domenica 2 agosto 2020

Lo stato di emergenza

E così abbiamo prorogato lo stato d'emergenza.
Non so se fosse necessario, non sono abbastanza leguleio.
A marzo era chiara a tutti l'emergenza, e nessuno discute la necessità di allora. Così come nessuno discute che servano misure di gestione, di prevenzione e di semplificazione delle procedure anche per il periodo attuale.
La domanda è: lo stato di emergenza è uno strumento necessario per metterle in campo? Non possono bastare i decreti legge? Servono i DPCM?

In questi giorni di discussione ho imparato che in realtà la prassi dello stato d'emergenza è già stata usata molte volte, dai terremoti al ponte di Genova. Per esempio, per quest'ultimo caso, esso è stato ricostruito in poco tempo, con procedure semplificate e con un supercommissario (il sindaco Bucci) dichiarando e prorogando lo stato di emergenza, relativamente a quell'accadimento.
Sembra quindi che lo stato d'emergenza serva a velocizzare le procedure. Mi pare un segno di inadeguatezza della nostra macchina burocratica ed amministrativa, ma tant'è. Mi resta un dubbio: a dichiarare lo stato di emergenza ci si mette un giorno. Non si poteva lasciar scadere l'attuale ed eventualmente dichiararlo nuovamente dopo, se dovesse malauguratamente servire? Nell'ottica che sarebbe meglio usarlo il meno possibile*.

Le altre volte che è stato usato non ci siamo accorti dello "stato di eccezione" perché le modifiche riguardarono soprattutto aspetti tecnici, appalti eccetera. In qualche modo anche allora c'erano state compressioni delle leggi (concorrenza) e della Costituzione (libero mercato), ma non ce ne eravamo accorti, in un certo senso.

Stavolta i DPCM sono stati molto invasivi, e - giustamente - abbiamo notato la limitazione delle libertà costituzionali (circolazione, religione). Decise in modo legittimo o no? Proceduralmente senz'altro sì, costituzionalmente non so. E' vero che non ci sono stati ricorsi, ma su questo mi tengo il dubbio che fosse perché data la situazione abbiamo tutti deciso di accettare le limitazioni senza piantare grane.
Col senno di poi qualche disposizione o procedura incostituzionale per me c'era, ma ce la siamo fatta andar bene. Per esempio la sospensione delle messe coinvolge i Patti Lateranensi, che sono un trattato internazionale e che prevedono l'accordo tra le parti. La CEI a marzo avrebbe potuto opporsi, forse, e sollevare la questione, ma non l'ha fatto perché non era il caso. Inoltre sappiamo i tempi dei ricorsi: sono incompatibili con l'urgenza, quindi diventano inutili.

E qui allarghiamo il discorso. Mi pare che in realtà in pochi abbiano alzato il sopracciglio di fronte alla modalità di compressione delle libertà costituzionali. Mi chiedo il perché, e mi vengono due risposte. Una è che siamo italiani, e fatta la legge cominceremo a trovare il cavillo, il modo per aggirarla o eluderla. L'altra è che ci "fidiamo" troppo, facciamo quel che ci dice mamma-Stato senza pensare.
Non so, non mi piace nessuna delle due risposte. io preferirei mantenere alta la guardia, perché oggi non c'è pericolo nel fidarsi del governo, ma domani? Tutti questi stati di emergenza, questi DPCM senza verifica di legittimità, creano precedenti e, in un certo senso, "assuefazione".

* A meno che il permanere dello stato di emergenza non sia necessario per alcune procedure (nomina di supercommissari come Arcuri, ad esempio).

Nessun commento:

Posta un commento