venerdì 18 febbraio 2022

I referendum cassati

Ho seguito blandamente la campagna referendaria, non ero particolarmente interessato alla parte di raccolta firme, avevo l'intenzione di fare come al solito, cioè di interessarmi al momento di andare a votare.

Naturalmente non ho potuto non notare il putiferio nato attorno alla non ammissione dei quesiti cosiddetti su eutanasia e cannabis.

Ripeto che non ne avevo seguito granché, ma mi par di capire che il quesito sull'eutanasia riguardava il realtà l'omicidio del consenziente, e che quello sulla cannabis avrebbe in realtà permesso la coltivazione di qualsiasi pianta, dal papavero alla pianta di coca ai "funghetti" allucinogeni.

Al di là del merito del respingimento, su cui è bene attendere la pubblicazione delle motivazioni, io mi chiedo se non sia anche una mezza truffa raccogliere firme intitolando "eutanasia" e "cannabis" e avendo contenuti così diversi. Tipo la pubblicità ingannevole.
Diffidare dalle firme a scatola chiusa, anche se vengono dai "buoni".

Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato ha voluto anticipare una minima spiegazione delle motivazioni in una irrituale conferenza stampa.

Però così facendo ne è nato un vespaio in cui i promotori producono obiezioni a profusione, mentre la Corte ovviamente non può certo proseguire nei botta e risposta, e sarà muta fino al deposito delle motivazioni.

Quindi c'è un argomentare a senso unico, che non fa che radicalizzare la posizione e le convinzioni di molti di essere stati truffati dalla kastah!!1!.

L'alternativa sarebbe stata bocciare il quesito senza dare spiegazioni fino alla pubblicazione delle motivazioni. Ci sarebbero state ugualmente polemiche: "La Corte oscurantista boccia inspiegabilmente il quesito" ecc. ecc.
Almeno così abbiamo tolto l'"inspiegabilmente",

D'altra parte senza dire nulla prima delle motivazioni ufficiali, come le altre volte, l'analisi tecnica sarebbe stata fatta a mente fredda, con tutte le carte in tavola, con un po' di tempo, una volta placata la polemica spicciola e non sull'onda della stessa.

Insomma, polemiche in ogni caso.

Nel mentre restano sul tavolo cinque referendum sulla giustizia.
Per ora, almeno: vedremo quanti ne rimarranno dopo l'approvazione della riforma Cartabia, e quanti ne vorranno salvare i giudici di Cassazione se ci sarà da decidere.

Dieci anni fa, per il referendum sul nucleare, dopo che il governo Berlusconi mise mano alla legge interessata dal quesito, la Cassazione ammise ugualmente il referendum riscrivendo il quesito per salvarne lo "spirito".

Vedremo se i giudici agiranno con lo stesso principio stavolta che i quesiti riguardano loro stessi...

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