sabato 7 dicembre 2013

Sulle "primarie" per la segreteria del PD

Domani, come noto, si svolgeranno le consultazioni* per la segreteria del PD.

A differenza dello scorso anno, quest'anno non andrò a votare. Non ho mai condiviso molto il fatto che il PD attui questo meccanismo per decidere il proprio segretario, che dovrebbe essere una questione interna al partito.
E' vero che è bello garantire la massima partecipazione, e che limitare il voto agli iscritti avrebbe poco senso in un periodo di disaffezione completa. Però mi fa specie che ci siano dei tesserati (non degli elettori: dei tesserati) di altri partiti che andranno a votare. Non mi sembra giusto. Forse l'invito a recarsi ai seggi avrebbe dovuto essere specificamente rivolto agli elettori del PD e solo a loro, una specie di "astenersi perditempo" rivolto agli elettori degli altri partiti.

I candidati mi sembrano tutti e tre personaggi positivi, danno l'idea che comunque vada si cadrà in piedi. Se dovessi votare, anche quest'anno come lo scorso voterei per Matteo Renzi, la cui piattaforma trovo più vicina al mio sentire e ai bisogni dell'Italia.

Non mi faccio però illusioni sul suo successo e sulla concretizzazione di cotanto programma dopo la (prevedibile) vittoria. Perché fare il segretario del PD non vuol dire essere al governo, e perché il carro del vincitore mi sembra ormai troppo pesante. Temo che il partito logorerà anche Renzi, che invece avrebbe fatto bingo lo scorso anno arrivando a Palazzo Chigi senza passare per il PD.

Insomma, ho paura che l'occasione per Renzi, e per dare una bella scossa a questo Paese, l'abbiamo persa il 2 dicembre dell'anno scorso, al ballottaggio delle "vere" primarie. Se dovesse riuscire a incidere, saremmo davanti a un fuoriclasse della politica, non solo della comunicazione.

* (In effetti non capisco perché questo turno di consultazioni sarebbero delle "primarie": non c'è alcuna elezione dopo, nessuna "secondaria", anzi queste votazioni vengono dopo il voto dei circoli.)

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