venerdì 16 novembre 2018

Sul referendum provinciale sull'acqua

Sono stato chiamato a fare il presidente di seggio per il referendum provinciale sull'acqua.
Sto ragionando sul come votare. Come già successe sette anni fa, quando scrivevo così, ho pensieri contrastanti.
Intanto mi ha stupito che siamo di nuovo a fare un referendum sull'acqua pubblica dopo sette anni. Di nuovo, mi dico? Siamo ancora sullo stesso tema? Com'è possibile? Vuol dire che si è disattesa la volontà popolare?
Ovviamente la provincia non ha fatto nulla di illegale. Prima del referendum la normativa aveva proibito l'affidamento diretto ai soggetti ubblici (per semplificare), obbligando a mettere a bando il servizio. Il referendum aveva abolito questo obbligo, quindi restavano aperte tutte le strade: 100% privato, 100% pubblico, misto pubblico-privato, gara o affidamneto in-house. La Provincia ha scelto l'affidamento misto pubblico-privato, quindi scegliendo una delle opzioni possibili e legali.
Qui si possono avere due posizioni. Da una parte, è evidente che se non c'è stato il tradimento "tecnico" dell'esito referendario, c'è stato un tradimento "politico": il segnale politico della vittoria del sì nel 2011 era chiaro, e pendeva verso l'acqua pubblica.
D'altra parte è anche vero che quando si vota bisognerebbe sapere bene ed esattamente per cosa si vota: nel 2011 non abbiamo votato per "l'acuq pubblica", ma per un quesito specifico. Io diffido sempre dall'"interpretazione politica" dei referendum, in cui ciascuno la legge come vuole, e privilegio quella legale, più oggettiva.
Nel merito, valgono le riflessioni dell'altra volta. A me sta abbastanza bene il coinvolgimento dei privati, non mi pare una tragedia, qui da noi. A maggior ragione a Brescia: mi fido che le cose possano funzionare bene con qualsiasi soluzione si scelga. Tenderei quindi a fidarmi dell'operato delgli amministratori.
C'è però sempre quel tarlo della volontà popolare ignorata... sono cose che non favoriscono la fiducia nelle istituzioni.
D'altra parte anche il referendum cede alla sua parte di populismo: il quesito recita "Volete voi che il gestore unico del Servizio Idrico Integrato per il territorio provinciale di Brescia rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?". C'è quel "mai" che sa di apocalittico e vincolante in saecula saeculorum.

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