venerdì 6 settembre 2019

The mule - il corriere

Grazie ai cinema estivi all'aperto ho visto l'ultimo film di Eastwood.
Un gran bel film. Non all'altezza di capolavori come Changeling, Million dollar baby, Gran Torino, ma una bella prova dopo il non memorabile Sully.
Si vede che il vecchio Eastwood ci sa fare, dietro la macchina da presa. Ma non è solo questo: il film fa pensare. Una vita spesa, bene o male, pensando a sé stesso. Una vita riscattata nel rapporto con la nipote, ma soprattutto nel rapporto con la morte della moglie. Ma per farlo, l'utilizzo di un metodo non discutibile, no: una via completamente esecrabile. Eppure accettata e perseguita. E accettata prendendosene le responsabilità fino in fondo, come in tribunale: "Colpevole".
Secondo me è mancata una riflessione esplicita su questa cosa, sul fatto che non stava contrabbandando fiori, ma droga. Me la sarei aspettata alla fine, in tribunale, anche solo per rivendicare il male fatto a fin di bene. Ma forse questo è Eastwood, il suo essere anarchico e libertario fino al trasportare droga, se decide di farlo. Ma con dei valori piantati nel cuore, e non perseguiti per legge.

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