giovedì 26 marzo 2020

L'uomo, la morte, il silenzio di Dio

Quando questa storia, fra un mese o un anno, sarà passata, per molti si sarà ripensato il rapporto con la morte. Molti avranno avuto contatto diretto con essa, tutti ne avranno avuto paura.
Le generazioni dei secoli passati avevano un rapporto molto più diretto con la morte.
In queste sere, in cui il parroco rispolvera le preghiere della tradizione, ho scoperto l'invocazione alla Sacra Famiglia:
Gesù, Giuseppe e Maria
vi dono il cuore e l'anima mia.
Gesù, Giuseppe e Maria
assistetemi nell'ultima agonia
Gesù, Giuseppe e Maria
spiri in pace con voi l'anima mia.
Due invocazioni su tre riguardano la morte. Ma anche nell'Ave Maria, preghiera notissima, si prega l'intercessione della Vergine "adesso e nell'ora della nostra morte".
Nei secoli passati la gente era più esposta alla morte accidentale, alle epidemie, alle guerre. La morte era una compagna di viaggio, un fatto della vita. Si pregavano i santi per le guarigioni (pensiamo a S. Rocco), ma si pregava anche per la salvezza dell'anima e la vita eterna.
Il mondo moderno ha rimosso la morte, e forse un po' lo ha fatto anche la Chiesa. In parte per uscire dal concetto di giudizio, di paura dell'inferno; ma così facendo si è rinunciato a pensare all'aldilà. La Chiesa parla spesso del mondo attuale, predica la bontà, "ama il prossimo tuo", ma per queste cose (credo di averlo già scritto) non c'è bisogno della chiesa, di Dio*. La vera differenza del cristiano è la scommessa sulla vita futura. E questo, in modo confuso, le generazioni antiche lo avevano presente.
Tra l'altro mi stupisce pensare che nei secoli le innumerevoli pandemie non hanno incrinato (generalmente) la fede. Pensiamo al "silenzio di Dio" che molti hanno citato di fronte ad Auschwitz: in quel caso il male era un male "umano", volontario, voluto e progettato da uomini, dalla loro libertà. C'erano dei colpevoli. A mio parere dovrebbe essere molto più sconvolgente il male che passiamo ora: un virus (come un terremoto) è un male "occorrente", che "occorre", che succede da sé, non è collegato al libero arbitrio.
Ebbene, nei secoli questo male era relativamente diffuso, eppure i popoli non perdevano la loro fede, per quanto ingenua. Magari collegavano l'epidemia a un castigo (nonostante le parole di Dio dopo il diluvio e di Gesù riguardo alla torre), magari era quello il modo di metabolizzare la cosa.
Noi che modo troveremo?

*o almeno così può sembrare, in realtà in ultima istanza il bene viene tutto da Dio, anche quello "laico".

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