lunedì 27 giugno 2022

Arbitro venduto!

Naturalmente* la notizia del momento è la sentenza della Suprema Corte USA che riporta n capo ai singoli Stati la competenza sull'aborto, annullando la famosa sentenza Roe vs. Wade del 1973.

Nel merito, non ho la competenza sufficiente per avere un parere.
Abbiamo due Corti che leggono la stessa Costituzione e dicono una che essa garantisce l'aborto a livello federale, l'altra che essa non lo fa.
Come faccio a farmi un'idea del fatto che la corte ideologizzata sia questa, quell'altra o tutt'e due?
A naso: più probabile che lo siano entrambe, mi pare difficile che una costituzione settecentesca dica qualcosa di definitivo sull'aborto.
La risposta corretta alla domanda "l'aborto è costituzionale secondo quella Costituzione?" probabilmente è "né sì né no, non ne parla, vedetevela legislativamente". Semmai si può osservare che tra le due sentenze, quella più vicina a questo spirito è l'ultima. Ma non so se sia una risposta costituzionalmente accettabile, se la Corte deve invece prendere una posizione, non so come funzioni negli USA, on so se la sentenza precedente fosse inattaccabilmente fondata, sono ignorante.

Ma mi interessa di più il discorso più ampio. La Corte Costituzionale è in teoria l'arbitro ultimo del sistema, dovrebbe essere super partes, il meccanismo stesso dell'elezione a vita è pensato per svincolarla dalla contingenza politica.


Ma la Corte è eletta da uomini e composta di uomini.

Ci penso da un po': in ogni democrazia ci sono istituzioni che sono affidate alla "buona volontà", alla "correttezza" e al "fair play" degli attori istituzionali.
Quando le democrazie sono più "giovani", più "idealiste", magari la cosa funziona.

Ma, come dice il saggio, "lo spirito è forte, ma la carne è debole": prima o poi succede che qualcuno ceda alla tentazione del vantaggio personale, anche solo per una questione di probabilità.
Se per una, due, dieci nomine può andar bene, con un governo che agisce moderatamente, e per una, due, dieci sentenze può andar bene, con i giudici che cercano di stare super partes, su centinaia di nomine e di sentenze qual è la probabilità che nessuno ceda alla tentazione**?

In Italia, mutatis mutandis, abbiamo smarrito alcune prassi di galateo istituzionale non scritto, come quelle di concedere la presidenza della Camera all'opposizione, o di non rieleggere il Presidente della Repubblica, e non per emergenza ma proprio arrivando all'elezione con l'intenzione di rieleggerlo.

Una volta perse queste prassi "virtuose", purtroppo, non si torna più indietro - forse che io futura maggioranza sarò così tordo da non approfittare di una cosa che hanno fatto pure i miei avversari? - e l'istituzione, il fair play, la prassi virtuosa eccetera sono andate definitivamente a ramengo.

Purtroppo mi pare un problema insormontabile, intrinseco alle democrazie: esse hanno bisogno di arbitri imparziali, ma non esiste il modo di garantire che lo siano: chi decide che non lo sono, e li sanziona? Una maggioranza politica?***
Quindi ci si affida alla buona volontà umana, che è fallace, specie sul lungo periodo.

L'alternativa è fare a meno degli arbitri e sottoporre tutto al volere politico, con una sorta di spoil system per cui a ogni elezione "winner takes it all", ma proprio "all", arbitri compresi.

A me pare che la tendenza sia proprio quella di politicizzare tutto a colpi di maggioranza, restringendo il perimetro delle questioni indisponibili.

Con questa sentenza l'aborto è affidato al potere politico statale, quindi alle maggioranze politiche locali.
In Ungheria o Polonia è la giustizia a essere sottoposta al potere politico.****

In un certo senso è una specie di "iperdemocrazia": con il voto decidi tutto, anche su questioni che prima erano sottratte al voto.*****

Ma la democrazia plebiscitaria, in cui chi vince si porta via il pallone e si sceglie l'arbitro, non è democrazia.

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* Naturalmente o no? dovremo prima o poi interrogarci sul cordone ombelicale che ci lega agli Stati Uniti.

** In maniera più evidente, intendo, naturalmente anche prima c'erano sempre state delle tendenze politiche. Non conosco la Corte che aveva giustificato lo schiavismo, per esempio, o il segregazionismo: saranno state più o meno ideologiche?

*** Fatte le proporzioni, è il problema che abbiamo in Italia nei rapporti con la magistratura, e pure negli USA la Suprema Corte è una magistratura.

****  Come lo è ormai la Corte Suprema USA e come lo sarebbe ancor di più introducendo l'allargamento adombrato dai Democratici in campagna elettorale, evidentemente per riprendersi la maggioranza, e/o la scadenza temporale dei giudici (più giudici scegli, e tanto più spesso lo fai, tanto più la Corte cambia segno frequentemente, e si avvicina al potere politico in carica).

***** Questo si collega alla mancanza di fair play istituzionale di cui parlavo sopra: aver smesso di affidare all'opposizione una presidenza delle Camere va - embrionalmente, s'intende - nella direzione "winner takes it all".

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