mercoledì 21 novembre 2012

Verso la terza de che?

Durante lo scorso weekend si è svolta la convention Verso la terza repubblica, dove si è sancita la nascita del soggetto politico "di Montezemolo". A questo hanno aderito parecchi movimenti, associazioni, iniziative, entità eccetera.

Ho apprezzato che lo stesso Montezemolo si sia tirato indietro da una candidatura diretta: la sua immagine è, ai miei occhi, quella di Italia '90, non un fulgido esempio di buona gestione. Mi piace che mandi avanti tutte le persone valide di cui si è circondato in Italia Futura, che non sono poche.

Quello che non riesco a capire è come si possano conciliare Italia Futura (si leggano i PDF sulle loro campagne, lettura lunga ma molto interessante) e Zero Positivo (che ha un'impostazione ancora più marcatamente liberale) con le Acli o la Cisl, che di liberale hanno pochino - meglio: diciamo che la componente liberale non è quella principale del loro pensare, ma è subordinata alla componente solidaristica, che troppe volte in Italia è sfociata in un'egualitarismo assistenzialista.
Non l'ha capito neanche Oscar Giannino, che infatti non ha partecipato alla convention con il suo movimento Fermare il declino, che è di impronta marcatamente liberale fino al liberismo (pure troppo, per i miei gusti).

Così, se ero molto interessato a Italia Futura e Zero Positivo, sono molto meno interessato a Verso la terza Repubblica, che non mi pare possa avere un'identità politica chiara e non "paludosa". Alle stesse conclusioni è arrivato il sempre lucido Luca Ricolfi su La Stampa di lunedì. D'altra parte basta leggere il manifesto: molte parole, di cui non sono in grado di fare una sintesi per estrarre poche idee. Solo l'appello a fare meglio, poco o nulla sul come.

Tanto più se questo rassemblement dovesse comprendere Casini (e alla fine sarà così), che si è guadagnato dei meriti rompendo con Berlusconi e sostenendo Monti, ma che porta la responsabilità di tante politiche sbagliate degli ultimi vent'anni e guida (come Fini) un partito a forte trazione assistenzialistico-pubblicoimpiegatizia, non esattamente l'ideale per implementare le politiche liberali proposte da Italia Futura. Lo si è visto per esempio nel sacrificio del taglio Irpef per difendere gli sgravi alle famiglie.

Anche la posizione su Monti è ambigua: allo stato sembra che il candidato premier di questo movimento sia lui, suo malgrado. A me Monti piace, ma mi piace di più il Monti che dovrebbe essere (il professore liberale moderato) di quello che è stato nei fatti (quello delle tasse più che delle riforme). Sono abbastanza convinto che lo sia stato per colpa dei partiti essenzialmente conservatori con cui si è ritrovato a governare, e che lui saprebbe effettivamente come ci si dovrebbe muovere in un mondo ideale, ma la nuova conformazione di Verso la terza Repubblica non permette di essere ottimisti, come dicevo sopra.

La stessa mancanza di un candidato premier prima delle elezioni fa sospettare che si voglia ricercare l'accordo in Parlamento dopo, come nella migliore tradizione della prima, di Repubblica.

Staremo a vedere. Per ora guardo a quest'esperienza con circospezione, ma non mi nascondo che il rischio è che sulla piazza in marzo non ci sia davvero nulla di meglio.

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