mercoledì 26 aprile 2017

Appunti di 25 aprile

Anche quest'anno è passato il 25 aprile. Appunti sparsi.
  • Qualche giorno fa ho visitato il Museo della Liberazione a Roma. Emozionante. Mi ha stupito in particolare vedere che i graffiti sui muri delle stanze di isolamento denotano grande cultura. Chi è stato rinchiuso lì era espressione di classi molto colte e consapevoli.
  • Il Museo è molto "artigianale" e basato sul volontariato. Mi stupisce che un posto così significativo abbia un'esistenza così precaria, in termini per esempio di orari o visibilità. Non mi spiego perché, anche se ho l'impressione che ci siano dietro litigi e lotte tra piccoli gruppi.
  • Come al solito, si rinnovano le polemiche su manifestazioni separate, Brigata Ebraica, bandiere palestinesi, festa di tutti o di nessuno.
    Provo a vederla dal lato positivo: le polemiche e i cortei separati ci possono essere perché c'è stato il 25 aprile. Prendiamole come una testimonianza della libertà di espressione che è il frutto migliore della liberazione dai totalitarismi.
  • Bravissimo Mattarella: ricordiamo tutti, con rispetto e senza acrimonia. Sempre consapevoli che tutti vanno rispettati ma ciò non toglie che ci fosse una parte giusta e una parte sbagliata da cui stare.
  • Ricordiamoci allora che un giusto e uno sbagliato, un vero e un falso, esistono, ed è necessario impegnarsi a distinguerli sempre.

giovedì 13 aprile 2017

Elenchi puntati di ipotesi

Ho ricevuto il notiziario comunale e il volantino della Lega che parlano di piscina.
Partiamo dall'amministrazione. Vedo che nel giro di quattro anni hanno fatto i miracoli: che fine ha fatto il buco certificato dalla Corte dei conti? Oggi ci sono i soldi per fare il centro diurno, la piscina e tutti gli impianti sportivi, la scuola, Villa Presti...
Le ipotesi che mi vengono in mente:
  • Bordonaro è bravissimo e bisognerebbe affidargli la poltrona di Quintino Sella;
  • il buco non era così profondo come si raccontava;
  • il commissario ci ha messo del suo, ripianando i conti con le sue tasse locali molto alte;
  • stiamo prendendo a prestito soldi dal futuro.
Probabilmente la verità è un mix di tutte e quattro le possibilità.
Il volantino della Lega invece insiste sull'ipotesi 4. Ma la cosa che mi ha fatto alzare un sopracciglio è che la Lega ci informa che "lo sanno anche i sassi" che una piscina non è sostenibile senza un bacino di 40-50mila persone, come hanno notato tutte le piscine del circondario, in difficoltà economiche.
Però la loro amministrazione, sei anni fa, aveva trovato un privato che ci avrebbe messo lui i soldi, non come il partenariato attuale.
Anche qui, qualche ipotesi:
  • sei anni fa c'erano poche piscine intorno a Ospitaletto, e/o Ospitaletto aveva molti più abitanti di adesso;
  • sei anni fa la gente andava in piscina molto di più, mentre oggi ha smesso;
  • il costruttore di sei anni fa era particolarmente tordo;
  • il costruttore di sei anni fa era un genio, sicuro di portare alla propria piscina tutta l'utenza delle altre;
  • l'idea della piscina era una boutade non sostenibile sei anni fa come ora.
Stavolta non ho molti dubbi, credo che la soluzione sia l'ultima facilmente individuabile...

venerdì 7 aprile 2017

Una stella incoronata di buio (2)

Sono arrivato al termine del libro.
La seconda metà è meno scorrevole della prima. Ricostruisce l'iter dei vari processi, compresi dubbi, depistaggi, opinione pubblica. E' più difficile da leggere, con una mole di nomi che appaiono per poche righe e poi vengono richiamati a decine di pagine di distanza.
La parte più interessante è probabilmente la descrizione del clima attorno al primo processo, cosiddetto Buzzi. La ricerca di un colpevole purchessìa. Mi pare di immaginare la "bava alla bocca", per la giustificata rabbia.
Impressionanti le polemiche per gli avvocati - magari di sinistra! - che difendono gli imputati.
Non riesco invece a provare rabbia per la cortina di omertà e di fumo che circonda la strage. Probabilmente, sicuramente è perché non sono stato direttamente coinvolto, perché la vedo come una cosa "lontana".
L'impressione, leggendo, è che certe cose fossero ineluttabili, visto il clima che la stessa Tobagi ha descritto. Si è fatto quel che si è potuto.
Un libro comunque da conoscere, molto molto istruttivo.