mercoledì 2 febbraio 2022

Le leggi col bersaglio

Ci sono polemiche, in questi giorni, per la repressione da parte della polizia di alcune manifestazioni studentesche, scaturite dalla tragica morte di un ragazzo al suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro.

Qualcuno ha notato che la gestione delle manifestazioni è stata influenzata dalla circolare ministeriale di novembre emanata per gestire le manifestazioni "no vax":

Le restrizioni per la pandemia da coronavirus, e nello specifico una direttiva di novembre della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, impongono che le manifestazioni pubbliche siano permesse solo «in forma statica». In diversi casi le aggressioni della polizia sono iniziate infatti quando gli studenti hanno cercato di mettersi in marcia formando piccoli cortei.

Questo è un esempio di quel che può succedere quando la produzione normativa si deteriora e punta specificamente su bersagli ben definiti. Visto che - grazie a Dio - la legge non può essere scritta con bersagli espliciti ("le manifestazioni no vax vano trattate così"), finiscono per andarci di mezzo tutti.

Un caso simile è salito all'onore della cronaca qualche mese fa.
Ad Alex Pompa, che uccise il padre violento per difendere la madre, in caso di condanna non si sarebbero potute applicare le attenuanti perché la legge c.d. "codice rosso" contro la violenza sulle donne aveva vietato le attenuanti in caso di familiari.
La legge era scritta per dire "niente attenuanti agli uomini femminicidi!", ma visto che ovviamente non si può scrivere una cosa che distingue le attenuanti in base al genere, si scelse quella forma. E ci stava per andare di mezzo quel ragazzo (che poi fu assolto).

Mi pare lo stesso principio: una legge scritta per colpire uno specifico bersaglio, che poi - visto che le leggi non si scrivono con il bersaglio esplicito - finisce per colpire anche i "buoni".

Le restrizioni alla libertà riguardano tutti, non solo quelli che crediamo essere i bersagli, solitamente le minoranze, o chi ne è immediatamente colpito.

Tra l'altro l'indicazione del ministro Lamorgese mi pare una pezza quasi peggiore del buco: visto che sono in programma altre manifestazioni studentesche,

sembra che Lamorgese abbia chiesto ai prefetti delle principali città di usare «intelligenza ed elasticità», scrive la Stampa. E diversi giornali si aspettano che nel corso delle prossime manifestazioni le autorità locali potrebbero concordare con i capi delle manifestazioni un breve percorso del corteo, sospendendo di fatto la direttiva di Lamorgese di novembre

la qual cosa introduce una discrezionalità che apre la strada al "questi sì, questi no".



Nessun commento:

Posta un commento