martedì 21 dicembre 2021

Un'altra cosa

Qualche giorno fa è arrivata la notizia che il certificato verde sarà sospeso a chi risulta positivo al Covid.

Lì per lì mi sono stupito che non fosse già così. Dovrebbe essere ovvio, no? Se sei malato non puoi avere l'autorizzazione a girare.

Però, leggiucchiando qua e là, mi sono accorto che non è così ovvio.

Intanto, un positivo già prima di questo provvedimento, di legge, era tenuto all'isolamento. Questo provvedimento serve solo nel caso che voglia "barare", e per questo - fatti salvi i dubbi tecnici sulla tempestività di revoca e riattivazione - il provvedimento è senz'altro utile.

Però è un altro passo nella direzione della metamorfosi del green pass.

Nato come strumento europeo per garantire una maggiore libertà di circolazione, è presto diventato qualcos'altro. E' diventato uno strumento di politica vaccinale, per spingere le vaccinazioni; e uno strumento per restringere l'accesso a certi servizi.

Ora si certifica che il green pass è inteso come una specie di "certificato di buona e robusta costituzione", un certificato di sanità, di non pericolosità. Assunzioni, queste, piuttosto peregrine alla luce del calo di immunità dato dall'invecchiamento dei vaccini (ricordiamo che il pass vale per ora ancora nove mesi, troppi in rapporto all'efficacia vaccinale) e dal fatto che comunque anche i vaccinati possono ammalarsi, contagiare e finire in ospedale, seppure molto meno che i non vaccinati - staremo poi a vedere cosa succederà quando arriverà la variante omicron.

Fino a ieri il certificato verde era una certificazione di cose avvenute in passato, non dello stato attuale. Ti fai un vaccino, ti arriva un certificato.
Ora, anche se la condizione di accesso al green pass è sempre la stessa (farsi il vaccino), il green pass va e viene.

E' decisamente diventato un'altra cosa.

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