martedì 19 ottobre 2021

Sulle amministrative

Sono passate anche le elezioni amministrative, e con esse è arrivata una battuta d'arresto per il centrodestra. O meglio, per la destra.

Il centrodestra entrava con 7 capoluoghi, ne ha mantenuti 4 (Pordenone, Trieste, Novara, Grosseto).
Il centrosinistra entrava con 9 capoluoghi, ne ha 15, 3 presi al centrodestra (Savona, Isernia, Cosenza), 3 presi al M5S (Torino, Roma, Carbonia).

Una sconfitta difficile da interpretare, per il duo Salvini-Meloni. Da una parte, sono descritti come i vincitori annunciati delle prossime elezioni politiche, e i sondaggi vanno in questa direzione. D'altra parte, già da tempo era chiaro che Bernardo a Milano non aveva possibilità e che Michetti a Roma non era il favorito.

Non è una novità che le città vadano bene per il centrosinistra. C'è un atavico problema nel presentare buoni candidati: alla tradizionale maggiore abitudine al radicamento e alla partecipazione della sinistra si è aggiunto un fatto nuovo, collegato all'eclissi dei moderati.

Il voto di destra a Salvini e Meloni, generalizzando, è una cosa "di pancia", che fai nel segreto della cabina ma che in fondo in fondo ti fa vergognare un po', pubblicamente. Se c'è da metterci la faccia, candidarsi, fare politica attiva, in pochi ce la mettono. Succedeva così anche con Berlusconi, ma ora di più.

Se non ti vergogni delle tue posizioni, e magari fai parte di quelli che chiamano Salvini "capitano", allora sei un Michetti, uno non all'altezza di venire candidato ed avere successo, uno con un background social da brividi.

Non è un segreto che Salvini e Meloni non abbiano classe dirigente.
Il resto della destra "moderata" è sparita, annullata man mano che Silvio si è fatto più impresentabile e poi meno influente.
Quello che poteva essere un centrodestra moderato ormai gravita dalle parti del PD (ricordiamo che Scelta Civica è finita nel PD...) o è in diaspora centrista.

Per quanto detto sopra sulla "pancia" e la vergogna, però, non è solo un problema di persone: il problema di avere idee estremiste e presentarle in un certo modo influisce sull'allontanamento della classe dirigente, se non dei voti. E' un po' un circolo vizioso, quindi.

Questa sconfitta, più nell'entità che nel conteggio delle città, può senz'altro influire sulla percezione del dinamico duo come vincitori annunciati, sul momentum.

Ma verso le politiche, fra due anni, può cambiare un mondo. C'è in mezzo l'elezione del Presidente della Repubblica, due anni di logoramento di Salvini con Draghi al governo, chissà se Forza Italia ci sarà ancora... la partita è tutta da giocare.

Nel 1993 la sinistra vinse praticamente in tutte le grandi città, Roma, Torino, Palermo, Venezia, Genova, Napoli, e poi come andò la gioiosa macchina da guerra nove mesi dopo?
Nel 2011/12 il centrosinistra strappò più di 10 capoluoghi al centrodx, tra cui Milano, Cagliari, Trieste e persino Como e Monza, e confermò Torino, Genova e Napoli. Poi come andò nel 2013 alle politiche?

Parliamo di due sport diversi.
Il centrosinistra va sempre meglio alle amministrative che alle politiche, il centrodestra il contrario.

Inoltre, a parere mio tutte le ultime elezioni (politiche, europee, ma in parte anche il dato sull'affluenza di queste ultime amministrative) indicano che c'è un'ampia disponibilità a un voto di pancia.
Questa cosa mi inquieta anche un pochino.


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