venerdì 16 novembre 2012

Impressioni di novembre

Lunedì sera sono stato al Consiglio Comunale. Ne ho ricavato una impressione simile a quella che ebbi lo scorso anno, anche se stavolta mi aspettavo qualcosa di diverso. Mi aspettavo un atteggiamento più da "volemose bene": in fondo l'anno scorso la nuova maggioranza aveva digerito 10 anni di Prandelli, questa volta sono passati solo dieci mesi e una vittoria dal risultato nettissimo.

Si sono percepite chiaramente le differenze tra i politici "esperti" e quelli "di primo pelo". Per i politici esperti, come il sindaco, Burato, Bordonaro, gli interventi sono stati più combattivi, più battaglieri, in alcuni passaggi anche più rancorosi.
Per i politici più giovani, quelli entrati in Consiglio solo dall'anno scorso o addirittura quest'anno, invece, prevalegono l'entusiasmo e le buone intenzioni.

Il Sindaco mi è piaciuto nel primo intervento, quello di presentazione del programma. Ha fatto un po' ridere quando ha annunciato per primo nel suo elenco programmatico l'intervento sui funerali a prezzo calmierato (dal pubblico il commento è stato "l'angelo della buona morte"), ma al di là di questa curiosità è stato convincente, ragionevole sulla piscina ed esaustivo.
Il secondo intervento, in risposta alle opposizioni che facevano osservare le difficoltà di prospettare un programma con le vacche magre che girano, è stato invece peggiore, praticamente la rilettura dei volantini dell'ultima campagna elettorale: il buco in bilancio (e ci sta, ma lo sapeva anche prima di candidarsi), il lamento sul controllo della Corte dei Conti (e ci sta, la colpa è di chi ha fatto il buco, ma non si può tacere che nello specifico l'obbligo di rendicontazione trimestrale sussegue una sua denuncia alla Corte stessa), i poteri forti sui tralicci e sulla Brebemi (e poteva risparmiarselo).

Anche il fido Burato ha fatto un intervento più rivolto al passato che al futuro, accusando la Giudici di avere mosso mari e monti per attestarsi i voti di Forza Nuova (e riuscendo a provocare un intervento non letto della stessa Giudici, praticamente una rarità) e citando i singoli personaggi maneggioni della politica nostrana. Ha concluso tirando in ballo la giustizia divina e quella umana, esercitata con il voto dai cittadini di Ospitaletto, di cui ha detto di essere orgoglioso. Spero sinceramente che fosse orgoglioso anche quando Ospitaletto votava Prandelli, e che il suo orgoglio locale non dipenda da come votano i compaesani...

Abrami si è distinto, in modo abbastanza patetico, dal resto del suo gruppo di minoranza, sventolando un foglio con delle firme ed accusando il mancato rispetto di un accordo pre-elettorale secondo cui il capogruppo avrebbe dovuto essere lui. Detto che lo capisce anche un bambino che l'accordo era pensato in caso di vittoria (sindaco Pdl, capogruppo Lega) e che in caso di sconfitta è logico che il posto spetti al candidato sindaco sconfitto, a rendere patetica la situazione è stato il discorso pieno di riferimenti all'etica, al tradimento della fiducia, "un brutto giorno per la politica" e cose simili. Se fossi nelle condizioni di Abrami e della Lega non alzerei tanto la cresta, visto il crollo di voti che hanno registrato.

Anche tutti i siparietti successivi con Reboldi sono stati abbastanza pietosi, con Abrami che continuava a rimarcare che lui è in una situazione strana, che non può fare gruppo consiliare da solo ma non si riconosce nel suo, e Reboldi a chiedergli di formalizzare la sua richiesta, evidentemente disposto a fare uno strappo alla regola per concedergli di fare gruppo a sé. A tal proposito, io sono contrario. Non so se il regolamento preveda deroghe alla regola che per fare un gruppo (lo dice la parola stessa) bisogna essere almeno in due, ma come hanno detto anche i consiglieri di maggioranza (mi pare lo stesso Reboldi) le regole si rispettano: è la base per la legalità che si vuole costruire, o ricostruire.
Comunque tutta questa storia dimostra come la ritrovata unità di Pdl e Lega fosse solo di facciata, elettorale.

Sempre su Abrami, in un altro intervento si è messo a parlare di Pil, di Euro, di governo Monti eccetera, per spiegare a Sarnico che non ci sono i soldi. Ecco, come avevo già detto in un altro post, mi dà veramente fastidio questo continuo riferimento ai massimi sistemi in un consiglio comunale. Lo trovo inutile, una sostanziale perdita di tempo. La situazione generale la conosciamo da soli, lì sono pagati (poco) per occuparsi di Ospitaletto.

La stessa Boragini è incorsa nello stasso atteggiamento quando ha descritto la sua delega (fortemente voluta, a quanto è dato capire) alle pari opportunità: ha parlato persino del cosiddetto femminicidio. Ecco, sono curioso di vedere come si tradurrà questa delega, di cui non vedo l'utilità a livello comunale, visto che lo considero più un problema da livelli superiori.

In generale, spero in futuro di sentir parlare sempre meno del passato e sempre più dei singoli provvedimenti contingenti. Le opinioni sul passato le conosciamo, sia da parte della maggioranza che da parte dell'opposizione. Ora parlino i fatti, basta alibi: lo sapevano tutti qual era la situazione anche prima di candidarsi.

Alla maggioranza (avevo già scritto anche questo) spetta l'onere di dimostrarsi diversa, anche nei toni, dal Prandelli che ha sempre criticato: per questo, una volta scaricata la tensione e la rabbia accumulata in questo primo Consiglio, mi aspetto meno aggressività nei confronti dell'opposizione. Niente più prese in giro gratuite, come nel caso della pessima battuta di Sarnico ad Abrami (quello che tra l'altro lo aveva trattato meglio, dall'opposizione) sul "non-capogruppo": una cattiveria gratuita.

All'opposizione spetta il compito di cercare di essere costruttiva: le scuse per dire dei no si possono sempre trovare, speriamo di vedere anche dei sì detti con onestà intellettuale, sapendo che non si può pretendere nulla e che la decisione spetta sempre alla controparte. Un atteggiamento costruttivo nelle Commissioni è il primo passo.

2 commenti:

  1. Le osservazioni proposte mi danno l'opportunità di svolgere qualche ragionamento in relazione alle ragioni di una delega per le pari opportunità a livello comunale. Credo che una delega del genere possa essere considerata su due piani: uno è più "alto" e culturale, l'altro più "pratico". L'uno e l'altro vanno di pari passo a mio parere, perché ogni cosa che si fa nella pratica ha le sue ragioni ideali.
    Se sul "piano alto", di sensibilizzazione, si parla delle ragioni ideali della parità è perché purtroppo ce ne è ancora bisogno. Come il Comune fa cultura e sensibilizzazione su vari temi di carattere generale (la pace, la libertà, la salute, la memoria dell'Olocausto ecc.), così può ben fare sensibilizzazione e cultura sulla parità di genere. La delega alle pari opportunità non è una cosa strana, ma abbastanza usuale nei comuni, anche perché essi fanno cultura e sensibilizzazione su vari temi che non si esauriscono nel livello locale. Ciò è sbagliato in assoluto o può essere utile dal punto di vista della "crescita civile" di una comunità, di promozione di una consapevolezza nelle persone?
    La cultura delle pari opportunità poi serve a supportare politiche concrete: orari dei servizi pensati in modo da facilitare la conciliazione fra vita familiare e professionale ad esempio. Può essere opportuno che ci sia una sede per porre queste questioni. Che ci sia qualcuno che pone il problema. Anni fa mi capitò di raccogliere firme per il tempo pieno a scuola, mi capitò anche di non trovare risposta rispetto ai miei problemi di lavoratrice e madre di un bambino piccolo nell'organizzazione di un servizio.
    Veniamo al femminicidio: è solo una parola di moda? Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne: molti comuni organizzano eventi su questo tema che è purtroppo d'attualità. Anche Ospitaletto vivrà un momento intenso venerdì 7 sera in biblioteca (ne approfitto per fare promozione).
    E' un tema lontano da Ospitaletto? Non più di altri temi di carattere generale che vengono abitualmente trattati. E poi, purtroppo, pochi anni fa a Ospitaletto un caso di femminicidio c'è stato. Se la statistica non inganna purtroppo anche a Ospitaletto ci saranno donne maltrattate. E' sicuramente materia per i carabinieri e la magistratura, ma è c'è sotto una questione culturale di cui prendere coscienza sempre di più. Ancora, a Ospitaletto ci sono anche operatori di un'Unità di Strada che si occupano di andare incontro a donne che pagano un prezzo molto alto ai bordi delle nostre strade. Insomma, a mio parere, il tema è di carattere generale ma ci tocca da vicino.
    http://27esimaora.corriere.it/articolo/violenza-sulle-donne-il-silenzio-e-rotto/

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  2. Che il Comune faccia cultura e sensibilizzazione su tematiche generali è bello e auspicabile (tra l'altro lo si può fare anche senza che ci sia una delega esplicita a ciascuna di queste tematiche). Quello che mi infastidisce è solamente il fatto che queste tematiche entrino - a volte a sproposito, come nel caso di Abrami - nella discussione di un Consiglio comunale, che secondo me è deputato ad altro. Trovo invece interessante l'esempio sul tempo pieno, che in effetti mi spiega un caso pratico in cui la delega può avere senso.

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