lunedì 21 gennaio 2019

Identità e pietà popolare

Da qualche giorno mi ronza nelle orecchie Madonnina dai riccioli d'oro.
Così tanto che mi ha persino ispirato pensieri profondi.
Questa canzone popolare, come noto, è stata adottata dai tifosi bresciani (prima calcio e poi pallacanestro), che non mancano di intonarla in occasione delle partite.
Quando lo scorso anno la Germani perse la Coppa Italia in finale, fu da brividi sentire i tifosi cantare Madonnina dai riccioli d'oro dopo la fine.
A me sembra un bel modo di marcare un'identità. Un modo non divisivo, non "nazionalista" nel senso deleterio del termine. Papa Francesco ha più volte scritto che le culture locali sono importanti, inoltre ha sempre elogiato la pietà popolare. La scelta di Madonnina dai riccioli d'oro dice di una terra con una antica tradizione di devozione, una terra "bianca", come si diceva cent'anni fa. Naturalmente non è indice di altro, di devozione attuale o di religiosità di chi la intona. Però intanto i bresciani cantano un canto alla Madonna, mentre per esempio a Siena intonano il canto della Verbena.
Tra l'altro quel canto farebbe contento anche Paolo VI, che nel suo pontificato diffidò e mise in guardia da certe tradizioni popolari senza un solido fondamento di fede: la nostra Madonnina è ben ortodossa.
Ricorda l'attenzione agli ultimi, richiama il mistero dell'incarnazione nella vicinanza divina al sudore e alla sofferenza degli uomini, imposta correttamente la richiesta di intercessione divina della Vergine (non è la Madonna che fa i miracoli, ma intercede: "prega tuo figlio"). C'è anche un richiamo indiretto a maggio, il mese mariano di primavera in cui la Madonna viene circondata di fiori.

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