giovedì 28 marzo 2013

Il centralismo democratico (2)

(continua da qui)

Parlavamo del centralismo democratico.
E' quello che in tanti imputiamo a Grillo: il suo regolamento prevede
Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S

il che significa che le decisioni a maggioranza del gruppo, spesso teleguidate dal capo, sono vincolanti per tutti i parlamentari.

A Ospitaletto le decisioni del gruppo consiliare, con il peso che giustamente un Sindaco può avere (e che si sente il bisogno di ribadire al punto 2 del comunicato stampa), sono vincolanti per tutti i consiglieri, a meno di "questioni di coscienza eticamente rilevanti" (in Consiglio comunale???).

In alcune circostanze, una prassi del genere può essere giustificata. Io sono d'accordissimo sul vincolo per i funzionari pubblici, che sono tenuti ad attuare e difendere le decisioni dei superiori anche se non le condividono. Il centralismo democratico può andare bene anche per le associazioni private come può essere un partito: le associazioni private si danno il regolamento che vogliono.

Quando invece passiamo ad assemblee istituzionali o amministrative come un Parlamento o un Consiglio comunale, non mi sta più bene. La libertà di voto è garantita, non c'è vincolo di mandato né per il parlamentare né per il consigliere comunale. Gli eletti rispondono agli elettori prima che al Sindaco, che infatti può ritirare le deleghe agli assessori ma non può estromettere qualcuno dal Consiglio.

Anche perché allora facciamo come disse a suo tempo Berlusconi: facciamo votare solo i capigruppo, a che servono tutte quelle sedute parlamentari (o consiliari)?

Inoltre trovo alquanto irrispettoso nei confronti del Consiglio che le decisioni vengano prese non in un dibattito consiliare - quindi sentite tutte le posizioni, anche quelle della minoranza, ma attraverso "il più approfondito e partecipato dibattito interno" al gruppo di maggioranza, che si presuppone precedente al Consiglio. A meno di non voler interrompere il Consiglio per delle ore in modo da garantire al gruppo “Insieme per Ospitaletto” il tempo del suo "approfondito e partecipato dibattito interno" alla luce della discussione in sala consiliare...
A questo punto potremmo anche fare a meno di farli, i Consigli: ci facciano sapere Sarnico e il capogruppo Burato cosa si decide, e si fa prima.
Per non parlare della mancata trasparenza di un dibattito interno a porte chiuse invece che in un'aula pubblica.
Anche questo è un fatto che in questi giorni è stato rinfacciato a Grillo: che senso ha avuto fare una riunione dei gruppi parlamentari a porte chiuse la sera prima di incontrare Bersani, quindi decidendo le risposte prima ancora di sentire quello che aveva da proporre? E' lo stesso meccanismo che potrebbe capitare con i Consigli comunali.

Anche la questione dei numeri non è secondaria: gli undici consiglieri di maggioranza sono stati eletti con i voti del 58% della popolazione, ossia in proporzione ciascuno conta come un 5% circa. Se già due di loro non sono d'accordo con una decisione, dobbiamo dedurre che in proporzione la popolazione favorevole a quella decisione scende al di sotto del 50%.
Ma anche trascurando la distorsione introdotta dall'enorme premio di maggioranza, una decisione presa all'interno del gruppo di 12 persone (11 consiglieri + il sindaco) con una maggioranza abbastanza ampia di 8 favorevoli e 4 contrari rischierebbe di essere in realtà una minoranza in Consiglio, contando i 5 voti della minoranza. Invece con un meccanismo di centralismo democratico si forza una decisione che sarebbe in minoranza in Consiglio (che è l'organo deliberante legale) e la si rende maggioranza in ragione di una decisione presa in un organo non decisionale. Non mi pare molto democratico, spero che anche in gruppo consiliare si ricerchino il più possibile le massime convergenze e l'unanimità, in modo da evitare queste forzature.

Intendiamoci, non sono nato ieri e capisco benissimo che una qualche forma decisionale va attuata per superare i contrasti, e che la disciplina di partito non l'ha inventata Sarnico né Lenin. Non dubito che qualcosa del genere avvenisse anche con le passate amministrazioni: i pre-consigli sono all'ordine del giorno da sempre.
Però credo che tra votare contro il Sindaco e marciare come un sol uomo sostenendo il programma e Sarnico ci siano delle vie di mezzo. I pre-consigli dovrebbero servire a smussare gli angoli, a chiarirsi le opinioni, a trovare punti di accordo accettabili per tutta la maggioranza; ma il voto finale è libero: altrimenti si svuota davvero il Consiglio comunale.
E vedere scritto nero su bianco in un comunicato stampa un richiamo a votare "in linea con le scelte del gruppo" mi sembra una caduta di stile.

(continua)

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