lunedì 22 luglio 2013

Sul caso Alfano e sul governo

Sul Post sono apparsi nei giorni scorsi due articoli magistrali sulla questione Alfano e, più in generale, sul governo. Riguardo al caso kazako, veramente niente da aggiungere.

Aggiungo invece sulla Bonino che un titolo come questo non le fa onore, così come l'atteggiamento tenuto per tutta la vicenda. Mi sarei aspettato ben altro da una persona con il suo curriculum, mentre questo barcamensarsi tra detti e non detti, in ossequio alla realpolitik della grande intesa, è avvilente.

Sul governo, vedo che va di corsa verso i cento giorni dall'insediamento (dal 28 aprile sono 86). I primi cento giorni, oltre a essere un termine mediaticamente spendibile, rappresentano anche il termine entro cui un governo d'emergenza deve riuscire a fare qualcosa d'incisivo: poi si perde l'abbrivio e ci  si impantana nei veti incrociati (il governo Monti è un esempio: dopo le prime misure draconiane, nel 2013 si è barcamenato con poco costrutto).

Cosa ha fatto il governo in questi 100 giorni? Mi baso sulla cronologia di Wikipedia, che mi pare abbastanza esaustiva.
In mezzo alle varie polemiche su Biancofiore, Idem, Alfano, Kyenge, la ciccia è composta da:

  • alcuni risultati in Europa sull'allentamento dei vincoli di bilancio e sulle politiche sulla disoccupazione, ancora da interpretare e riferiti agli anni a venire;

  • rifinanziamento della Cassa Integrazione;

  • rinvio di IMU e IVA;

  • una specie di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che decorrerà fra 3 anni e vedremo che fine farà;

  • lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, in maniera graduale ma con qualcosa già sul piatto;

  • l'insieme di molti piccoli provvedimenti che compongono il cosiddetto decreto del "fare".


Insomma, la ciccia c'è ma non mi sembra molta: un sacco di dilazioni e qualche aumento di spesa o sblocco di fondi congelati dall'austerità di Monti.

Il mio scetticismo iniziale sul governo esce rafforzato da questi primi 100 giorni. Non capisco perché non andiamo (siamo andati, ormai) a votare. La legge elettorale è sempre la stessa, è vero, ma se aspettiamo che la cambino... per cambiarla si dovrà avere una maggioranza in Parlamento che abbia interesse a scrivere una certa legge invece che un'altra. Quindi non sarà questa maggioranza. E allora tanto vale riprovare a votare.

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