martedì 15 giugno 2021

Lo sport e la politica

Ho avuto modo di vedere la (brutta) trasmissione Rai sugli Europei di calcio.

La prima cosa che ho notato è stata la conduttrice, Danielle Madam. Non l'avevo mai vista prima, ho pensato: "sembra una debuttante". Si sente inoltre distintamente la dizione straniera, e a volte incespica con le parole (ieri sera ha detto che il padre di Mbappé è "radicalizzato" in Camerun, invece che "radicato").
Subito dopo le pause (servizi, eccetera) va meglio e si sente meno l'accento, come se avesse tempo di "preparare" la battuta. Poi nella diretta invece si vede che è impacciata, quando Lollobrigida le dà la parola deve sempre sollecitare platealmente voltandosi a guardarla e mettendoci un "vero, Danielle?". Inoltre infila spesso degli "eeeh" come intercalare, errore frequente per chi parla in pubblico da emozionato.

Cercando in rete ho capito chi è: pesista di origine camerunense, si è distinta per un commento al caso Suarez di qualche mese fa, evidenziando il diverso trattamento tra extracomunitari "ricchi" e "qualsiasi". E' effettivamente debuttante in televisione, su un programma di punta (per il periodo) della rete ammiraglia. Tremerebbero i polsi a chiunque.
Mi pare evidente che sia stata chiamata per "politically correct".

Però rischia fa più danno alla causa che altro.
Buttare una condutrice allo sbaraglio senza tempi televisivi, con l'emozione della telecamera, della platea, fa risaltare le sue difficoltà, anche di lingua e di accento. L'impressione che se ne ricava è che non sia 100% italiana, mentre l'intenzione forse doveva essere proprio l'opposto, mi par di capire.
Conoscendo il pregresso, posso rivedere il giudizio, ma non tutti sono tenuti a informarsi sul perché lei sia lì.
Si poteva fare una scelta migliore. Stando sull'atletica, mi viene in mente Fiona May, che almeno è lungamente rodata come personaggio pubblico e davanti alle telecamere.

Allargando il discorso, mi pare pericoloso usare lo sport per rivendicazioni politiche, specialmente di tipo razziale.

Nel 2018 fece un certo rumore la foto delle ragazze della 4x400, che vinsero i Giochi del Mediterraneo, con tanto di dichiarazioni di mnistri e Salvini. Tre delle atlete componevano anche la staffetta record italiano ai Giochi di Rio, e due contribuirono al record italiano indoor.


Nel 2021 il record italiano indoor è stato battuto da questa staffetta.

Naturalmente, per fortuna, nessuno ne ha fatto una bandiera politico-razziale.

I record sono fatti per essere battuti, legarsi a queste figure per fare politica espone al rischio che corse il regime fascista quando esaltava Carnera: prima o poi Carnera viene battuto.

Senza contare che proprio lo sport può dare adito a considerazioni che sembrano di buon senso, guardando i risultati, tipo "i neri corrono più forte".
Ma ragionamenti così sono scivolosi, perché assecondano l'idea di razze superiori in certi campi, e quindi perché non in altri (tipo l'intelligenza)?
Perciò è necessario prodursi in articoli controintuitivi come questo.

Senza contare il rischio di scegliere testimonial poi scomodi, come Balotelli.

Allargando il discorso oltre l'orizzonte razziale, lo sport evidenzia casi come quello della pesista neozelandese transgender che concorre con le donne. Contribuendo a evidenziare le contraddizioni (o apparenti tali) del movimento.

Insomma, lascerei lo sport al suo spazio. E' un mondo con le sue regole, le sue dinamiche proprie, non carichiamolo di significati politici.

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