venerdì 30 aprile 2021

La dottrina Mitterand è finita

Finalmente, direi.

Da più parti ho letto che questo lascito degli anni '80 era nato con un tacito accordo anche da parte italiana, da parte di Craxi in special modo.

Alcune riflessioni, forse slegate tra loro. Premetto che le situazioni dei songoli sono diverse tra di loro (alcuni coinvolti in prima persona in fatti di sangue, altri con giudizi molto più dubbi seppur definitivi, Pietrostefani è condannato per lo stesso omicidio per cui Bompressi è già stato graziato). Le riflessioni che seguono cercano di essere il più generali possibile.

  • Le sentenze si rispettano, e si eseguono. L'Italia degli anni di piombo aveva tratti illiberali, è vero, ma mi pare di poter dire che non c'era nulla di paragonabile a Paesi veramente illiberali (allora quelli oltre Cortina, oggi la Turchia, per esempio).
  • Tra l'altro, se si ritiene di aver subito condanne ingiuste da parte uno Stato ingiusto, per percorrere una strada legale si dovrebbe fare richiesta di asilo politico, cosa che nessuno ha mai fatto.
  • Ci sono anche condannati che hanno fatto scelte diverse. Per un Pietrostefani in Francia c'è un Sofri in Italia. Si poteva fare altrimenti, non erano costretti a scappare.
  • Tutto ciò non toglie che la legislazione emergenziale di quegli anni fosse una cosa di cui non vado fiero, come italiano.
  • La motivazione "politica" di quegli atti ai miei occhi non rileva. Un omicidio è un omicidio. Io sono contrario, in linea di principio, a giudicare le cose molto oltre l'atto, infatti sono molto tiepido anche sulle aggravanti ideologiche che il codice presenta (tipo i motivi razzisti).
    Un condannato per omicidio è tale, non cambia se ha sparato a un giudice dello Stato borghese o a un negoziante durante una rapina o al cognato per questioni di eredità.
    Semmai la motivazione politica può entrare in altre valutazioni, in altri reati, come la sovversione, l'attacco alle sitituzioni o simili.
  • Un'amnistia? Per il fascismo si fece, non mi scandalizzarebbe; sarebbe una decisione politica. E' vero che oggi secondo me c'è molta meno comprensione per quelle motivazioni, la cosa sarebbe capita molto meno; l'utilizzo della violenza politica è diventato ancor più inaccettabile.
  • Ha senso eseguire una pena dopo così tanto tempo?
    Se pensiamo alla finalità rieducativa della pena, forse no (ma ci torno). Queste persone si sono rifatte una vita, non hanno più fatto male a una mosca, che cosa c'è da rieducare?
    Però il fatto che la Costituzione ci ricordi che la pena deve tendere alla rieducazione del carcerato non vuol dire che questo sia l'unico elemento che caratterizza la pena. Questa è anche giustizia retributiva. L'elemento rieducativo non deve mancare mai, ma c'è anche quello commisurato al male compiuto. In questa componente della pena, che non si emenda con gli anni finché non è scontata, sta anche la giustizia nei confronti delle vittime (e di coloro che non sono scappati, come dicevo sopra riguardo a Sofri).
  • Ha senso eseguire pene su persone così anziane? Per quello ci sono le norme, semmai si penserà a pene alternative.
  • Torniamo sulla finalità rieducativa della pena. E' sufficiente che i condannati non abbiano più fatto male a nessuno per dire che si sono "rieducati"? Come si pongono rispetto ai loro atti degli anni '70 e '80?
    La rieducazione non consta invece nel riconoscere di avere fatto cose sbagliate, almeno per quanto riguarda la scelta della violenza, se non per quel che riguarda l'ideologia bacata che ci stava dietro?
    Non è una domanda retorica, non so davvero la risposta "giusta", forse il "pentimento" confina troppo con la morale più che con la legge.
  • Sempre ragionando sul senso di agire dopo tanti anni. Anni fa era capitato che con le tecniche moderne un "cold case" era stato risolto a distanza di decenni. Un uomo, sposato, con una nuova vita, era stato condannato per un omicidio mai scoperto in precedenza.
    Allora pensai che quell'uomo non meritava di finire in carcere. Era ormai un'altra persona.
    Spero che si colga però la differenza tra i due casi: gli ex terroristi sono stati giudicati nei termini previsti dalla legge, e sono scappati (a proposito, non è reato pure questo, in qualche modo?). Si tratta di eseguire una sentenza definitiva.
    L'assassino di cui sopra non era mai stato condannato, per decenni. Forse è più un tema che attiene alla prescrizione, ma se per decenni lo Stato non riesce a giudicarti, forse dopo decenni alla fine "meriti" di restare libero.

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