mercoledì 9 novembre 2011

Occhio alla Lega

E così si dimette.
Ora l'Udc dice che non vuole un governo senza PD, tutti dicono però che il governo senza Pdl (il ribaltone) non si fa anche perché non ci sono i numeri.
La Lega spinge per le elezioni, e comunque rifiuta di governare con l'Udc che non vuole il federalismo (chiudendo di fatto le porte a un governo Alfano, che non potrebbe avere altro che la maggioranza attuale), e così Di Pietro vuole le urne.
Il Pdl non si è ancora espresso con chiarezza, anche perché le posizioni sono differenziate, ma senza di loro (almeno una grossa parte) non ci sono numeri per fare nulla.

In pratica, ad ascoltare le posizioni espresse pubblicamente, l'unico governo presentabile sarebbe un governo Monti sostenuto da Pdl, terzo polo e PD. Sarebbe una buona soluzione: senza le ali estreme, si potrebbero approvare misure draconiane in cui Pdl e PD potrebbero cercare di smussare le punte più "inaccettabili" della visione opposta (tipo la macelleria sociale), digerire materie più "indigeribili" per la propria parte (articolo 18, patrimoniale), e magari ritoccare la legge elettorale.
Questo però solo nel migliore dei mondi possibili. Nel modo reale, in questo modo il Pdl si giocherebbe l'alleanza elettorale con la Lega e il PD metterebbe a rischio quella con IdV e Sel, quindi non si farà e si andrà al voto. Pur sapendo che probabilmente non uscirà una maggioranza così chiara.

E nel frattempo? E' questo che mi preoccupa di più. Con un governo in carica solo per gli affari correnti l'Italia rischia di andare a catafascio.

Anche per questo mi puzza la Lega, che vuole andare a votare a tutti i costi. Capisco l'IdV, che ha la prospettiva di trovarsi al governo. Capisco l'Udc, che rifiuta di sostenere un governo Alfano anche perché con il voto sarebbe probabilmente decisivo al Senato. Ma la Lega? Alle urne, da sola o con un "nuovo" Pdl, perde di sicuro. E allora, dov'è il vantaggio?
Ieri sera sentivo Salvini da Vespa fare tirate elettorali contro il Sud. Allora il sospetto è che la Lega tiri al "tanto peggio (per l'Italia), tanto meglio (per noi)". Con un'Italia in default sarebbe il caos, e chissà che le istanze separatiste non riemergano prepotentemente.
Ecco allora che secondo me un buon indicatore per valutare le opinioni utili per l'Italia è guardare ciò che fa la Lega e andare in un'altra direzione.

Update - Ho scritto il post senza sapere del messaggio di Napolitano e della nomina di Monti a senatore a vita (premier in pectore). Ora il partito del governo tecnico prende forza, ma dipende ancor di più tutto da Silvio: se mantiene il suo niet il Pdl si spaccherà, e senza Idv e Lega i numeri di un governo PD+Terzo polo+dissidenti Pdl sarebbero ben più risicati, specie al Senato. Speriamo.

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