lunedì 8 marzo 2021

Le priorità vaccinali

Nello scorso post ho evidenziato l'alta mortalità italiana, e il fatto che tra prima e seconda ondata abbiamo purtroppo avuto gli stessi picchi di mortalità.

Come siamo messi per la terza ondata? Secondo me non troppo bene.

Tutti i dati sulle vaccinazioni (si veda qui, o qui alla tavola 36) indicano che fino a metà febbraio abbiamo vaccinato pochissimi over 80, fascia che da sola assorbe il 76.3% dell'eccesso di mortalità.
In Italia la scelta è stata quella di dare priorità agli operatori sanitari (in cui poi sono entrati anche gli amministrativi e moltissima gente che non è a contatto con il pubblico), dando loro i vaccini a mRNA (Moderna e Pfizer), che erano tra l'altro i soli disponibili a gennaio. Poi sono arrivati i vaccini AstraZeneca, ma finora non possono essere usati per gli over 65, quindi vengono dati a varie (e discutibili) categorie della popolazione, compresi moltissimi giovani.

Ad oggi, quindi, abbiamo somministrato 1.4 milioni di vaccini agli over 80, su una popolazione di 4.3 milioni (copertura del 32% su un obiettivo totale del 200%, considerando che ogni vaccino richiede due dosi). In gran parte, come detto, nelle ultime due settimane.
Da qui invece vediamo che le dosi somministrate agli operatori sanitari sono 2.5 milioni, su una platea teorica di 1.5 milioni (copertura quindi del 167%).

La scelta di privilegiare gli operatori sanitari ha un senso (sono in prima linea), ma non è l'unica possibile.
In Germania si sono somministrate ad oggi 3.2 milioni di dosi agli anziani, su una platea di 5.9 milioni: una copertura del 54%. Il grafico "a quadrettoni" nel link dato indica che la copertura tedesca degli operatori sanitari procede praticamente allo stesso passo degli anziani: 45% di copertura con le prime dosi, più un'altra metà coperta con seconde dosi, per un totale del 67% su target 200%.

In Francia (dati qui) tra gli over 80 il 30% ha ricevuto la prima dose, il 18% la seconda, per una copertura del 48% (sempre su target 200%). In quella pagina si vedono anche i Paesi più piccoli, per cui la copertura degli anziani è ancora più alta (ma naturalmente questi Paesi sono favoriti dalla dimensione).

In generale, si vede che l'Italia è quindi in ritardo sulla copertura degli anziani, anche rispetto ai Paesi grandi. Altre scelte di priorità. Temo che l'effetto lo vedremo nelle curve dei decessi dei prossimi mesi, e saranno il frutto di una scelta politica precisa fatta a gennaio.

Questo non è dovuto neppure al fatto che abbiamo ricevuto o fatto meno vaccini: qui si vede che ad oggi siamo ancora in lieve vantaggio su Italia e Francia come vaccini somministrati rispetto alla popolazione.
Quindi: abbiamo fatto tanti vaccini quanto gli altri, ma ne abbiamo dati di meno agli anziani. Scelte.
Che ci hanno fatto fare bella figura all'inizio, nella prima quindicina di gennaio, quando vaccinavamo il doppio degli altri, perché abbiamo scelto la categoria più immediatamente raggiungibile, i sanitari. Speriamo di non pagare troppo questa bella figura.

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