lunedì 15 marzo 2021

Marzo 1821

Secondo la ricostruzione di Wikipedia, oggi cade il secondo centenaio della composizione di Marzo 1821.

Poesia bellissima, che ha sempre qualcosa da dire, in termini di identità nazionale, di idealismo, di speranza.

E poi c'è quel ritmo cadenzato che Manzoni era bravissimo a dare, che aiuta anche la memoria.

La prima strofa è un climax ascendente, che termina con quell'accento finale, "mai più".
E la memorabile - appunto - strofa dei fiumi, che è geniale, chi mai penserebbe a mettere in poesia un trattato di geografia?
La quinta strofa ricorda alcuni passaggi del coro dell'Adelchi.
La seconda metà è meno riuscita, ma ha alcune chicche come la maschia Giaele.

Credo che alle elementari non si studino più queste poesie a memoria.
Forse lo si ritiene un retaggio di un'impostazione antica, retorica nazionalista da libro Cuore.

E invece io credo che farebbe bene anche a tanti alunni stranieri, conoscere la nazione di cui diventeranno cittadini in questo senso, anche nel suo particulare e non solo in una grande uguaglianza globalizzata.
Se gli americani si sentono tutti americani, e se ai francesi si insegna la Marsigliese a scuola, è perché siamo fatti anche di simboli, che non negano la differenza ma creano la necessaria unità.
Sarebbe interessante riflettere sulla definizione di Nazione che dà Manzoni nella quarta strofa. Cosa rendeva nazione un popolo duecento anni fa? Cosa lo rende nazione oggi?

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