martedì 18 giugno 2019

I meriti di Salvini

Diamo atto a Salvini di avere alcuni meriti, a un anno dal suo insediamento al Viminale.
Elaboro qualche dato ufficiale, da qui e qui.

Arrivi per anno:
2016: in Europa 369727, di cui 181436 (49%) in Italia. Morti totali: 5096 (1.38% degli arrivi)
2017: in Europa 184316, di cui 119369 (65%) in Italia. Morti totali: 2139 (1.16% degli arrivi)
2018: in Europa 141472, di cui 23370 (17%) in Italia. Morti totali: 2277 (1.61% degli arrivi)

Ma è più interessante spezzare i dati da metà anno, per questioni politiche:
luglio 2016 - giugno 2017: in Europa 238816, di cui 194968 (82%) in Italia
luglio 2017 - giugno 2018: in Europa 139484, di cui 52192 (37%) in Italia
luglio 2018 - giugno 2019: in Europa 114543, di cui 18977 (17%) in Italia

La prima riga corrisponde agli ultimi mesi del governo Renzi (ministro dell'Interno Alfano) e ai primi del governo Gentiloni (con Minniti).
A giugno-luglio 2017 Minniti conclude gli accordi con i ras libici. Nell'anno successivo gli sbarchi in Italia calano del 56%.
Nell'ultimo anno gli sbarchi in Italia calano di un ulteriore 62%.

Quindi è assolutamente vero che un grosso calo degli sbarchi fu ottenuto da Minniti; è vero che però Salvini ha ottenuto un calo ancora più consistente, nonostante partisse da una base già più bassa.
Allora forse c'era qualcosa di vero, nei discorsi sul "pull factor" delle varie operazioni Mare Nostrum, Triton, ONG eccetera.
E' vero che ci sono anche sbarchi autonomi, forse non registrati, ma mi sento di dire che siano tendenzialmente rumore statistico.

Quindi non era vero che gli sbarchi in Italia erano un fenomeno ineluttabile.
Come non era vero che eravamo obbligati a ricevere tutte le navi, come ci insegnavano molti giornali (primo fra tutti Il Post) in base a convenzioni di diritto marino.
Chiaramente aveva ragione chi evidenziava che i trattati internazionali sono politica internazionale, e non legge (perché non c'è un giudice a farli rispettare): se c'è la volontà politica le navi si tengono fuori e si forzano i ricollocamenti (nonostante il trattato di Dublino).

Tutto ciò non vuol dire che le migrazioni tout court si possano fermare. I numeri totali degli arrivi in Europa sono calati, ma non in modo così decisivo (parliamo di un -20% sull'anno prima dal 2017 in poi). La gente parte comunque, eliminato il pull factor verso l'Italia trova altre vie. Nelgi ultimi sei mesi si sono popolate di nuovo la rotta spagnola (che segna ogni anno record su record) e quella balcanica.
In altre parole, Salvini ha forzato una condivisione europea con alcuni altri Paesi (litoranei). Già qualcosa, rispetto a periodi in cui l'82% dei migranti era in carico all'Italia.

Il numero di morti è in calo continuo, ma anche la pericolosità della migrazione non è molto peggiorata: è rimasta fino all'anno scorso all'incirca sempre attorno a 1.5 decessi (rilevati) ogni 100 arrivi.

Questo solo per i freddi numeri, eh.
Non vuol dire che Salvini abbia il diritto di trattare come fa la gente sulle navi (anche se in Libia probabilmente sono stati peggio).
Non vuol dire che sia morale andare a fare gli accordi con i ras libici.
Inoltre restano aperti tutti i problemi delle centinaia di migliaia di persone che arrivano - come detto - in ogni caso in Europa, e di quelle che sono già arrivate in Italia negli anni scorsi. E vedremo cosa farà la Spagna, che ogni anno vede raddoppiare gli arrivi.
Chissà se Macron schiera già la Guardia Nazionale sui Pirenei.

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