giovedì 26 luglio 2018

L'estinzione degli scalatori

Ad oggi, i primi quattro in classifica al Tour sono Geraint Thomas, Tom Dumoulin, Chris Froome e Primoz Roglic.
Tutta gente che va forte in montagna, ma ancor di più a cronometro. E non c'è ancora stata alcuna cronometro individuale in questo Tour...
Anche il fatto che la maglia a pois ce l'abbia Alaphilippe dice qualcosa della crisi della generazione degli scalatori puri. Quintana bella vittoria di tappa, ma niente a che vedere con il dominatore che ci si aspettava 5 anni fa. Landa sempre senza l'ultimo passo varso la grandezza. Bardet se non fosse francese sarebbe un Pozzovivo qualsiasi. Anche gli scalatori di rincalzo, quelli da fughe (Nieve, Rolland), non riescono a staccare Alaphilippe.
Attenderemo Bernal tra i big e magari Ciccone per la seconda categoria.
Certo, quello che è successo a Nibali lascia un punto di domanda. Ma questo Tour non l'avrebbe vinto.
Comunque la Sky fa un lavoro impressionante: chi se ne va si mette ad andare più piano (Landa), chi arriva diventa una macchina da Tour.

domenica 22 luglio 2018

L'evasione di tutti noi

Un interessantissimo articolo che descrive l'evasione fiscale.
Per smontare quella facile ed autoassolutoria storiella secondo cui che sarà mai lo scontrino, lo sconto senza fattura eccetera: i veri evasori sono i grandi evasori!
Così poi ci ritroviamo con "paci fiscali" fino a centomila euro (centomila!). Centomila euro di "errori" fiscali da parte di una ditta può voler dire due cose: 1) o non sono errori, ma evasione, quindi ti meriti di chiudere; 2) o che non sai fare i conti in maniera enorme, e allora forse è meglio che non stai sul mercato.
Invece il peso della "piccola" evasione, dell'IVA (scontrini e fatture, sissignori) è enorme.
Certo, le multinazionali hanno altri strumenti per scegliersi il fisco più conveniente, ma quello rientra in altre fattispecie lecite (concorrenza fiscale) o meno (elusione).
Ma non nascondiamo la testa sotto la sabbia: 36 miliardi annui di IVA siamo tutti noi.

venerdì 20 luglio 2018

Di Rolex e asticelle

Sono stato informato per vie traverse delle polemiche su Gad Lerner in maglietta rossa e Rolex.
Siamo a una variante della solita polemica: perché i migranti non li prendi a casa tua? Perché chi dice di accogliere non fa qualcosa in prima persona? Perché Saviano non se li porta nell'attico di NY? Che ipocriti!
Una risposta molto convincente la trovai da Luca Sofri in questo pezzo:
Non li prendo a casa mia perché voglio fare cose più efficaci, voglio pagare le tasse e che le mie tasse siano usate per permettere che queste cose siano fatte bene e professionalmente dal mio Stato, e voglio anche aiutare e finanziare personalmente le strutture e associazioni che lo fanno e lo sanno fare. Non li prendo a casa mia perché quando c’è stato un terremoto e le persone sono rimaste senza casa non ho pensato che la soluzione fosse prenderle a casa mia, ma ho preteso che lo Stato con i miei soldi creasse centri di accoglienza e strutture adeguate, le proteggesse e curasse e aiutasse a ricostruire loro una casa. Non li prendo a casa mia perché se incontro una persona ferita o malata, chiamo un’ambulanza, non la porto a casa mia.
Chi vuole l'accoglienza sta ponendo un problema politico: vuole un'accoglienza anzitutto possibile (lasciamoli entrare), poi auspica che sia efficace e strutturata (quindi fatta da professionisti della società e/o dallo Stato, e al più - mia interpretazione - è disposto a metterci dei soldi per contribuire, con le tasse e/o con la beneficenza).
Sofri torna sul tema più di recente con questo intervento, con un'altra difesa dall'accusa di ipocrisia. Sofri esprime nel farlo un'interessante definizione di sinistra:
Essere di sinistra [...] significava volere di più per tutti, non di meno. L’idea che la sinistra fosse quella dei “comunisti” e degli espropriatori della proprietà privata suonava vecchia e rifiutata già allora. Nessuno di noi di sinistra pensava a togliere ricchezza ai ricchi, ma a darne agli altri.
Ecco, su questa definizione sono un po' meno d'accordo, perché mi pare troppo intrisa di buone intenzioni. Come si forma la ricchezza da dare a tutti? I soldi non crescono nel campo dei miracoli di Pinocchio.*

Alle due argomentazioni di Sofri aggiungo io due punti.
Primo: tutto ciò vuol dire che il Rolex non è un problema? Diciamo che - sfondando un campo morale, quasi religioso - c'è il problema dell'esempio: le prediche e le magliette rosse servono a poco se non c'è la testimonianza. Il nostro tempo (ogni tempo, in realtà) ha bisogno di testimoni più che di maestri.

Secondo: le accuse di coerenza sono tanto più facili quanto più ci si pone un obiettivo "alto".
Se io dico: "Bisogna mangiare sano!", e poi una volta mi faccio birra e patatine, qualcuno potrà obiettare che predico bene e razzolo male. Se dico "Mangiamo un po' quel ca**o che ci pare!" nessuno mi coglierà mai in castagna e sarò sempre libero di fare qualsiasi cosa. Però tutto ciò non significa che mangiare sano sia una proposta sbagliata: certo è più difficile.
Se dico "siate generosi!" mi espongo a chi cercherà il pelo nell'uovo - e lo troverà, perché nessuno è perfetto. Se dico "ognun per sè" nessuno potrà tacciarmi di ipocrisia.

Il rischio è che le accuse di ipocrisia portino ad abbassare l'asticella. Si sdoganano comportamenti più bassi - il cibo spazzatura, l'egoismo - con la scusa che perseguire quelli "alti" è così difficile che non ci riescono neppure i sostenitori di questi atteggiamenti.
E' un atteggiamento parente del "perfettismo" condannato da don Sturzo: non si riesce a perseguire la perfezione, quindi si rinuncia a tutto. Ma tra l'asticella in Paradiso e nessuna asticella ci sono molte vie di mezzo, e se l'asticella non si supera può anche restare dov'è per cercare di superarla la prossima volta.

* Divagando, ricordo che un professore di un corso che seguii a Roma spiegava che la finanziarizzazione dell'economia fu promossa dalla "nuova sinistra" degli anni '90 (Clinton, Blair) per un discorso simile: le banche d'affari fanno un sacco di soldi, rendiamo accessibili questi prodotti anche alla borghesia, facciamo arrivare un po' di finanza a tutti. Ed ecco la fine della distinzione tra banche "normali" e banche d'affari.

giovedì 12 luglio 2018

Rispetta il tuo nemico

La democrazia, in senso lato, è un modo di amare il proprio nemico. Essa ha senso quando ci sono una maggioranza e una minoranza: se tutti sono d'accordo può esserci una dittatura, un'oligarchia o anche un'anarchia, che il risultato finale non cambia: tutti si comporteranno nel modo considerato unanimemente giusto. Che merito avremo a essere democratici con chi la pensa come noi?
Quando però ci sono più posizioni, o più "fazioni" - e quindi un potenziale nemico della nostra fazione - allora serve la democrazia. Essa infatti ci permette di avere uno strumento ordinato e codificato di gestione delle controversie. Non si arriva allo scontro distruttivo e/o fisico tra opposte idee, anzi per stare nelle regole del gioco, ed avere la possibilità di veder vincere le proprie idee, è necessario rispettare le idee altrui, perché anche l'avversario rispetti le nostre e le consideri legittimate - eventualmente - ad essere messe in pratica.
La democrazia quindi disinnesca l'odio tra i nemici.
Ecco, il danno più grande che hanno fatto Berlusconi prima, Salvini e Grillo oggi è quello di scardinare questa dialettica del rispetto, chiamata erroneamente "politicamente corretto", che è cifra di una vera democrazia. La contrapposizione frontale è uno scivolamento verso la guerra tra bande.

lunedì 2 luglio 2018

Da Roma

Sono di ritorno dal magnifico viaggio SFISP a Roma. Tanta roba. Tanta fortuna nell'incontrare persone che hanno tanto da dire e da dare.
Roma con i suoi due consoli mi ha ricordato i due dioscuri attuali, Salvini e Di Maio. Chissà se anche lì uno dei due finirà per imprigionare l'altro. E dopo il consolato degli uomini forti arrivò la dittatura perpetua..