domenica 24 marzo 2024

Neemia, il sionista moderato

Ieri sono stato al momento di spiritualità proposto dalla Diocesi per le persone impegnate nel sociale e nella politica.

Don Flavio Dalla Vecchia ha tenuto un intervento su Neemia ed Esdra (che scopro essere un unico rotolo per gli ebrei). E' stata una piacevole sorpresa: don Flavio ha spiegato che la situazione di Israele dopo la cattività babilonese ha forti parallelismi con quella del Novecento.

La potenza egemone dell'area dà agli ebrei il permesso al ritorno nella terra di Palestina, laddove però gli ebrei trovano altre popolazioni lì stanziate.
La decisione di Ciro e dell'impero persiano come la dichiarazione Balfour e l'impero britannico.

Gli ebrei sono entrati tre volte in Palestina.
La prima con Abramo, da pellegrini. Abramo non possedeva altra terra che quella della sua tomba, che aveva acquistato.
La seconda con Mosè e Giosuè, da conquistatori e sterminatori di popoli.
La terza con Neemia ed Esdra, dove il ritorno è attuato con trattative e senza spargimenti di sangue, anche se con la separazione netta tra Israele e gli altri popoli.

Ogni parallelismo con la modernità è voluto.

mercoledì 13 marzo 2024

Voltaire, o della tolleranza religiosa

Avete presente la vecchia massima attribuita a Voltaire "non sono d'accordo con quello che dici, ma farò di tutto perché tu possa dirlo"?
Voltaire non era religioso, anzi.
Ma mi sembra che questa massima sia passata, con il passare dei secoli, a descrivere proprio l'atteggiamento della chiesa in tema religioso. O meglio sulla libertà religiosa.


Noi cristiani "non siamo d'accordo" con gli esponenti delle altre religioni, nel senso che crediamo che la verità sia stata rivelata da Dio attraverso Gesù Cristo.
Ma ci battiamo perché i fedeli di altre religioni possano "dire la loro", ovvero possano liberamente e pubblicamente professare la loro religione.
Abbiamo sposato, da Dignitatis humanae in avanti, la libertà religiosa.

Naturalmente quella che ho scritto è un po' una banalità, essendo la libertà religiosa una fattispecie della più generale libertà di pensiero (con le sue particolarità, ma tralasciamo).
Voltaire era a favore della libertà di parola e di pensiero, e di conseguenza il suo pensiero si applica alla libertà religiosa.

Semmai, a seconda degli accenti che si pongono anche con i vari pontificati, nella chiesa siamo un po' più restii a una libertà di parola "interna". A seconda delle stagioni ci sono valori più importanti, meno negoziabili, su cui esprimere una libertà di pensiero è visto peggio.
Frutti del fatto che la Chiesa resta comunque una struttura gerarchica, ma un po' stride il fatto che siamo meno tolleranti all'interno rispetto all'esterno.
Il rischio è che ci si comporti così per fare "bella figura" con gli "altri", magari anche a buon fine, per tenere una porta aperta in "loro" verso di "noi". Ho incontrato un meccanismo simile quando studiavo la schiavitù: era sconsigliata per non alienare negli schiavi la fede nella Chiesa e la possibilità di convertirli.

venerdì 8 marzo 2024

8 marzo pacifista

Oggi, 8 marzo, propongo la lettura di questo articolo di Avvenire. E' di un anno fa, ma resta sempre valido.
Parla di tre donne che lottano contro la guerra, ciascuna nel proprio Paese.

Olga Karach, bielorussa, femminista, pacifista, è rifugiata in Lituania in quanto "nemica" del regime di Lukashenko. La Lituania purtroppo le ha negato l'asilo politico, pur rinnovando per fortuna il visto per due anni.

Olga vive in esilio a Vilnius perché in patria l’attende una condanna a morte, ma si è vista rifiutare la domanda di asilo politico e protezione presentata un anno fa al governo della Lituania. La motivazione, incredibile, è che la Karatch rappresenterebbe “una minaccia per la sicurezza nazionale della Repubblica di Lituania”.

Kateryna Lanko appartiene al Movimento pacifista ucraino e difende il diritto all'obiezione di coscienza.

«Tanti ucraini vorrebbero aiutare il paese, ma non con la violenza. C’è da aiutare tanta gente, dagli anziani soli a chi ha perso la casa, però non ci sono alternative all’arruolamento». L’Ucraina prevedeva l’obiezione di coscienza solo per motivi religiosi di 10 confessioni. Non altre e non per motivi etici. [...] Poi la legge marziale ha sospeso anche quel limitato diritto a obiettare. «Abbiamo presentato ricorso contro la condanna del primo obiettore in guerra, Vitaly Alekseienko, cristiano evangelico del Donetsk. Ma almeno altri 200 giovani - spiega la pacifista ucraina - sono a rischio.»

Darya Berg è russa. Per motivi di sicurezza non vive in patria, ma continua ad aiutare obiettori e disertori.

«Il nome della nostra ong, Go by the forest [...] in russo è un insulto, “Vai a... quel paese”, rivolto al nostro governo, ma anche un invito ai nostri soldati a nascondersi, obiettare, disertare. Aiutiamo chi non vuole combattere. Ci scrivono su Telegram, diamo assistenza legale, aiuto per trovare asilo e espatriare. Sabotiamo la chiamata alle armi, perché meno persone possibile premano il grilletto per Putin».

Le tre donne hanno fatto un tour insieme in diverse città italiane, toccando anche Brescia.

Olga Karach è tornata da pochi giorni nel nostro Paese perché le è stato conferito qualche giorno fa a Montecitorio il premio Alexander Langer 2023. Nonostante ciò il rifiuto di concederle asilo politico mostra che la sua attività disturba anche nel campo europeo.