domenica 9 febbraio 2020

Dalle letture della domenica

Due appunti dalle letture di oggi.
Isaia 58,7 parla del digiuno gradito al Signore:
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti [testo CEI 2008, "quelli della tua carne" nel testo CEI 1974]?
Quindi anche nell'Antico Testamento c'è quel richiamo al "prima i vicini" che si ritrova poi in san Paolo. Questo atteggiamento esclusivo, anzi "inclusivo per cerchi concentrici", manca solo nel Vangelo, quando anzi i parenti sono trattati come sappiamo: "chi è mia madre, mio padre e i miei fratelli?".
Prima lettera ai Corinzi, 2, 1-5:
Io, o fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza.
Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso.
Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Paolo, come altre volte, fa professione di falsa modestia, ma quello che mi colpisce sempre è l'esortazione a una fede slegata - o meglio: non fondata - dalla sapienza umana. Ricorda il Vangelo in cui Gesù ringrazia il padre per aver rivelato non ai dotti e ai sapienti, ma ai piccoli.
E' molto provocatorio per un cristianesimo che nei secoli si è sempre accostato alla ricerca intellettuale e teologica.

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