martedì 16 aprile 2013

Renzi è passato nel torto

Nelle polemiche dei giorni scorsi tra Renzi, Bersani, Finocchiaro e compagnia, mi pare di scorgere un andamento esponenziale.

Dopo le elezioni Renzi ha mantenuto per un buon mesetto un atteggiamento di leale collaborazione con Bersani, più di molti altri colleghi di partito.
Col passare del tempo ha espresso l'insofferenza per i tempi lunghi ("Bisogna fare presto, la Chiesa ci ha messo di meno", primi di aprile). Lì si era ancora in una critica pacata, condivisa tra l'altro da moltissimi italiani.
Sabato Bersani sbotta e ritiene inaccettabile che Renzi gli dica di far presto e di non umiliarsi con il M5S. Con quell'uscita ha dato fuoco alle polveri: alle critiche (politiche) si risponde con la chiusura e non con una giustificazione del proprio operato, sul quale tra l'altro (con le consultazioni allungate all'inverosimile e la scenetta dello streaming con la Lombardi) Renzi non è certo il solo a pensarla così.

Renzi passa quindi agli attacchi personali, ed è qui che si mette dalla parte del torto.

La lettera a Repubblica contro Marini è un discorso politicamente alto e valido sull'essere cattolici in politica, rovinato dal veto personale contro Marini. Non perché non si possa parlar chiaro, ma perché si poteva usare un tono ben diverso: Marini non chiede mica il Quirinale per sè, e comunque non lo fa perché è cattolico, mi pare: sono altri che lo candidano ed eventualmente lo voteranno.
L'intervista contro la Finocchiaro per la storia del'Ikea poi è una boiata. Su quel fatto lei non aveva colpa. Se poi Renzi voleva dire che per quel fatto risulta non condivisibile da parte di molti italiani di sinistra che hanno votato M5S e che è giusto tenere conto anche della loro opinione, non si è proprio capito.

A me tutto questo movimento non sembra nemmeno una resa dei conti interna al PD (che ci sarà più avanti, o con le nuove elezioni o con il congresso): ha l'aria di una serie di ripicche personali di Renzi contro la "nomenklatura" del partito. Anche perché seguendo il suo ragionamento allora nessun suo compagno di partito abbastanza esperto andrebbe bene per il Quirinale, in quanto "kasta". Quindi Renzi starebbe facendo il gioco di candidati esterni al PD.

Va detto che Renzi è molto coerente con sé stesso: aveva detto che non avrebbe fatto correnti, ed è ciò che sta facendo. Non fa fare il lavoro sporco a Fassina o Stumpo, lo fa in prima persona.

Altra attenuante è che la scorsa settimana ha incontrato D'Alema, che notoriamente ha sulla sinistra lo stesso effetto di Tullis Detritus in Asterix :-)

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