giovedì 23 maggio 2013

Impressioni furlan-giuliane

Di ritorno da una settimana di ferie in Friuli, qualche impressione su Trieste.

(Avviso ai naviganti: è sostanzialmente qualche appunto personale, di nessun interesse per chi legge, a meno che non abbiate intenzione di preparare un viaggio simile.)Impressioni contrastanti, a dir la verità. La città è bellissima, con i sui salotti sul mare e il suo piccolo entroterra carsico. Gli "esterni" sono splendidi, i palazzi asburgici sono spesso ristrutturati e rimessi a nuovo non solo sulle Rive ma in molte vie del centro. Sotto l'aspetto scenografico è veramente una meraviglia, di gran lunga superiore per esempio a Torino, che ho visitato qualche mese fa. C'è un'ampia zona pedonale, anche se mi ha stupito che non comprenda la zona del colle con il castello e la cattedrale.

Gli interni della città invece non sono al livello degli esterni. Forse Trieste sconta il fatto di non avere molta storia (meglio: di non avere una storia così importante) precedente al 1800, quando ci fu la grande espansione teresiana. Il civico Museo di storia ed arte*, che se non ho capito male dovrebbe essere un po' il pezzo forte delle esposizioni, non vale nemmeno lontanamente Santa Giulia.

La viabilità è tutto sommato scorrevole, i problemi subentrano quando si tratta di parcheggiare (incredibili i parcheggi che si vedono in giro, ci sono centinaia di auto in divieto di sosta nei modi più selvaggi) o trovare una strada senza navigatore (le indicazioni stradali latitano alquanto in tutto il Friuli-Venezia Giulia, almeno così ci è parso).

Mi sembra che la città abbia delle belle potenzialità non sfruttate. Quattro esempi.
Siamo stati a visitare l'acquario pubblico, che mi dicono essere uno dei musei più visitati. Collocazione magnifica, sul lungomare. L'acquario non è brutto, ma è piccolo, con vasche piccole che danno la sensazione di sofferenza da parte dei pesci. Eppure esso confina con un ambiente grande, che è visibilmente vuoto. Mi stupisco che una città così legata al mare non pensi a creare un acquario che sia una vera attrazione, senza arrivare a far concorrenza a Genova, ma avviandosi in quella direzione.

Sui moli occidentali, il porto vecchio è in disuso, da riqualificare. Leggo che ci sono vari problemi di natura politica e burocratica. E' un peccato: si potrebbe strutturare un bel museo del mare all'aperto, nell'ambiente che rappresenta la storia più importante della città, magari attrezzandolo con qualche nave da visitare. Sarebbe stata un'occasione , per esempio, richiedere di portare l'Enrico Toti lì, invece che a Milano: che c'entra il Toti con Milano? Trieste invece è una città molto più legata alla storia della nostra Marina, dall'affondamento della Wien all'approdo dell'Audace.

Siamo poi stati nell'entroterra,  per visitare la Grotta Gigante. Uno spettacolo splendido, con una guida preparata e professionale. Ma chi conosce la grotta? Noi l'abbiamo scoperta perché era inclusa nella card turistica regionale che avevamo sottoscritto. Perché tutti conoscono le grotte di Frasassi (o di Postumia, per stare in zona) e nessuno la Grotta Gigante? Mia moglie, che è stata anche a Frasassi, mi dice che non c'è una differenza di bellezza tale da giustificare questa enorme differenza di notorietà. Questione di marketing?

Infine, siamo stati al castello di Miramare. Il castello è bello, ben tenuto, una buona visita. Peccato però che il parco intorno sia sostanzialmente incolto, ci sono ancora i cartelli per la serra tropicale che - ci dice la barista - è stata smantellata da anni. Perché questa incuria?

Il centro invece, come detto, è ben tenuto e anche ben valorizzato: l'audioguida per la passeggiata in città è fatta molto bene, così come quelle di Udine e Cividale. In generale la rete di informazioni turistiche della Regione mi pare efficiente e ben funzionante. Comunque, alla fine ci è restata la voglia di ritornare.

* A proposito del museo: c'era una stanza con una marea di statuette, vasellame, anfore di età romana, letteralmente ammassate in una serie di scaffali. Aveva l'aria di un magazzino, o della stanza di catalogazione. Quanti pezzi del genere ci saranno nei magazzini del millemila musei italiani? Non si potrebbe battere all'asta un 10% di quei pezzi per finanziare un po' queste istituzioni, se il problema spesso sono i fondi? Tanto per come sono non sono comunque fruibili. Si potrebbe riservare la vendita dei pezzi migliori ad altri musei o istituzioni, in modo che restino destinati al pubblico godimento, e il resto a privati, collezionisti o chi per loro.

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