lunedì 16 settembre 2019

Scuotere l'albero

Ovvero un mini bilancio del governo gialloverde ormai passato alla storia.
In due parole (letteralmente): pensavo peggio.
Ragionando per capitoli: sul lavoro, dopo una breve flessione i numeri degli occupati sono cresciuti, fino ad arrivare a superare il numero alla data dell'insediamento. Sono aumentati anche gli occupati stabili. Non è tutto oro ciò che luccica: le ore lavorate sono più o meno stabili. Lavorare meno per lavorare tutti? Comunque, risultati non negativi.
Sull'economia, si conferma il trend degli ultimi 20 anni: siamo sempre qualche decimale di punto sotto la prestazione europea. Su balla sempre da un -0.1% a un -0.4%, tolta la parentesi della crisi dello spread del 2012. In questo senso la prestazione è negativa in assoluto, senza infamia e senza lode in confronto agli altri governi. Evidentemente l'Italia è così ingessata che l'azione del governo è "inutile".
Sull'immigrazione, il discorso si fa complesso. Riassumo quanto scritto qui:
  • c'è stato un forte calo di sbarchi in Italia;
  •  c'è stato un calo di arrivi in Europa, ma non così forte;
  • ergo: gli immigrati continuano a partire dall'Africa, ma preferendo altre rotte;
  • questo ha fatto sì che altri Paesi (Spagna) si sono dovuti accorgere della questione;
  • i vari bracci di ferro con le navi ONG hanno spesso avuto come risoluzione una promessa di redistribuzione tra Paesi europei;
  • tutto ciò sulla pelle dei migranti, assistiti ma bloccati al largo per 1-2-3 settimane.
  • Resta inoltre sullo sfondo la questione degli sbarchi autonomi incontrollati.
Mi pare che Salvini abbia forzato (con modi probabilmente illegali) una condivisione europea del problema. Anche gli sbarchi autonomi - in quanto non registrati - permettono a quei migranti di proseguire clandestinamente per il Nord Europa. E' un risultato. Prendo in prestito l'espressione di Nicola Graziani (AGI) alla rassegna stampa di sabato sera: il governo ha "scosso l'albero", con una certa brutalità, e qualche frutto è caduto.
Graziani diceva che anche sull'economia il governo precedente ha "scosso l'abero": i proclami di nazionalizzazione di autostrade e banche da parte di Di Maio hanno riportato al centro del dibattito - di nuovo in modo rozzo e brutale - l'intervento statale in economia, che oggi è sdoganato nel discorso pubblico italiano e forse anche in quello europeo.
Il problema di queste scosse d'albero da elefanti in cristalleria, è che purtroppo hanno riguardato anche lo sdoganamento dell'odio pubblico e i diritti delle minoranze.
Inoltre c'è l'altra faccia della medaglia anche per i risultati economici non così disastrosi: è stata tutta spesa a deficit, con coperture rinviate a domani (privatizzazioni fantasmagoriche e clausole IVA). Questa è l'ipoteca più pesante sul futuro. E anche il nuovo governo giallorosso sembra intenzionato a proseguire su questa strada, approfittando della benevolenza europea verso chi ha estromesso l'orco Salvini.

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