domenica 21 maggio 2023

Qualche numero sulle elezioni (2)

(continua da qui)

E qui mi inserisco per alcune riflessioni più generali.
Prima delle elezioni, pensavo che un elemento di debolezza per la lista Trecani fosse quello di avere una base solida (Ospilab) ma un contorno di persone che si sono viste poco per cinque anni. Ma questa base solida, con l'aggiunta di alcune persone molto conosciute (i risultati di Bersini e Antonelli parlano da soli) è stata super premiata.
La lista Radici ha avuto più preferenze totali, che sono arrivate anche dai meno preferenziati, ma meno nelle prime 5 candidature. Una lista più completa, ma meno candidati forti?

La presenza di giovani nella lista Radici non ha portato i frutti sperati. Buoni risultati di Burato, Facchi e Cugola, ma forse ne sarebbero bastati due, come fu cinque anni fa con Burato e Ghiglia, entrambi eletti.
La lista Radici aveva forse anche meno varietà: non c'erano commercianti, non c'erano personaggi legati allo sport (mentre Trecani ha candidato Maranza e Torri), in generale quasi tutta la lista - specialmente nelle persone che poi hanno portato il grosso delle preferenze - pescava da un ambito validissimo ma limitato, quello che gira attorno alla parrocchia.
Inoltre sono venuti meno dei grossi pacchetti di preferenze in Reboldi e Boragini.
Parlando di Boragini e di donne, e ricordando quanto detto sopra, probabilmente un elemento di debolezza è stato il fatto che le donne che erano in lista la scorsa volta non si siano ripresentate, con l'eccezione di Chiara Raza che ha fatto il pieno di preferenze.

Chiara Raza, appunto. Con lei si è un po' ripetuto quello che era successo cinque anni fa a parti invertite: già cinque anni fa si vociferò della candidatura Trecani, si scelse Prandelli, Trecani fu la più votata nella sconfitta. Cinque anni fa arrivò un segnale forte su chi doveva essere il candidato sindaco. Magari sarà così anche questa volta. Tra l'altro Raza rispetto al pur ottimo Radici ha avuto un ruolo pubblico più visibile: l'assessore alla cultura è presente a conferenze, inaugurazioni, a scuola, mentre giocoforza un urbanista incontra meno persone.

Ma al di là di tutte queste osservazioni, ragionamenti, di tutti questi se e ma, resta un risultato molto netto e inaspettato in queste dimensioni.
Io resto dell'idea che Ospitaletto non sia un paese male amministrato, e mi pare - per quel che ho sentito in campagna elettorale - che neppure Trecani la pensi così: la posizione è che si può fare meglio, non che si sono fatti disastri.
Semplicemente, la voglia di cambiare facce di cui avevo accennato nello scorso intervento era forte, più forte delle altre considerazioni. Probabilmente queste elezioni sarebbero andate così anche con qualche faccia diversa nelle liste. Non fare neppure discorsi di campagna elettorale giusta o sbagliata. Più d'uno, sia prima che dopo, mi ha detto che era stufo di avere Taini a comandare, nonostante i suoi sondaggi. Evidentemente un cambio era nelle cose, magari si poteva arrivare a una differenza di due-trecento voti invece di cinquecento, ma non sarebbe cambiato il risultato.

L'alternanza in sé apre a delle opportunità positive e può essere un valore, evidentemente era un valore voluto e desiderato nella cittadinanza.
Buon lavoro all'amministrazione.

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