Sta per salutarci il Presidente.
Un Presidente amato e apprezzato, come accade spesso, per fortuna, anche in contrapposizione alle torsioni della politica.
Mattarella ha dimostrato un'ottima gestione di un settennato veramente difficile, con l'apice delle pulsioni populiste.
Io
ho gradito molto il suo uso dei discorsi nelle varie occasioni. Sebbene non sia proprio un oratore, li ha
usati sia per fare educazione civica (tra l'altro i suoi discorsi sono un sunto del
personalismo e della dottrina sociale della Chiesa) sia per
far passare elegantemente dei messaggi (sulla non rielezione, per non
parlare di come ha parlato dei vaccini riuscendo a rimproverare
chiaramente i no vax senza mai nominarli, altro stile rispetto alle
intemerate di Draghi tipo "o ti vaccini o muori").
Mantengo tre riserve:
1) La gestione pubblica del caso Savona per me è un precedente pericoloso,
questi veti si mettono dietro le quinte, un veto pubblico con una
motivazione costituzionale così labile ("difendere il risparmio",
insomma, il legame diretto con la scelta di un ministro è
discutibilissimo) e sostanzialmente politica potrebbe essere un
precedente rischioso. Lo scrissi anche su queste schermate.
2) Durante la pandemia mi pare che tutto
l'arco istituzionale, lui compreso, abbia abdicato a un controllo
istituzionale sulla sensatezza, proporzionalità, costituzionalità delle
misure.
Abbiamo spostato il limite più volte, con GP, super GP,
obbligo, con discussione praticamente nulla (col GP i costituzionalisti
dicevano che i tamponi erano garanzia di libertà, quando sono spariti
non ho più sentito questi costituzionalisti); strumenti legislativi
discutibili (il primo GP per il lavoro fu deciso con decreto legge per
una misura che entrava in vigore dopo un mese, un mese è ancora
"urgenza" o si poteva fare una legge e non un decreto?); estensione
oltre ogni limite dello stato di emergenza.
Per dire, in Austria
l'obbligo è in discussione al Parlamento, non è arrivato dall'oggi al
domani con un decreto (pubblicato retrodatato in Gazzetta Ufficiale).
Avrei
gradito qualche segnale di vigilanza (un qualche discorso, un messaggio
alle Camere, non per forza un rinvio dei provvedimenti), come successe
con i decreti Salvini, per esempio.
3) Nei rapporti con la magistratura è stato decisamente morbido e persino lasco. Lui, presidente del CSM, lascia le cose così come le aveva trovate, senza nessun intervento proprio né governativo in corso su un potere che vive una profonda crisi di legittimità, specialmente all'interno delle istituzioni, più ancora che rispetto alla popolazione.
In ogni caso, grazie Presidente!
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