martedì 27 agosto 2013

Perché?

Leggo questo post di Giuseppe Civati. Le proposte sono in gran parte condivisibili: certo andrebbero riempite di numeri, perché siamo sempre alle buone intenzioni, ma restano condivisibili.
Bisognerebbe specificare meglio cosa si intende per contratto unico al punto 4: à la Ichino, quindi con la possibilità di licenziare, o un contratto a tempo indeterminato? In questo secondo caso, accoppiando anche il reddito di cittadinanza, siamo nel libro dei sogni.

Osservo però che i punti 1, 3 e 5 sono di ispirazione liberale, il 2 è "universale", né di destra né di sinistra (tant'è vero che né la destra né la sinistra hanno mai voluto riformare il Porcellum), mentre il 4 come detto necessita di approfondimento.

Ora io mi dico: è possibile che per leggere qualche proposta vagamente liberale in questo Paese debba aspettare il candidato di "sinistra" alla segreteria del PD?

E questo mi porta ad alcune altre considerazioni sparse.
Intanto, il significato di destra e sinistra è ormai magmatico e praticamente perso. Aveva ragione Monti a dire che oggi la differenza è tra conservatori e riformisti (non per nulla tante di queste proposte sono comuni alla sua agenda).
La cosa più di sinistra del post è la spocchia con cui Civati identifica le alternative in campo come i "cattivi" (Berlusconi & c.) e i "buoni" (Civati stesso, par di capire: "quelli che hanno un’idea diversa dalla destra. E, se posso, anche diversa dalla sinistra che oggi conosciamo"). Questo riecheggia di quella presunzione e quel senso di superiorità morale che spesso aleggia a sinistra.

Infine, faccio fatica a vedere sostanziali differenze con quanto propone Renzi (che invece, pur così simile, è etichettato di destra...). Probabilmente la differenza è sul punto 4, quello dei contratti, ma allora va esplicitata.

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