domenica 30 gennaio 2022

Come il PD ha smontato il presidente in due mosse

E così abbiamo rieletto Mattarella.

La seconda volta, dopo Napolitano.

Ma quella volta, nel 2013, i politici si vergognavano. Stavolta è tutto un festeggiare.

In particolare Enrico Letta ha dichiarato che

È una vittoria di tutti, credo che il Parlamento abbia dimostrato saggezza perché Mattarella era il presidente che volevano gli italiani

Una "vittoria" di tutti, non una sconfitta.
Il Presidente che volevano gli italiani, non quello che voleva il PD.
(E comunque, se è una cosa buona perché è il presidente che volevano gli italiani, perché non proporre l'elezione diretta come dice Meloni?)

E poi:

Siamo stati costretti a chiedere al presidente della Repubblica di essere rieletto

quando tutti sanno che il M5S e ua parte del PD hanno avuto questo come obiettivo primario fin dall'inizio. Da qualche parte dovevano pur venire le centinaia di voti nell'urna per Mattarella.

A me questa cosa dà un fastidio enorme. Il centrodestra ne ha combinate di cotte e di crude e Salvini si è dimostrato un incapace. Ma dopo il crollo di Casellati , mi aspettavo che il centrosinistra provasse a fare qualcosa, magari bruciasse un paio di nomi (Bindi, Ricciardi) e nel mentre si provasse a trovare una quadra.

Invece Mattarella non è stato un piano B: è stato palesemente il piano A. Quando tutti sanno che questa è una forzatura istituzionale, lo stesso Mattarella lo ha detto in tutte le salse.

Ora Mattarella è stato messo in una situazione ambigua: avremo davanti o 14 anni di "regno", in contrasto con il precedente Napolitano, oppure una scelta difficile sul momento delle dimissioni, che rischiano di essere "politiche". Napolitano si dimise e il successore fu eletto ancora con lo stesso Parlamento; questo stavolta non succederà, e si rischiano polemiche: la scelta di rimanere o andarsene potrà essere letta come politica, a seconda della maggioranza di governo che uscirà dalle prossime elezioni.
Se si formasse una situazione ancora poco definita Mattarella potrebbe preparare l'elezione di un Draghi come successore, e dimettersi quando i tempi saranno maturi, ma sarebbe un po' come un re che abdica scegliendosi il successore.
Peggio ancora, se Mattarella si trovasse una maggioranza "ostile", magari a trazione Meloni, potrebbe trovarsi in contrasti col governo, e allora la sua decisione di rimanere fino a fine mandato potrebbe essere interpretata come volontà di contrapporsi e di non lasciar eleggere il Presidente alla destra.
Mattarella, che ha finito il settennato tra ampi e trasversali apprezzamenti, rischierebbe di passare nel ruolo di uno Scalfaro.

Tutto ciò è stato possibile perché Napolitano creò il precedente, ma fino a ieri eravamo convinti che tutti avessero percepito quello come una distorsione unica. Ora invece è evidente che soprattutto una parte politica, per convenienza (Mattarella è pur sempre di area PD), non lo leggeva così, e abbiamo ormai creato una prassi.
Una brutta prassi: e se un presidente a fine mandato volesse propiziarsi la rielezione, saprebbe essere ancora arbitro imparziale?
La presidenza è a lungo termine e svincolata dalle scadenze elettorali per un motivo ben preciso.
Se ora adombriamo l'idea di durate variabili, con rielezioni e dimissioni, come svincolare la presidenza dal gioco poltico di cui deve essere arbitro?

A me pare un grosso scadimento del ruolo della Presidenza, l'ultimo baluardo del sistema.
Confido che Mattarella saprà gestire la situazione, per esempio sarebbe bene che esplicitasse già da subito le sue intenzioni sulla durata del mandato. Ma la strada è ormai aperta, l'argine è stato rotto.

Noto che nel 2013 il centrosinistra aveva la maggioranza relativa ma non assoluta.
Il centrodestra non partì col no a tutto o col Napolitano bis. Erano lì a trattare un nome, Amato, Marini...
Stavolta a parti invertite il M5S (i parlamentari, non Conte che ha dimostrato di non controllare nulla) ma anche Letta sono andati con l'unica soluzione del Mattarella bis (e l'unica altra di cui di si è parlato vagamente come orientamento lettiano è Draghi, che è una forzatura istituzionale pure quella).
Vista così devo pensare che Berlusconi aveva persino più senso delle istituzioni di Letta...

Tra l'altro noto che quando capita che si diano colpi all'architettura istituzionale il PD c'è dentro.
Nel 2013 Bersani provò a far passare a colpi di maggioranza il capo di una coalizione contro l'altra come presidente della Repubblica, cosa mai vista prima. Risultato: il caos, e il Napolitano bis. Ma almeno non fu festeggiato, un po' si vergognavano.
Poi nel 2021 il green pass e lo sdoganamento della slippery slope, con mancanza totale di valutazione di sensatezza e proporzionalità delle misure.
L'estensione dello stato di emergenza oltre ogni limite legislativo.
Ora una nuova rielezione del presidente, portata come piano A e festeggiato giocondamente come "l'Italia vuole questo".
E in tutte queste forzature, PD e LEU sono lì in prima fila, mentre chi cerca di far andare le cose in altro modo e solleva dubbi sono i "trogloditi" dell'arco parlamentare.

Mi aspetterei qualcosa di diverso dal partito con la cultura di governo.
Invece mi sa che la presunzione di essere nel giusto, di essere "quelli bravi", porti a pensare che per questo fatto stesso ciò che si fa - per convinzione o per convenienza - vada bene in ogni caso.

P.S. I primi due Presidenti della Repubblica, De Nicola e Einaudi, avevano votato per la monarchia.
Lungi da me fare il laudator temporis acti a priori, ma non posso non notare che ai tempi la contrapposizione binaria poteva essere superata in modo maturo e responsabile, e una posizione politica, persino una posizione perdente, non costituiva elemento di delegittimazione totale di chi la esprimeva.

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