martedì 22 febbraio 2022

Le Olimpiadi di Pechino

Sono appena finite le Olimpiadi invernali.

Quest'anno me le sono godute, più di quelle di Pyeongchang. Le ho trovate tutto sommato piacevoli e divertenti.

Per la squadra italiana il bilancio è stato positivo, 17 medaglie e otto sport diversi a podio sono ottimi numeri. Certo, c'è il "problema" degli ori, solo due: siamo di alto livello, ci mancano le punte.
Spiace soprattutto per Sofia Goggia, ma è pur vero che anche stare in piedi e non cacciarsi nei pasticci fa parte delle abilità di uno sciatore di alto livello. Lei non è nuova a questo tipo di problemi.

Rimanendo sullo sci alpino, c'è un trend ormai piuttosto chiaro: ci sono state 1630 gare di coppa del mondo nel nuovo millennio e noi ne abbiamo vinte 139, cioè una ogni 11,73.
Dal 2000 in poi su 220 tra coppa + coppe di specialità (esclusa combinata e parallelo) gli italiani ne vincono 13, una ogni 16,9. E 8 su 100 negli ultimi 10 anni, una ogni 12,5.
Però tra mondiali e olimpiadi nello stesso periodo abbiamo vinto solo 7 ori in 172 gare, una ogni 24,57. Per la precisione: 3 ori in 63 gare alle Olimpiadi (1/21), 4 ori in 109 gare (1/27,25) ai mondiali.

Noi presentiamo molti regolaristi, però è chiaro che nessuno dà Peter Fill come favorito in un'Olimpiade, anche se vince la coppa del mondo di specialità (due volte).
Ci sono invece atleti come Mayer che hanno 3 ori su 9 partenze alle Olimpiadi a fronte di 11 vittorie in 13 stagioni in coppa del mondo.
Feuz ha meno vittorie in coppa di Paris (16 vs 20), ma su 7 partenze ai Giochi ha un oro, un argento, un bronzo.
Mentre a noi capita il Giorgio Rocca che vince cinque slalom in stagione e poi inforca ai Giochi.

Paradossalmente, a noi sono capitati a volte sorprese come Razzoli e Ceccarelli (e De Aliprandini lo scorso anno, anche), mentre i nostri top si fanno prendere dal braccino.

Dominik Paris a 33 anni conferma ormai di essere quello che sappiamo: un magnifico specialista di alcune piste, più che un campione a tutto tondo di discesa. Il suo palmares non vede coppe né coppette di specialità, niente medaglie olimpiche, niente titoli mondiali in discesa.

Preoccupa un po' l'elevata età media delle medaglie: l'unico medagliato individuale nato dopo il 1993 è Delago, le altre 12 medaglie individuali vengono da gente che nel 2026 avrà almeno 33 anni.
Le Olimpiadi in casa portano di solito investimenti e risorse in campo sportivo. Il lavoro che faremo verso Milano-Cortina però probabilmente non servirà al medagliere di Milano-Cortina, per quello ormai mi sa che è troppo tardi, e grosse prospettive in fondo, biathlon, freestyle non se ne vedono.
Speriamo che il lavoro serva a buttare giù una base per i Giochi successivi. Cosa che non successe granché con Torino, in realtà.

A livello di campanile, i "solo" argenti di Goggia e Moioli fanno sì che il conteggio degli ori olimpici dica Brescia 1 - Bergamo 0.
Grazie Lara Gut da Zone, questo è l'unico derby sportivo che possiamo vincere ora come ora ;-)

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