrazione maggiore di preferenze in singoli seggi. Calcolando solo chi ha preso più di 100 preferenze, Domenighini ha il 26% delle sue preferenze al seggio 3, Gotti il 24% all'1, Raza il 20% al 3. La dispersione minore si ha con Lombardo e Sarnico al 15%.
Nella lista Trecani le preferenze sono meno concentrate, l'unica sopra il 20% è Masperi con il 23%. Germana Antonelli ed Ernesto Mena hanno voti sorprendentemente costanti: il loro seggio migliore porta rispettivamente il 13% e il12% del totale, il che con 10 seggi vuol dire una distribuzione praticamente uniforme.
Anche in questo caso si può vedere una doppia lettura: chi ha una forte concentrazione ha mobilitato con efficacia amici e parenti, ma si può anche dire che sia mancato nel voto trasversale.

Riguardo alla distribuzione territoriale, sono andato a vedere anche i risultati delle regionali di tre mesi fa, spartiti per seggio. Di seguito le percentuali prese da Fontana e Trecani nelle due elezioni.

La percentuale complessiva è stata del 60% per Fontana e del 49% per Trecani.
Si nota la particolarità del seggio 3, dove il centrodestra prende significativamente di meno che negli altri seggi (-10% rispetto alla media alle regionali, -3% - quindi meglio - alle comunali). E' il seggio in cui Domenighini e Raza hanno fatto il pieno di preferenze, il seggio del "villaggio Polonini".

Tra gli altri seggi, curiosamente c'è una lieve correlazione negativa: per esempio il seggio in cui Laura Trecani è andata meglio (seggio 7) è il secondo in cui Fontana era andato peggio, mentre quello in cui è andata peggio (seggio 5) è stato tra i migliori per Fontana.
Questo non vuol dire che c'è gente che votava Fontana e non Trecani o viceversa. o magari qualcuno sì, ma è ben più probabile che la spiegazione sia nella astensione e nella diversa affluenza, nella capacità di portare alle urne il proprio elettorato.
 

I candidati che si sono ripresentati nelle stesse liste sono solo 7. Pensavo di più, ma tre si sono candidati  a sindaco, alcuni hanno cambiato lista, alla fine sono rimasti Raza, Burato, Faini e Bianchi per Radici, Guarneri, Mandelli e Gallo per Trecani. Queste le variazioni: Raza da 259 a 379, Burato da 170 a 228, Faini da 180 a 111, Bianchi da 60 a 46. Gli assessori crescono, gli altri scendono (contiamo anche che la lista ha perso il 30% dei voti).
Dall'altra parte, uno spettacolare +259 per Guarneri (da 114 a 353), +153 per Mandelli (da 157 a 310), -44 per Gallo (da 64 a 20). In questo caso è stata premiato il lavoro di Ospilab: per cinque anni sono stati sempre presenti e attivi.

venerdì 12 maggio 2023

L'affluenza a Ospitaletto

Mi sono dilettato a recuperare lo storico dei dati di affluenza a Ospitaletto negli ultimi 30 anni.

La serie è la seguente:

27/3/1994 (politiche): 7310 votanti su 7657 elettori, 95,5%
12/6/1994 (europee): 6403 votanti su 7677 elettori, 83,4%
23/4/1995 (regionali): 7067 votanti su 7767 elettori, 91%
21/4/1996 (politiche): 7349 votanti su 7868 elettori, 93,4%
17/11/1996 (comunali): 6876 votanti su 7909 elettori, 86,9%
13/6/1999 (europee): 6434 votanti su 8342 elettori, 77,1%
16/4/2000 (regionali): 6929 votanti su 8504 elettori, 81,5%
13/5/2001 (comunali): 7966 votanti su 8724 elettori, 91,3%
13/5/2001 (politiche): 7966 votanti su 8720 elettori, 91,4%
12/6/2004 (europee): 7152 votanti su 9252 elettori, 77,3%
3/4/2005 (regionali): 7167 votanti su 9294 elettori, 77,1%
9/4/2006 (politiche): 8399 votanti su 9291 elettori, 90,4%
28/5/2006 (comunali): 7036 votanti su 9373 elettori, 75,1%
13/4/2008 (politiche): 8161 votanti su 9382 elettori, 87%
7/6/2009 (europee): 6947 votanti su 9507 elettori, 73,1%
28/3/2010 (regionali): 6576 votanti su 9523 elettori, 69,1%
15/5/2011 (comunali): 7327 votanti su 9620 elettori, 76,2%
28/10/2012 (comunali): 6507 votanti su 9745 elettori, 66,8%
24/2/2013 (politiche): 8112 votanti su 9688 elettori, 83,7%
24/2/2013 (regionali): 8113 votanti su 9811 elettori, 82,7%
25/5/2014 (europee): 6336 votanti su 9827 elettori, 64,5%
4/3/2018 (politiche): 7992 votanti su 10021 elettori, 79,8%
4/3/2018 (regionali): 7993 votanti su 10257 elettori, 77,9%
10/6/2018 (comunali): 6528 votanti su 10329 elettori, 63,2%
26/5/2019 (europee): 6218 votanti su 10245 elettori, 60,7%
25/9/2022 (politiche): 7471 votanti su 10188 elettori, 73,3%
12/2/2023 (regionali): 4575 votanti su 10643 elettori, 43% 

Alcune osservazioni.

  • Ovviamente, si vede bene il calo di affluenza. Io già facevo servizio ai seggi quando facevamo più del 90%, anche in giornata singola; era una cosa allucinante ma molto bella.
  • L'affluenza dipende molto anche dal tipo di elezione; raggiunge il picco alle politiche. Per le regionali il dato è un po' falsato dalle due tornate comuni alle politiche; le comunali attirano di meno delle politiche, nonostante la vulgata vuole che siano molto sentite.
    Diciamo che probabilmente sono sentite da una fetta di paese che partecipa e conosce i candidati, che è "addentro", mentre c'è una parte di paese che è meno addentro e vota più alle politiche, per le quali non puoi fare a meno di imbatterti in notizie e campagna elettorale.
  • L'andamento del numero di aventi diritto è invece indicativo dell'andamento della popolazione del paese.
    Non stupisca il fatto che alle politiche il numero è sempre leggermente inferiore (si veda il confronto tra le politiche di settembre e le regionali di febbraio: ci sono 455 elettori in meno), credo che sia dovuto al fatto che per le politiche ci sono elettori che votano all'estero.
  • Lasciando perdere le comunali autunnali del 2012, ripetizione dell'elezione dell'anno precedente, che considero come un dato "anomalo" (seppure più alto delle comunali del 2018) le elezioni comunali fanno circa 10-15 punti percentuali in meno di affluenza rispetto alle politiche più vicine.
    Curiosamente, l'affluenza alle comunali è simile a quella delle europee.
    Le ultime europee hanno portato al voto il 60,7% degli elettori, però quattro anni fa; le ultime politiche il 73,3%. Un dato verosimile di affluenza potrebbe quindi collocarsi tra il 55% e il 60%, spero più vicino al 60%. Circa 6200-6300 elettori.

Andando a vedere anche i risultati, la Giudici ha preso 3186 voti (43,5%) nel 2011, 2555 (39,2%) nel 2012; Prandelli 1960 (30%) nel 2018.
Dando per scontato che Laura Trecani non ripeterà la débâcle di Prandelli, credo che possa arrivare attorno ai 2800 voti, un 45%, che sarebbe meglio di quanto raccolto dalla Giudici, in proporzione all'affluenza.
Totò potrà prendere qualche centinaio di voti, 3-400; perciò mi aspetto che Radici possa vincere più o meno della stessa quantità.
Sarnico nelle ultime due tornate ha vinto con più di 1000 voti di scarto, quindi Radici ha ampio margine di partenza. Certo, c'è una certa insofferenza e voglia di cambiamento, e quando è il momento di cambiare il sindaco scente per sopraggiunta incandidabilità c'è l'occasione di un ribaltone; ma non vedo l'amministrazione uscente come così divisiva o catastrofica da stimolare questo tipo di voto.

mercoledì 19 aprile 2023

Due parole sulle liste elettorali

Guardando solo i nomi.

Mi stupisce il ricambio per la lista Insieme per Ospitaletto. Solo sei nomi (tra cui il candidato sindaco) confermati dalla tornata precedente, 11 nomi alla prima esperienza, molti giovani. La cosa può essere letta in modo positivo come negativo, e naturalmente c'è del vero in entrambe le visioni. C'è da dire che l'esperienza è garantita dalla figura di Sarnico (lettura positiva), che anzi può essere persino ingombrante (lettura negativa). Dei più preferenziati della scorsa tornata non ci sono Boragini e Reboldi, gli altri - sostanzialmente gli assessori uscenti - si confermano in lista. Come alla scorsa tornata, confermano la componente femminile più presente: 8 donne su 17 nomi.

Ospilab ha evitato secondo me due trabocchetti che avrebbero fatto perdere voti, di cui non farò i nomi. La lista è costruita bene, meglio di quel che mi aspettassi, ma manca di gioventù*. I candidati con esperienza di amministrazione in maggioranza sono tre (Mandelli, Mena, Masperi), a cui si aggiunge Laura Trecani con l'esperienza di opposizione. Tra gli altri, alcuni sono stati già candidati (a memoria Bertoli, Gallo, Guarneri, Uberti). Rispetto alla scorsa tornata stupisce l'assenza di Angiola Giudici, seconda più preferenziata dopo la Trecani al giro scorso, anche se è noto il suo impegno nel partito, per cui non mancherà di portare il suo contributo.Tra i più preferenziati al giro scorso, detto di Giudici, si confermano in lista i tre di Ospilab, mentre Totò e Martinelli sono andati per la loro strada. Curioso di vedere quale sarà il contributo leghista, ai minimi termini alla scorsa tornata. Quote rosa: 7 su 17 nomi, tra cui la candidata sindaco (con la "o" come da slogan elettorale).

La lista Alternativa per Ospitaletto, detto di Totò e Martinelli, incrementa la presenza di ospitalettesi dopo l'esperienza della lista di Forza Nuova  alle elezioni del 2011, che aprirono l'era Sarnico. Allora c'erano solo tre nomi locali. Torna sul "luogo del delitto" Salvinelli, allora candidato sindaco per la lista poi dichiarata illegittima. Quote rosa: 5 su 13 nomi.

Delle due liste ulteriori della scorsa tornata (per Antonini e Mena), l'unica candidata che si ripresenta, nonostante le poche preferenze raccolte nel 2018, è Alessandra Uberti. Nessuna candidatura invece dalla lista di Antonini.

P.S. * manca parecchio di giovani... ora che ho notato, nella lista di Radici ci sono nove under 40, in quella di Trecani nessuno.

mercoledì 29 marzo 2023

Ospitaletto nei dati (4): il parco auto

Durante l'incontro in teatro sulla qualità della vita, da cui è partita questa serie di articoli, è emersa la curiosità riguardo il numero di automobili immatricolate in paese in totale, non solo nel 2021.

Dal sito ACI si può ricostruire anche quello. Mantengo l'analisi dei due gruppi di Comuni (limitrofi, simili) usati per gli altri dati.





Ospitaletto ha un numero di automobili significativamente inferiore, l'8,4% in meno rispetto alla media provinciale, molto simile alle medie dei gruppi di comuni.
Però quelle che "mancano" sono soprattutto le auto vecchie: la percentuale di auto euro 0 o 1 è bassa.

Lo stesso vale per i veicoli industriali, che sono ben il 20,6% in meno della media provinciale.

I motocicli infine sono ben il 28,3% in meno rispetto alla media provinciale. In quel caso è alta la percentuale di mezzi più inquinanti.
Questo comunque non sposta i dati totali dei veicoli immatricolati a Ospitaletto: i mezzi molto inquinanti sono meno della media, mentre più del 50% sono Euro 5 o 6.

Ultima curiosità: tra i trattori c'è una notevole percentuale di mezzi moderni, in tutta la provincia.

giovedì 23 marzo 2023

Ospitaletto nei dati (3): dormitorio?

Ripartiamo dall'ultima osservazione dello scorso post: un paese che ha una forte densità di popolazione, ma che "esporta" lavoratori, può essere un paese dormitorio?
Per valutare questa cosa, ovviamente, non c'è un dato definitivo. Ci vengono però in aiuto alcuni indicatori.

Il dato più commendevole è certamente quello relativo agli utenti attivi delle biblioteche.

 

Il valore ospitalettese è il terzo tra i Comuni considerati, poco dietro Paderno e Concesio; i 138 utenti ogni 1000 abitanti sono il 17% in più rispetto ai paesi limitrofi e il 32% in più tra i Comuni di simile dimensione. La media provinciale scende addirittura a quota 90.

La nostra biblioteca, storicamente, ha sempre lavorato bene ed è indubbiamente un buon polo di attività culturale.

Passando ad altri dati, la situazione cambia.
Il numero di bar in paese è il più basso dei 13 Comuni considerati, a quota 1,4 per mille abitanti.
Il 36% in meno dei paesi vicini (2,3), il 43% in meno della media provinciale (2,5) e il 47% in meno della media dei paesi di simile dimensione.
 

Ospitaletto non è mai stato un paese policentrico, con frazioni e simili, e i bar si concentrano tutti sull'asse centrale. Le zone di nuova urbanizzazione, specialmente a nord, sono tutte prive di centri di ritrovo.

Per quanto riguarda lo sport, abbiamo 28 associazioni. A me sembrano tante, e l'offerta sportiva mi pare completa, ma un confronto con i paesi di dimensione simile ci dice che è il numero minimo assieme a Leno. La media per mille abitanti (1,1) risulta quindi bassa: il 27% inferiore ai paesi vicini, il 34% meno di quelli simili e della media provinciale (2,9).


L'indice di attività sportiva (impianti + discipline praticabili) è il più basso di tutti con l'eccezione di Rezzato; su quel fronte scontiamo probabilmente la mancanza di impianti adeguati (l'articolo a corredo del rapporto dice che siamo sotto la metà della media provinciale), ma c'è da dire che i dati sono vecchi e non includono, per esempio, la piscina; anche per il palazzetto dello sport ci si sta muovendo.

Infine, un dato che ho recuperato da Openbilanci, sito che raccoglie i bilanci dei Comuni e ne permette una facile consultazione.
Ho messo a confronto le spese culturali dei nostri 13 comuni campione.


Si vede che la spesa pro capite a Ospitaletto per la cultura (bilancio consuntivo 2021) è di 18,9€. Questo valore è il 6,2% in meno dei comuni limitrofi, e soprattutto il 43,5% in meno dei 33,5€ dei comuni simili. Anche epurando il valore di Rezzato, che è oggettivamente "strano", rimaniamo sotto di un 23%.
Forse su questa voce si può fare di più.
Va detto però che queste cifre dipendono da come sono contabilizzate a bilancio le varie voci, potrebbero essere non esatte all'euro. Però un'indicazione di massima forse la si può trarre.

Per tornare alla domanda iniziale, quindi, forse qualche sintomo di paese poco vivo c'è: il basso numero di centri di aggregazione, per esempio (quando ho fatto un incontro con il gruppo giovani dell'Oratorio questa cosa è stata rimarcata), e una serie di attività che potrebbero essere più vivaci.

sabato 18 marzo 2023

Ospitaletto nei dati (2): il lavoro

Riprendiamo il discorso su Ospitaletto presentando ora alcuni dati che si collegano, in un certo senso, alla nota finale dello scorso post sulla popolazione.

Partiamo dai dati riguardanti il lavoro: la prima tabella indica il numero di addetti delle aziende locali (quante persone abitano a Ospitaletto), la seconda il numero di imprese registrate.



Per quanto rigarda i lavoratori, Ospitaletto presenta un valore di 292 addetti ogni 1000 abitanti. Questo è in linea con la media dei paesi simili (295), ma di molto inferiore al valore provinciale (344) e ancor di più a quello dei paesi del nostro circondario (355). Siamo al 18% in meno.
Per quanto riguarda le imprese, il numero rapportato alla popolazione è di 68,5 per 1000 abitanti. Questo è nettamente il valore minimo dei 13 comuni considerati, e il 26,5% in meno della media dei comuni vicini (93,2).

Questo vuol dire che a Ospitaletto si lavora di meno?
A vedere altri dati, si direbbe di no.


I redditi medi sono perfettamente in linea con quelli dei paesi limitrofi (21.333€) e solo di poco inferiori a quelli dei paesi simili (22.152€) e della provincia (22.007€).
Ma i redditi possono essere un indicatore nello stile del pollo di Trilussa, sono dunque andato a recuperare i dati sui redditi di cittadinanza, che nella ricerca del Giornale di Brescia non c'erano. I dati divisi per comune si riferiscono a novembre 2019, ma questo è un valore precedente alla crisi del Covid, quindi può essere indicativo dello stato di salute "normale" dell'economia.


Si vede che a Ospitaletto ci sono 7,6 percettori ogni 1000 abitanti. Il valore è in linea con la media dei paesi limitrofi (7,6), della provincia (8,0) e dei paesi simili (8,1). Le proporzioni non cambiano di molto considerando solo i maggiorenni.
In realtà andando a vedere i valori singoli risulta che la situazione è buona ma non ottima, il valore è il terzo tra tutti i 13 comuni considerati e le medie vengono alzate dai valori anomali di Rovato e Darfo. Ma in ogni caso non c'è nulla di preoccupante, nessuna differenza del 20% come tra addetti e imprese.

La spiegazione quindi è che a Ospitaletto i lavoratori ci sono, ma vanno a lavorare fuori paese.
Fanno i pendolari, chi vicino, nelle molte zone produttive a ridosso dei confini comunali (la DTR appena oltre il sottopassaggio dell'autostrada risulta sotto Passirano, ma molti lavoratori sono ospitalettesi), chi a Brescia, chi più lontano.

Questo fatto porta con sé il rischio di essere un paese dormitorio. Su questo ci focalizzeremo nel prossimo intervento.

(piccola nota: i valori dei senzatetto in tabella sono presi da qui, ma - come dice l'articolo - sono una mera curiosità statistica, dati i criteri non omogenei di conteggio tra comuni.)

lunedì 13 marzo 2023

Ospitaletto nei dati (1)

La scorsa settimana abbiamo tenuto, nell'ambito del percorso Voci nell'Agorà, un incontro in cui abbiamo mostrato le statistiche sul nostro paese contenute nel nono rapporto sulla qualità della vita del Giornale di Brescia.

Ho raccolto i dati per gruppi di paesi: quelli contermini a Ospitaletto e quelli di dimensione simile (tra 13000 e 16000 abitanti). I dati sono raccolti in queste diapositive.

Di seguito alcune note di commento ai dati più notevoli.
Cominciamo dalle belle notizie: il trend demografico del paese è ancora solido.




Facendo qualche calcolo, se la natalità (7,7) è poco sopra la media dei paesi limitrofi (7,5, trainata da Rovato) e discretamente sopra la media dei paesi simili (7,1), la mortalità è nettamente migliore: 7,7 contro 9,3 e addirittura 10,6 dei due gruppi. Ospitaletto ha l'unico valore sotto 8 tra i 13 paesi considerati.

Questo perché Ospitaletto è un paese mediamente giovane. Da dati Istat, la percentuale di minorenni a Ospitaletto è del 19,5% sulla popolazione, seconda solo a Rovato per pochi decimali (19,7%). I valori dei comuni limitrofi mediano al 17,9%, quelli dei comuni simili al 16,6%, stesso valore della intera provincia.
Significa che i 19,5 minorenni su 100 persone sono il 17% in più del valore provinciale: non è poco.

Lo stesso andamento si nota nei bambini tra zero e due anni: a Ospitaletto sono 24,8 ogni 1000 abitanti, contro una media dei paesi limitrofi di 23 e dei paesi simili di 22,6 (la provincia è a 22). Anche qui ci batte solo Rovato a 27,7.

A questo numero di bambini in età da asilo nido corrisponde un bel numero di posti all'asilo: sono 141, terzo valore della provincia. I 31,6 posti su 100 bambini sono il 64% in più della media dei paesi limitrofi, il 76% in più rispetto ai paesi simili e il 25% in più rispetto alla media provinciale. Un'ottima notizia.

 
Un altro ambito su cui Ospitaletto spicca è quello dei nitrati nell'acqua del rubinetto: è sorprendente il valore nettamente più basso di tutti i paesi limitrofi, nonostante il territorio sia in comune.
Questo è certamente merito del nuovo pozzo scavato qualche anno fa dall'amministrazione comunale.

Più controverso è il discorso riguardante il territorio.
Sappiamo cho da tempo Ospitaletto è molto popolato. La densità è la seconda della provincia, dopo il capoluogo; il consumo di suolo è altissimo.


Come si diceva durante l'incontro, questa è una scelta, che è stata fatta molti anni fa: si è scelto di essere un paese, nonostante il piccolo territorio, attrattivo per molta popolazione. Questo ha dei pro e dei contro, ci ritorneremo su prossimamente.

domenica 21 marzo 2021

Di Chiesa, di politica, di commemorazioni acerbe

Sono di ritorno dalla S. Messa.

Una delle preghiere dei fedeli (ho controllato, per fortuna sono quelle locali, non del foglietto delle Paoline) recitava qualcosa tipo:

Preghiamo per i problemi del nostro mondo: la guerra, la politica, l'odio fraterno, l'arrivismo, il risentimento

Certo, la politica. Come la guerra, il risentimento, l'odio fraterno.

A fine messa il parroco, nei suoi consueti lunghi avvisi, ha aggiunto una parolina sulla commemorazione delle vittime del Covid: "Una volta tanto, il Parlamento ha avuto una buona idea, istituire il 18 marzo come giornata della memoria".

Una volta tanto.

Poi ci stupiamo del rigetto dei cristiani per la politica.

Tra l'altro "una volta tanto" l'idea non è così buona, visto che a me pare strano commemorare le vittime di una cosa in cui siamo ancora abbondantemente immersi, e che di vittime ne fa ancora. Sarebbe un po' come festeggiare la vittoria a guerra ancora in corso. Pure un po' ipocrita, viste le scelte dolorose a cui la politica è costretta per bilanciare l'economia e la salute, sacrificando spesso quest'ultima. Come è stato fatto di recente con le scelte vaccinali, per esempio. Commemoriamo chi ancora lasciamo morire.

Aspettiamo la fine della pandemia, almeno.

E non è solo la politica che lo fa: ricordiamo la lettera pastorale del Vescovo che faceva memoria e invitava a tirare le fila della pandemia già a settembre scorso.

Commemorazioni decisamente troppo acerbe.

sabato 2 gennaio 2021

Vivere Ospitaletto

Con l'anno nuovo ho ricevuto il numero natalizio di Vivere Ospitaletto, il periodico natalizio.

Ne sono lieto, quest'anno con la storia della pandemia i contatti sono diventati molto più radi e mi fa piacere aggiornarmi su cosa bolle in pentola. L'ho letto tutto, cosa che non faccio mai. Alcune impressioni.

Nell'editoriale del sindaco leggo:

Ora che le misure si attenuano e il Natale e le feste ci riportano ad una normalità graduale,  voglio  ricordare che il più grande rispetto che possiamo trovare è l’aver cura degli altri e  dunque è necessario osservare le regole per non ripiombare in una serie di nuove limitazioni che dobbiamo assolutamente evitare

Probabilmente la frase è stata scritta prime dei decreti sul Natale in zona rossa, quando si sperava nella zona gialla. Ma non è questo che mi interessa: quello che non mi piace è l'equazione negativa per cui è necessario osservare le regole per evitare le limitazioni.
No. Bisogna uscire da questa mentalità di ricerca della "colpa", per cui se si ripiomba nelle limitazioni è "colpa" di chi non rispetta le regole. Può pure essere che siano le regole ad essere assurde, che gli italiani le rispettino in grande misura (come dice Conte) eppure la situazione si deteriori. Perché è inverno. Perché il virus è bastardo. Perché tutta Europa, con popoli diversi, governi diversi, strutture sanitarie diverse, alla fine è (più o meno) sulla stessa barca, e quindi forse semplicemente adda passà 'a nuttata.

Le regole si rispettano perché è giusto rispettare le regole e per cercare di proteggere i nostri cari, per limitare il danno sanitario. Lasciamo perdere i riferimenti alle restrizioni, anche perché così si creano false speranze: rispetto le regole per non avere più restrizioni.
Invece non funziona così! E' lo stesso discorso di "stiamo separati per abbracciarci domani", o di "riapriamo le scuole per non chiuderle più", o di "zone rosse per salvare il Natale". Tutte aspettative disattese! Tutte!
Ormai dovremmo aver capito che rispettare le regole può rendere meno grave il bilancio di questa piaga, ma non ne accorcerà il decorso, solo il vaccino potrà farlo. Smettiamola con queste promesse illusorie.

Proseguiamo.
Mi fa piacere il progetto di miglioramento della viabilità a nord-ovest del paese. Peccato che sia una direttrice per cui il traffico è meno urgente (per chi, dalla zona del casello, deve spostarsi verso Rovato, c'è già la SP19). La vera circonvallazione nord che servirebbe sarebbe nel quadrante nord-est, dove chi deve spostarsi dal casello verso Brescia finisce per intasare via Franciacorta o via IV novembre. Questo è un mio vecchio cavallo di battaglia, purtroppo reso impossibile dalle lottizzazioni dell'era Prandelli.

Riguardo la piscina, il mio parere è noto e mantengo il mio ampio scetticismo. Comunque, una volta approvato il progetto, mi fa piacere che stiamo finalmente procedendo. Mi ha fatto un po' sorridere l'articolo secondo cui i lavori procedono "sotto l'attenta supervisione dei nostri Amministratori", che fanno "sopralluoghi" da cui "emerge l'estesa superficie pubblica del nuovo impianto natatorio" (è quella da progetto, eh, non è una novità!) e "appare imponente e luminosa la copertura in legno lamellare ed  ampie  vetrate  che  sono  rivolte  verso  sud  e  avranno  così  la  vista  sul  lido  estivo". Il lessico un po' agè e la maiuscola ad "Amministratori" mi hanno ricordato una cosa un po' da Istituto Luce, tipo "visita delle personalità allo stadio del Partito" (agevolo testimonianza iconica).

Parliamo un po' anche delle opposizioni. Il gruppo OspiLab scrive:

Come Ospilab continueremo a svolgere il nostro ruolo di controllo e verifica, cercando di non valicare mai la soglia fra l’ambito politico e l’ambito privato/professionale di ciascun consigliere.

Ottimo proposito. La frase immediatamente precedente è:

Probabilmente il periodo “Covid” [...] purtroppo ha reso alcune persone più arroganti di prima.

Devo dedurre che l'assenza di insinuazioni sulle persone comincia dalla riga successiva il buon proposito, tipo quelli che valgono per l'anno nuovo.

Infine Antonini. Leggo la sua "lista della spesa". Condivido la necessità di palestre per l'attività sportiva locale, ma sono dell'idea che Ospitaletto ha una storia sportiva (specialmente del volley e del calcio, ma anche di altri sport) e una dimensione demografica per cui è possibile avere anche delle ambizioni, che meritano un palazzo dello sport "serio". Ciò non esclude che magari, annessa al palazzo, ci possa essere una palestrina in più, come avviene in tante strutture.