venerdì 28 ottobre 2011

In difesa di Silvio Berlusconi

Questa volta, dopo tanti strali, mi sento di spendere due parole in difesa del Presidente del Consiglio per il risultato ottenuto mercoledì in Europa.
Leggo tanto scetticismo in giro sulla realizzabilità di quanto promesso in sede europea. Questo si vedrà, ma intanto bisogna dargli credito di essere riuscito a portare a casa il massimo possibile uscendo da una situazione veramente complicata, senza fare secondo me nemmeno un passo falso.

Di fronte a un ultimatum a 48 ore presentato da Van Rompuy, è riuscito a presentare un documento che è un capolavoro politico. Non ha fatto una bozza di decreto sulle pensioni, evitando di scrivere una cosa in fretta e furia, con cui avrebbe dato l'impressione di abdicare completamente a un commissariamento UE. Anzi, sulle pensioni - che sembravano il tasto più spinoso su cui lavorare - ha presentato una cosa già fatta, l'agganciamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita, come un recepimento delle richieste europee, riuscendo così a dare una risposta a Van Rompuy e contemporaneamente a non introdurre novità e salvaguardando così anche Bossi. Due piccioni con una fava.
Anche il resto del documento è sulla stessa falsariga: molte cose di quelle descritte sono quelle già fatte, presentate e imbellettate come risposte all'Europa; sulle novità non si sbilancia se non su cose che probabilmente avrebbe voluto fare ma gli erano state bocciate da veti incrociati, come alcune liberalizzazioni e la flessibilità lavorativa.
Ora avrà quindi l'occasione di portare avanti qualche riforma sperando di depotenziare i veti con la scusa dell'Europa che lo chiede.

Così facendo quindi Berlusconi si è portato a casa il plauso di Van Rompuy (l'Europa poteva fare altro? Non molto, in realtà, però qualche formula dubitativa la rischiavamo), non ha fatto nessuna promessa vincolante (ovvero nessun decreto già scritto) e quindi ha dato l'impressione di salvaguardare la sovranità nazionale, ha l'occasione di poter portare avanti un minimo di programma almeno per qualche mese, e se non ci riuscirà stavolta potrà dare la colpa a qualcun altro, ché lui ce l'ha messa tutta.

Ciò non toglie il giudizio negativo in generale sul suo governo, e il fatto che secondo me dovrebbe comunque passare la mano. Ma bisogna riconoscere che stavolta se l'è cavata da maestro.

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