venerdì 30 ottobre 2020

Destra, sinistra, orologio, lancette

Ho letto questo intervento di G. Orsina sulle abusate caratteristiche di destra e sinistra.

Ci sono molti spunti interessanti. Non tutto è condivisibile, in particolare mi pare una versione argomentata ed edulcorata di un meccanismo piuttosto trito per cui le colpe della destra sono, sotto sotto, colpe della sinistra, perché la sinistra è così, cosà, non è abbastanza cosò e cosù.

Stavolta la "colpa" della sinistra sarebbe quella di avere ottenuto l'egemonia delle élite culturali. C'è dl vero, e spesso mi sono chiesto anche io come mai non ci sia un destra "colta", una élite di destra, come mai i personaggi della cultura, dello spettacolo, i professori eccetera siano in massima parte di sinistra.

Detto che questo, secondo me, è più che altro una colpa della destra, in termini di incapacità di elaborare una posizione alternatva, trovo interessante questo passaggio:

La divisione verticale fra destra e sinistra si è girata di novanta gradi in senso orario e si è sovrapposta a quella orizzontale fra élite e popolo: un’élite prevalentemente progressista (o almeno: che si autodefinisce tale) da un lato, con poco popolo; e un imponente pezzo di popolo istintivamente di destra dall’altro, non guidato né educato da alcuna élite. Se una democrazia liberale ben funzionante prevede che élite alternative competano per il consenso popolare, come ci ha insegnato Schumpeter, allora la nostra democrazia odierna di funzionante ha ben poco.

E' molto interessante, questa divisione "grafica". E' come se una volta (che a mio parere si colloca circa cent'anni fa) la contrapposizione, disegnata come sui quadranti di un orologio, fosse così:

con la sinistra e la destra storiche a contendersi sia le élite che il popolo (tipo socialisti e popolari/liberalo prima del fascismo, PCI e DC dopo).
Poi, con il secondo dopoguerra, il centrosinistra, il '68, c'è stata l'occupazione delle casematte di cui parla Orsina, e c'è stata la "rotazione oraria" delle lancette:

La sinistra si è appropriata delle élite, lasciando progressivamente il campo tra i ceti popolari. La famosa "sinistra delle ZTL" o "sinistra bramina".

Soluzioni? Una è prendere atto di una cosa che dice già l'autore:

Se la cultura che ha egemonizzato le casematte non è certamente di destra, [...] non è affatto detto che sia davvero di sinistra. È considerata di sinistra soprattutto perché nella loro stragrande maggioranza gli esponenti della guarnigione dicono di stare da quella parte. C’è da chiedersi però che cosa abbia davvero a che fare con la tradizione progressista

Una parte delle élites è veramente di sinistra? Calenda, Renzi, ma anche Ricolfi, Polito... non sarebbe più onesto dire che sono di centro? O magari di destra? Però qua in Italia destra = fascista*, perciò nessuno di loro si definirà mai tale. Ci vorrebbe un'ecologia del linguaggio, al riguardo. Il Fini di FLI, per aver tagliato i ponti col fascismo, veniva accusato di essere "di sinistra"...

Però, se nel quadrante alto della bussola si potrebbe fare qualcosa - non è che le élite siano davvero diventate tutte di sinistra: si disegnano così, per citare una che si vestiva di rosso - per il quadrante basso secondo me c'è poco da fare.

* Un danno storico del fascismo in Italia è stato l'azzeramento sia pratico, effettivo che semantico del campo della destra liberale. Danno ripetuto sessant'anni dopo da Berlusconi, che ha sprecato l'occasione di sdoganare una destra moderna aprendo la strada alla destra peggiore

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