lunedì 28 marzo 2022

Sport e sanzioni

Tra le sanzioni previste per la Russia di fronte a questa guerra ci sono anche i boicottaggi sportivi. Questi non sono stati decisi dagli stati, che avrebbero anche poca giurisdizione al riguardo, ma dagli organismi come il CIO e le federazioni internazionali.

Lo sport è spesso strumentalizzato nelle questioni politiche. Ne è un esempio il post della biatleta Darya Domracheva, che è stato letto in maniera opposta sui due fronti.

Non credo che le sanzioni sportive possano avere qualche genere di efficacia: coinvolgono plasticamente gente che non c'entra nulla con la questione, sia russa che non (come gli atleti stranieri delle squadre russe*), e rischiano di stimolare un senso di ingiustizia nella popolazione russa: escludere la nazionale di calcio russa dal Mondiale, seppure inevitabile, va a toccare la "pancia" della gente in un modo che rischia di generare una reazione nazionalista.

D'altra parte è innegabile che lo sport va spesso a solleticare già di per sé il sentimento di orgoglio nazionale, ed è per questo facilmente strumentalizzabile dai governi, specialmente se autoritari. Si vedano due articoli (qui, qui) sull'Atlante Treccani al riguardo.

Io tendenzialmente preferirei evitare i boicottaggi degli atleti. Giusto non andare a correre con la Formula UNo in Russia, per esempio, ma possiamo lasciar gareggiare gli atleti russi senza bandiera, come fatto finora.
Almeno finché non si sbilanciano personalmente con manifestazioni politiche, come quel ginnasta che ha gareggiato con la "Z" sul costume: queste però sono manifestazioni già vietate dai principi CIO, quindi a quel punto si potrebbe procedere a una squalifica personale.

* Si veda l'esempio di Alessandro Fedeli, ciclista di una squadra russa, la Gazprom-Rusvelo, a sponsor e affiliazione chiaramente russi ma con base in Italia e 12 corridori su 20 non russi

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