mercoledì 4 novembre 2020

Ci risiamo

E così ci risiamo. Siamo di nuovo in lockdown. Alcuni appunti sparsi al riguardo.

- Di buono c'è che stavolta hanno evitato il nonsenso dei primi 15 giorni di marzo, quando volevano contemporaneamente a) scuole chiuse, b) genitori al lavoro e c) lasciamo isolati i nonni. Stavolta hanno evitato la a) fino a un'età ragionevole, in DAD ci sono ragazzi dai 12 anni in su.

- Di cattivo c'è il divieto a uscire di casa. Io capisco le limitazioni agli spostamenti, sicuramente tra regioni, magari anche tra comuni diversi in zona rossa. Ma l'autocertificazione per uscire di casa quella no, mi pare inutilmente vessatoria. Dove vai se non hai un posto dove andare? Già ora in regime di coprifuoco non si vede in giro nessuno. In più è inverno, mica aprile, c'è già meno gente in giro. In più sappiamo che in ogni caso all'aperto il rischio è minore. Almeno per gli sposamenti all'interno del proprio comune potevano risparmiarcela, l'autocertificazione. Che se non sbaglio è un unicum italiano.
Invece la logica è stata opposta: tra una cosa e l'altra restano aperti molti negozi, ma si chiede di non uscire. Non me l'aspettavo.

- Non capisco proprio la cosa delle chiese aperte e funzioni religiose permesse pure in zona rossa. Rilevo che è l'opposto di marzo-maggio, quando le messe furono le prime chiuse e le ultime riaperte. Non capisco questo cambio di rotta. Ok, non ci sono casi di focolai correlati, ci sono le norme sui distanziamenti, ma questo vale per un sacco di attività (musei?). La CEI era stata bella remissiva, a marzo, e adesso c'è pure Bassetti in terapia intensiva. Mi viene il dubbio che qualcuno in qualche avvocatura abbia segnalato che intervenire sul culto non è proprio pacifico che sia legittimo, visto che è una cosa che riguarda un trattato internazionale. Oppure è per garantire qualche funerale, che in effetti è una misura minima di civiltà che è mancata a tantissimi.

- Interessante la possibilità prevista dal DPCM di applicare a specifici territori classificazioni di rischio diverse dalla regione di appartenenza. Sarebbe buona cosa se si facesse (Napoli e Caserta meriterebbero un "rosso", Bergamo un "giallo"). Ma dubito fortemente che sarà così.

- Alcuni contatti in cassa al supermercato mi dicono che già oggi c'è gente che ha fatto quasi 1000€ di spesa, ho già sentito più d'uno che domani si darà all'accaparramento. Ecco, queste cose non me le spiego. Irrazionalità a manetta.

- Stavolta ci chiudono in casa ma abbiamo i circenses: il calcio va avanti!

- Comunque voglio vedere quanto durerà, questo fatto del monitoraggio dei dati, dei 21 parametri scientifici, dell'attribuzione automatica delle regioni nelle fasce di rischio. Su queste attribuzioni ci sarà una polemica politica continua. E sì che sarebbe la strada teoricamente corretta, anzi bisognava implementarla almeno un mese fa. Se si fosse fatto prima, le regioni avrebbero visto arrivare le restrizioni.

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